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Essere genitori

Nilde Iotti, Cicciolina, la famiglia. Da Togliatti al “caso Bibbiano”

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Ho letto che sulla TV nazionale è andato in onda in settimana un tele-santino su Nilde Iotti. Che il PD avesse voglia di fare una bella fiction agiografica sulla giunonica, eterna dama del PCI, lo capiamo; che l’alleato a 5 stelle sentisse l’esigenza di spendere qualche milione per ricordare eroicamente una che in parlamento ci è stata 53 anni filati – altro che casta! – lo capiamo meno.

 

La Iotti fu lungamente Presidente della Camera: l’hanno seguita Scalfaro, la Pivetti, Pierferdi Casini, Fico. Insomma, sulla terza carica dello Stato forse c’è da fare qualche riflessione.

Palmiro Togliatti e la sua compagna Nilde Iotti

 

I commentatori di destra si sono scaldati. Hanno ricordato che per far posto alla Iotti il Migliore mandò a Mosca la vera moglie Rita «Marisa» Montagnana e il figlio schizofrenico e a tratti autistico – e capite che Mosca, specie all’epoca, non aveva i manicomi migliori del mondo, anzi vi ci mettevano, oltre che gli psicotici, i dissidenti – per piegarne la psiche con l’orrore dell’internamento. La Montagnana era una combattente vera, che aveva partecipato anche alla Guerra Civile spagnuola. Mentre fino agli ultimi anni della guerra Nilde aveva la tessera del Partito Nazionale Fascista.

 

Qualcuno ha ricordato che Nilde aveva quasi trent’anni (27 per l’esattezza) meno di Palmiro. Mutatis mutandis, una situazione che oggi, quando vediamo il vecchio imprenditore abbiente con la ragazza molto più giovane, porterebbe a sussurri malevoli sulla cosiddetta «moglie-trofeo».

 

Francobollo sovietico che celebra il compagno Tol’jatti

Si è rammentato che i due amanti brindarono quando i carri armati sovietici entrarono a Budapest nel 1956 per schiacciare quella che Togliatti chiamava «reazione clerico-fascista». E poi: gli elogi sperticati a Stalin (del resto, ben premiati: sul Volga ancora oggi vi è una città che si chiama come l’amante della Iotti, Tolyatti che qualcuno da noi chiama erroneamente «Togliattigrad»), il rifiuto di aiutare i soldati italiani prigionieri nei campi di concentramento sovietici («il sacrificio dei soldati dell’ ARMIR nei lager di Stalin è un antidoto al fascismo», scriveva in una lettera, aggiungendo beffardo che «sono umanitario quanto può esserlo una dama della Croce rossa»). E via dicendo: il catalogo delle mostruosità politiche del Migliore è denso assai.

 

Tuttavia non è la cifra di politica, gossip e geopolitica (il gossip spesso è sia politica che geopolitica) che mi interessa qui discutere. Vorrei qui abbozzare una riflessione diversa, che riguarda la famiglia.

 

 

Togliatti ed Engels contro la famiglia

Perché se Togliatti è stato il padre del moderno PCI, cioè la radice del PD, è importante cercare di capire come egli intendesse la famiglia.

 

Qui il discorso si fa ambiguo: perché tutti sapevano della situazione scabrosa che viveva il fiduciario di Stalin in Italia – che consumava con l’onorevole concubina addirittura in una garçonniere all’ultimo piano della sede del partito in via Botteghe Oscure; per lo più, da quel che mi par di capire, la linea del partito era però opposta. Il cittadino comunista doveva esprimere morigeratezza, avere una vita famigliare lineare, persino sposandosi, quando possibile, in Chiesa.

Un tempo il cittadino comunista doveva esprimere morigeratezza, avere una vita famigliare lineare, persino sposandosi, quando possibile, in Chiesa

 

La devianza, all’epoca non era ammessa. Di qui l’ostracismo riservato a Pier Paolo Pasolini, che oltre che omosessuale era sospettato di pedofilia, visto che già nel 1949 subì in Friuli un processo con l’imputazione di atti osceni in luogo pubblico e di corruzione di minore.

 

L’ideale famigliare comunista, quantomeno agli inizi, era, insomma, borghese: sicuramente, era una tattica del tipo Invasione degli Ultracorpi: conquisteremo il mondo avanzando impercettibilmente nella normalità.

 

Tuttavia, oltre che negli amori nel sottotetto di Botteghe Oscure, qualcos’altro di poco famigliare era innestato nei gangli più interiori del partito.

 

Perché il Comunismo, e quindi anche il Comunismo italiano, deriva dal Manifesto del Partito Comunista. Il quale non è stato solo scritto da Carlo Marx, ma anche da Federico Engels. È naturale quindi che in ambito PCI militanti ed elettori forse qualche pagina del dimenticato Engels se la siano letta.

 Federico Engels

 

Per esempio potrebbero essersi imbattuti ne L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato (1984). Dove l’amore per l’istituto della famiglia, quello previsto dalla «Costituzione più bella del mondo» non era esattamente percettibile.

 

«La moderna famiglia singola è fondata sulla schiavitù domestica della donna, aperta o mascherata, e la società moderna è una massa composta nella sua struttura molecolare da un complesso di famiglie singole» scrive Engels.

«La moderna famiglia singola è fondata sulla schiavitù domestica della donna, aperta o mascherata, e la società moderna è una massa composta nella sua struttura molecolare da un complesso di famiglie singole» scrive Engels.

