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Immigrazione

«Picchiate queste cagne in calore con un bastone»: rapper francesi minacciano in un video musicale di aggredire le Le Pen e uccidere Bardella

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Il partito della Le Pen, vincitore delle elezioni francesi, si trova ora ad affrontare le minacce di una coriacea categoria che esprime gli interessi degli immigrati in Francia: i rapper.

 

Un nuovo pezzo rap anti-Rassemblement National, che vede la partecipazione di un collettivo di 20 famosi cantanti rap francesi, presenta testi violenti indirizzati a Marine Le Pen, a sua nipote Marion Maréchal e al nuovo leader RN Jordan Bardella – oltre che parole che sono state definite come «misogine e complottiste», forse pure con un qualche accento islamista.

 

Alcuni dei versi dell’opera d’arte includono «Marine et Marion les putes, un coup de bâton sur ces chiennes en rut», cioè «Marine e Marion, puttane, un colpo di bastone contro queste cagne in calore».

 

Non manca anche un’espressione più diretta verso l’uomo della situazione: «Jordan, t’es mort, Jordan, t’es mort», cioè «Jordan, sei morto».

 

Altri versi violenti includono «Si les fachos passent, j’vais sortir avec un big calibre»: «Se passano i fascisti, uscirò con un grosso calibro», riferendosi piuttosto presumibilmente a un’arma da fuoco.

 

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Il brano è stato prodotto da 20 rappeurs assai popolari nel Paese e spesso proveniente dall’immigrazione, tra cui Fianso (di origine algerina), ISK (canadese di origine tunisina), Alkpote (di origine tunisina) e Akhenaton (di origini italiane, ma convertito all’Islam). La canzone si intitola «No pasarán», un riferimento allo slogan cantato dai combattenti di sinistra durante la guerra di Spagna negli anni Trenta.

 

Tra gli altri versi c’è «meritano il bastone», cioè un appello aperto ad aggredire i politici francesi insieme a una difesa di coloro che hanno ordini di deportazione, molti dei quali hanno commesso crimini gravi. «Questo è per i miei amici sottoposti al QQTF», cioè l’ordine di espulsione francese» cantano i rapperri.

 

Nel video sono presenti anche immagini di Marine Le Pen, Jordan Bardella e altre figure politiche di destra.

 

I cantanti non si fanno problemi a coinvolgere le famiglie: «Mais tout c’que j’sais, c’est qu’on vote pas Marine et baise la mère à Bardella» («Quello che so è che non votiamo Marine e non scopiamo la madre di Bardella»). «Allez niquer vos mères, Marine et Bardella»: «affanculo le vostre mamme, Marine e Bardella».

 

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Benché irta di violenza e forse pure un pochino misogina, la canzone ha ricevuto elogi entusiastici dalla stampa francese, che tuttavia non fa alcun accenno alle parti brutali del testo della canzone.

 

Le Parisien, ad esempio, ha contattato il Fianso, una delle ugole coinvolte, e lo ha citato in modo entusiastico.

 

«Ho partecipato a questo pezzo perché sono cresciuto nell’eredità del rap francese, molto acuto, impegnato e che mi ha ispirato molto», ha detto. «La cultura ha la sua voce e intende esprimersi su questa tipologia di argomenti. Era molto importante per me partecipare. Appartengo alla generazione in cui il rap non si dissocia dal messaggio».

 

L’articolo del Parisien si limita a fare riferimento a «battute» dirette a Le Pen e Bardella, senza alcun riferimento alle chiamate all’azione incredibilmente violente e ai commenti misogini. La canzone ha quasi 400.000 visualizzazioni su Youtube.

 

I rapperri affermano che i soldi guadagnati dalla canzone andranno alla Fondazione Abbé Pierre, che fornisce risorse finanziarie e legali ai migranti. Questa cosa dei rappatori che provocano ma poi danno in beneficenza forse l’abbiamo già vista anche in Italia?

 

Il Fianso, al secolo Sofiane Zermani, è un parigino della periferia settentrionale di famiglia algerina. È noto per la controversia seguita alle riprese per il suo video «Toka», quando assieme a 10 membri della troupe cinetelevisiva si mise al centro dell’autostrada A3 di fatto bloccandola per registrare il videoclip, il tutto senza alcun permesso.

 

Nel gennaio 2017, le riprese del video musicale «Ma cité a craqué» nella città dei musicisti a Les Mureaux si erano trasformate in una rivolta quando i giovani hanno preso d’assalto un veicolo di pattuglia che cercava di attraversare il quartiere.

