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Pillola figlicida RU486, i primi venti anni di irresistibile ascesa

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La diffusione della RU486 è stata relativamente facile in Francia, anche se non poco traumatica.

 

Almeno dal 1986 la RU486 viene somministrata in Francia, in fase di sperimentazione, secondo un protocollo ben preciso, che prevede una informazione scritta destinata alle pazienti (in cui tra l’altro si dice che «se la gravidanza continuasse dopo la assunzione del Mifegyne e prostaglandine, il feto o il bambino nascituro sarebbe suscettibile di essere malformato»), nonché una dichiarazione da sottoscriversi obbligatoriamente da parte della donna (in cui essa deve dichiarare tra l’altro di essere «consapevole che il metodo non è efficace al 100% di modo che, in caso di fallimento, l’interruzione di gravidanza non potrà essere ottenuta che con mezzi chirurgici»)

 

Il 30 ottobre 1986 il Ministero della Sanità italiano, su parere tecnico favorevole del Consiglio Superiore di Sanità, autorizza la sperimentazione clinica pilota del farmaco RU486

Il 30 ottobre 1986 il Ministero della Sanità italiano, su parere tecnico favorevole del Consiglio Superiore di Sanità, autorizza l’impresa farmaceutica Roussel Maestretti alla sperimentazione clinica pilota del farmaco RU486 (sia pure limitatamente alla indicazione «civetta» di «trattamento del carcinoma mammario in fase metastatica»). Il prodotto viene tuttavia sperimentato per usi abortivi, come è documentabile quantomeno per la III^ Clinica Ostetrica dell’Università di Milano (Vedi nota del Ministero della Sanità prot. n. 100.1977/5504 dd. 22 aprile 1989, in risposta all’interrogazione parlamentare n. 4/11354).

 

Nel 1989 il Sottosegretario alla Sanità italiano on. Marinucci propone formalmente la registrazione in Italia dell’abortivo chimico RU486, tuttora in fase di sperimentazione in Francia (in aperta violazione, tra l’altro, dell’art. 1 della L.194/78, dichiarata dal suo versante «intangibile»).

 

Nel gennaio 1990 risulta che la RU486 per «contragestione» è già stato reso disponibile in Olanda senza limitazioni di età nelle sperimentazioni mediche. In Francia e nei paesi scandinavi la RU486 è già disponibile e viene normalmente proposta nei consultori.

Nel 1989 il Sottosegretario alla Sanità italiano on. Marinucci propone formalmente la registrazione in Italia dell’abortivo chimico RU486

 

Nel maggio 1993 si ha notizia che il neo presidente USA Clinton, mantenendo fede alla promessa che aveva fatto appena entrato nella pienezza dei suoi poteri («liberalizzeremo la RU486!»), ha rivestito un ruolo determinante nel raggiungimento di un accordo tra il gruppo farmaceutico tedesco Hoechst e l’ente morale statunitense Population Council per la cessione della licenza di produzione della pillola abortiva: la notizia dell’accordo è stata data infatti ufficialmente dal commissario della FDA, David Kessler.

 

Tramonta così l’ipotesi, precedentemente ventilata, di importare il prodotto dalla Cina, che ha nel frattempo deciso di produrla su licenza Roussel-Uclaf/Hoechst.

Nel maggio 1993 si ha notizia che il neo presidente USA Clinton, mantenendo fede alla promessa che aveva fatto appena entrato nella pienezza dei suoi poteri («liberalizzeremo la RU486!»), ha rivestito un ruolo determinante nel raggiungimento di un accordo tra il gruppo farmaceutico tedesco Hoechst e l’ente morale statunitense Population Council per la cessione della licenza di produzione della pillola abortiva

 

Il 9 novembre 1993 la Ministra svizzera dell’Interno propone di dare il via alla RU486.

 

Il Medico d’Italia (sottotitolo: «organo ufficiale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri »), nel numero datato 24 febbraio 1994, esce con un articolo dal titolo: «Valanga di prenotazioni in Gran Bretagna per la pillola che fa abortire».

