Geopolitica
Perfino Kissinger è spaventato dall’odierna politica estera USA
In una nuova intervista al Wall Street Journal in occasione dell’uscita del suo 19° libro, Leadership: Six Studies in World Strategy, l’ex segretario di Stato USA Henry Kissinger, ha dichiarato che gli Stati Uniti si stanno comportando in un modo folle e irrazionale che li ha portati sull’orlo della guerra con Russia e Cina.
«Siamo sull’orlo della guerra con Russia e Cina su questioni che in parte abbiamo creato, senza alcuna idea di come andrà a finire o cosa dovrebbe portare» ha dichiarato l’anziano veterano della diplomazia mondiale. «Non puoi solo ora dire che li divideremo e li metteremo l’uno contro l’altro. Tutto quello che puoi fare è non accelerare le tensioni e creare opzioni, e per questo devi avere uno scopo».
Il controverso vegliardo ritiene che sia stato un errore per la NATO segnalare all’Ucraina che alla fine avrebbe potuto aderire all’Alleanza Atlantica:
«Pensavo che la Polonia – tutti i paesi occidentali tradizionali che hanno fatto parte della storia occidentale – fossero membri per logica della NATO» dice. Tuttavia l’Ucraina, continua il Kissingerro, è un insieme di territori un tempo annessi alla Russia, che i russi vedono come propri. La stabilità sarebbe servita meglio agendo da cuscinetto tra la Russia e l’Occidente: «Sono stato a favore della piena indipendenza dell’Ucraina, ma ho pensato che il suo ruolo migliore fosse qualcosa come la Finlandia».
Nell’intervista al WSJ l’anziano statista mostra di attenersi alla sua vecchia visione dell’equilibrio di potere. Dagli anni ’50 quando era uno studioso di Harvard che scriveva di strategia nucleare, il Kissinger ha inteso la diplomazia come un atto di equilibrio tra le grandi potenze oscurate dal potenziale di una catastrofe nucleare. Il potenziale apocalittico della moderna tecnologia delle armi, a suo avviso, rende il mantenimento di un equilibrio di potenze ostili, per quanto a disagio possa essere, un imperativo prioritario delle relazioni internazionali.
«Secondo me, l’equilibrio ha due componenti», dice. «Una sorta di equilibrio di potere, con l’accettazione della legittimità di valori talvolta opposti. Perché se credi che il risultato finale del tuo sforzo debba essere l’imposizione dei tuoi valori, allora penso che l’equilibrio non sia possibile. Quindi un livello è una sorta di equilibrio assoluto». L’altro livello, dice, è «l’equilibrio di condotta, nel senso che ci sono limitazioni all’esercizio delle proprie capacità e del proprio potere in relazione a ciò che è necessario per l’equilibrio generale».
Kissinger ammette che l’equilibrio, sebbene essenziale, non può essere un valore in sé. «Ci possono essere situazioni in cui la convivenza è moralmente impossibile», osserva. «Ad esempio, con Hitler. Con Hitler era inutile discutere di equilibrio, anche se ho una certa simpatia per Chamberlain se pensava di aver bisogno di guadagnare tempo per una resa dei conti che pensava sarebbe comunque inevitabile».
«Penso che il periodo attuale abbia grandi difficoltà a definire una direzione», afferma il vecchio amico di Gianni Agnelli. «È molto sensibile all’emozione del momento». Gli americani si oppongono a separare l’idea di diplomazia da quella di «rapporti personali con l’avversario». Tendono a vedere i negoziati, dice, in termini missionari piuttosto che psicologici, cercando di convertire o condannare i loro interlocutori piuttosto che di penetrare il loro pensiero.
Perciò, il 99enne, considerabili come uno dei più solidi araldi dello Stato profondo globale, vede il mondo di oggi sull’orlo di un pericoloso squilibrio.
Come riportato da Renovatio 21, per la sua realpolitik, Henry è finito nella lista nera del regime Zelens’kyj assieme a Toto Cutugno e Al Bano.
Negli anni il personaggio è stato discusse per varie nefandezze, dal rapporto con Mao al possibile contributo al golpe di Pinochet in Cile, alla leggenda (corroborata dalle testimonianze dei famigliari del politico pugliese) che vuole che, durante una visita a Washington nel 1974, Aldo Moro fosse stato minacciato da Kissinger.
Il Kissinger, oltre che uomo della galassia Rockefeller, è con estrema probabilità tifoso della Juventus, alle partite della quale andava con Gianni Agnelli, suo amicissimo con cui condivideva con probabilità un certo spirito festaiolo.
È noto come Klaus Schwab sia stato suo allievo ad Harvard, ed abbia ereditato da lui la grande capacità di relazioni con i vertici internazionali, come dimostrato al World Economic Forum, dove spesso fa capolino il canuto americano di origina ebraico-tedesca.
Come se non bastasse, Lapo Elkann è stato suo assistente.
Al peggio non c’è fine.
A questo punto, chiediamo, come il compianto Christopher Hitchens (morto prima di lui nonostante avesse quasi 30 anni meno), che possa essere svolto un processo internazionale nei suoi confronti.
Dura che faranno in tempo.
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
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Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
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Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
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Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
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«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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