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Immigrazione

Parigi manda gli immigrati in campagna prima del Mondiale del rugby e delle Olimpiadi 2024

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Il governo francese prevede di trasferire i migranti che attualmente vivono per le strade di Parigi in alloggi temporanei in campagna, nel tentativo di migliorare l’immagine della città prima di ospitare la Coppa del mondo di rugby entro la fine dell’anno e le Olimpiadi estive del 2024.

 

Secondo una circolare distribuita tra i funzionari governativi vista dal quotidiano francese Le Monde, i migranti saranno incoraggiati a dirigersi verso le province rurali con garanzia di alloggio e maggiore accesso ai servizi sociali.

 

Il Ministero dell’Interno, scrive la circolare, prevede che i primi posti per il programma saranno disponibili entro questo mese, con 500 posti eventualmente aperti in 10 regioni.

 

Come riporta Remix News, le autorità parigine non sono riuscite a fornire alloggi sufficienti per il crescente numero di nuovi arrivi. Richiedenti asilo e migranti, ormai da diversi anni, sopravvivono nella capitale in condizioni poco dignitose, trovandosi spesso a piantare tende fuori dal municipio o ad utilizzare parcheggi e stazioni della metropolitana come abitazioni semipermanenti.

 

Gli alloggi di emergenza sono saturi in tutta la regione parigina e il governo locale è riluttante ad aprire gli hotel della città per ospitare i migranti senzatetto, poiché preferiscono tenerli liberi prima di ospitare sia la Coppa del mondo di rugby a settembre di quest’anno che le Olimpiadi estive del 2024 prossimo luglio.

 

La circolare trapelata afferma che a coloro che si iscrivono volontariamente al programma verrà offerto un alloggio nelle comunità rurali, compresi coloro che si trovano in una situazione migratoria irregolare.

 

Ma non è finita: il tentativo di sgombro da parte di Parigi include perfino la possibilità per coloro che sono specificamente soggetti a un obbligo di lasciare il territorio francese (noto in Francia come OQTF) di una revisione dei loro casi: la circolare afferma infatti «è necessario un esame aggiornato di ogni situazione» per affermare se nuovi elementi, come diritti umani alla vita privata e familiare, possono essere utilizzati per giustificare il diritto di soggiorno.

 

«Molte situazioni sono molto poco conosciute, e alcune persone probabilmente già soddisfano le condizioni per ottenere il permesso di soggiorno», afferma la circolare di sfollamento migratorio della Ville Lumière.

 

«Vogliamo che gli alloggi temporanei consentano di organizzare l’intera procedura», ha affermato Sylvain Mathieu, Delegazione interministeriale per l’alloggio e l’accesso agli alloggi (DIHAL), che sta conducendo il progetto in collaborazione con il ministero dell’Interno francese.

 

«In particolare, chiediamo alle prefetture che ospitano questi rifugi di fornire locali riservati alla valutazione delle situazioni amministrative da parte dei servizi governativi, nel rispetto della riservatezza degli scambi», ha aggiunto Eric Jalon, direttore generale per i cittadini stranieri in Francia.

 

In pratica, anche quella parte del Paese che si era salvata dal degrado portato dall’immigrazione ora ne sarà sommersa per ordine dello Stato – così da tentare di fare bella figura con il mondo durante i giochi sportivi.

 

L’ipocrisia, l’atto di soverchieria parrebbe intollerabile, tuttavia la Francia ha un esempio recente piuttosto evidente, da cui parrebbe aver tratto insegnamento.

 

Parliamo ovviamente della finale di Champions League del maggio 2022, dove persone descritte come «giovani locali» hanno preso d’assalto i tifosi inglesi, rapinandoli ed aggredendoli.

 

media e i politici hanno falsamente incolpato i tifosi del Liverpool, quando in realtà filmati e testimonianze oculari hanno parlato a un gran numero di migranti, alcuni provenienti da bande criminali, prendendo di mira deliberatamente gli innocenti supporter liverpudliani.

 

Il 76% dei francesi, era emerso, ad un certo punto non ha più creduto alla versione ufficiale sui disordini prima della partita.

 

Come riportato da Renovatio 21, statistiche emerse a fine 2022 mostravano che il 70% di tutte le rapine violente a Parigi sono perpetrate da stranieri.

 

Non possiamo dimenticare, in tema di immigrazione in Francia, anche il recente, raccapricciante omicidio (o sacrificio umano?) di una ragazza della 12enne Lola Daviet da parte di una migrante algerina che si trovava nel Paese illegalmente.

 

In tema di sicurezza dei cittadini oramai completamente sfumata in Francia a causa di tensioni sociali ed etniche, dell’anno scorso lo strano «pronunciamento» di gruppi militari che paventavano l’imminenza di un conflitto interno al Paese: «la guerra civile si sta preparando e voi lo sapete perfettamente».