 

L’articolo si propone nel suo complesso come un vero gioiello dell’antilingua, oltre che oberato di veri e propri strafalcioni scientifici: fatto tanto più scandaloso in quanto esso è pubblicato su una rivista scritta da medici per i medici. Ma si tratta evidentemente di suscitare suggestivamente – con la consueta gradualità – l’opportuno état d’esprit. Vi si legge infatti tra l’altro: «La pillola RU486 (…) riduce del 95% la probabilità di maternità se presa nelle prime 8 settimane di gravidanza. Essa contiene una sostanza che blocca l’afflusso di sangue al feto e provoca di conseguenza un aborto spontaneo senza necessità di altri interventi».

 

Va osservato che:

 

È falso che la RU486 riduca la probabilità della maternità (che è già in atto)

  • È falso che la RU486 riduca la probabilità della maternità (che è già in atto): essa invece la interrompe (la differenza non è da poco); Nelle prime 8 settimane di gravidanza non si dovrebbe parlare di feto, ma di embrione;

 

  • È evidentemente falso che l’aborto provocato dalla RU486 sia un «aborto spontaneo», trattandosi invece – ovviamente – di un aborto procurato (ma è anche ovvio che tale menzogna ha la funzione di rendere più facilmente accettabile il prodotto);

È evidentemente falso che l’aborto provocato dalla RU486 sia un «aborto spontaneo», trattandosi invece – ovviamente – di un aborto procurato

 

  • È anche falso, infine, che il tutto accada «senza la necessità di altri interventi», visto che insieme viene in genere somministrata almeno una dose di prostaglandine (favoriscono l’espulsione dell’embrione ucciso), e considerato anche quanto sopra riferito circa il protocollo per l’uso sperimentale in Francia fin dal 1986. 

 

Il 19 dicembre 1998 il governo del cancelliere Schroeder prende l’iniziativa di mettere in circolazione la pillola abortiva. L’Austria e la Germania autorizzano il farmaco abortivo.

 

È anche falso, infine, che il tutto accada «senza la necessità di altri interventi»

In Austria nessun partito politico, né di governo né di opposizione, ha contestato l’introduzione della pillola, e «persino l’Arcivescovo di Vienna Christoph Schoenbom è stato comprensivo e, pur condannando per principio l’aborto, ha ribadito che è meglio aiutare che punire, riferendosi alle donne ed alle sanzioni penali. In Germania, anche la CDU, l’opposizione cristiano democratica, ha evitato di fare polemiche».

 

Sul secondo numero di Erba – nuovo settimanale ecologista nato dal grembo delle liste verdi, nel febbraio 99 troneggia un articolo dedicato alla pillola RU486 definito «una scelta in più per le donne»: una bella marcia trionfale per il fatto che «l’Austria e la Germania autorizzano il farmaco abortivo» che «aumenta l’autonomia decisionale della donna».

 

«Persino l’Arcivescovo di Vienna Christoph Schoenbom è stato comprensivo e, pur condannando per principio l’aborto, ha ribadito che è meglio aiutare che punire, riferendosi alle donne ed alle sanzioni penali. In Germania, anche la CDU, l’opposizione cristiano democratica, ha evitato di fare polemiche»

Nel mese di aprile 1999, il laboratorio francese che fabbrica la RU486 ha presentato alla Agenzia europea del farmaco una richiesta di registrazione per la sua commercializzazione nei Paesi europei nei quali non era autorizzata.

 

In 90 giorni, l’organismo ha dato la sua approvazione, e con ciò l’Europa ha imposto la RU486 ai Paesi membri. Il primo Paese che ha subito questa imposizione, tra quelli in cui la pillola abortiva non era ancora legale, è stata la Spagna.

 

 

Dr. Luca Poli

Medico

 

 

Renovatio 21 ha pubblicato in precedenza l’articolo «Pillola abortiva RU486, il pesticida umano»

 

Pillola abortiva RU486, il pesticida umano

 

 

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Kennedy contro i pediatri USA che hanno raccomandato vaccini prodotti dalle aziende che fanno loro donazioni

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Robert F. Kennedy Jr. ha criticato l’ American Academy of Pediatrics (AAP) per aver raccomandato vaccini – compresi i pericolosi vaccini contro il COVID – creati dai suoi principali sostenitori aziendali senza rivelare i propri conflitti di interesse.