 

«L’emancipazione della donna ha come prima condizione preliminare la reintroduzione dell’intero sesso femminile nella pubblica industria, e che ciò richiede a sua volta l’eliminazione della famiglia monogamica in quanto unità economica della società».

 

In nuce, c’è moltissimo di quello che poi sarebbe accaduto nel XX e nel XXI secolo: il gender come lotta contro la struttura dei sessi, la propulsione verso la promiscuità, la rivolta contro il patriarcato (quella di cui parlano certi indagati nel «caso di Bibbiano»), il femminismo vero e proprio.

 

Sopra ogni cosa: è ben visibile il programma di distruzione della famiglia.

Aldo Togliatti, figlio di Palmiro, schizofrenia con spunti autistici, mandato a Mosca e poi morto in una casa di cura

 

Togliatti, più che marxista, era engelsiano: le sue donne lavoravano (come agenti comuniste o come deputate); la monogamia l’aveva sepolta da mo’; aveva scomposto la molecola della sua famiglia al punto da abbandonare suo figlio pazzo in un altro continente. (Per la cronaca, Aldo Togliatti è morto a Modena 8 anni fa a Villa Igea, un manicomio di Modena, nella regione dove le «via Togliatti» abbondano, nel Paese la cui TV di Stato dedica uno sceneggiato all’amante del padre).

 

«L’emancipazione della donna ha come prima condizione preliminare la reintroduzione dell’intero sesso femminile nella pubblica industria, e che ciò richiede a sua volta l’eliminazione della famiglia monogamica in quanto unità economica della società» Friedrich Engels

Palmiro Togliatti emancipò così tanto la donna da far abortire Nilde, che qualcuno dice invece volesse tenere il bambino. Il piccolo fu invece  sacrificato all’altare della ragion politica.

 

Ad eseguire il feticidio fu il medico personale di Togliatti, Mario Spallone, dentro alla sua Villa Gina, dove prima della legge 194 già aveva praticato centinaia di aborti «come missione politica… Era un servizio sociale».

 

Feticidi di massa nello Stato parallelo comunista. Non che gli avversari democristiani prendessero sul serio questi omicidi seriali, all’epoca illegali: Alberto Sordi, si dice, ispirerà il suo Dottor Guido Tersilli proprio a Spallone.

 

Famiglia, psichiatria e PCI

Dinanzi allo scandalo di Bibbiano, in attesa di processo e sentenze che acclarino i fatti, mi sono chiesto ripetutamente se vi fosse, all’interno della linea ideologica che va dal PCI al PD, non solo un pensiero definito riguardo l’istituto familiare, ma, più materialmente, una vera e propria linea psichiatrica che la definisse concettualmente.

Esiste, all’interno della linea ideologica che va dal PCI al PD,  un pensiero definito riguardo l’istituto familiare e una sua tradizione psichiatrica?

 

È stato immerso nella politica, tramite la moglie Franca Ongaro eletta senatrice tra le fila del PCI con Sinistra Indipendente, il celebratissimo Franco Basaglia, lo psichiatra che dovremmo ringraziare per la legge sua omonima che prevedeva la chiusura dei manicomi. Lo psichiatra, ça va sans dire, ha avuto anche lui qualche anno addietro la sua mini-serie agiografica a spese del contribuente, C’era una volta la città dei matti, con protagonista  Fabrizio Gifuni, cioè il figlio dell’ex ministro ed ex Segretario Generale della Presidenza della Repubblica Gaetano Gifuni. È proprio il caso di dire: sono fiction di Stato.

 

Basaglia era il fronte italiano di una «scuola» internazionale di medici dell’epoca che prese il nome di «antipsichiatria» per la quale la famiglia era una istituzione di violenza, vera responsabile delle malattie mentali

Il dottor Basaglia era il fronte italiano di una «scuola» internazionale di medici dell’epoca che prese il nome di «antipsichiatria». Per gli antipsichiatri (Ronald Laing, David Cooper, Thomas Szasz) la famiglia era una istituzione di violenza, vera responsabile delle malattie mentali: i testi dell’Antipsichiatria sono talvolta chiari già dal titolo, come nel caso di Normalità e follia nella famiglia di Laing e La famiglia che uccide di Morton Schatzman. La famiglia era, per usare i loro termini, «schizogena»: la schizofrenia veniva dalla vita con mamma e papà e fratelli.

 

Scriveva Basaglia mostrando tutto il fondo marxista (lotta di classe, vittime della sopraffazione, etc.) del suo sentire: «l’unica possibilità che ci resti è di conservare il legame del malato con la sua storia – che è sempre storia di sopraffazioni e di violenze – mantenendo chiaro da dove provenga la sopraffazione e la violenza».

Franco Basaglia. Sua moglie fu eletta in Parlamento nelle liste di Sinistra Indipendente

 

Completa il suo pensiero un ulteriore papavero dell’antipsichiatria italiana, Giovanni Jervis nel suo Manuale critico di psichiatria, dove alle pagine 84-85 è proclamato:  

«La famiglia nucleare è la macchina che costantemente fabbrica e riproduce forza-lavoro, sudditi consumatori, carne da cannone, strutture di ubbidienza al potere; e anche nuovi individui condizionati in modo tale da ricostituire nuove coppie stabili, procreare altri figli, ricreare altre famiglie, e così perpetuare il ciclo».

