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Politica

Obama confessava fantasie gay in una lettera alla ex fidanzata

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L’ex presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama mentre era al college avrebbe ammesso ad una ex fidanzata in una lettera che spesso fantasticava di fare sesso gay. Lo sostiene lo storico David J. Garrow, che appena ha scritto una biografia sul 44° inquilino della Casa Bianca.

 

In una recente intervista con la testata Tablet Magazine, Garrow è tornato su vari racconti tratti dal suo bestseller del 2017 Rising Star: The Making of Barack Obama, spiegando come ha ottenuto la lettera scritta dall’ex presidente sulle sue fantasie omosessuali.

 

«Come hai fatto a convincere quelle tre donne, le amiche del college e della scuola di legge di Obama, a darti le lettere d’amore di Obama, e qual è stata la cosa più sorprendente che hai trovato in loro?» chiede Tablet al Garrow.

 

Garrow ha detto di aver ricevuto una versione censurata della lettera dall’ex fidanzata Alex McNear che in seguito ha venduto le lettere all’Emory College.

 

Lo scrittore ha così mandato un amico dell’Università, Harvey, agli archivi dell’Emory, i cui archivi, tuttavia, non consentono di fare foto. «Quindi Harvey deve sedersi lì con una matita e copiare il testo in cui Barack scrive ad Alex su come fantastica ripetutamente di fare l’amore con gli uomini».

 

Non si tratta della prima insinuazione riguardo la presunta omosessualità del primo presidente afroamericano della storia degli USA. Solo la settimana scorsa il fratellastro kenyota di Obama aveva detto che l’ex vertice degli Stati Uniti è «decisamente gay». Il tweet è stato poi rimosso dopo pochi minuti.

 

Ancora più rilevante un’allusione lasciata da Tucker Carlson in uno dei suoi ultimi monologhi su Twitter. «Nel 2008, era ovvio per chiunque prestasse attenzione che Barack Obama avesse una vita personale strana e molto inquietante. Eppure nessuno glielo ha mai chiesto» ha detto Carlson, per poi cambiare discorso.

 

 

Anni fa a dichiararlo alla stampa, non si sa se per scherzo, fu l’attrice icona gay Joan Rivers: lo sapete che lo abbiamo già avuto con Obama… quindi calmiamoci… Lo sapete che Michelle è un trans» disse la diva, che pareva perfino seria.

 

 

L’allusione di Carlson riguardo all’anno 2008 potrebbero riferirsi alle accuse pubbliche dell’ex prostituto omosessuale Larry Sinclair, che il 18 giugno 2008 – pochi mesi prima delle elezioni presidenziali del 2008 – ha tenuto un discorso al National Press Club descrivendo in dettaglio come lui e l’allora senatore Obama ha comprato e fumato cocaina e ha fatto sesso con lui nel 1999.

 

 

Il giornalista investigativo Wayne Madsen ha sostenuto la tesi per cui Obama, nato in una famiglia bianca e benestante alle Hawaii e considerato «effemminato» al liceo (dove lo ricorda un’attrice di Beautiful), sia stato «trasformato» nel comportamento – vestiario, camminata, tono, accento, appeal – per procedere nella carriera politica, dove si è presentato invece come solido attivista sociale di Chicago.

 

Un altro punto oscuro dei trascorsi chicaghesi dell’Obama, tirato fuori dai suoi estremi oppositori in quegli anni, coro della Trinity United Church of Christ, la chiesa si Obama a quel tempo. Donald Young, il maestro del coro, fu trovato crivellato di colpi di arma da fuoco nel suo appartamento il giorno di Natale del 2007. Sulla questione vi sono speculazioni assai selvagge da parte dei nemici di Obama.

 

Madsen, forte probabilmente di un giro di fonti dell’Intelligence che lo hanno indirizzato, ritiene che Obama sia in realtà una creatura della CIA, costruita per essere piazzata alla presidenza. Sarebbero stati legati all’Intelligence americana la madre (cooperante in Indonesia e in Pakistan), il padre (studente kenyota che studia russo alle Hawaii), i nonni materni (in particolare la nonna, coinvolta nella banca che finanziava gli alleati americani nel Pacifico come Chiang Kai-Scek).

