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Ambiente
«Non c’è alcuna emergenza climatica»: il gruppo Clintel risponde a Mattarella e al papa
Rispondendo alla massiccia propaganda terroristica, potenziata dalle dichiarazioni del Presidente dello Stato italiano Sergio Mattarella contro i «negazionisti del clima» e di Papa Francesco sulla necessità di accelerare la transizione energetica, il gruppo italiano Clintel («Climate Intelligence») ha rilasciato una dichiarazione in cui rimprovera tale campagna di terrore e caratterizza le politiche climatiche come distruttive.
La dichiarazione è firmata da Uberto Crescenti, Professore Emerito di Geologia Applicata, Università di Chieti-Pescara (già Rettore e Presidente della Società Geologica Italiana), Presidente di Clintel-Italia; e da Alberto Prestininzi, Professore di Geologia Applicata (già Università La Sapienza di Roma) e Ambasciatore per l’Italia della Fondazione Clintel International.
«Noi sottoscritti di Clintel‐Italia, già promotori della Petizione “Non c’è alcuna emergenza climatica” inviata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, (…) manifestiamo preoccupazione per l’allarme che i mezzi di comunicazione stanno lanciando in ordine a una emergenza climatica di presunta origine antropica. Questo ingiustificato allarme sta inquinando le coscienze anche di responsabili politici ad alti livelli, circostanza che induce ad affrontare problemi di rischio vero, non con la prevenzione, ma con misure che, di fatto, neanche affrontano i problemi» scrive la nota.
«L’emergenza climatica che genera panico e preoccupa i più – spiegano – attiene al fatto che la temperatura media globale sarebbe circa un grado superiore a quella di oltre un secolo fa. A questo fenomeno, che è naturale, e non necessariamente sgradevole, si stanno attribuendo, senza alcuna ragione scientifica, tutti gli eventi meteorologici severi e, con essi, tutti i danni che sino agli anni Ottanta erano inquadrati nelle attività di prevenzione e studiati attraverso l’analisi del rischio, dove la vulnerabilità umana era l’elemento essenziale. Per esempio, si attribuiscono a codesto grado di temperatura superiore al valore di oltre un secolo fa, decessi per ondate di calore, fenomeni siccitosi, fenomeni alluvionali, e altro ancora» spiega il comunicato.
«Coloro che suonano l’allarme hanno anche la loro ricetta: impegnare trilioni di euro dei contribuenti e attuare la transizione energetica, la parola magica che sarebbe la loro promessa per la soluzione dei detti problemi. Purtroppo è proprio la transizione energetica la vera causa dei problemi citati» scrive il comunicato Clintel. «Essa, perseguita ormai da oltre vent’anni, ha comportato, da un lato, l’aumento del costo dell’elettricità, circostanza che ha aumentato, tra i più deboli, il numero di persone che non possono permettersi la climatizzazione degli ambienti ove vivono o lavorano, che da sola eviterebbe non quel singolo grado in più cui il riscaldamento globale attiene, ma i 15-20 gradi in più delle ondate di calore che sempre hanno colpito in estate, oggi non più che nel passato».
La nota ne ha anche per l’illusione di trovare una soluzione nelle rinnovabili, propalata non solo dai giornali, ma anche da immani investimenti pubblici.
«Dall’altro lato, la transizione energetica promessa quale panacea per combattere le conseguenze indesiderate dei fenomeni siccitosi o alluvionali, in realtà aggrava queste conseguenze, perché esse si combattono non con le installazioni di impianti eolici o fotovoltaici, come la transizione energetica pretende di fare, ma attraverso le attività di prevenzione, già indicate dalla legge sulla difesa del suolo 183/89 costruita con gli studi della commissione De Marchi. Prevenzione che le autorità di bacino, ora di distretto, propongono con interventi di Pianificazione territoriale e la realizzazione di opere per il governo delle acque (dighe, casse di espansione, etc.)».
Quindi, «la transizione energetica toglie dunque risorse alla gestione del rischio idrogeologico, ma anche al rischio sismico che, con cadenza decennale, si abbatte sul nostro territorio distruggendo opere e persone, disgregando le comunità sociali e la loro identità».
«Tutto ciò è oggi oscurato anche dai media che esaltano il finto rischio del clima che cambia» dicono i firmatari della dichiarazione.
