Economia
Orban: Trump ha mangiato la Von der Leyen a colazione
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha avuto la meglio sulla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen durante i negoziati commerciali, il che ha portato a un pessimo accordo per l’UE, ha affermato il primo ministro ungherese Viktor Orban.
L’accordo commerciale è stato finalizzato domenica, dopo mesi di tese trattative.
«Questo non è stato un accordo… Donald Trump si è mangiato Ursula von der Leyen a colazione», ha detto Orbán in un podcast lunedì. «L’accordo europeo è peggiore di quello del Regno Unito. Garantirne il successo sarà difficile in seguito», ha sostenuto lo Orbano.
Washington ha stabilito un dazio del 10% sulle importazioni britanniche nell’accordo con la Gran Bretagna del mese scorso. A titolo di confronto, le esportazioni dell’UE verso gli Stati Uniti saranno soggette a dazi del 15%, mentre i beni americani venduti nell’UE non saranno soggetti a dazi di ritorsione.
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Bruxelles si è impegnata a investire altri 600 miliardi di dollari nelle industrie statunitensi, ad acquistare energia americana per un valore di 750 miliardi di dollari e ad acquistare «centinaia di miliardi di dollari» in armi statunitensi, secondo Trump. La Von der Leyen ha affermato che questi investimenti avverranno nei prossimi tre anni.
Secondo l’Orban, non è chiaro chi pagherà esattamente per questo. La Commissione Europea, il cui presidente ha firmato l’accordo, non ha un proprio esercito e non ha i capitali per acquistare armi e risorse energetiche statunitensi, ha affermato. «A nome di chi è stato stipulato l’accordo?», ha chiesto il premier magiaro.
Anche altri funzionari dell’UE hanno criticato l’accordo, definendolo sbilanciato. Lunedì, il premier ministre francese François Bayrou ha accusato l’Unione di cedere alla coercizione statunitense. Anche Benjamin Haddad, ministro francese responsabile per gli Affari europei, ha criticato il patto commerciale «sbilanciato» e ha invitato Bruxelles a reagire economicamente.
Interessanti reazioni anche a Mosca. Il ministro degli Esteri russo Sergio Lavrov ha avvertito in un discorso di lunedì che l’accordo porterà «chiaramente» a «un’ulteriore deindustrializzazione dell’Europa e alla fuga di capitali». Secondo il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Demetrio Medvedev, «Trump ha fatto piazza pulita dell’Europa».
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Economia
Fico: le politiche dell’UE costringeranno gli slovacchi a «riscaldarsi a legna»
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Economia
Gli Stati UE potrebbero prendere in prestito denaro per l’Ucraina
Agli Stati membri dell’UE potrebbe essere richiesto di emettere decine di miliardi di dollari in debito congiunto per finanziare l’Ucraina, qualora fallisse il piano di utilizzare i beni russi congelati per un «prestito di riparazione». Lo riporta Politico, che cita fonti diplomatiche.
Il reportage del sito indica che diversi leader hanno esaminato questa alternativa durante il vertice UE della settimana scorsa, dopo che il Belgio ha respinto un prestito di 140 miliardi di euro all’Ucraina garantito dai beni russi immobilizzati.
Sebbene i dettagli del nuovo piano non siano ancora definiti, il debito congiunto si riferisce generalmente a prestiti condivisi attraverso obbligazioni emesse collettivamente da più Paesi, con responsabilità di rimborso distribuita tra tutti i partecipanti.
Alcune fonti rivelano che la Commissione Europea presenterà il piano di prestito in un documento imminente, insieme a una versione rivista del «prestito di riparazione», e includerà una terza opzione: interrompere i finanziamenti all’Ucraina. Hanno ipotizzato che l’idea del debito congiunto possa servire da «spauracchio» per convincere le nazioni UE, già oberate dal debito, ad approvare l’uso dei beni russi.
Nel 2022, i Paesi occidentali hanno congelato 300 miliardi di dollari in asset sovrani russi e hanno cercato di destinare gli interessi generati per sostenere lo sforzo bellico di Kiev.
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In precedenza, il G7 aveva appoggiato l’impiego dei fondi immobilizzati per garantire prestiti da 50 miliardi di dollari, ma la settimana scorsa i leader UE non sono riusciti a raggiungere un accordo su un «prestito di riparazione» analogo, principalmente a causa dell’opposizione belga.
Il primo ministro Bart De Wever ha messo in guardia sul rischio che il Belgio, che detiene la maggior parte dei beni congelati, subisca ritorsioni sproporzionate dalla Russia, e ha richiesto una solida base giuridica per la misura e una responsabilità condivisa.
Fonti hanno riferito a Politico che, nonostante le preoccupazioni legali, Bruxelles considera l’utilizzo dei beni russi congelati l’opzione «più preferibile» per continuare a finanziare Kiev. Una decisione definitiva è attesa per il vertice della Commissione Europea di dicembre.
Mosca ha condannato il congelamento dei beni e i tentativi di deviare i fondi russi come «furti», promettendo contromisure e avvertendo che tali azioni mineranno la fiducia nel sistema finanziario occidentale. Il Cremlino ha inoltre sostenuto che gli aiuti occidentali a Kiev servono solo a prolungare il conflitto senza alterarne l’esito.
Come riportato da Renovatio 21, il Fondo Monetario Internazionale il mese scorso ha parlato di grave deficiti nelle finanze dell’Ucraina, che nel frattempo ha perso il 60% della produzione di gas.
L’UE solo pochi mesi fa parlava di un’altra fornitura di 100 miliardi di euro a Kiev, mentre il vicepresidente USA JD Vance annunciava che gli USA hanno finito di finanziare l’Ucraina.
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Immagine di Tony Webster via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
La povertà energetica si aggrava in Francia
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