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Vaccini

«Pandemia dei non vaccinati»: l’ultima truffa per vaccinare i bambini

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Da un paio di giorni la stampa italiana ha avuto istruzioni di introdurre una nuova espressione orwelliana: la «pandemia dei non vaccinati».

 

Questa espressione demonizzante  – a voler essere precisi –  è stata coniata  in Germania da Jens Spahn, ministro federale della Sanità nel quarto governo Merkel. Alcuni  ironizzano che, infatti, si potrebbe percepire il Made in Germany.

 

Si tratta ovviamente, di una volgare menzogna.

 

L’espressione «pandemia dei non vaccinati» è stata coniata  in Germania da Jens Spahn, ministro federale della Sanità nel quarto governo Merkel

Perché è una volgare menzogna la «pandemia dei non vaccinati»?

 

Prima di spiegarlo coi dati alla mano, diciamo subito perché proprio adesso si è avuta l’introduzione di quest’espressione discriminatoria e fuorviante.

 

I motivi sono due:

 

1) L’efficacia dei vaccini è di gran lunga inferiore a quella dichiarata dal governo. Adesso arriva l’inverno e si deve trovare un capro espiatorio, specialmente di fronte i cittadini che si sono piegati al green pass. Finché era estate si poteva raccontare che la campagna vaccinale stesse dando straordinari successi; ma – si sa- i coronavirus circolano meno in spiaggia. A fine ottobre, col freddo, si sono visti i primi cedimenti.

 

I bambini sono per definizione rimasti i «non-vaccinati»; e adesso esisterebbe, guardacaso, una presunta  «pandemia dei non vaccinati»

2) Proprio in vista dell’annuncio dei vaccini per i bambini tra i 5-11 anni, si deve trovare una scusa per presentare l’operazione con qualche senso scientifico. E, dato che nessuna autorità governativa nega che i bambini siano naturalmente immuni ai sintomi  gravi del COVID, allora devono ripiegare sulla balla della limitazione del contagio. I bambini sono per definizione rimasti i «non-vaccinati»; e adesso esisterebbe, guardacaso, una presunta  «pandemia dei non vaccinati»; quindi nei prossimi tempi  il problema che verrà  spacciato alle masse di minus habens sarà  di fatto la «pandemia dei bambini».



E torniamo alla truffa della “pandemia dei non vaccinati”. La narrativa tocca livelli che superano la spudoratezza. Prendiamo il Corriere del 5 novembre.

 

«Chi non è vaccinato “rischia di contagiarsi 6 volte in più dei vaccinati se ha meno di 39 anni e all’incirca 4 volte in più dai 40 in anni in su”. È questa analisi dell’Istituto superiore di sanità effettuata calcolando l’incidenza dei nuovi positivi da COVID-19 su 100 mila abitanti ad aver convinto il governo sulla necessità di dare una nuova spinta alla campagna gestita dal generale Francesco Paolo Figliuolo».

 

«Secondo l’ultimo bollettino dell’Istituto superiore di Sanità questa è la situazione del periodo che va dal 24 settembre al 24 ottobre scorso: “Nella fascia d’età tra 12 e 39 anni ci sono stati in un mese 404 nuovi contagiati tra i non vaccinati contro 70 tra i vaccinati”».

 

Sarà vero? Ma nemmeno per sogno. A meno che non siano intervenute mutazioni genetiche nel popolo italiano negli ultimi 4 mesi.

 

Il trucco si fonda su quanto avevamo già spiegato e previsto ad agosto (articolo su ISS) . Lo riassumiamo qui.

Si tratta di un fenomeno di deviazione logica, che in statistica scientifica si chiama bias. Il bias è un vizio logico nella raccolta e analisi dei dati. Da quando hanno introdotto il green pass, era ovvio che sarebbe via via sembrato che le persone non vaccinate si contagino di più.

 

Facciamo subito capire di che cosa si tratta, con un esempio pittoresco. A prova di bambini delle scuole elementari, visto che si parla di loro.

 

Immaginiamo di vivere in un Paese dove ci sia il blond pass, per il quale le persone bionde hanno automaticamente un certificato che ne attesta apriori  la straordinaria istruzione; mentre le persone non-bionde (castane, rosse, calve etc.) devono fare dei test di cultura generale ogni 48 ore. Ebbene, secondo voi chi risulterebbe percentualmente più ignorante?