 

«La famiglia nucleare è la macchina che costantemente fabbrica e riproduce forza-lavoro, sudditi consumatori, carne da cannone, strutture di ubbidienza al potere; e anche nuovi individui condizionati in modo tale da ricostituire nuove coppie stabili, procreare altri figli, ricreare altre famiglie, e così perpetuare il ciclo» Giovanni Jervis

Jervis, che aveva letto assiduamente la triade Marx-Lenin-Mao Zedong, era figlio di un direttore all’Olivetti, un partigiano decorato: vera aristocrazia goscista. Ma la famiglia non gli piaceva lo stesso:

 

«Gran parte dei disturbi mentali nascono proprio da queste contraddizioni; la famiglia contemporanea, nel momento stesso in cui comincia a non funzionare più, continua a fabbricare e condizionare dei bambini che le si rivolteranno contro, o che non riuscendo a rivoltarsi diventeranno nevrotici o psicotici; oppure cittadini conformisti, soddisfatti della loro mortale ubbidienza, mediocrità e normalità».

 

Se non si distrugge la famiglia, dicono gli psichiatri di sinistra, avremo una società di psicotici, oppure, ancora, peggio di lettori di Repubblica – anzi no, scusate, di «cittadini conformisti» e mediocri, si diceva.

 

Questa cosa della famiglia violenta è rimasta negli anni. Chi scrive ricorda gli annunci ripetuti all’altoparlante ad una Festa di Rifondazione Comunista nei primi anni 2000, dove l’imbonitrice megafonata raccomandava al pubblico di sciamare verso la conferenza che stava per iniziare la conferenza «Da Cogne a Novi Ligure: la famiglia è posto pericoloso». Chiaro, due casi ravvicinati, tremendi, offrivano il destro alla teoria della famiglia come «istituto di violenza».

Se non si distrugge la famiglia, dicono gli psichiatri di sinistra, avremo una società di psicotici, oppure, ancora, peggio di «cittadini conformisti» e mediocri

 

Dal 2006-2008 viene eletto in parlamento per il Partito dei Comunisti Italiani il professor Luigi Cancrini. In una intervista di qualche mese fa, riporta una lettera di un avvocato a Il Foglio, «il professor Cancrini difende [Claudio] Foti “che ha grandi meriti” e a cui secondo lui può semmai essere addebitato “un entusiasmo da lavoro” e un eccesso di sensibilità agli “accenni del bambino”».

 

Abbiamo appreso dal reportage di La7 sul «caso Bibbiano» che Cancrini starebbe scrivendo ora un libro con Foti.

 

Cicciolina trova Togliatti

Il boccaccesco peccato di adulterio Togliatti-Iotti, segreto di Pulcinella della Repubblica semicomunista italiana, divenne acqua fresca con il 1968 e l’avvento della cosiddetta «liberazione sessuale», cioè quando la promiscuità e la devianza divennero parte integranti delle lotte della sinistra.

 

Con il 1968 e l’avvento della cosiddetta «liberazione sessuale», cioè quando la promiscuità e la devianza divennero parte integranti delle lotte della sinistra

Tuttavia nemmeno quei ragazzi che nel PCI si erano spesi per il «libero amore» e per i poveri «compagni omosessuali oppressi» riuscirono nel capolavoro di Pannella, cui va riconosciuto un primato mondiale: aver lanciato materialmente il seme della pornocrazia.

 

Tra le fila del Partito Radicale, Giacinto detto Marco Pannella riesce nell’impresa di far eleggere Elena Anna detta Ilona Staller, meglio conosciuta con il nome d’arte di Cicciolina.

 

Si tratterebbe altresì di un bingo anche per i servizi dell’Ungheria comunista (quella dei tank applauditi da Togliatti, sì), che sarebbero quindi riusciti ad inserire un loro asset a rivelarlo è stata da subito proprio lei – sin dentro ad una carica elettiva.

Ilona Staller in Parlamento

 

L’elezione di una attrice pornografica in Parlamento irritò non poche le sue stesse compagne di partito: i radicali erano pieni di femministe oltranziste, come Emma Bonino, che andavano in cortocircuito a vedere, e a sentire, quello che la Staller aveva da offrire. Ricordandoci, inoltre, che la pornoattrice deputata ebbe come presidente della camera proprio Nilde Iotti

 

Cicciolina rappresentò il superamento definitivo dell’«immoralismo comunista». I comunisti, che credevano di aver il monopolio del progresso sociale (e quindi: del suo lancio verso la promiscuità, come per esempio con il divorzio) erano stati surclassati, e il progetto di «liberazione» dei costumi cominciavi a rivelarsi per quel che era: dissoluzione, decadenza. Cosa borghesissima.

 

Cicciolina rappresentò il superamento definitivo dell’«immoralismo comunista». I comunisti, che credevano di aver il monopolio del progresso sociale  erano stati surclassati, e il progetto di «liberazione» dei costumi cominciavi a rivelarsi per quel che era: dissoluzione, decadenza

La vita della Staller continuò anche dopo la politica. Ilona conobbe uno degli artisti più pagati della Terra, l’americano Jeff Koons. Questi impazzì per lei, al punto che alla Biennale di Venezia di inizio anni Novanta consegno gigantesche riproduzioni pornografiche dei due che copulavano nel modo più volgare possibile («Made In Heaven», «Illona’s Asshole», «Illona’s House Ejaculation»; a ispirare gli scatti pare fosse Riccardo Schicchi, il noto pigmalione di Cicciolina, ora deceduto). Qualcuno entrò alla Biennale e sfigurò con un taglierino l’«opera»: Koons ne fu contento. Si sposarono, le immagini dei due sposini che si baciavano avidamente con la lingua finirono perfino in un video degli U2, Even better than the real thing.