 

L’AAP ha recentemente fatto notizia per aver pubblicato il proprio programma vaccinale infantile raccomandato, indipendente dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) degli Stati Uniti, che è stato recentemente rivisto da Kennedy, segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) degli Stati Uniti.

 

La differenza notevole tra i due programmi è che l’AAP raccomanda i vaccini contro il COVID ai bambini sani, mentre il CDC non raccomanda più questi vaccini sperimentali a mRNA ai bambini sani e alle donne in gravidanza.

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Martedì Kennedy ha condiviso uno screenshot della pagina web dell’AAP che mostra alcuni dei suoi principali donatori: Merck, Moderna, Pfizer e Sanofi, importanti produttori di vaccini. Anche altri produttori di vaccini, come GlaxoSmithKline, effettuano donazioni considerevoli all’AAP.

 

Kennedy ha osservato che le prime quattro aziende elencate «producono praticamente tutti i vaccini presenti nel programma vaccinale infantile raccomandato dal CDC».

 

 

Pur riconoscendo che l’AAP è libera di formulare le proprie raccomandazioni, ha chiesto che «segua l’esempio dell’HHS e riveli i conflitti di interesse» in modo che gli americani possano valutare se l’AAP stia servendo «l’interesse della salute pubblica» o le «ambizioni commerciali dei benefattori dell’AAP, le grandi aziende farmaceutiche».

 

Kennedy ha accusato l’AAP di essere arrabbiato con il CDC per aver eliminato «l’influenza delle aziende nelle decisioni sulle raccomandazioni sui vaccini», facendo riferimento al suo licenziamento di tutti i 17 precedenti membri del comitato consultivo sui vaccini del CDC, a causa della scoperta che fornivano regolarmente consulenza su prodotti di aziende farmaceutiche con cui avevano legami finanziari e con cui avevano ottenuto esenzioni per conflitto di interessi dal CDC.

 

Sebbene il programma vaccinale del CDC sia rimasto finora pressoché invariato dopo la nomina di otto nuovi membri del Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione (ACIP), la riunione del 25 giugno ha avviato nuovi gruppi di lavoro per studiare questi vaccini approvati e l’effetto cumulativo del programma vaccinale per bambini e adolescenti.

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Tra le altre raccomandazioni, la riunione di giugno dell’ACIP ha consigliato l’eliminazione del timerosal, un conservante neurotossico contenente mercurio attualmente utilizzato nei vaccini antinfluenzali.

 

Nel post di martedì X, Kennedy ha anche esortato l’AAP a chiarire che «le raccomandazioni che si discostano dall’elenco ufficiale del CDC non sono esenti da responsabilità ai sensi del Vaccine Injury Act del 1986».

 

Kennedy ha spesso sottolineato l’importanza di liberare le agenzie di regolamentazione sanitaria degli Stati Uniti dalla «corporate capture» (tradotto in italiano con «cattura del regolatore») un termine che usa per descrivere il fenomeno comune per cui queste agenzie di regolamentazione ricevono finanziamenti ingenti dalle aziende farmaceutiche e successivamente approvano automaticamente i loro prodotti senza una revisione significativa.

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Trump invia lettere a 17 Big Pharma chiedendo la fine ai «prezzi abusivi dei farmaci»

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Giovedì il presidente Donald J. Trump ha inviato delle lettere a 17 importanti produttori farmaceutici, delineando le misure che devono adottare per abbassare i prezzi dei farmaci da prescrizione negli Stati Uniti e allinearli ai prezzi più bassi offerti in altre nazioni sviluppate.   Trump ha invitato i colossi farmaceutici a fornire ai consumatori statunitensi i prezzi della nazione più favorita (MFN) disponibili per i clienti esteri, menzionando specificamente «a ogni singolo paziente Medicaid».   Guardando al futuro, la sua lettera richiede anche un prezzo NPF per tutti i farmaci appena lanciati.