Immaginiamo di vivere in un Paese dove ci sia il blond pass, per il quale le persone bionde hanno automaticamente un certificato che ne attesta apriori  la straordinaria istruzione; mentre le persone non-bionde (castane, rosse, calve etc.) devono fare dei test di cultura generale ogni 48 ore. Ebbene, secondo voi chi risulterebbe percentualmente più ignorante?

 

Le persone non-bionde, naturalmente.  Dato che le persone bionde – non dovendosi sottoporre a test di cultura generale – sarebbero considerate istruite d’ufficio e non potrebbero nemmeno prendere brutti voti.

 

In questo ipotetico Paese la percentuale di «ignoranti» tra i non-biondi andrebbe anche crescendo:  via via che tra questi molti comincerebbero a tingersi i capelli per diventare biondi. Finchè resterebbero  sempre meno soggetti non-biondi.

 

A quel punto il Ministero dell’Istruzione di questo fantomatico Paese, potrebbe dichiarare «dai nostri dati, le persone non-bionde diventano percentualmente sempre più ignoranti rispetto a quelle bionde».

 

Ecco, anche noi abbiamo una pandemia di ignoranti. È proprio il caso di dirlo.

 

E non fa nemmeno ridere. Non si tratta di un errore logico (un bias) commesso da imaginari ministri dell’Istruzione, ma dai ministri della Salute dell’Occidente. Si tratta di un errore di metodo, demenziale. O forse, truffaldino.

 

È evidente che: dato che i vaccinati hanno il green pass per 12 mesi, non si sottoporranno mai più a tampone a meno che non abbiano sintomi o non debbano andare al pronto soccorso o prendere qualche specifico volo aereo (verso gli USA, per esempio).

 

Mentre, al contrario, i non vaccinati devono sottoporsi a test ogni 48 ore (circa 1 milione ogni 48 ore) e se risultano positivi, automaticamente devono farlo tutti i loro familiari, sebbene asintomatici anche loro.

 

Guardiamo la tabella dell’ISS (Ministero della Salute della Repubblica Italiana) più recente e confrontiamola con quella di luglio-agosto.

 

Si nota qualcosa?

 

Eccome, di seguito faremo riferimento per comodità al cluster under 40. Il lettore può applicare lo stesso ragionamento a tutte le altre fasce anagrafiche.

 

Notiamo che, mentre ad agosto il rapporto di casi positivi (contagi) nei non vaccinati era di 1 su 682, oggi riuslta essere 1 su 247.

 

Mentre nel cluster dei vaccinati under 40 il rapporto dei contagi è rimasto praticamente uguale da agosto a oggi: 1 su 1500 (1411-1513).

 

In poche parole, banalmente, «chi più cerca, più trova»

Che cosa significa questo?

 

Questo non significa che la variazione sia stata causata dal vaccino. Anzi, al contrario: se il vaccino funzionasse per limitare i contagi, ci si aspetterebbe che i contagi tra non vaccinati e vaccinati avrebbero dovuto ridursi. Infatti le persone vaccinate avrebbero dovuto proteggere anche le persone non vaccinate e proteggersi tra loro.
Tuttavia è accaduto il contrario, ma solo tra non vaccinati.

 

E quindi vediamo che da quanto esiste il green pass, più persone si vaccinano, più aumentano i contagi tra non vaccinati. Tra vaccinati il rapporto è rimasto invariato.

 

Siccome gli italiani non sono mutati geneticamente da giugno 2021, questo può significare solo che  l’aumento dei contagi tra non vaccinati è semplicemente dovuto al fatto che si devono fare il tampone ogni 48 ore. In poche parole, banalmente, «chi più cerca, più trova».

 

Il tasso di contagi tra vaccinati invece è rimasto immutato perché le persone vaccinate non facevano il tampone già prima che entrasse in vigore il green pass, da mesi. E continuano a non farne.

 

Gli italiani sono vaccinati al 85 % e hanno più contagi di quando erano vaccinati al 60%

D’altra parte, se non si concedesse che esista questo bias nei dati, si farebbe un autogoal contro i vaccini: gli italiani sono vaccinati al 85 % e hanno più contagi di quando erano vaccinati al 60%. Ma solo tra non-vaccinati.

 

A meno che non si voglia concludere che il vaccino peggiora la cricolazione del virus, conviene a tutti concedere l’esistenza di un bias nella raccolta dei dati.

Non è incoraggiante però: si deve concludere o che  la vaccinazione peggiora il contagio o che ci stanno truffando nella raccolta dei dati. Tertium non datur, come si dice in logica.