 

Il rapporto tra Koons e Cicciolina andò in crisi. «Quella donna è una prostituta incapace di educare nostro figlio»; «Quell’uomo è disonesto, è diventato miliardario vendendo i nostri amplessi». Il problema fu che nel frattempo i due avevano avuto un figlio, Ludwig. Il bambino fu oggetto di una asperrima contesa tra USA, patria del padre, e Italia, patria della madre.

 

È qui che, stranamente, salta fuori di nuovo il nome Togliatti.

 

Nel 1996 Il tribunale affida una consulenza tecnico-psichiatrica per stabilire chi tra Ilona Staller ed il suo ex marito Jeff Lynn Koons è il genitore più idoneo per ottenere l’affidamento definitivo del figlio nato tre anni prima. La scelta ricade su una docente di psicologia della Sapienza, Marisa Malagoli Togliatti: si tratta della figlia di Nilde Iotti e Palmiro Togliatti, adottata dalla coppia dopo che il padre operaio era morto nell’eccidio delle Fonderie Riunite di Modena, quando la polizia sparò contro i lavoratori in sciopero (1950).

 

Il primo round Cicciolina lo perde malamente.

Scrisse Repubblica: «La “bocciatura” al suo modo di essere madre era stata decisa da due donne, il giudice istruttore Aida Campolongo e la neuropsichiatra infantile Marisa Malagoli Togliatti, figlia adottiva di Palmiro Togliatti e dell’ex presidente della Camera Nilde Iotti. Nella sua relazione al tribunale, la dottoressa Togliatti aveva scritto che Ilona Staller era una madre incapace di esercitare la dovuta funzione educativa: troppo permissiva, con un rapporto con il bambino “ribaltato” e basato su elementi “simbiotici e regressivi”».

 

«Inoltre Ludwig, secondo il Tribunale, aveva molte difficoltà linguistiche: poco inglese, pochissimo italiano, “visto che in due anni aveva avuto otto baby sitter, tutte ungheresi”».

 

«Come ultimo punto il Tribunale aveva anche accennato alle “continue assenze” della madre, e la sentenza aveva completamente ignorato sia l’ex professione di porno star della Staller sia il contenuto delle opere di Koons, nemmeno quelle che hanno per soggetto Cicciolina».

Pannella e Cicciolina nel 1987

 

Sono giudizi che colpiscono: si può togliere un bambino ad una madre perché troppo permissiva? Forse sì, ce lo chiediamo perché non conosciamo i dettagli, ma la memoria torna a quando l’ex ministro Fontana, sull’onda dell’emozione del «caso Bibbiano», accennò in TV di un caso in Veneto in cui madre e figlio furono separati per il troppo amore di lei.

 

La questione delle difficoltà linguistiche lascia pure perplessi: quanti sono i bambini stranieri in questo Paese, specie appartenenti a stranieri di classe agiata o a militari (i soldati USA…) che non sanno dire una parola di italiano? Una retata ad una qualsiasi scuola statunitense– dove usualmente vengono iscritti i figli della world class di passaggio anche da noi – sul nostro territorio porterebbe quanti casi di allontanamento? E poi ancora, se una madre vuole insegnare la propria madrelingua al figlio, non ne ha il diritto?

 

Le vicende descritte nel «caso Bibbiano» pure talvolta abbonderebbero, secondo le carte degli inquirenti, di motivazioni futili o, come ha scritto Panorama, «strani pretesti».

 

Restiamo ancora più basiti,  ma non sappiamo se abbiamo capito bene, dinanzi al fatto che la sentenza non teneva in conto il particolare «lavoro della madre».

La pornografia è compatibile con il crescere un bambino? A fine giugno qualche giornale battè la notizia per cui i bambini sarebbero stati dati anche a titolari di sexy shop

 

Dobbiamo dire che in molti possono avere una certa curiosità sociologica sul tema: come cresce il figlio di una pornoattrice? Freud insegnava il trauma, la «scena primaria», del vedere i propri genitori accoppiarsi. Come può crescere una psiche bombardata da immagini pornografiche della propria mamma? Molte persone usano questa immagini per far scendere l’eccitazione. Perché si tratta di uno sfiorare l’ultimo tabù, e in rapporto ad una cosa simile, sono molti, anche tra i più accaniti difensori della sovranità famigliare massima che vacillerebbero: forse agli attori porno la patria potestà va tolta… specie ora che la pornografia pare, appunto, evolvere sempre più verso il tabù dell’incesto.

 

Niente di tutto questo: i problemi sono quelli sopraelencati. Bambino troppo attaccato alla madre. Troppe baby sitter. Non parla italiano. Madre che si assenta.

 

Ce lo chiediamo ancora: possibile che la sentenza non considerasse l’attività pornografica del genitore come un motivo per allontanare il minore? Possibile che non si fosse calcato anche o solo su questo?

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Stiamo solo ponendo delle domande a causa del cosiddetto Elephant in the room. La pornografia è compatibile con il crescere un bambino? È così che torna alla mente che a fine giugno qualche giornale battè la notizia per cui i bambini sarebbero stati dati, oltre che a persone con problematiche psichiche o con figli suicidi, anche a titolari di sexy shop.

