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Protesta

Perché dobbiamo vedere queste immagini?

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In piazza a Milano, «alla manifestazione non autorizzata», non in tantissimi.

 

Forze dell’ordine, parecchie.

 

 

Un signore in là con gli anni urla «aiuto! Aiuto! Mi portano via!». Lo portano via. Lui continua a chiedere a vuoto. Ad un certo punto trova il fiato per gridare «libertà». Lo portano via lo stesso. Un ragazzo che non capisce cosa gli sta succedendo mentre lo trattengono e gli danno ordini.

 

 

Ogni parola pare essere divenuta insignificante

Una signora portata di forza al suolo, viene sdraiata. O forse è lei che non si vuole alzare. Potrebbe stare male, forse no. Arriva un ragazzo rasato, si butta a sentirle il battito. È  un medico. Discutono. Gli chiedono i documenti. Sì, eccoli. Ridammi il tesserino. Tensione, la voce si alza. Tu chi sei. Ragazzi io non ci sto capendo più niente. La signora si siede. Vuole sapere dov’è suo marito. Ripete la domanda. Venga con noi e la portiamo da suo marito, non le succede niente. Io non mi fido di voi. Voglio vedere mio marito.

 

 

Un signore strattonato, una signora che perde l’equilibrio. Acciuffano un uomo con un giubbetto colorato. «Non ho fatto niente». È sorpreso. Urla di donna disperata in sottofondo.

 

 

Alcune signore recitano il rosario ad alta voce, mentre sulla pelle del viso si riflette ad intermittenza il lampeggiante.

 

Ragazzotti in borghese che improvvisamente danno una mano alle forze dell’ordine per catturare qualche persona che, per lo meno da qui, non si capisce  bene cosa abbia fatto. Qualche spintone. Sguardi.

 

 

Ovunque un senso di confusione, come un luogo dove la legge è fatta di disordine. Di arroganza, di prevaricazione, di una boria, di un nonsenso che, ingenui noi, non sapevamo davvero esistesse.

 

È, letteralmente, la cancellazione del logos. Qualcuno qualcuno lo riconosce, dovrebbe sapere cos’era per gli antichi il contrario del logos: il caos

Forse qualcosa di peggio. Tra le battutine del solito, le risatine, gli ordini urlati, le azioni coordinate, è percepibile qualcosa di tremendo: ogni parola pare essere divenuta insignificante.

 

Guardate i discorsi delle signore, dei ragazzi, degli uomini: il popolo, lo Stato, la libertà… Guardate la risposta.

 

La politica italiana ha lasciato queste persone sole: tra loro e la repressione non c’è nessun diaframma posto dalla democrazia rappresentativa – un deputato, un consigliere regionale, un consigliere comunale, di circoscrizione… niente.

 

La parola si schianta su un muro di scudi, corpetti, caschi di kevlar. La parola diviene nulla. Una chiacchiera, un vaneggiamento, un atto sterile, inutile, di un disperato che sta delirando.

 

È, letteralmente, la cancellazione del logos. Qualcuno lo riconosce? Se lo riconosce, dovrebbe sapere cos’era per gli antichi il contrario del logos: il caos. Non siamo sicuri che lo si stia comprendendo davvero. Perché senza logos non c’è principio, non c’è vita, non c’è Civiltà.

 

Senza logos non c’è principio, non c’è vita, non c’è Civiltà

Sì, queste sono immagini che mettono paura. Perché è davvero pauroso il mondo che stiamo vedendo qui ora.

 

Qualcuno potrebbe dire: è quello che vogliono, metterti paura. La repressione serve a questo. No?

 

Ecco, ci chiediamo: siamo sicuri che la paura sia il solo sentimento con cui la gente risponde a queste immagini?

 

Quindi, domandiamo ancora: perché ci fanno vedere queste cose?

 

 

 

 

 

 

Video di Local Team

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Protesta

Un morto e oltre 100 feriti in una protesta dei giovani del Perù

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Secondo le autorità, violenti scontri antigovernativi avvenuti mercoledì nella capitale peruviana Lima hanno provocato almeno un morto e oltre 100 feriti.

 

La settimana scorsa, il Congresso peruviano ha destituito la presidente Dina Boluarte a seguito dell’indignazione popolare per l’aumento della criminalità e numerosi scandali di corruzione, nominando il capo del Congresso José Jeri come presidente ad interim. Jeri, che ha presentato il suo gabinetto martedì, ha promesso di concentrarsi sulla lotta alla criminalità, ma si è trovato di fronte a proteste che ne chiedevano la rimozione.

