Economia
Politici tedeschi chiedono la ripresa del gas russo
Politici tedeschi di alto livello stanno già chiedendo una ripresa dei legami con la Russia. Lo riporta il Financial Times.
La pubblicazione britannica fa il nome di Michael Kretschmer, un membro di spicco dei democristiani CDU di Friedrich Merz. Il Kretschmer ora sostiene che le sanzioni dell’UE contro la Russia sono «completamente obsolete» in quanto contraddicono sempre più apertamente «ciò che stanno facendo gli americani».
«Quando ti rendi conto che stai indebolendo te stesso più del tuo avversario, allora devi chiederti se tutto questo è giusto» ha dichiarato il politico all’agenzia stampa tedesca DPA.
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Kretschmer, che è anche un oppositore di lunga data delle forniture di armi all’Ucraina, è l’ultimo di una serie di esponenti sia della CDU di Merz sia dei Socialdemocraticiad aver reso pubblici nelle ultime settimane gli appelli a riprendere i legami economici o energetici con la Russia.
«Ciò ha creato un problema per Merz, che è quasi certo che sarà il prossimo cancelliere della Germania, così come per i suoi probabili partner di coalizione nella SPD, in un momento in cui sta cercando di presentarsi come un partner forte per l’Ucraina e per l’Europa. Il partito verde tedesco, fortemente pro-Kiev, ha chiesto domenica a Merz di dare un giro di vite agli “amici di Putin” nel suo partito» scrive il Financial Times.
Il futuro cancelliere Merz non avrebbe cercato attivamente di mettere a tacere questo crescente desiderio di riavvicinamento con la Russia in alcuni circoli politici.
Tuttavia, Bloomberg ha riferito lunedì che «il co-presidente del partito socialdemocratico tedesco e favorito per diventare il prossimo ministro delle finanze, Lars Klingbeil, ha respinto le crescenti speculazioni sulla ripresa delle forniture di gas tramite gasdotto dalla Russia dopo un potenziale accordo di pace per l’Ucraina».
Le alternative al gas russo non sembrano opzioni razionali in nessuna parte d’Europa (forse eccetto nei palazzi di Bruxelles).
«Non c’è modo di competere con il gas russo con il GNL proveniente da qualsiasi luogo», ha dichiarato all’agenzia Reuters Patrick Pouyanne, direttore generale di TotalEnergies.
Nel frattempo, sia l’Ungheria che la Slovacchia non solo continuano a bypassare l’Ucraina per le importazioni di gas russo (dopo che l’Ucraina ha interrotto il transito del gas russo il 1° gennaio), ma stanno addirittura incrementando queste forniture.
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Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha annunciato martedì che il punto di interconnessione di confine Veľké Zlievce/Balassagyarmat dall’Ungheria alla Slovacchia è stato portato a piena capacità a causa dell’interruzione del traffico attraverso l’Ucraina.
«Siamo riusciti a risolvere il problema delle forniture di gas naturale a Slovacchia e Ungheria, nonostante il fatto che l’Ucraina ci abbia creato delle difficoltà molto serie. Per garantire forniture di gas affidabili alla Slovacchia tramite l’Ungheria anche con la cessazione del suo transito attraverso l’Ucraina, abbiamo dovuto aumentare la capacità del gasdotto di collegamento tra i nostri Paesi», ha detto il ministro delle finanze in una conferenza stampa.
«Oggi, il gasdotto tra Ungheria e Slovacchia sta operando a capacità aumentata. Abbiamo aumentato la capacità di questo gasdotto di 900 milioni di metri cubi all’anno. Finora, tra i due Paesi venivano trasportati 2,6 miliardi di metri cubi all’anno. A partire da oggi, questo volume aumenterà a 3,5 miliardi di metri cubi», ha osservato lo Szijjarto, aggiungendo che «rispetto al volume record dell’anno scorso, il volume di gas naturale trasportato attraverso l’Ungheria verso la Slovacchia è aumentato del 50% nei primi tre mesi di quest’anno».
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Immagine di Pawel Sosnowski / Sächsische Staatskanzlei via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Economia
Apple citata in giudizio per affermazioni «ingannevoli» sui minerali del Congo
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Economia
Crolla il Bitcoin, 400 miliardi di dollari cancellati dalle criptovalute
Il prezzo del Bitcoin ha proseguito il calo venerdì, dopo aver sfiorato il record storico a ottobre. La principale criptovaluta mondiale ha registrato un minimo sotto gli 82.000 dollari venerdì, allineandosi ai livelli di aprile, a fronte del superamento dei 126.000 dollari solo poche settimane prima.
In sole 24 ore, il Bitcoin ha perso il 10% del suo valore. Secondo Bloomberg, il Bitcoin è ora diretto verso il suo peggior mese dal giugno 2022, periodo definito «catastrofico» per l’intero settore delle criptovalute.
Nell’ultima settimana, la capitalizzazione complessiva di tutte le criptovalute è scivolata di quasi 400 miliardi di dollari, fermandosi intorno ai 3 trilioni.
«Il Bitcoin, posizionato all’estremo alto dello spettro di rischio, ha prolungato una sequenza di ribassi iniziata a fine ottobre. Se gli investitori stanno perdendo fiducia nei titoli tech, figuriamoci nelle speculazioni sulle cripto», ha dichiarato a Forbes Dan Coatsworth, responsabile dei mercati di AJ Bell.
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«Inoltre, non ha giovato l’incertezza su cosa deciderà la Federal Reserve riguardo ai tassi d’interesse. I segnali contrastanti dei policymaker hanno lasciato i mercati nel dubbio su un possibile taglio il prossimo mese. Ora la probabilità di stallo a dicembre è al 67%, contro il 98% di un mese fa per un ridimensionamento di un quarto di punto».
Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa il Bitconio era giunto ad una quotazione record di 125 mila dollari cadauno. Analisti avevano previsto ora un nuovo massimo di 200.000 dollari entro la fine dell’anno.
Come riportato da Renovatio 21, a luglio l’azienda di media e tecnologia del presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva acquisito circa 2 miliardi di dollari in Bitcoin e asset correlati, sottolineando la svolta accelerata della sua amministrazione verso le criptovalute.
Come riportato da Renovatio 21, il 7 marzo, il presidente Trump aveva convocato un «Crypto Summit» presso la Sala da Pranzo di Stato della Casa Bianca, dove ha parlato di un’«azione storica» per promuovere le criptovalute.
Il presidente ha nominato l’investitore di venture capital David Sacks come zar dell’Intelligenza Artificiale e delle criptovalute degli Stati Uniti, affidando la politica in questo settore a un sostenitore delle criptovalute. Il pensiero attualmente prevalente a Washington sembra essere di favore nei confronti delle crypto – questo a differenza dei tempi dell’amministrazione Biden, che da subito aveva invece annunciato un giro di vite sul settore.
I figli di Trump erano con il vicepresidente JD Vance ad una convention sul Bitcoin a Las Vegas poche settimane fa.
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Economia
Orban: il conflitto in Ucraina sta uccidendo l’economia dell’UE
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Brussels wants war to impose a common debt and seize more power, stripping competences from the member states. The arms industry wants war for profit. Meanwhile, powerful lobbies want to exploit war to expand their influence. In the end, everyone is trying to cook their own meal… pic.twitter.com/9GPzyH5SCS
— Orbán Viktor (@PM_ViktorOrban) October 2, 2025
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