Ciò detto, affermare che esista una «pandemia dei non vaccinati» – cioè che il contagio avvenga  ormai tra non vaccinati – è un affermazione smentita dallo storico dei dati epidemiologici. Una volgare truffa. O forse unavera  pandemia di ignoranza del  metodo scientifico.

 

D’altra parte che possano esistere incomprensioni potrebbe essere plausibile. Qui, ad esempio, vediamo l’ex direttore dell’EMA (Agenzia Europea del Farmaco), Guido Rasi,  che parrebbe non aver ben chiaro che cosa sia la tachipirina.



 

 

Complessivamente, ad alcuni maliziosi, potrebbe sembrare che i vertici che guidano la pandemia adottino ogni giorno di più questa massima di Pulcinella:



«Ie nun so’ fesso, ma aggi’ ‘a fà ‘o fesso, pecché facenno ‘o fesso, ve pozzo fà fesse».

 

 

Gian Battista Airaghi

 

 

 

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Autismo

Trump condivide un video sulla correlazione tra vaccini e autismo

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Lunedì il presidente Donald Trump ha pubblicato un video sul suo account social in cui promuove la teoria secondo cui i vaccini causano l’autismo.

 

Il video, vecchio di decenni, mostra in parte David Geier, che il Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. ha incaricato questa primavera di indagare sui legami tra vaccini e autismo, insieme a suo padre, il dottor Mark Geier, un dottore la cui licenza medica è stata sospesa in seguito alle accuse di mettere in pericolo i bambini autistici. David Geier è stato accusato nel 2012 di aver esercitato la professione medica senza abilitazione insieme al padre nel Maryland. È stato nominato nel governo federale da Robert F. Kennedy Jr., il ministro della Salute, per lavorare a uno studio sulle cause dell’autismo, la cui pubblicazione è prevista per questo mese.

 

Il video si concentra sul timerosal, un conservante a base di mercurio che è stato eliminato da quasi tutti i vaccini infantili all’inizio degli anni 2000. Il filmato viene da un vecchio documentario sui vaccini, circolante su YouTube con il titolo A Shot in the Dark, che parlava estensivamente dell’uso del mercurio nei vaccini.

 

Il filmato, sgranato, probabilmente «rubati» da qualche altro utente che lo aveva editato dal film, reca le scritte sopra e sotto le immagini: «Sono TUTTI veleno. Ognuno di essi».

 


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Il post di Trump arriva pochi giorni dopo che Kennedy è stato messo sotto torchio dai senatori, tra cui diversi repubblicani, sulla sua posizione sui vaccini.

 

La notizia arriva anche prima di una riunione del Comitato consultivo sulle pratiche di immunizzazione prevista per la fine del mese, durante la quale si prevede che il comitato voterà per aggiornare le raccomandazioni sui vaccini contro il COVID-19, nonché su altre vaccinazioni.

 

Kennedy ha promesso di pubblicare un rapporto sulle cause dell’autismo entro la fine del mese, dichiarando a Trump, durante una riunione del gabinetto di agosto, che i suoi sforzi erano sulla buona strada.

 

Come noto, poco ore prima Trump aveva ricevuto alla Casa Bianca, assieme ad altri CEO di grandi aziende tecnologiche, Bill Gates, che, con a fianco un’occhiuta Melania, ha ribadito pubblicamente il suo impegno per i vaccini. Nel 2016 alcuni avevano speculato che Barron Trump, l’ultimogenito del presidente nato da Melania, fosse vittima di un danno da vaccino.

 

 

L’apertura all’idea che i vaccini causino l’autismo era stata vista in Trump persino nei dibattiti delle primarie repubblicane 2015.

 

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Come riportato da Renovatio 21, in settimana è emerso che sarebbe pronto un rapporto del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) commissionato da Robert F. Kennedy Jr. che indica che l’uso dei vaccini e del Tylenol – farmaco americano contenente paracetamolo – durante la gravidanza è uno dei fattori che contribuiscono all’epidemia di autismo negli Stati Uniti.

 

In precedenza Kennedy era stato attaccato duramente per aver affermato la scorsa primavera che «i geni non provocano l’autismo». Più tardi avrebbe detto che la scoperta delle cause profonde dell’autismo sarebbe imminente.