 

Mercoledì sera, migliaia di manifestanti, prevalentemente giovani, insieme a rappresentanti sindacali, hanno marciato per le strade di Lima per contestare il nuovo governo di Jeri. La protesta è degenerata in violenza quando i dimostranti hanno cercato di abbattere le barriere di sicurezza fuori dal Congresso, spingendo la polizia antisommossa a intervenire.

 

Secondo i resoconti, i manifestanti hanno attaccato gli agenti con pietre, bombe molotov e fuochi d’artificio, mentre la polizia ha risposto utilizzando gas lacrimogeni e razzi per disperdere la folla.

 

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Lo Jeri ha criticato la protesta sui social media, etichettandola come «irresponsabile» e affermando che criminali si erano infiltrati nella folla per «seminare disordine». Ha assicurato che i colpevoli della violenza dovranno subire «tutto il rigore della legge».

 

Le manifestazioni contro corruzione e criminalità si sono acuite a Lima, dove i casi di estorsione sono passati da poche centinaia annue nel 2017 a oltre 2.000 mensili nel 2025, causando la morte di decine di autisti di autobus e attentati con bombe contro imprese. Questa ondata di violenza ha indotto la proclamazione dello stato di emergenza all’inizio dell’anno.

 

Tuttavia, molti ritengono lo Jeri inadeguato a gestire la crisi. Un sondaggio Ipsos del mese scorso ha rilevato che solo il 5% approva il suo lavoro come presidente del Congresso, mentre quasi l’80% lo critica. Il Perù ha visto sette governi negli ultimi dieci anni, compreso l’ultimo in ordine di tempo.

 

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Protesta

La polizia usa lacrimogeni e idranti contro i manifestanti a Brusselle

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Episodi di protesta con violenza sono emersi durante le manifestazioni delle ultime ore a Brusselle.   Le immagini della protesta mostrano i manifestanti che si scontrano con le forze dell’ordine, lanciano fuochi d’artificio e sventolano bandiere e cartelli.   Poliziotti in tenuta antisommossa sono stati visti utilizzare gas lacrimogeni e cannoni ad acqua per disperdere la folla.  

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Secondo HLN, Gert Truyens, presidente del sindacato CGSLB, ha dichiarato che la manifestazione è stata interrotta a causa degli scontri provocati da una minoranza violenta tra i dimostranti.   «Questi non sono manifestanti, ma individui che causano disordini», ha riportato il giornale.   Durante la giornata, lo sciopero generale ha fortemente compromesso i servizi di trasporto pubblico e ha bloccato le partenze nell’aeroporto principale di Bruxelles.   De Wever, eletto a febbraio, ha proposto misure di austerità per affrontare il crescente deficit di bilancio del Belgio.  

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Protesta

I giovani della generazione Z protestano anche in Marocco: le immagini

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Proteste guidate da giovani per chiedere migliori ospedali e scuole si sono diffuse in diverse città del Marocco nella tarda serata di lunedì. Secondo testimoni e organizzazioni per i diritti umani, decine di persone sono state arrestate a Rabat, Casablanca, Agadir, Tangeri e Oujda.

 

Le manifestazioni, coordinate online dal gruppo informale «GenZ 212» tramite TikTok, Instagram e Discord, hanno visto anche il coinvolgimento di Morocco Youth Voices, che ha invitato i partecipanti a radunarsi pacificamente per stimolare il dibattito sulle politiche sociali.

 

I disordini sono iniziati ad Agadir, dove la frustrazione per le condizioni degli ospedali si è rapidamente propagata tramite i social media ad altre città. L’Associazione Marocchina per i Diritti Umani, citata dall’*AP*, ha riportato oltre 120 arresti nel fine settimana.

 


 

 

 

 

 

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Le autorità hanno smentito le accuse secondo cui i preparativi per la Coppa del Mondo 2030, co-ospitata da Marocco, Spagna e Portogallo, avrebbero sottratto risorse ai servizi essenziali.

 

Il premier marocchino Aziz Akhannouch, anche sindaco di Agadir, ha difeso l’operato del governo: «Abbiamo portato avanti riforme, aumentato la spesa e stiamo costruendo ospedali in tutte le regioni del Paese», ha dichiarato, come riportato dall’agenzia AP. Ha ammesso, tuttavia, che l’ospedale principale di Agadir soffre di carenze croniche e infrastrutture obsolete.

 

La popolazione marocchina è prevalentemente giovane, con metà degli abitanti sotto i 25 anni.

 

Come riportato da Renovatio 21, proteste simili guidate da giovani hanno recentemente scosso altri paesi. In Madagascar, le dimostrazioni per la carenza di energia e acqua hanno portato lunedì allo scioglimento del governo. In Nepal, a inizio settembre, proteste contro il divieto di piattaforme social e la corruzione hanno costretto alle dimissioni il Primo Ministro KP Sharma Oli.

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