 

È un mondo un po’ alla rovescia, dove però qualcosa torna.

 

Le Erinni e il matriarcato

Ecco la narrazione di 5000 anni di oppressione patriarcale, un’oppressione molto più longeva di quella del proletariato di Marx schiacciato dal crudele padrone; un’oppressione che chiama una rivoluzione per scardinare nientemeno che l’intero assetto dell’umanità così come la conosciamo

«L’odio della cultura patriarcale verso le donne accompagna ed esalta la necessità maschile di oggettivare e disumanizzare la donna per poterla dominare e possedere. La logica di potere è coerente: è necessario attaccare la dimensione soggettiva della donna, la sua libertà espressiva, la sua capacità d’iniziativa per poterla controllare meglio come si controlla un oggetto privo di vita. La finalità della cultura patriarcale è quella di poter acquisire la donna, di appropriarsene, di potersela “fare” con sicurezza, con continuità, con il massimo di piacere oggettivante» sono parole fortissime. Una condanna senza appello della nostra società, un discorso quasi apocalittico. Le ha scritte Claudio Foti, che ad un mese dallo scoppio del «caso Bibbiano» è stato pure indagato, scrissero i giornali, per maltrattamenti a moglie e figli. Come vale per tutti i casi e tutti gli indagati, le accuse vanno provate: aspettiamo i processi e le sentenze.

 

Tuttavia ci è difficile non ricollegarle a quelle di Friedrich Engels riportate più sopra in questo articolo, quando il pensatore comunista tedesco di due secoli fa parlava con sicurezza di «schiavitù domestica della donna».

 

Nel libro citato, L’origine della Famiglia, Engels va più in profondità, e tratteggia – servendosi di un’analisi dell’Orestea di Eschilo – una sorta di storia esoterica della sconfitta del Matriarcato per mano del Patriarcato, sulla scorta degli studi di Johann Jakob Bachofen, un autore poi abbracciato dalla destra più oscura.

Gratta la superficie di una cultura che rifiuta Dio e la morale, il sacrificio e il Logos, e ci trovi una storia oscura, una volontà di ribaltare completamente l’ordine del creato, e ci trovi, sempre, alla fine, un abisso mostruoso, furioso, dove la morale può capovolgersi

 

«Il diritto patriarcale ha riportato la vittoria sul diritto matriarcale – scrive Engels – Gli “dei di nuova stirpe”, come sono chiamati dalle stesse Erinni, vincono le Erinni e queste alla fine si lasciano indurre ad assumere un nuovo ufficio a servizio del nuovo ordine». Le Erinni, le Furie nella mitologia romana chiamate Dire da Virgilio, altro non sono se non mitiche personalizzazioni femminili della vendetta.

 

E proprio un aggettivo usato dal PM del «caso Bibbiano» Valentina Salvi pare riecheggiare questo motivo. Riguardo ad una indagata nota per le sue battaglie LGBT, scrive nelle carte dell’inchiesta che  «sono state la sua stessa condizione personale e le sue profonde convinzioni ad averla portata a sostenere con erinnica perseveranza la “causa” dell’abuso da dimostrarsi ‘ad ogni costo’».

 

Erinnica. La stessa che, proprio come in una letterale esecuzione del pensiero Engelsiano, in una intervista del 2016 lamentava che «in questo Paese è ancora troppo forte l’idea della famiglia patriarcale pa­drona dei figli». Ci è parso di sentire sul reportage TV di La7 una registrazione in cui la stessa operatrice del Servizio Sociale dava una data d’inizio dell’oppressione del patriarcato sul mondo: 5000 anni fa. Un’oppressione plurimillenaria, molto più longeva di quella del proletariato di Marx schiacciato dal crudele padrone; una rivoluzione che scardina l’intero assetto dell’umanità. Niente di meno.

Oreste inseguito dalle Erinni di William-Adolphe Bouguereau (1862)

 

Si tratta di un’altra narrazione. Molto, molto lontana da quel progressismo emiliano-romagnolo fatto di tavole imbandite alla Festa dell’Unità, gite in Riviera, spesa alla COOP. Gratta la superficie di una cultura che rifiuta Dio e la morale, il sacrificio e il Logos, e ci trovi tutt’altro. Ci trovi una storia oscura, una volontà di ribaltare completamente l’ordine del creato, e ci trovi, sempre, alla fine, un abisso furioso, dove la morale può capovolgersi.

 

Gratti Marx ci trovi Engels.

Gratti Palmiro Togliatti e ci potresti trovare i possibili «casi Bibbiano». Con «erinnica perserveranza».

 

Roberto Dal Bosco

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Una percentuale impressionante di adolescenti afferma che parlare con l’AI è meglio che con gli amici nella vita reale

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Un sondaggio ha scoperto che oltre la metà degli adolescenti americani utilizza regolarmente dispositivi di Intelligenza artificiale antropomorfa come Character.AI e Replika.

 

I compagni immaginari AI sono diventati parte integrante della vita degli adolescenti. Il dato sconvolgente vede il 31% degli adolescenti intervistati che ha affermato che le proprie interazioni con i compagni IA erano altrettanto o più soddisfacenti delle conversazioni con gli amici nella vita reale. 