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Le lettere informano i produttori che se «si rifiutano di intervenire», il governo federale «impiegherà tutti gli strumenti a nostra disposizione per proteggere le famiglie americane dalle continue pratiche abusive sui prezzi dei farmaci».   Lettere identiche sono state inviate ad AbbVie, Amgen, AstraZeneca, Boehringer Ingelheim, Bristol Myers Squibb, Eli Lilly, EMD Serono, Genentech, Gilead, GSK, Johnson & Johnson, Merck, Novartis, Novo Nordisk, Pfizer, Regeneron e Sanofi.   All’inizio di maggio, Trump ha firmato un ordine esecutivo (EO) radicale, «offrire ai pazienti americani i prezzi dei farmaci da prescrizione della nazione più favorita», in cui ha affermato che i produttori di farmaci «applicano forti sconti sui loro prodotti per accedere ai mercati esteri e sovvenzionano tale riduzione attraverso prezzi enormemente elevati negli Stati Uniti».   «I prezzi gonfiati negli Stati Uniti alimentano l’innovazione globale, mentre i sistemi sanitari stranieri se la cavano gratis», ha affermato Trump nel suo ordine esecutivo.   «Questo abuso della generosità degli americani, che meritano farmaci a basso costo alle stesse condizioni delle altre nazioni sviluppate, deve finire», ha chiesto.   «Attualmente, i prezzi dei farmaci di marca negli Stati Uniti sono in media fino a tre volte superiori rispetto ad altri paesi per gli stessi medicinali», ha esordito Trump nella sua lettera ai vertici delle grandi aziende farmaceutiche. «Questo inaccettabile fardello per le laboriose famiglie americane finisce con la mia Amministrazione».   «La maggior parte delle proposte ricevute dalla mia amministrazione per “risolvere” questa questione critica promettevano più o meno la stessa cosa: spostare la colpa e richiedere cambiamenti politici che avrebbero portato a miliardi di dollari in elargizioni all’industria», ha scritto Trump.   «D’ora in poi, l’unica cosa che accetterò dai produttori di farmaci è un impegno che fornisca alle famiglie americane un sollievo immediato dai prezzi dei farmaci enormemente gonfiati e la fine del gioco gratuito dell’innovazione americana da parte delle nazioni europee e di altre nazioni sviluppate», ha spiegato.

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Il presidente ha chiesto alle aziende farmaceutiche di intervenire entro 60 giorni.   «Non commettete errori: uno sforzo collaborativo per raggiungere la parità di prezzo a livello globale sarebbe la strada più efficace per le aziende, il governo e i pazienti americani. Ma se vi rifiutate di intervenire, utilizzeremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per proteggere le famiglie americane dalle continue pratiche abusive di fissazione dei prezzi dei farmaci», ha avvertito il presidente.   «Gli americani chiedono prezzi più bassi per i farmaci e ne hanno bisogno oggi stesso», ha osservato Trump. «Le altre nazioni hanno approfittato dell’innovazione americana per troppo tempo: è ora che paghino la loro giusta quota».

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I CEO di BioNTech, Pfizer, J&J nella lista dei dirigenti farmaceutici più pagati

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

Secondo Fierce Pharma, nel 2024 l’amministratore delegato della tedesca BioNTech ha guadagnato più di tutti i suoi colleghi amministratori delegati del settore farmaceutico. Lo stipendio a nove cifre del Dott. Uğur Şahin – 287 milioni di dollari – lo ha catapultato in cima alla classifica degli amministratori delegati più pagati stilata dalla rivista di settore.

 

Secondo Fierce Pharma, nel 2024 l’amministratore delegato della tedesca BioNTech ha guadagnato più di tutti i suoi colleghi amministratori delegati di aziende farmaceutiche. Lo stipendio a nove cifre del Dott. Uğur Şahin – 287 milioni di dollari – lo ha catapultato in cima alla classifica degli amministratori delegati più pagati stilata dalla rivista di settore.