Noi di Clintel‐Italia stigmatizziamo l’illusione della transizione energetica che sta abbagliando l’opinione pubblica e alcuni politici ai massimi livelli. Stigmatizziamo la disinformazione diffusa da tutti gli organi di stampa e di comunicazione di massa, che evitano ogni confronto su quello che è il vero problema che colpisce l’umanità soprattutto nelle sue componenti più deboli: l’inquinamento, la gestione dei rischi idrogeologici e sismici e la disponibilità d’energia abbondante e a costi accessibili. Stigmatizziamo il rifiuto da parte di chi brandisce il terrore del finto allarme climatico a confrontarsi sugli aspetti tecnico-scientifici del presunto allarme da essi lanciato e dalle irreali soluzioni da essi proposte».
Come riportato da Renovatio 21, Clintel aveva pubblicato due mesi una dichiarazione firmata da 11 scienziati in cui veniva dichiarato che le inondazioni in Romagna non erano correlate ai cambiamenti climatici.
Anche un gruppo di scienziati russi nelle scorse settimane ha pubblicato un saggio in cui si confuta la tesi antropogenica del cambiamento climatico.
Lo scienziato oxoniano e ricercatore CERN Wade Allison, matematico e fisico, la scorsa primavera ha pubblicato un documento in cui dimostra che l’eolico «fallisce su ogni aspetto». Anche il colosso industriale tedesco Siemens, e con esso l’intera Germania, sta realizzando l’inaffidabilità dell’energia eolica e della sua tecnologia – che si sta dimostrando pure un pessimo investimento, ancorché inserito nell’agenda Zero-carbonio del gruppo estremista WEF.
Ambiente
Gli Emirati continuano con la geoingegneria
Gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto ricorso all’inseminazione delle nuvole per contrastare la cronica scarsità d’acqua, ha dichiarato un direttore di ricerca locale.
L’inseminazione delle nuvole è un’operazione costosa: gli Emirati spendono milioni di dollari l’anno per accrescere le riserve di acqua dolce. I piloti sorvolano nubi promettenti e rilasciano particelle di sale per stimolare le precipitazioni in un Paese che riceve meno di 100 mm di pioggia annui.
La tecnica rientra nella «strategia di adattamento del Paese al cambiamento climatico», ha spiegato lunedì al Financial Times Alya Al Mazrouei, direttrice del Programma di ricerca degli Emirati Arabi Uniti per la scienza del miglioramento della pioggia (UAEREP).
Il metodo, tuttavia, ha suscitato controversie: i critici temono che possa aggravare eventi meteorologici estremi, come inondazioni e siccità, alterando i modelli naturali. Esprimono inoltre preoccupazione per l’impatto ambientale delle sostanze chimiche impiegate e per le possibili conseguenze indesiderate della modifica artificiale del clima.
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Orestes Morfin, esperto senior della Climate and Water Initiative in Arizona, ha dichiarato al quotidiano che «l’inseminazione delle nuvole è considerata un ulteriore strumento potenziale per incrementare l’approvvigionamento idrico».
In uno studio del 2023, gli scienziati del Centro nazionale di meteorologia degli Emirati Arabi Uniti hanno stimato che l’inseminazione delle nuvole potrebbe aggiungere fino a 419 milioni di metri cubi di acqua raccoglibile all’anno.
La scarsità d’acqua è una sfida storica per gli Emirati, che dipendono in larga misura dalla desalinizzazione per l’acqua potabile. Dall’inizio degli anni 2000, le autorità emiratine si sono impegnate per aumentare le precipitazioni con mezzi artificiali. Attualmente, il programma di miglioramento delle precipitazioni degli Emirati è operativo con dieci piloti e quattro velivoli, pronti a intervenire 24 ore su 24.
«Ogni volta che abbiamo l’opportunità di farlo… di solito non ne perdiamo nessuna», ha detto Al Mazrouei.
L’operazione è costosa: 8.000 dollari per ora di volo, con una media di 1.100 ore annue, per un totale di quasi 9 milioni di dollari. Tuttavia, Al Mazrouei sostiene che «il costo per metro cubo di acqua aggiuntiva è inferiore a quello della desalinizzazione». Gli Emirati hanno investito 22,5 milioni di dollari in sovvenzioni per la ricerca per perfezionare la tecnologia.
Come riportato da Renovatio 21, l’anno passato Dubai, città nel deserto, subì un incredibile allagamento a seguito di un diluvio ritenuto essere provocato dal programma di modifica metereologica del governo emiratino.
