Geopolitica
Orban: l’Ucraina non è pronta ad entrare nella UE

L’Ungheria ritiene che l’Ucraina sia molto lontana dal diventare membro dell’UE e Budapest non cambierà la sua posizione sui colloqui di adesione in cambio di un ipotetico scongelamento dei finanziamenti da parte di Bruxelles, ha detto venerdì a Radio Kossuth il primo ministro Viktor Orban.
«L’Ucraina non è assolutamente pronta a negoziare la sua richiesta di adesione all’UE. L’Ucraina è lontana dall’adesione all’UE quanto Mako lo è da Gerusalemme», ha detto, usando un popolare modo di dire ungherese.
RT scrive che l’espressione sia un gioco di parole sulla somiglianza dei nomi della città del Sud-Est dell’Ungheria e del porto di Akko, dove molti pellegrini europei si sono diretti in Terra Santa. Quest’ultimo insediamento è ora la città di Acri.
Mercoledì la Commissione europea ha raccomandato all’UE di avviare i colloqui formali di adesione con Kiev. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha affermato che il governo ucraino ha soddisfatto circa il 90% dei requisiti di Bruxelles per passare alla fase successiva.
L’Ungheria ha criticato apertamente la politica dell’UE nei confronti dell’Ucraina, compreso il suo sostegno all’armamento del Paese contro la Russia e la decisione di separare le economie europee dalle forniture e dal mercato russo. Non è riuscita a porre fine allo spargimento di sangue in Ucraina e ha danneggiato gli Stati membri dell’UE più di quanto abbia danneggiato Mosca, sostiene Budapest.
I critici del governo Orban sostengono che la sua posizione sia un modo per esercitare pressioni su Bruxelles sulle politiche interne ungheresi. La leadership dell’UE ha accusato Budapest di arretrare in termini di democrazia e stato di diritto sotto l’attuale primo ministro.
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Un articolo dell’agenzia Reuters della scorsa settimana affermava che Bruxelles stava prendendo in considerazione un’offerta per sbloccare fondi del valore di 13 miliardi di euro destinati all’Ungheria per assicurarsi il sostegno per la fornitura di aiuti all’Ucraina e per i colloqui di adesione.
«Respingo fermamente qualsiasi collegamento. Non avvieremo [un simile accordo] né lo accetteremo da Bruxelles», ha detto Orban dell’ipotetico accordo.
Il primo ministro ha criticato l’attuale leadership dell’UE, affermando che «adempie al mandato delle élite globaliste» piuttosto che a quello dei cittadini degli Stati membri. Il conflitto in Ucraina non è che un esempio di come le politiche di Bruxelles vanno contro gli interessi delle nazioni che compongono il blocco, ha aggiunto Orban.
I concetti espressi dal premier magiaro sono stati ripetuti in questi giorni anche dal suo ministro degli Esteri Peter Szijjarto, che mercoledì ha dichiarato che semplicemente non ci sono le condizioni perché l’Unione europea possa prendere in considerazione l’adesione dell’Ucraina.
Le sue parole sono arrivate in risposta alla proposta di allargamento avanzata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen quel giorno a Lisbona. Aveva affermato che l’UE avrebbe dovuto avviare «negoziati di adesione» sia con l’Ucraina che con la Moldavia, promuovendo allo stesso tempo l’ex repubblica sovietica della Georgia allo status di candidato ufficiale.
«Ammettendo l’Ucraina, anche l’UE si troverebbe in guerra, cosa che ovviamente nessuno vuole che accada», ha detto Szijjarto, secondo i media ungheresi. «L’allargamento dovrebbe servire a diffondere la pace, non a portare la guerra nell’UE».
Secondo il ministro sarebbe «assurdo» per Bruxelles valutare i progressi dell’Ucraina nell’attuazione delle riforme, dello Stato di diritto o di qualsiasi altro criterio di adesione, dato il conflitto in corso.
«Esatto, c’è una guerra in Ucraina, quindi possiamo vedere che non vengono rispettate né la libertà dei media né la libertà di parola, possiamo vedere che non si tengono nemmeno le elezioni», ha osservato lo Szijjarto.
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La posizione di Budapest è che l’Ucraina deve ripristinare i diritti della comunità ungherese della Transcarpazia al livello che avevano nel 2015, prima della spinta di Kiev a privare dei diritti civili la popolazione di lingua russa.
«Poiché secondo la Commissione europea l’Ucraina non ha soddisfatto le condizioni fissate per l’adesione, non riteniamo opportuno alcun ulteriore passo nei negoziati di adesione con l’Ucraina», ha concluso il ministro degli Esteri.
Secondo lo Szijjarto, l’euroblocco sta affrontando gravi sfide economiche e di sicurezza e si sta indebolendo, quindi se sta cercando di ammettere nuovi membri come un modo per riconquistare forza, dovrebbe invece guardare ai Balcani occidentali, in primo luogo alla Serbia.
Secondo un rapporto della Commissione europea, i colloqui con l’Ucraina dovrebbero iniziare una volta che Kiev avrà soddisfatto le rimanenti richieste relative alla lotta alla corruzione, adottando una legge conforme all’UE sul lobbismo e sul «rafforzamento delle tutele» per le minoranze etniche.