 

Un «rischio reale di guerra civile» era stato dichiarato anche dal candidato presidenziale francese conservatore, già membro della burocrazia di Bruxelles, Xavier Bertrand.

 

 

 

 

 

Immagine di Rc1959 via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 4.0 International (CC BY-SA 4.0)

 

 

 

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Immigrazione

Il 72% dei condannati per crimini di gruppo in Danimarca ha origini non occidentali

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Un rapporto governativo danese ha evidenziato che circa il 72% delle persone condannate in Danimarca ai sensi della «sezione gang» sono immigrati o discendenti di origine non occidentale.

 

I dati, resi pubblici dal ministero della Giustizia di Copenhagen in risposta a un’interrogazione della deputata conservatrice Mai Mercado, rivelano che tra il 2018 e il 2025, 213 individui sono stati condannati ai sensi dell’articolo 81a del Codice penale, una norma che permette ai tribunali di raddoppiare le pene per reati che rischiano di alimentare la violenza tra bande.

 

Basandosi sui dati di Statistics Denmark e del Procuratore Generale, Remix News scrive che 54 condannati erano di origine danese, 36 erano immigrati da paesi non occidentali e 117 erano discendenti di immigrati non occidentali. Questo indica che il 72% delle condanne per reati legati alle gang riguarda persone con radici non occidentali.

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Le statistiche, riportate inizialmente da Berlingske, hanno sorpreso Frederik Bloch Münster, portavoce conservatore per l’immigrazione, che ha definito la percentuale «notevolmente alta».

 

Lars Højsgaard Andersen, ricercatore della Rockwool Foundation, ha osservato che Paesi come Iraq, Turchia, Somalia e Libano emergono con chiarezza nelle statistiche, suggerendo che atteggiamenti culturali verso la legge e l’autorità possano influire.

 

Significativamente, solo il 15% della popolazione danese è composto da stranieri o persone con background straniero, rendendo ancora più rilevante il fatto che il 72% dei condannati per reati di gang abbia un’origine migratoria.

 

Secondo Statistics Denmark, il Libano è il Paese di origine più frequente tra i condannati per reati di gang, con 35 casi, seguito da Somalia (29), Iraq (23) e Turchia (17).

 

Il primo ministro Mette Frederiksen ha più volte indicato l’immigrazione incontrollata come la «minaccia più grande» per la Danimarca. A maggio, ha dichiarato: «Se arrivano troppe persone che commettono crimini, non rispettano i valori democratici e mettono a rischio la nostra società aperta e fiduciosa, questo rappresenta il pericolo maggiore».

 

I dati emergono mentre il Partito Popolare Danese (DF) promuove uno dei programmi sull’immigrazione più rigidi d’Europa in vista delle elezioni generali del prossimo anno. Nel suo ultimo manifesto, il DF propone rimpatri di massa, revisioni delle cittadinanze e divieti di pratiche islamiche, sostenendo che l’immigrazione di massa dal Medio Oriente e dal Nord Africa abbia portato «criminalità, società parallele e cambiamenti culturali».

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Il partito avverte che l’immigrazione da Paesi come Turchia, Siria, Iraq, Libano, Pakistan, Afghanistan e Somalia ha causato «il più grande cambiamento demografico nella storia danese» e insiste affinché «le condizioni mediorientali siano ridimensionate per permettere a tutti nel paese di sentirsi a casa».

 

A differenza di paesi come Germania e Francia, la Danimarca raccoglie dati sulla criminalità legati al background migratorio. Questi dati consentono di monitorare meglio gli sforzi di integrazione di chi ha ottenuto la cittadinanza danese ma ha genitori stranieri.

 

I risultati sono sorprendenti: i migranti di seconda generazione presentano tassi di criminalità più elevati rispetto a quelli di prima generazione, che già superano di gran lunga quelli dei danesi etnici.

 

Come riportato da Renovatio 21, la scorsa estate era emerso un rapporto del governo tedesco che rivelava tassi di criminalità astronomici tra i giovani stranieri rispetto ai giovani autoctoni.

 

Nel frattempo, in Francia è stata proposto un emendamento per censurare gli articoli sui crimini degli immigrati. In Italia i discorsi sulla stampa sugli immigrati da diversi anni sono limitati dalla Carta di Roma, il «Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti» oggi parte integrante del «Testo unico dei doveri del giornalista», e implementata sugli iscritti all’Ordine dei Giornalisti con corsi deontologici obbligatori.