 

Il sondaggio, pubblicato dall’organizzazione no-profit per la responsabilità tecnologica e l’alfabetizzazione digitale Common Sense Media, ha intervistato 1.060 adolescenti di età compresa tra 13 e 17 anni negli Stati Uniti, rilevando che circa tre ragazzi su quattro hanno utilizzato amici di intelligenza artificiale, definiti da Common Sense come strumenti di AI emotiva progettati per assumere una personalità o un carattere specifico, a differenza di un chatbot di assistenza di uso generale come ChatGPT.

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Oltre la metà degli adolescenti intervistati si qualifica come utente abituale di compagni di intelligenza artificiale, il che significa che si collega per parlare con i bot almeno un paio di volte al mese.

 

Secondo il rapporto, mentre circa il 46% degli adolescenti ha dichiarato di essersi rivolto principalmente a questi bot come strumenti, circa il trentatré percento ha detto di utilizzare i bot di compagnia per «interazioni e relazioni sociali, tra cui esercitazioni di conversazione, supporto emotivo, giochi di ruolo, amicizia o interazioni romantiche».

 

«La scoperta più sorprendente per me è stata quanto i dispositivi di intelligenza artificiale siano diventati di uso comune tra molti adolescenti», ha affermato il dottor Michael Robb, responsabile della ricerca di Common Sense, in un’intervista con il sito Futurism. «E oltre la metà di loro afferma di usarli più volte al mese, il che è ciò che definirei un utilizzo regolare. Quindi, solo questo mi ha lasciato senza parole».

 

Queste amicizie virtuali sono state oggetto di un attento esame nei mesi successivi alla presentazione di due distinte cause legali contro Character.AI di Google, per accuse secondo cui l’azienda avrebbe rilasciato una tecnologia negligente e sconsiderata che avrebbe abusato emotivamente e sessualmente di diversi minori, causando danni fisici e psicologici.

 

Uno dei giovani al centro di queste cause legali, un quattordicenne della Florida di nome Sewell Setzer III, si è suicidato dopo aver interagito a lungo con i bot di Character.AI, con i quali l’adolescente aveva avuto conversazioni intime e sessualmente esplicite.

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Alcuni ricercatori di Common Sense e del laboratorio Brainstorm della Stanford University hanno avvertito che nessun compagno di AI era sicuro per i bambini di età inferiore ai diciotto anni. 

 

«La società è alle prese con l’integrazione degli strumenti di Intelligenza Artificiale in molti aspetti diversi della vita delle persone», ha affermato il Robb. «Penso che molti strumenti vengano sviluppati senza pensare ai bambini, anche se sono utilizzati da utenti di età inferiore ai 18 anni con una certa frequenza… ma, ad oggi, non sono state condotte molte ricerche su cosa rappresenti l’ambiente di supporto dell’intelligenza artificiale per i bambini».

 

Il caso d’uso più ampiamente segnalato dagli adolescenti è quello dell’intrattenimento, mentre molti altri hanno affermato di utilizzare questi software AI come «strumenti o programmi» anziché come amici, partner o confidenti. Circa l’ottanta percento degli adolescenti in questione ha poi dichiarato di trascorrere più tempo con veri amici umani rispetto a qualsiasi compagno di intelligenza artificiale, e circa la metà degli adolescenti ha espresso scetticismo sull’accuratezza e l’affidabilità dei risultati dei chatbot. 

 

«Non credo che gli adolescenti stiano semplicemente sostituendo le relazioni umane con compagni di intelligenza artificiale; credo che molti adolescenti si stiano avvicinando a loro in modo piuttosto pragmatico», ha chiarito il Robb. «Molti ragazzi dicono di usarli per divertirsi e soddisfare la propria curiosità, e la maggior parte trascorre ancora molto più tempo con veri amici e afferma di trovare le conversazioni umane più appaganti».

 

«Ma allo stesso tempo si vedono ancora piccoli indizi sotto la superficie che potrebbero essere problematici, soprattutto quando queste cose diventano più radicate nella vita dei bambini», ha proseguito.

 

Il gruppo più preoccupante del sondaggio potrebbe essere quello degli adolescenti che non trovano l’interazione sociale umana soddisfacente quanto le interazioni con l’intelligenza artificiale. Il ventuno percento dei ragazzi ha fatto sapere che le loro conversazioni con i bot erano altrettanto soddisfacenti delle interazioni umane, e il dieci percento ha detto che erano migliori delle loro esperienze umane.

 

Circa un terzo dei minorenni ha anche dichiarato di aver scelto di discutere di questioni serie o delicate con i bot invece che con i propri coetanei.

 

«C’è una buona fetta di utenti adolescenti che sceglie di discutere di questioni serie con l’intelligenza artificiale invece che con persone reali, o di condividere informazioni personali con le piattaforme», ha affermato Robb, i cui risultati, a suo dire, «sollevano preoccupazioni sulla volontà degli adolescenti di condividere le proprie informazioni personali con le aziende di Intelligenza Artificiale».

 

«I termini di servizio di molte di queste piattaforme garantiscono loro diritti molto ampi, spesso perpetui, sulle informazioni personali condivise dai ragazzi», ha affermato il ricercatore. «Tutto ciò che un adolescente condivide – i suoi dati personali, il suo nome, la sua posizione, le sue fotografie… e anche i pensieri più intimi che vi inserisce – diventa materiale che le aziende possono utilizzare a loro piacimento».

 

Sebbene la maggior parte di queste piattaforme vieti l’accesso ai minori, queste sono di facile accesso per un ragazzo. Le verifiche dell’età si limitano generalmente a fornire un indirizzo email valido e all’auto-segnalazione della propria data di nascita. 

