Geopolitica
Orban: l’UE è in «psicosi di guerra»
L’UE è sprofondata nella «psicosi di guerra» nel conflitto ucraino, ha detto il primo ministro ungherese Viktor Orban, sostenendo che questa mentalità porterà quasi certamente allo schieramento di truppe occidentali nel Paese.
In un’intervista a Radio Kossuth venerdì, Orban ha detto che l’Occidente «si sta avvicinando alla fine delle sue possibilità» di porre fine al conflitto tra Mosca e Kiev, aggiungendo che «chiunque affermi che non esiste un pericolo immediato di guerra inganna la gente».
«Solo un cieco non vede che in Europa esiste una psicosi di guerra, la cui logica conclusione sarà l’arrivo delle unità militari dei Paesi dell’Europa occidentale sul territorio dell’Ucraina, nella migliore delle ipotesi non in prima linea», ha detto il primo ministro.
Orban ha affermato che, nonostante le tensioni abbiano raggiunto il punto di ebollizione, «la speranza è l’ultima a morire» e che le elezioni del Parlamento europeo in corso potrebbero in una certa misura disinnescare la crisi.
Secondo il leader ungherese, se nelle prossime settimane il conflitto non si estenderà oltre il fronte russo-ucraino, «già a novembre, se il candidato presidenziale americano Donald Trump ritornerà, e con buone elezioni europee alle spalle, potremo fare una coalizione di pace panoccidentale e transatlantica» per cessare le ostilità.
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Orban ha insistito sul fatto che l’Ungheria deve astenersi dal prendere parte a qualsiasi possibile missione della NATO in Ucraina, sottolineando che se le truppe di Budapest lo facessero, sarebbero comandate da ufficiali nominati dal blocco militare guidato dagli Stati Uniti. «Se ciò accade, allora perderemo una parte molto importante della nostra sovranità», ha affermato, aggiungendo che l’Ungheria sta già pagando un prezzo economico per il conflitto.
Budapest ha costantemente criticato l’approccio occidentale al conflitto ucraino, avvertendo che potrebbe provocare un’escalation e uno scontro diretto NATO-Russia. Il Paese dell’UE si è anche opposto alle spedizioni di armi a Kiev e ha chiesto colloqui immediati per un cessate il fuoco. Ha inoltre respinto le osservazioni del presidente francese Emmanuel Macron, il quale aveva suggerito che l’Occidente non dovesse escludere l’opzione di inviare truppe in Ucraina, avvertendo che una tale mossa potrebbe scatenare la Terza Guerra Mondiale. Coloro che chiedono di inviare truppe NATO per combattere la Russia stanno «in un’altra galassia», aveva dichiarato Orban lo scorzo marzo.
Come riportato da Renovatio 21, Orban nelle scorse settimane ha dichiarato che la NATO si sta preparando alla guerra con Mosca ed ha collegato l’attentato al premier slovacco Fico ai preparativi bellici dell’Occidente.
L’anno passato il premier magiaro ha detto che solo Trump, che ha incontrato a Mar-a-Lago di recente e sul cui ritorno alla Casa Bianca egli scommette, può salvare l’Occidente e gli uomini di tutto il mondo dalla catastrofe in arrivo.
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Immagine di European People’s Part via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
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Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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Immagine screenshot da Twitter
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