 

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Secondo il bisettimanale Le Point il testo della canzone coniuga «atmosfera islamista e misoginia brutale».

 

La canzone contiene altresì proclami filo-Palestina («dalla Senna al Giordano») e insulti a Eric Zemmour, l’altra figura politica anti-immigrati.

 

Curioso il continuo riferimenti del gruppo alla framassoneria in Francia, che dimostra della crescita di un sentimento anti-loggia nelle banlieue degli immigrati islamici, che oramai identificano nell’élite dominante un’emanazione della setta dei grembiuli.

 

Fra le parole del pezzo anche riferimenti a Ramzan Kadyrov, capo della Repubblica cecena che ha rinunciato all’islamismo per l’integrazione con la Russia putiniana. «J’recharge le Kalashnikov, in Louis Vuitton comne Ramzan Kadyrov» dice il testo, cioè «ricarico il Kalashnikov in Louis Vouitton come Ramzam Kadyrov».

 

La canzone quindi attacca l’imam Hassen Chalghoumi, figura del dialogo interreligioso franco-tunisino che funge da interlocutore per la classe politica francese nei milieu musulmani, chiamato dai suoi detrattori «l’imam ebreo».

 

«Nique l’imam Chalgoumi et ceux qui suivent le Sheitan à tout prix», dice. «Al diavolo l’Imam Chalgoumi e coloro che seguono lo Sheitan a tutti i costi». «Sheitan» è il termine arabo islamico per «Satana».

 

Il 2 luglio l’imam ha fatto sapere tramite il suo avvocato che avrebbe sporto denuncia per minacce di morte e messa in pericolo della vita altrui contro il collettivo di rapper.

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Immagine screenshot da YouTube

 

 

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Immigrazione

«Allahu akbar» e investe i pedoni nell’isola francese

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Cinque persone sono rimaste ferite, due in modo grave, dopo che mercoledì un uomo ha travolto con la propria auto pedoni e ciclisti sull’isola francese di Oléron, hanno comunicato le autorità locali. L’autista avrebbe urlato «Allahu Akbar» al momento dell’arresto.   L’aggressione, protrattasi per 35 minuti, si è consumata lungo le strade che uniscono i comuni di Dolus-d’Oléron e Saint-Pierre-d’Oléron, capoluogo dell’isola atlantica. Il ministro dell’Interno Laurent Nunez ha confermato che cinque pedoni e ciclisti sono stati investiti prima che il conducente venisse fermato.   La polizia ha neutralizzato il sospettato con un taser dopo che questi aveva dato fuoco al veicolo. All’interno dell’auto sono state rinvenute diverse bombole di gas, ha reso noto la procura di La Rochelle, precisando che l’uomo aveva ripetutamente gridato «Allahu Akbar» durante l’arresto.   La procura antiterrorismo francese non è coinvolta nell’indagine per tentato omicidio. Stando a quanto riportato dal quotidiano Le Parisien, il sospettato è un 35enne del villaggio di pescatori di La Cotinière, con precedenti per reati minori e legati alla droga, ma privo di collegamenti noti a gruppi terroristici organizzati. Avrebbe riferito agli inquirenti di essersi «auto-radicalizzato online» circa un mese fa – dichiarazione che gli investigatori stanno al momento verificando.   Secondo recenti notizie trapelate, sarebbe un francese europeo anarchico convertitosi all’islam

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Negli ultimi anni la Francia è stata teatro di numerosi attacchi con veicoli a motore. Il più letale risale al 2016, quando un estremista islamista ha falciato con un camion la folla in festa per la Bastiglia a Nizza, causando 86 morti e oltre 450 feriti prima di essere abbattuto dalla polizia.   Gli attacchi a base di grida «Allahu Akbar» sono oramai una costante in Europa e oltre.   Come riportato da Renovatio 21, solo tre mesi fa a Dublino si è avuto un accoltellatore allahukbarista. L’anno scorso un uomo ha fatto irruzione con machete in una stazione di polizia di Linz am Rhein, in Germania, col il trito grido islamista. Tre anni fa in Francia un marocchino ha decapitato il padre urlando «Allahu Akbar». Sempre in Francia, sempre tre anni fa, un allahuakbarista ha abbattuto un albero di natale.   Il grido allahuakbarico è stato udito, ovviamente, anche durante la rivolta delle banlieue del 2023.   Più significativo quando l’anno passato masse di immigrati siriani invasero i mercatini di Natale tedeschi gridando «Allahu akbar», in celebrazione della presa di Damasco da parte degli islamisti anti-Assad. Non è chiaro perché, se sono felici di questo esito politico, non tornino nel loro Paese (scherziamo, è a noi chiarissimo)   Al contempo, non è chiaro come gli europei riescano a farsi sputare in faccia in questo modo, persino a Natale. Scherziamo anche qui: sappiamo benissimo perché.  

