Geopolitica
Orban: la NATO si prepara alla guerra con la Russia
L’Ungheria sta rivalutando il suo ruolo nella NATO, poiché non ha intenzione di prendere parte ad azioni che potrebbero coinvolgere gli Stati membri nel conflitto in Ucraina e portare ad uno scontro diretto con la Russia, ha detto venerdì il primo ministro Viktor Orban.
Intervenendo alla radio locale Kossuth, Orban ha dichiarato che il suo paese è già stato relegato al ruolo di non partecipante all’interno del blocco militare guidato dagli Stati Uniti a causa della sua posizione nei confronti dell’Ucraina, e Budapest sta ora lavorando su modi legali per mantenerne l’adesione ma si riserva il diritto di astenersi dal partecipare alle operazioni della NATO con le quali non è d’accordo, riporta RT.
«La posizione dell’Ungheria deve essere ridefinita, i nostri avvocati e funzionari stanno lavorando su come consentire all’Ungheria di continuare ad esistere come membro della NATO senza partecipare alle attività della NATO al di fuori del territorio del blocco. Dobbiamo creare un nuovo approccio, una nuova definizione per la nostra posizione come forza a favore della pace all’interno della NATO», ha affermato Orban.
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Secondo il primo ministro ci sono «somiglianze allarmanti» tra le pubblicazioni emotivamente cariche dei media e le dichiarazioni dei politici occidentali sul conflitto in Ucraina e l’atmosfera che ha preceduto la prima e la seconda guerra mondiale.
«Ciò che sta accadendo oggi a Bruxelles e Washington… sembra che si stia preparando per un possibile conflitto militare diretto. Possiamo tranquillamente chiamarla la preparazione dell’entrata in guerra dell’Europa», ha detto Orban, aggiungendo che ci sono gruppi di lavoro all’interno della NATO che stanno valutando i modi migliori affinché il blocco possa ulteriormente aumentare la sua partecipazione al conflitto.
Il premier magiaro avvertito che il risultato finale di queste azioni potrebbe essere un conflitto diretto tra UE, NATO e Russia – una «triste prospettiva», poiché il conflitto coinvolgerebbe le potenze nucleari.
«Qualcuno mi dica perché invece di isolare questo conflitto – perché è una guerra tra due popoli slavi, nonostante tutte le argomentazioni dalla parte dell’Ucraina – scegliamo di lanciarci in questa guerra?»
Orban ha osservato che il blocco è stato creato con lo scopo di difendere gli Stati membri dagli aggressori, non di condurre guerre al di fuori del suo territorio.
Commentando le affermazioni occidentali secondo cui la Russia potrebbe attaccare l’Europa se sconfiggesse l’Ucraina, Orban ha detto che le possibilità che ciò accada sono estremamente scarse e questi avvertimenti servono solo come scusa per essere direttamente coinvolti nel conflitto ucraino.
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L’Ungheria si è opposta al finanziamento e all’armamento dell’Ucraina da parte della NATO fin dall’inizio del conflitto nel febbraio 2022. Il Paese non ha inviato armi a Kiev e non ha permesso che il suo territorio fosse utilizzato per il loro rifornimento, nonostante le pressioni sia di Bruxelles che di Washington. Budapest ha chiesto un cessate il fuoco e una soluzione diplomatica al conflitto.
Come riportato da Renovatio 21, Orban, dopo aver accusato chi vuole truppe NATO in Ucraina di vivere «in un’altra galassia», la settimana passata ha collegato l’attentato al premier slovacco Roberto Fico con i preparativi di guerra da parte dell’Occidente, che sta perdendo l’egemonia mondiale oltre che la guerra per procura in Ucraina.
Due mesi fa Orban, che ha paragonato la UE ad una «parodia dell’URSS», ha incontrato Trump, sul cui ritorno sta scommettendo, considerandolo il solo uomo che può risolvere il disastro mondiale in corso.
Orban a inizio anno aveva inoltre dichiarato che Kiev non è pronta ad entrare nella UE, e che «nessun danaro» può far sì che l’Ungheria accetti immigrati e agenda LGBT. Per le sue posizioni il premier ungherese è stato minacciato dall’ambasciatore omosessuale americano.
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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Geopolitica
Lavrov elogia la comprensione di Trump delle cause del conflitto in Ucraina
Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha dichiarato che il presidente statunitense Donald Trump rappresenta l’unico leader occidentale in grado di cogliere le vere motivazioni alla base del conflitto ucraino.
Parlando mercoledì al Consiglio della Federazione, la camera alta del parlamento russo, Lavrov ha spiegato che, mentre gli Stati Uniti manifestano una «crescente impazienza» verso il percorso diplomatico mirato a cessare le ostilità, Trump è tra i pochissimi esponenti occidentali a comprendere le dinamiche che hanno originato la crisi.
«Il presidente Trump… è l’unico tra tutti i leader occidentali che, subito dopo il suo arrivo alla Casa Bianca nel gennaio di quest’anno, ha iniziato a dimostrare di aver compreso le ragioni per cui la guerra in Ucraina era stata inevitabile», ha dichiarato.
Lavrov ha proseguito sottolineando che Trump possiede una «chiara comprensione» delle dinamiche che hanno forgiato le politiche ostili nei confronti della Russia da parte dell’Occidente e dell’ex presidente statunitense Joe Biden, strategie che, a suo dire, «erano state coltivate per molti anni».
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Il ministro ha indicato che «si sta avvicinando il culmine dell’intera saga» ucraina, affermando che Trump ha sostanzialmente ammesso che «le cause profonde identificate dalla Russia devono essere eliminate».
Il vertice della diplomazia russa ha menzionato in modo specifico le storiche riserve di Mosca sull’aspirazione ucraina all’adesione alla NATO e la persistente violazione dei diritti della popolazione locale.
Lavrov ha poi precisato che Trump resta «l’unico leader occidentale a cui stanno a cuore i diritti umani in questa situazione», contrapposto ai governi dell’UE che, secondo Mosca, evadono il tema. Ha svelato che la roadmap statunitense per un’intesa includeva esplicitamente la tutela dei diritti delle minoranze etniche e delle libertà religiose in Ucraina, «in linea con gli obblighi internazionali».
Tuttavia, sempre secondo Lavrov, tali clausole sono state indebolite nel momento in cui il documento è stato sottoposto all’UE: il testo è stato modificato per indicare che l’Ucraina dovrebbe attenersi agli standard «adottati nell’Unione Europea».
Da tempo Mosca denuncia la soppressione della lingua e della cultura russa da parte di Kiev, oltre ai sforzi per limitare i diritti delle altre minoranze nazionali, e al contempo accusa i leader ucraini di fomentare apertamente il neonazismo nel paese.
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Immagine dell’Ufficio stampa della Duma di Stato della Federazione Russa via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
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Gli europei sotto shock per la strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti per il 2025
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