L’UE non ha ammesso nuovi membri dalla Croazia nel 2013. All’inizio di quest’anno, Bruxelles aveva delineato un vago piano di espansione entro il 2030, tenendo d’occhio il resto dell’ex Jugoslavia, Albania, Georgia, Moldavia e Ucraina.
Come riportato da Renovatio 21, l’Ungheria non fornisce alcun aiuto militare all’Ucraina né consente l’ingresso di armi nel Paese attraverso il suo territorio. Tuttavia, l’Ungheria avrà potere di veto sull’adesione dell’Ucraina all’UE e alla NATO poiché entrambi gli organismi richiedono il consenso unanime dei membri esistenti prima di ammettere nuovi stati.
In questi mesi di conflitto l’Ungheria ha bloccato con la Polonia l’importazione di grano ucraino per proteggere i suoi agricoltori da una riduzione dei prezzi, spingendo l’Ucraina a minacciare un’azione legale presso l’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Il Washington Post ha rivelato che il presidente ucraino Zelens’kyj avrebbe elaborato un piano per chiudere altre forniture russe all’Ungheria di Orban.
Come riportato da Renovatio 21, durante una recente intervista di Tucker Carlson il premier magiaro Orban ha dichiarato che, assieme alla Serbia, l’Ungheria è pronta a rispondere militarmente contro chiunque tocchi i suoi interessi.
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Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Geopolitica
Attacco israeliano in Qatar. La condanna di Trump

#Qatar / #Palestine / #Israel 🇶🇦🇵🇸🇮🇱: Israeli Air Forces carried out air strikes to assassinate Senior officials of #HAMAS in the city of #Doha.
Reportedly HAMAS negotiation team was targeted with Air-To-Surface Missiles while discussing the ceasefire in the capital of Qatar. pic.twitter.com/WdWuqY6rXq — War Noir (@war_noir) September 9, 2025
🚨🇮🇱🇶🇦🇵🇸 BREAKING: ISRAEL just AIRSTRIKED Hamas’s negotiation team in DOHA, QATAR pic.twitter.com/cTdA5fT4gP
— Jackson Hinkle 🇺🇸 (@jacksonhinklle) September 9, 2025
BREAKING:
Israeli fighter jets struck Qatar’s capital, Doha. An Israeli airstrike in Doha killed Hamas leader in Gaza, Khalil al-Hayya, and three senior members of the group’s leadership, Al Arabiya reports, citing sources. Al Hadath states those in the targeted building… pic.twitter.com/03rwdUbvZ5 — Visegrád 24 (@visegrad24) September 9, 2025
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NEW: Qatar reserves the right to retaliate for the Israeli attack against Doha, Qatari PM says
“We’ve reached a decisive moment; There should be retaliation from the whole region” pic.twitter.com/dKHnqEHNqN — Ragıp Soylu (@ragipsoylu) September 9, 2025
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Nel suo post Trump ha affermato che il bombardamento israeliano all’interno di «una nazione sovrana e stretto alleato degli Stati Uniti» non ha «favorito gli obiettivi di Israele o dell’America». «Considero il Qatar un forte alleato e amico degli Stati Uniti e mi dispiace molto per il luogo dell’attacco», ha scritto, sottolineando che l’attacco è stato «una decisione presa dal primo ministro Netanyahu, non una decisione presa da me». Trump ha affermato che, non appena informato dell’operazione, ha incaricato l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff di avvertire i funzionari del Qatar, ma ha osservato che l’allerta è arrivata «troppo tardi per fermare l’attacco». Il presidente ha affermato che eliminare Hamas era un «obiettivo degno», ma ha espresso la speranza che «questo sfortunato incidente possa servire come un’opportunità per la PACE». Da allora Trump ha parlato con Netanyahu, che gli ha detto di voler fare la pace, e con i leader del Qatar, che ha ringraziato per il loro sostegno e ha assicurato che «una cosa del genere non accadrà più sul loro territorio». La Casa Bianca ha definito l’attacco un incidente «sfortunato». Trump ha dichiarato di aver incaricato il Segretario di Stato Marco Rubio di finalizzare un accordo di cooperazione per la difesa con il Qatar, designato come «importante alleato non NATO».( @realDonaldTrump – Truth Social Post ) ( Donald J. Trump – Sep 09, 2025, 4:20 PM ET )
This morning, the Trump Administration was notified by the United States Military that Israel was attacking Hamas which, very unfortunately, was located in a section of Doha, the Capital of… pic.twitter.com/axQSlL46gW — Fan Donald J. Trump 🇺🇸 TRUTH POSTS (@TruthTrumpPosts) September 9, 2025
“The president views Qatar as a strong ally and friend of the United States and feels very badly about the location of this attack.”
White House press sec. Karoline Leavitt read a statement after Israel’s strike on Hamas leadership in Doha. https://t.co/X3EkiIHoZ7 pic.twitter.com/OdDyR4QcgF — ABC News (@ABC) September 9, 2025
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