 

«Dovrebbe esserci una maggiore responsabilità per le piattaforme tecnologiche», ha continuato Robb, aggiungendo che «dovremmo avere una regolamentazione più significativa per regolamentare il modo in cui le piattaforme possono fornire prodotti ai bambini».

 

Quando si parla dell’uso di dispositivi di intelligenza artificiale da parte degli adolescenti, il peso del vuoto normativo del settore dell’IA ricade pesantemente sui genitori, molti dei quali fanno fatica a tenere il passo con le nuove tecnologie e con ciò che potrebbero significare per i loro figli.

«Non esiste un piano perfetto per i genitori, perché si trovano a dover competere con grandi aziende che investono molto nel far usare questi prodotti ai loro figli. Molti genitori non sanno nemmeno che queste piattaforme esistono… come primo passo, parlatene apertamente, senza giudizi», ha chiosato Robb.

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Come riportato da Renovatio 21, il colosso dei social, Meta, per bocca del suo CEO Mark Zuckerberg ha affermato che più persone dovrebbero connettersi con i chatbot a livello sociale, perché non hanno abbastanza amici nella vita reale.

 

La recente storia ci insegna che le amicizie virtuali non hanno vita lunga, bensì le finalità, sul lungo periodo, sono ben altre. Il social dello Zuckerberg aveva fatto irruzione nel mondo web con il motto, reso pubblico nel 2008, secondo cui «Facebook ti aiuta a connetterti e condividere con le persone nella tua vita». Una bella trovata che riuscì a far convergere all’interno della piattaforma moltissimi utenti di tutte le età che, nel primo periodo, si divertivano non poco a ritrovare persone sparse per il mondo conosciute in qualche viaggio o in qualche condivisione di esperienza di vita chissà dove.

 

Questo slogan pare sia un lontano ricordo, tanto che secondo Zuckerberg stesso, lo scopo principale di Facebook «non era più davvero quello di connettersi con gli amici».

 

«La parte degli amici è andata giù un bel po’», ha detto il CEO di Meta, secondo Business Insider. Invece, dice che la piattaforma si è evoluta lontano da quel modello, diventando «più di un ampio spazio di scoperta e intrattenimento».

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Essere genitori

I nitrati nell’acqua, anche molto al di sotto dei livelli «sicuri», aumentano i rischi per la salute dei neonati

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I nitrati, che entrano nell’acqua potabile principalmente attraverso il deflusso di fertilizzanti chimici e il letame animale proveniente dagli allevamenti, sono invisibili, inodori e insapori. Anche a una concentrazione pari a solo l’1% della soglia di sicurezza stabilita dal governo federale, i nitrati possono aumentare significativamente il rischio di parto prematuro e basso peso alla nascita, secondo un nuovo studio condotto su 350.000 certificati di nascita.   Secondo un nuovo studio, anche livelli molto bassi di nitrati nell’acqua potabile, ben al di sotto della soglia di sicurezza stabilita dal governo federale, possono aumentare significativamente il rischio di parto prematuro e di basso peso alla nascita.   Il nitrato, una sostanza chimica diffusa che entra nell’acqua potabile principalmente attraverso il deflusso dei fertilizzanti chimici e il letame animale proveniente dalle fattorie, è invisibile, inodore e insapore, il che fa sì che molte persone non si accorgano di assumerlo.   I ricercatori hanno analizzato più di 350.000 certificati di nascita in Iowa dal 1970 al 1988 e hanno scoperto che anche 0,1 milligrammi di nitrato per litro (mg/L), ovvero appena l’1% del livello che l’Agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA) degli Stati Uniti considera attualmente «sicuro», era collegato a rischi più elevati di nascita prematura o di bambini troppo piccoli.   La prematurità e il basso peso alla nascita sono le principali cause di morte nei neonati e nei bambini sotto i 5 anni. Aumentano inoltre il rischio di disturbi dello sviluppo come la paralisi cerebrale e le probabilità di malattie croniche come l’obesità e il diabete in età adulta.   «La posta in gioco è chiara. Nessun livello di nitrato nell’acqua potabile sembra sicuro durante la gravidanza», ha affermato Jason Semprini, professore associato di economia della salute pubblica presso la Des Moines University e autore principale dello studio, pubblicato il 25 giugno su PLOS Water.   «Per decenni, abbiamo conosciuto i meccanismi biologici che suggeriscono potenziali danni derivanti dall’esposizione ai nitrati in utero. Ora, abbiamo prove coerenti derivanti da rigorose ricerche condotte in diversi studi che dimostrano questo potenziale danno nei nati vivi».