 

L’amministratore delegato di Eli Lilly, David Ricks, è balzato al secondo posto della classifica con un compenso totale di 29,2 milioni di dollari. Eli Lilly produce i farmaci dimagranti di successo Zepbound e Mounjaro, che rivaleggiano con Ozempic e Wegovy di Novo Nordisk. A luglio, Eli Lilly inizierà a vendere i farmaci online a prezzi scontati direttamente ai consumatori in possesso di ricetta medica.

 

La lista di Fierce Pharma includeva altri dirigenti di alcuni dei principali produttori di vaccini. Il CEO di Pfizer, Albert Bourla, si è classificato al terzo posto, con una retribuzione totale di 24,6 milioni di dollari, il suo secondo stipendio annuo più alto dopo il pagamento di 33 milioni di dollari nel 2022, quando Pfizer stava realizzando enormi profitti dal suo vaccino contro il COVID-19 e dal suo antivirale Paxlovid.

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Anche gli amministratori delegati di Johnson & Johnson e AstraZeneca sono comparsi nella lista, nonostante i disastrosi risultati dei loro vaccini contro il COVID-19. Il vaccino di Johnson & Johnson, associato a gravi e letali coaguli di sanguenon è più disponibile negli Stati Uniti.

 

Anche AstraZeneca ha dovuto ritirare il suo vaccino dalle vendite globali nel 2024, dopo aver ammesso che l’iniezione causava coaguli di sangue potenzialmente fatali.

 

Robert Davis di Merck è salito dal decimo al settimo posto quest’anno, guadagnando 23,2 milioni di dollari. Quasi il doppio di quanto guadagnato nel 2021, quando ha assunto la carica di CEO dell’azienda che produce, tra gli altri, il vaccino contro l’HPV Gardasil, lo Pneumovax 23 e il vaccino MMRII.

 

«Nuovo status quo nel campo della retribuzione dei CEO»

Gli stipendi totali dei dirigenti solitamente includono una combinazione di stipendio base più bonus e utili legati alle posizioni azionarie nelle aziende che guidano.

 

Fierce Pharma ha affermato che gli ingenti pacchetti retributivi «sembrano consolidare ulteriormente un nuovo status quo nell’ambito della retribuzione degli amministratori delegati, poiché diversi leader di recente nomina si stanno stabilizzando nei loro ruoli e le aziende consolidano le loro posizioni di mercato in vista della seconda metà del decennio».

 

Şahin di BioNTech ha guadagnato uno stipendio di 3,4 milioni di dollari nel 2024. Tuttavia, ha anche esercitato un’opzione per incassare una quota consistente delle sue azioni della società, per un pagamento di 287 milioni di dollari, oltre 10 volte superiore a quello di qualsiasi altro dirigente nella lista.

 

Fierce Pharma ha definito il pagamento «sbalorditivo», ma ha osservato che era inferiore al pagamento del 2023 al CEO di Moderna Stéphane Bancel, che quell’anno ha incassato le sue stock option per oltre 392 milioni di dollari.

 

Tali pagamenti sono in corso, almeno da quando i vaccini contro il COVID-19 sono diventati disponibili.

 

Nel 2020, Bancel finì sotto accusa quando più che triplicò il numero di azioni della società da vendere tramite un piano azionario per dirigenti, modificato pochi giorni dopo che l’azienda aveva annunciato i primi risultati positivi per il suo vaccino contro il COVID-19.

 

Bancel ha venduto più di 72.000 azioni Moderna a luglio 2020, generando quasi 4,8 milioni di dollari. Secondo CBS News, «si tratta di più del triplo delle 22.000 azioni che aveva precedentemente programmato di vendere nello stesso periodo secondo il piano di trading esecutivo dell’azienda» – e una minima parte dei 392 milioni di dollari che avrebbe guadagnato tre anni dopo.

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Le case farmaceutiche fanno causa per mantenere alti i prezzi

Nonostante le critiche pubbliche, anche altri dirigenti farmaceutici hanno tratto profitto dalla pandemia. Da allora, i loro stipendi sono rimasti elevati.

