Immigrazione

Parlamentare AfD chiede la deportazione e il rimpatrio di «milioni» di immigrati

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Il parlamentare tedesco del partito Alternative fuer Deutschland (AfD) René Springer ha promesso di deportare gli stranieri dalla Germania «a milioni». Il commento del membro del Bundestag arriva nel momento in cui AfD ha raggiunto un nuovo massimo nei sondaggi di approvazione.

 

Il deputato Springer ha commentato questo in un post su Twitter in risposta alla storia messa in circolo dai media mainstream tedeschi secondo cui l’AfD avrebbe un piano segreto per espellere i migranti.

 

Il politico ha affermato che il cosiddetto «piano» non era affatto occulto: «riporteremo gli stranieri in patria. A milioni».

 

«Questo non è un piano segreto. Questa è una promessa. Per una maggiore sicurezza. Per più giustizia. Per preservare la nostra identità. Per la Germania».

 

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La Germania è vittima della scellerata politica di accoglienza che Angela Merkel, che ha reso il Paese meta di oltre un milione di immigrati dal 2015.

 

Episodi sempre più violenti, e grotteschi, emergono nel contesto tedeschi: il mese scorso il proprietario di un negozio in Germania è stato denunciato come razzista per essersi lamentato del saccheggio di massa del suo negozio da parte dei migranti, mentre un politico di sinistra si è schierato dalla parte dei criminali, affermando che avevano il «diritto» di rubare.

 

I movimenti come AfD che si oppongono all’ondata afro-islamica in Germania hanno cominciato a parlare apertis verbis di «re-migrazione», cioè di rimpatrio per deportazione dei clandestini giunti nel Paese.

 

Il dogma immigrazionista, tuttavia, non può essere scalfito, nemmeno dal voto democratico: l’establishment politico tedesco sta tentando di bandire completamente l’AfD come entità politica, designata come «estremista» proprio nel nome della «protezione della democrazia», nonostante il sostegno al partito non cresca solo nei sondaggi – AfD sarebbe arrivato ora al 24%, con un distacco di 9 punti sui socialisti dell’SPD al governo – ma anche con le continue vittorie alle elezioni locali.

 

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La Sassonia è diventata la terza regione tedesca ad agire contro l’AfD, dopo la Turingia e la Sassonia-Anhalt. Il partito aveva già ottenuto il 27,5% dei voti nelle ultime elezioni regionali in Sassonia nel 2019.

 

Nel mese di ottobre, l’AfD ha registrato la sua migliore performance di sempre in uno stato della Germania occidentale, ottenendo il 18,4% dei voti alle elezioni regionali dell’Assia.

 

Negli scorsi giorni il leader AfD Tino Chrupalla è stato assaltato e punto con una misteriosa siringa. Poco prima, aveva rivelato di essere stato debancarizzato: Postbank, una divisione bancaria al dettaglio del grande istituto finanziario Deutsche Bank, avrebbe chiuso il suo conto perché membro dell’AfD, ha lamentato il politico. Altri membri del partito hanno subìto la chiusura del conto corrente da parte delle banche.

 

Ad agosto la deputata AfD Beatrix von Storch è stata attaccato da un uomo che l’ha imbrattata di escrementi di cane durante un evento nel land della Renania-Palatinato. La Von Stoch è la deputata che tenne un notevole il discorso al Bundestag lo scorso 27 aprile in cui sferrava un feroce attacco contro i grandi interessi finanziari dietro i Verdi tedeschi spiegando le dinamiche occulte di tale «piovra verde».

 

AfD è in pratica l’unico partito tedesco che in Europa si è espresso contro la follia COVID per bocca dell’eurodeputata Christine Anderson.

 

A marzo il Bundestag ha respinto istericamente la mozione parlamentare dell’AfD per il comitato investigativo sull’attentato al gasdotto Nord Stream. AfD aveva semplicemente detto che l’accusa che gli USA fossero dietro l’attacco terroristico contenuta nello scoop di Seymour Hersh andrebbe discussa.

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Un documento politico dell’AfD vergato lo scorso anno scriveva che le politiche migratorie, climatiche e monetarie della UE avevano «completamente fallito».

 

Il rimpatrio dei milioni di individui che hanno invaso l’Europa a molti – in ogni Paese europeo colpito dalla follia kalergista – non appare solo come una soluzione sensata, ma come una soluzione necessaria.

 

La premier italiana Giorgia Meloni, che prima delle elezioni aveva promesso agli italiani l’istituzione di un blocco navale, sta da tempo prendendo le distanze da AfD e da Marine Le Pen, notoriamente interlocutrice di Salvini.

 

Del blocco navale, ovviamente, non abbiamo visto nemmeno l’ombra: abbiamo visto invece, incredibile dictu, un aumento degli sbarchi proprio sotto il governo del partito sedicente nazionalista e sovranista, sulla carta dedito alla primazia degli interessi dei cittadini italiani.

 

Intanto, la situazione nelle nostre città invase di stranieri, perfino per la notte di capodanno, sta divenendo incontrollabile, mettendo a rischio le nostre esistenze e quelle dei nostri figli – e, come apparso chiaro nei casi del Duomo di Milano e Colonia, figlie.

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