 

Come riportato da Renovatio 21, pubbliche dichiarazioni convinte del presidente Trump lo mostrano allineato con la missione di trovare il potenziale collegamento tra autismo e vaccini.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

 

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Vaccini

La Florida verso l’eliminazione di tutti gli obblighi vaccinali pediatrici

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La Florida intende diventare il primo stato a eliminare l’obbligo vaccinale, da tempo un pilastro della politica sanitaria pubblica volta a proteggere gli scolari e gli adulti dalle malattie infettive.   Il surgeon general dello Stato (cioè, il responsabile della Sanità pubblica), il dottor Joseph Ladapo, che ha annunciato la decisione mercoledì, ha definito le attuali disposizioni nelle scuole e altrove come intrusioni «immorali» nei diritti delle persone, che ostacolano la capacità dei genitori di prendere decisioni sulla salute dei propri figli.   «Le persone hanno il diritto di prendere le proprie decisioni, decisioni informate», ha dichiarato Ladapo, dottore con laurea harvardiana che si è spesso scontrato con l’establishment medico , in una conferenza stampa a Valrico. «Non hanno il diritto di dirvi cosa mettere nel vostro corpo».   La mossa della Florida, che rappresenta un netto distacco da decenni di politiche pubbliche vaccinali si presenta come una grande adesione al programma dell’amministrazione Trump, guidato dal Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr., che intende operare una revisione sul tema saniario dei vaccini.

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In Florida, gli obblighi vaccinali per gli asili nido e le scuole pubbliche includono vaccini contro morbillo, varicella, epatite B, difterite-tetano-pertosse acellulare, poliomielite e altre malattie, secondo il sito web del Dipartimento della Salute dello Stato.   Il dottor Ladapo non ha fornito una tempistica per le modifiche, ma ha affermato che il dipartimento può abrogare le proprie regole per alcuni obblighi vaccinali, mentre altri richiederebbero l’intervento della legislatura della Florida. Non ha specificato alcun vaccino in particolare, ma ha ripetuto più volte che l’iniziativa avrebbe posto fine a «tutti. Fino all’ultimo».   Le sigle dell’establishment, che per decenni hanno convissuto con gli schemi e i danari di Big Pharma, hanno reagito immediatamente.   L’American Medical Association ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che il piano della Florida di porre fine all’obbligo vaccinale «metterebbe a repentaglio decenni di progressi nella sanità pubblica».   Sotto la guida del governatore repubblicano Ron DeSantis, la Florida si è opposta all’imposizione dei vaccini COVID agli studenti durante la pandemia, richiedendo «passaporti» per i luoghi affollati, chiudendo le scuole e obbligando i lavoratori a vaccinarsi per mantenere il posto di lavoro.   «Non credo che ci sia un altro stato che abbia fatto tanto quanto la Florida. Vogliamo rimanere all’avanguardia», ha detto il governatore floridiano. Mercoledì DeSantis ha anche annunciato la creazione di una commissione statale chiamata «Make America Healthy Again» (MAHA), modellata su iniziative simili istituite da Kennedy a livello federale.   La commissione esaminerà aspetti come l’autorizzazione del consenso informato in materia medica, la promozione di alimenti sicuri e nutrienti, il rafforzamento dei diritti dei genitori nelle decisioni mediche riguardanti i propri figli e l’eliminazione di «un’ortodossia medica non supportata dai dati», ha affermato DeSantis. La commissione sarà presieduta dal vicegovernatore Jay Collins e dalla first lady della Florida Casey DeSantis.   Il lavoro della commissione contribuirà a definire un ampio «pacchetto per la libertà medica» da presentare nella prossima sessione legislativa, che affronterà gli obblighi vaccinali previsti dalla legge statale e renderà permanenti le recenti decisioni statali sul COVID che allentano le restrizioni, ha affermato DeSantis.   La Florida divenne durante la pandemia un faro di civiltà allentando le misure di lockdown e, con De Santis e Ladapo, opponendosi all’obbligo di vaccinazione mRNA, della cui pericolosità informarono il pubblico, chiedendo la sospensione. De Santis tre anni fa, dopo aver rotto con l’ente epidemico federale CDC, aveva annunciato che avrebbe ritenuto responsabili i produttori di vaccini mRNA per le loro affermazioni.

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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic   
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Autismo

La sanità di Kennedy alza il tiro: autismo collegato al vaccino MPR e all’uso di paracetamolo durante la gravidanza

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Un rapporto del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS) commissionato da Robert F. Kennedy Jr. indica che l’uso del Tylenol – farmaco americano contenente paracetamolo – durante la gravidanza è uno dei fattori che contribuiscono all’epidemia di autismo negli Stati Uniti, secondo quanto riportato dai media.

 

Fonti vicine alla questione hanno affermato al Wall Street Journal che bassi livelli di folato e l’uso del farmaco a base di paracetamolo saranno menzionati nel prossimo rapporto sull’autismo dell’HHS tra i potenziali fattori causali dell’autismo.