 

Secondo un rapporto del 2021 di Accountable.US, un’organizzazione no-profit e apartitica di difesa dei diritti dell’uomo e di controllo che monitora la corruzione pubblica, i dirigenti di cinque aziende farmaceutiche (Moderna, Pfizer, Johnson & Johnson, Emergent BioSolutions (incaricata della produzione del vaccino contro il COVID-19 di Johnson & Johnson) e Novavax) hanno guadagnato 250 milioni di dollari svendendo le azioni delle aziende durante i primi sei mesi dell’«Operazione Warp Speed».

 

Oltre ai farmaci di successo che assicurano profitti enormi alle grandi aziende farmaceutiche, le aziende con i maggiori ricavi continuano anche ad aumentare i prezzi dei farmaci e sono coinvolte in battaglie legali per impedire alle autorità di regolamentazione di mantenere bassi i prezzi.

 

Ad esempio, Accountable.US ha riferito che Merck e Bristol Myers Squibb, i cui dirigenti erano entrambi nella lista, stanno attivamente portando avanti azioni legali per fermare le riduzioni dei prezzi dei farmaci Medicare negoziate dall’amministrazione Biden.

 

Anche AstraZeneca e Johnson & Johnson stanno facendo causa al governo per la riduzione dei prezzi dei farmaci. Lo stesso vale per il gruppo di lobbying dell’industria farmaceutica PhRMA.

 

Le aziende farmaceutiche si sono anche ampiamente opposte all’ordine esecutivo di Trump sui prezzi dei farmaci, in particolare al concetto di «nazione più favorita», che cerca di legare i prezzi dei farmaci negli Stati Uniti ai prezzi più bassi pagati in altri paesi sviluppati.

 

Le case farmaceutiche sostengono spesso che gli aumenti di prezzo siano necessari per coprire i costi di ricerca e sviluppo. Tuttavia, le ricerche dimostrano che negli ultimi anni le prime cinque aziende statunitensi hanno speso di più in riacquisti di azioni proprie e distribuzione di dividendi che in ricerca e sviluppo.

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L’elenco completo dei dirigenti farmaceutici più pagati:

  1. Uğur Şahin, BioNTech, 287 milioni di dollari
  2. David Ricks, Eli Lilly, 29,2 milioni di dollari
  3. Albert Bourla, Ph.D., Pfizer, 24,6 milioni di dollari
  4. Robert Bradway, Amgen, 24,4 milioni di dollari
  5. Joaquin Duato, Johnson & Johnson, 24,6 milioni di dollari
  6. Daniel O’Day, Gilead Sciences, 23,7 milioni di dollari
  7. Robert Davis, Merck & Co., 23,2 milioni di dollari
  8. Pascal Soriot, AstraZeneca, 22,9 milioni di dollari
  9. Reshma Kewalramani, Vertex Pharmaceuticals, 21,54 milioni di dollari
  10. Chris Boerner, Bristol Myers Squibb, 18,8 milioni di dollari

 

Nonostante i loro alti stipendi, nessuno dei dirigenti statunitensi è presente nella lista dei 37 professionisti del settore sanitario statunitense presenti nella lista annuale di Forbes dei miliardari del mondo stilata da Becker’s Hospital Review. Bancel di Moderna figura nella lista di Forbes, con un patrimonio netto di 1,2 miliardi di dollari.

 

Bancel non è stata inclusa nella lista di Fierce Pharma perché la sua classifica includeva solo aziende con una capitalizzazione di mercato pari o superiore a 25 miliardi di dollari, ma Fierce Pharma ha riportato a marzo che lo stipendio di Bancel per il 2024 era di 19,87 milioni di dollari.

 

L’azienda ha aggiunto un secondo vaccino a mRNA approvato al suo portafoglio di due prodotti nel 2024, quando ha ottenuto l’approvazione per il suo vaccino mRESVIA RSV per gli anziani.

 

La scorsa settimana Moderna ha ottenuto un’approvazione estesa per il farmaco anche per gli adulti dai 18 anni in su.

 

Brenda Baletti

Ph.D.

 

© 16 giugno 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

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Immagine di János Korom via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0)

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