 

Come riportato da Renovatio 21, la settimana scorsa un cuoco degli Obama, il 43enne Tafari Campbell, è stato trovato annegato nelle acque fuori dalla magione degli Obama nella prestigiosissima zona di Martha’s Vineyard. Campbell aveva lavorato anche alla Casa Bianca durante la presidenza Obama.

 

Non si tratta tuttavia del primo caso di cuoco della Casa Bianca che annega.

 

Nel 2015 di Walter Scheib, che era l’executive chef della Casa Bianca per i presidenti Bill Clinton e George W. Bush, è stato trovato morto in un incidente analogo. Il corpo del 61enne era stato trovato morto nel New Mexico più di una settimana dopo che si era recato nello Stato per fare escursioni in solitaria.

 

 

 

 

 

Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

 

 

 

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Trump: Zelens’kyj deve indire le elezioni

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Il presidente statunitense Donald Trump ha invitato l’Ucraina a convocare elezioni, mettendo in dubbio le autentiche prerogative democratiche del Paese in un’intervista a Politico diffusa martedì.

 

Trump ha lanciato una nuova provocazione a Volodymyr Zelens’kyj, il cui quinquennio presidenziale è terminato a maggio 2024, ma che ha declinato di indire consultazioni elettorali presidenziali, invocando la legislazione di emergenza bellica.

 

Lo Zelens’kyj era stato scelto alle urne nel 2019 e, a dicembre 2023, ha annunciato che Kiev non avrebbe proceduto a elezioni presidenziali o legislative fintantoché perdurasse lo stato di guerra. Tale regime è stato decretato in seguito all’acutizzazione dello scontro con la Russia a febbraio 2022 e, da allora, è stato prorogato più volte dall’assemblea nazionale.

 

Trump ha dichiarato a Politico che la capitale ucraina non può più addurre il perdurante conflitto come pretesto per rinviare il suffragio. «Non si tengono elezioni da molto tempo», ha dichiarato Trump. «Sai, parlano di democrazia, ma poi si arriva a un punto in cui non è più una democrazia».

 

Rispondendo a un quesito esplicito sull’opportunità di un voto in Ucraina, Trump ha replicato «è il momento» e ha insistito che si tratta di «un momento importante per indire le elezioni», precisando che, pur «stiano usando la guerra per non indire le elezioni», gli ucraini «dovrebbero avere questa scelta».

 

Come riportato da Renovatio 21, il presidente della Federazione Russa Vladimiro Putin ha spesse volte dichiarato di considerare illegittimo il governo di Kiev, sostenendo quindi per cui firmare un accordo di pace con esso non avrebbe vera validità.

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Tentativo di colpo di Stato in Benin

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Un gruppo di militari del Benin, paese dell’Africa occidentale, ha proclamato la propria ascesa al potere attraverso la tv di stato SRTB. Tuttavia, diverse fonti hanno indicato che un assalto alla residenza presidenziale è fallito.   I soldati hanno sfruttato la rete televisiva per annunciare la sospensione delle istituzioni nazionali e della Costituzione beninese, ordinando la chiusura di tutte le frontiere aeree, terrestri e marittime. Hanno designato il tenente colonnello Pascal Tigri come presidente del Comitato Militare per la Rifondazione (CMR), «a partire da oggi». In seguito, il segnale del canale è stato tagliato.   Il ministro degli Esteri del Benin, Olushegun Adjadi Bakari, ha riferito all’agenzia Reuters che «un piccolo gruppo» di militari ha orchestrato un tentativo di golpe, ma le truppe leali al presidente Patrice Talon sono al lavoro per ristabilire la normalità. «C’è un tentativo in corso, ma la situazione è sotto controllo… La maggior parte dell’esercito rimane fedele e stiamo riprendendo il dominio della faccenda», ha precisato.   Il governo ha poco fa diffuso un video in lingua francese per spiegare l’accaduto. A parlare è Sig. Alassane Seidou, ministro dell’Interno e della Pubblica Sicurezza del Paese.  