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Immagine di Cobber17 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported 
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Trump: «La gente di Nuova York fuggirà dal comunismo»

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I neoeboraceni presto abbandoneranno la loro città «comunista», ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in seguito all’elezione a sindaco del democratico progressista Zohran Mamdani.

 

Mercoledì, parlando ai suoi sostenitori a Miami, Trump ha affermato che i democratici avevano «insediato un comunista» al comando della metropoli più grande del Paese e ha aggiunto che il cosiddetto Sunshine State «diventerà presto il rifugio per chi fugge dal comunismo newyorkese».

 

Mamdani, che si definisce socialista democratico ed è stato eletto martedì, promuove l’edilizia popolare, la proprietà pubblica dei servizi essenziali e la tassazione sul patrimonio. Il suo programma ha suscitato critiche da moderati e repubblicani, che lo accusano di spingere idee «radicali», «comuniste» e populiste, mentre i suoi sostenitori ritengono che le proposte affrontino la crisi abitativa in atto e le disuguaglianze crescenti di Nuova York.

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La scelta di Trump di rilasciare tale dichiarazione proprio a Miami è apparsa intenzionale. La città ospita da decenni vaste comunità cubane e venezuelane, che ne hanno forgiato l’immagine di approdo per chi scappa da regimi socialisti e comunisti.

 

Lungi dall’essere un uomo del popolo, il Mamdani è un immigrato di lusso figlio di papà. Suo padre è un professore di «studi post-coloniali» di origine ugandese-gujarati e di famiglia sciita, la madre è la regista indiana nota internazionalmente (in particolare, per il film 2001 Monsoon Wedding – Matrimonio indiano), premiata anche al Festival di Venezia nel 1991, Mira Nair. Il secondo nome dato al pargolo, Kwame, fu un omaggio a Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana.

 

Come riportato da Renovatio 21, Mamdani è è affiliato con organizzazioni che perorano apertis verbis la distruzione della famiglia e progetta addirittura aborti eseguiti in chiesa.

 

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Immagine di Bingjiefu He via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International

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Accoltellamento di massa in un treno inglese. Silenzio sulle origini immigrate dei massacratori

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Secondo quanto riferito dalla polizia, sabato diverse persone sono state accoltellate su un treno vicino a Cambridge, nell’Inghilterra centrale. Due sospettati sono stati arrestati. I responsabili sarebbero un caraibico e un nero di 32 e 35 anni, ma per ore le autorità non hanno rivelato l’identità dei presunti massacratori.   Le ambulanze e le unità armate sono giunte sul posto intorno alle 19:40 ora locale.   «Sono intervenuti agenti armati e il treno è stato fermato a Huntingdon, dove due uomini sono stati arrestati. Diverse persone sono state trasportate in ospedale», ha dichiarato la polizia del Cambridgeshire.   In seguito la polizia ha dichiarato che dieci persone sono state ricoverate in ospedale, tutte tranne una con ferite gravi in pericolo di vita.  

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La polizia dei trasporti britannica ha dichiarato che a un certo punto era stato dichiarato un allarme terrorismo, ma che poi è stato revocato. Il sovrintendente capo Chris Casey ha affermato che «non sarebbe appropriato» fare congetture sul movente in questa fase.   I video pubblicati sui social media mostrano una massiccia presenza della polizia alla stazione ferroviaria.  

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Un testimone ha dichiarato a Sky News di aver visto passeggeri «estremamente insanguinati» fuggire dagli aggressori. Il testimone ha aggiunto che un passeggero ha gridato: «Hanno un coltello».   Il primo ministro britannico Keir Starmer ha condannato il «terribile incidente» e ha ringraziato i servizi di emergenza per la loro risposta. «I miei pensieri sono con tutte le persone colpite», ha scritto su X.   Il ministro degli Interni Shabana Mahmood ha dichiarato di essere «profondamente rattristata» e ha esortato il pubblico a «evitare commenti e speculazioni in questa fase iniziale».   Polemiche ora montano sul fatto che le autorità hanno per ore mancato di rivelare le origini immigrate dei presunti massacratori ferroviari.  

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