 

 

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Immigrazione

La Svizzera vieta agli stranieri di fare avanti e indietro dai loro Paesi

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La Svizzera ha comunicato un rafforzamento delle restrizioni di viaggio per i richiedenti asilo. Secondo una nuova disposizione governativa, a queste persone sarà generalmente vietato viaggiare verso i loro Paesi d’origine o altri Stati.   Le autorità potranno autorizzare i viaggi solo in casi eccezionali, come confermato dal governo mercoledì 22 ottobre.   Il governo ha precisato che servono ulteriori chiarimenti prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, tra cui la definizione di quali siano i «motivi personali» sufficienti per approvare un viaggio e le circostanze in cui saranno consentiti viaggi di ritorno per organizzare una partenza definitiva.   Il partito austriaco di destra FPÖ ha definito la decisione svizzera «assolutamente corretta», sottolineando che «chi cerca protezione non ha certo bisogno di tornare nel Paese da cui fugge».

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La misura svizzera si pone in netto contrasto con i recenti sviluppi in Germania, dove all’inizio dell’anno il governo ha permesso ai rifugiati siriani di viaggiare in Siria per le vacanze senza perdere lo status di protezione. Tale misura, considerata «assurda» dal partito di centro-destra Unione Cristiano-Sociale (CSU), ha suscitato polemiche.   L’anno scorso, i media tedeschi hanno riportato che migliaia di cittadini afghani richiedenti asilo in Germania erano tornati in patria per le vacanze, per poi rientrare in Germania.   Il fenomeno del turismo nei Paesi nativi da cui scappano per chiedere protezione è stato al centro di discussioni anche in Isvezia.   In Italia la finzione migratoria, anche sotto il governo sedicente sovranista (che, di fatto, ha visto aumentare gli sbarchi) la questione non sembra essere troppo considerata. La Meloni, negli anni di opposizione, aveva promesso il blocco navale.   Nel frattempo continua l’esempio di remigrazione diretta di Trump, che, anche con l’aiuto delle forze armate, ne sequestra i beni e li deporta in Paesi terzi come l’Uganda.  

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Immigrazione

Dublino ancora in rivolta dopo che un immigrato è stato accusato di aver violentato una bambina di dieci anni

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Martedì è scoppiata una rivolta fuori da un centro per immigrati in un sobborgo di Dublino, scatenata dal presunto stupro di una bambina di dieci anni.

 

Sebbene le autorità non abbiano rivelato l’identità del sospettato, l’Irish Times ha riferito che si tratta di un richiedente asilo respinto, arrivato da un paese africano circa sei anni fa. Diverse migliaia di manifestanti si sono radunati a Saggart, dove alcuni hanno lanciato proiettili contro gli agenti, sparato fuochi d’artificio e dato fuoco ad almeno un furgone della polizia. La polizia ha schierato rinforzi e un cannone ad acqua per contenere i disordini.

 

Secondo la Child and Family Agency (TUSLA), l’aggressione è avvenuta nel fine settimana nei pressi dell’ex Citywest Hotel, trasformato in un rifugio permanente per migranti. La vittima, che era sotto tutela statale, è stata aggredita dopo essere «fuggita dal personale durante una gita ricreativa programmata con il personale nel centro città», ha dichiarato l’agenzia.

 

 

 

 

 

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La TUSLA ha aggiunto che la vittima era stata affidata alle sue cure all’inizio di quest’anno a causa di «gravi problemi comportamentali». La polizia ha dichiarato che il sospettato è stato fermato per essere interrogato. Gli agenti hanno 24 ore di tempo per incriminarlo o rilasciarlo.

 

Il Taoiseach (Primo Ministro) Micheal Martin ha affermato che le autorità hanno deluso la vittima. «È dovere fondamentale dello Stato proteggere i figli dello Stato e, indipendentemente dalla complessità o dalla gravità di ogni caso, tale dovere deve essere adempiuto», ha dichiarato. Il vice primo ministro Simon Harris ha definito il caso «orribile», ma ha esortato l’opinione pubblica alla moderazione.

 

«È importante che abbiamo l’opportunità di stabilire i fatti e che anche le agenzie abbiano l’opportunità di presentarli», ha affermato. Il ministro della Giustizia Jim O’Callaghan ha condannato gli attacchi alla polizia, affermando: «La protesta pacifica è un pilastro della nostra democrazia. La violenza non lo è».

 

Le proteste anti-immigrati in Irlanda, Paese dove interi paesini sono stati soppiantati dall’invasione programmatica di stranieri, continuano da mesi, coinvolgendo anche l’Irlanda del Nord. Un attacco con coltello al grido «Allah akbar» si è avuto a Dublino anche tre mesi fa.

 

Il caso scatenante si registrò nel novembre 2023 quando nella capitale un immigrato aveva accoltellato una donna e dei bambini. Seguirono rivolte massive e violente.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’episodio aveva portato alla possibilità che il lottatore MMA Conor McGregor, critico vocale della situazione, venisse attaccato con un’indagine delle autorità per discorso d’odio. Lui ha risposto ventilando la possibilità di candidarsi a Taoiseach, cioè primo ministro del Paese.

 

 

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Immagine screenshot da Twitter

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