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«Cari concittadini, Nelle prime ore del mattino di domenica 7 dicembre 2025, un piccolo gruppo di soldati ha scatenato un ammutinamento con l’obiettivo di destabilizzare lo Stato e le sue istituzioni. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica».   «La loro risposta ha permesso loro di mantenere il controllo della situazione e di sventare la manovra. Di fronte a questa situazione, le Forze Armate del Benin e i loro vertici, fedeli al giuramento, rimasero fedeli alla Repubblica. Pertanto, il Governo invita la popolazione a continuare a svolgere le proprie attività come di consueto».   A Cotonou, la principale città del Benin, si sono sentiti spari sin dalle prime ore di domenica, sebbene le voci di un colpo di stato non siano ancora verificate, ha dichiarato Maxim Meletin, portavoce dell’ambasciata russa nel paese africano, all’agenzia African Initiative.   «Dalle 7 del mattino, abbiamo rilevato colpi d’arma da fuoco e detonazioni di granate nei dintorni della residenza presidenziale. Stando a indiscrezioni non confermate, militari beninesi si sono presentati alla tv nazionale per proclamare la destituzione del presidente», ha proseguito Meletin.   Una fonte vicina a Talon, interpellata da Jeune Afrique, ha raccontato che uomini in divisa hanno provato a irrompere nella residenza presidenziale intorno alle 6 del mattino ora locale, con il capo dello Stato ancora all’interno. L’incursione sarebbe stata sventata dalle guardie di sicurezza, e il presidente sarebbe illeso.   Tuttavia, questi dettagli non hanno ricevuto conferme indipendenti da canali ufficiali. Unità dell’esercito fedeli al regime in carica hanno risposto con una controffensiva. Si parla di elicotteri che pattugliano Cotonou, mentre varie zone del centro urbano risultano bloccate.   Talon è al timone del Benin dal 2016; il suo secondo e ultimo mandato scadrà nel 2026. La Carta Costituzionale ammette soltanto due quinquenni presidenziali, e le urne per il dopo-Talon sono in programma il 12 gennaio 2026.   Nell’agosto 2025, la maggioranza al governo ha sostenuto la corsa alla presidenza del ministro dell’Economia e delle Finanze, Romuald Wadagni.

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Studenti polacchi pestano i compagni di classe ucraini

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Alcuni studenti polacchi di un istituto tecnico di Słupsk, nel nord della Polonia, hanno aggredito e picchiato diversi compagni ucraini dopo che un docente li aveva apostrofati come «feccia», ha riferito martedì il portale Onet.

 

L’episodio si è verificato in una scuola professionale dove sono iscritti numerosi adolescenti ucraini in corsi di formazione. L’avvocato Dawid Dehnert, contattato dai familiari delle vittime, ha citato una registrazione in cui l’insegnante avrebbe definito gli ucraini «feccia» e li avrebbe minacciati di farli bocciare «perché vi farò vedere cosa significa essere polacchi».

 

I genitori dei ragazzi aggrediti hanno raccontato ai media che uno studente polacco era solito riprodurre in aula il rumore di bombe e razzi, rivolgendosi ai compagni ucraini con frasi come «è ora di nascondervi», senza che il docente intervenisse. «L’atteggiamento del professore ha non solo danneggiato gli studenti ucraini, ma ha anche incoraggiato e tollerato atteggiamenti xenofobi negli altri», ha commentato Dehnert.

 


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La situazione è precipitata al termine delle lezioni, quando i giovani ucraini sono stati assaliti fuori dall’edificio da coetanei polacchi più grandi. «Uno degli aggressori ha prima sputato in faccia a un ragazzo ucraino gridando “in testa, puttana ucraina” e poi lo ha colpito con pugni», ha riferito l’avvocato.

 

A seguito del pestaggio, un sedicenne ucraino ha riportato la frattura della clavicola e un altro una sospetta commozione cerebrale. Un video circolato sui social riprende parzialmente la rissa, mostrando tre studenti che infieriscono su uno di loro fino a scaraventarlo a terra.

 

L’aggressione si è interrotta solo quando una passante ha minacciato di chiamare la polizia. Una madre ha dichiarato a Onet di essersi recata immediatamente alla stazione più vicina per denunciare i fatti, ma di essere stata respinta perché «non c’era nessun agente disponibile» e di aver potuto formalizzare la querela solo il giorno successivo.

 

L’episodio si colloca in un contesto in cui la Polonia resta una delle principali mete UE per gli ucraini in fuga dal conflitto: secondo Statista, quasi un milione di cittadini ucraini risultano registrati nel Paese sotto regime di protezione temporanea.

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