 

Kennedy, segretario dell’HHS (la Sanità pubblica USA), ha dichiarato la scorsa settimana alla trasmissione TV Fox and Friends che la sua agenzia stava per rivelare le cause dell’autismo e formulare di conseguenza raccomandazioni normative governative. Le sue osservazioni suggeriscono che l’uso del Tylenol da parte delle madri e la carenza di folati saranno tra i molteplici fattori citati nel rapporto dell’HHS.

 

«Non esiste una causa unica, ce ne sono molte, molte: c’è un insieme di cause», ha affermato Kennedy. «Stiamo ora raccogliendo prove sufficienti per richiedere un intervento normativo su alcune di queste, o raccomandazioni».

 

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RFK jr. ha sottolineato l’impennata documentata dei tassi di autismo, passati da meno di uno su 10.000 nel 1970 a un caso ogni 31 americani, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC). Anche se l’autismo è sovradiagnosticato, una parte significativa di questi bambini presenta gravi disabilità, il che indica un reale e notevole aumento del disturbo.

 

«La maggior parte dei casi ora è grave», ha affermato Kennedy ad aprile, discutendo i risultati di un sondaggio sull’autismo condotto dal CDC e spiegando che «il 25% dei bambini a cui viene diagnosticato l’autismo non è verbale, non ha familiarità con il bagno» e presenta altri comportamenti disfunzionali tipici dell’autismo grave, come il sbattere le mani.

 

Durante un’audizione al Senato tenutasi giovedì, Kennedy ha anche sottolineato il legame tra il vaccino contro morbillo, parotite e rosolia (MMR) e l’autismo.

 

«Nel 2002, il CDC ha condotto uno studio interno sui bambini della contea di Fulton, in Georgia, e ha esaminato i bambini che avevano ricevuto il vaccino MPR in tempo, confrontandoli con quelli che lo avevano ricevuto più tardi. I dati di quello studio hanno mostrato che i ragazzi di colore che avevano ricevuto il vaccino in tempo avevano una probabilità del 260% maggiore di ricevere una diagnosi di autismo rispetto ai bambini che avevano aspettato», ha spiegato Kennedy.

 

«Il capo scienziato, il dottor William Thompson, scienziato senior per la sicurezza dei vaccini presso il CDC, ha ricevuto l’ordine dal suo capo, Frank DeStefano, che è a capo della divisione per la sicurezza delle vaccinazioni, di entrare in una stanza con altri quattro coautori per distruggere quei dati», ha affermato Kennedy.

 

Questa storia è stata divulgata dal Thompson, divenuto «gola profonda» del CDC e uno dei coautori che hanno intenzionalmente omesso i dati dello studio del 2004 che mostravano il collegamento tra vaccino MPR e autismo nei bambini neri.

 

Sebbene una definizione di autismo in continua evoluzione e ampliamento possa contribuire ad aumentare le diagnosi, Kennedy ritiene che le «tossine ambientali» abbiano contribuito a una vera e propria epidemia di autismo.

 

«Esamineremo i vaccini, ma esamineremo tutto. Tutto è in gioco: il nostro sistema alimentare, la nostra acqua, la nostra aria, i diversi modi di essere genitori, tutti i tipi di cambiamenti che potrebbero aver scatenato questa epidemia», aveva precedentemente dichiarato il capo dell’HHS a Fox News.

 

«È un’epidemia», ha insistito Kennedy. «Le epidemie non sono causate dai geni. I geni possono fornire vulnerabilità, ma è necessaria una tossina ambientale».

 

«Sappiamo che è una tossina ambientale a causare questo cataclisma», ha detto Kennedy, «e la identificheremo».

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In precedenza Kennedy era stato attaccato duramente per aver affermato la scorsa primavera che «i geni non provocano l’autismo». Più tardi avrebbe detto che la scoperta delle cause profonde dell’autismo sarebbe imminente.

 

Come riportato da Renovatio 21, pubbliche dichiarazioni convinte del presidente Trump lo mostrano allineato con la missione di trovare il potenziale collegamento tra autismo e vaccini.

 

A novembre dell’anno scorso, dopo la vittoria elettorale di Trump e l’annuncio della nomina di Kennedy alla Sanità USA, le azioni dei produttori di vaccini erano crollate.

 

Renovatio 21 ancora nel 2019 pubblicava la serie di articoli di Kennedy su vaccini, autismo e altre malattie croniche.

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