«Il cloud seeding mira a migliorare e accelerare il processo di precipitazione. Soprattutto nelle aree in cui non piove da molto tempo, precipitazioni così intense possono portare a un flusso eccessivo di infiltrazioni, con conseguenti potenziali inondazioni improvvise», ha dichiarato John Jaques, meteorologo della società di tecnologia ambientale Kisters, secondo il settimanale americano Newsweek.
«Le inondazioni di Dubai fungono da forte avvertimento sulle conseguenze indesiderate che possiamo scatenare quando utilizziamo tale tecnologia per alterare il clima». «Inoltre, abbiamo poco controllo sulle conseguenze dell’inseminazione delle nuvole. Dove esattamente pioverà effettivamente? L’uso di tecniche come il cloud seeding per portare le piogge tanto necessarie in un’area può causare inondazioni improvvise e siccità in un’altra».
Contrariamente a quanto si può pensare, tecnologia di controllo del meteo è in realtà vecchia di decenni. Da anni la Cina e gli USA stanno lavorando a tecnologie di controllo del clima che si sospetta abbiano la chiara possibilità di essere utilizzate come armi nei conflitti del futuro.
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Immagine generata artificialmente
Ambiente
L’EPA dà il via libera al primo pesticida PFAS nonostante gli avvertimenti sui rischi duraturi per la salute
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Ambiente
Le mucche danesi crollano dopo l’aggiunta al mangime del prodotto anti-peti al metano
Le mucche danesi stanno producendo meno latte e stanno collassando, e gli allevatori attribuiscono la colpa a un nuovo e controverso additivo per mangimi che dovrebbe ridurre le emissioni di metano.
Dal 1° ottobre, gli allevatori danesi hanno iniziato ad aggiungere Bovaer al mangime delle loro mucche per ridurre la produzione di metano, un gas serra, durante il pascolo.
Gli ambientalisti sostengono che le emissioni di metano provenienti dall’allevamento, cioè dalle flatulenze dei bovidi, siano una delle principali cause del riscaldamento globale.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa Copenhagen aveva programmato di imporre una tassa agricola sui peti vaccini.
Venerdì il quotidiano danese Jyllands-Posten ha riferito di aver parlato con diversi allevatori che ritengono che il Bovaer stia danneggiando le loro mandrie.
«Tantissime persone ci chiamano e sono insoddisfatte di ciò che accade alle loro mandrie», ha affermato Kjartan Poulsen, presidente dell’Associazione nazionale dei produttori lattiero-caseari danesi.
Gli allevatori hanno segnalato una diminuzione della produzione di latte e, in alcuni casi, il collasso degli animali. Alcuni hanno persino dovuto essere soppressi.
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Bovaer è prodotto dall’azienda olandese DSM ed è stato approvato dalla Commissione Europea come aggiunta ai mangimi per bovini nel 2022. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare ha affermato che l’additivo non presenta rischi per la salute delle mucche.
Alcuni degli allevatori che hanno parlato con Jyllands-Posten hanno dichiarato di aver rimosso Bovaer dal mangime e che i loro animali si sono ripresi.
L’Associazione nazionale dei produttori lattiero-caseari danesi ha ora avviato un’indagine sulle segnalazioni.
Il presidente Poulson afferma che il prossimo passo sarà quello di far firmare agli allevatori una dichiarazione in cui si impegnano a interrompere l’uso dell’additivo se i loro animali si ammalano, in conformità con le norme stabilite sul benessere degli animali.
Ha anche chiesto al ministro dell’agricoltura del Paese di dichiarare una «sospensione» dell’uso dell’additivo, in modo da poter raccogliere maggiori informazioni sui suoi effetti.
L’Amministrazione Veterinaria e Alimentare Danese ha dichiarato di essere a conoscenza di problemi segnalati da alcuni allevatori dopo l’utilizzo di Bovaer. L’agenzia ha incaricato i ricercatori dell’Università di Aarhus di indagare.
Come riportato da Renovatio 21, sono noti i progetti finanziati a Bill Gates di vaccinare le mucche contro le loro scoregge climatiche, o pannolinarle.
È altresì noto che Gates stia supportando a suon di milioni aziende che producono carne sintetica o alimenti a base di insetti.
Come riportato da Renovatio21, due anni fa il governo irlandese aveva programmato lo sterminio di 200 mila mucche per soddisfare gli dèi del cambiamento climatico.
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