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I limiti dell’EPA non affrontano i principali rischi per la salute durante la gravidanza

I risultati dello studio giungono mentre l’Iowa si trova ad affrontare una crisi idrica senza precedenti a causa della contaminazione da nitrati.   Contribuiscono inoltre alle crescenti preoccupazioni circa gli effetti sulla salute dell’inquinamento agricolo causato dall’industria, nelle regioni rurali e agricole di stati come Kansas, Nebraska, Minnesota, California e Pennsylvania, e persino in grandi città come Los Angeles e Chicago.   L’EPA ha fissato il limite attuale per i nitrati nell’acqua potabile a 10 mg/L, ovvero 10 parti per milione, per prevenire la metaemoglobinemia o «sindrome del bambino blu», una malattia del sangue potenzialmente fatale che priva il corpo di ossigeno.   Semprini e altri sostengono che lo standard, stabilito nel 1992, non rispecchia la scienza attuale e non tiene conto degli esiti delle nascite e di altri potenziali rischi per la salute.   Sebbene la tanto attesa valutazione dell’EPA sia ancora in stallo, il nitrato è stato collegato al cancro del colon-retto , alle malattie della tiroide e a gravi difetti congeniti del cervello e del midollo spinale.   L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro classifica i nitrati presenti negli alimenti e nell’acqua come «probabilmente cancerogeni» per l’uomo, mentre un rapporto pubblicato l’anno scorso suggerisce che il rischio di morte è più alto del 73% rispetto all’acqua priva di nitrati, anche a bassi livelli.   L’Iowa, dove è stato condotto il nuovo studio, presenta alcune delle più alte concentrazioni di nitrati nelle falde acquifere degli Stati Uniti, come dimostra lo studio. È inoltre al secondo posto a livello nazionale per nuove diagnosi di cancro.

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L’esposizione precoce alla gravidanza è considerata la più dannosa

Per stimare l’esposizione ai nitrati, Semprini ha confrontato i dati relativi all’acqua potabile con i dati relativi alle nascite entro 30 giorni dal concepimento, periodo in cui il feto è particolarmente vulnerabile. Ha inoltre testato l’esposizione oltre 90 giorni prima del concepimento e non ha riscontrato alcun collegamento con esiti negativi, suggerendo che l’esposizione precoce alla gravidanza è ciò che conta di più.   Lo studio ha rilevato che i livelli di nitrati nell’acqua potabile pubblica dello Stato sono aumentati dell’8% ogni anno durante il periodo di studio, attestandosi in media a 4,2 mg/L per tutte le nascite.   Oltre l’80% dei neonati studiati è stato esposto a una certa quantità di nitrati e 1 su 10 è stato esposto a livelli superiori al limite federale. Complessivamente, il 5% è nato sottopeso e il 7,5% è nato pretermine.   I risultati principali includono:
  • L’esposizione a più di 0,1 mg/L di nitrato è stata associata a un aumento dello 0,66% del rischio di parto pretermine, ovvero un aumento del 9% rispetto alla media.
 
  • L’esposizione a più di 5 mg/L è stata associata a un aumento dello 0,33% del rischio di basso peso alla nascita (inferiore a 5,8 libbre, ovvero 2.500 grammi).
 
  • Anche le gravidanze esposte a bassi livelli di nitrati erano leggermente più brevi, in media di circa 0,25-0,5 giorni.
 
  • Esposizioni più elevate al di sopra del limite EPA non hanno mostrato effetti più marcati, il che suggerisce che la soglia attuale potrebbe non essere sufficientemente protettiva.
  Lo studio invita l’agenzia ad agire e sollecita l’aggiornamento del limite federale per i nitrati. Raccomanda inoltre agli stati di adottare una supervisione più rigorosa, che includa test frequenti, rendicontazioni pubbliche trasparenti e politiche volte a ridurre il deflusso di nitrati attraverso la riforma agricola.   «Non si tratta solo di normative ambientali, ma anche della salute dei bambini e delle madri», ha affermato Semprini. «Se non aggiorniamo i nostri standard per adeguarli alla scienza attuale, potremmo danneggiare silenziosamente migliaia di gravidanze ogni anno».   Pamela Ferdinand  
Pamela Ferdinand è una giornalista pluripremiata ed ex borsista del Massachusetts Institute of Technology Knight Science Journalism, che si occupa dei determinanti commerciali della salute pubblica.

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Essere genitori

Vaccini pediatrici, il 60% delle donne incinte e delle giovani madri potrebbe ritardare o rifiutare i sieri per i bambini

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Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.

 

I risultati di due sondaggi nazionali suggeriscono che un numero crescente di neomamme e future mamme sta mettendo in dubbio la sicurezza, l’efficacia e la necessità dei vaccini per i propri figli. I risultati sono in linea con un recente sondaggio, condotto da Zogby Strategies e finanziato da Children’s Health Defense, che mostra che il 60% dei genitori di bambini piccoli ritiene che sia giunto il momento di rivedere il calendario vaccinale infantile.

 

Secondo i risultati di due indagini condotte a livello nazionale, il 60% delle donne incinte e delle giovani madri sta valutando di rinviare o rifiutare le vaccinazioni di routine per i propri figli, mentre solo il 40% prevede di seguire il programma completo di vaccinazioni infantili.

 

I risultati, pubblicati martedì sulla rivista JAMA Network Open, hanno mostrato che l’incertezza sui vaccini era più elevata tra le donne incinte che avevano già partorito e tra i genitori di bambini piccoli.

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Circa il 25% dei genitori di bambini piccoli ha dichiarato che rifiuterebbe almeno alcuni vaccini infantili per i propri figli, così come ha fatto circa il 20% delle donne incinte che avevano già partorito.

 

Quasi la metà (48%) delle donne incinte che non avevano mai partorito hanno dichiarato di essere indecise sulla vaccinazione infantile.

 

Un terzo (33%) dei genitori di bambini piccoli ha dichiarato di voler rifiutare alcuni o tutti i vaccini previsti dal calendario di immunizzazione infantile per i propri figli.

 

In totale, 174 donne incinte e 1.765 genitori di bambini piccoli hanno partecipato alle due indagini, somministrate contemporaneamente nell’aprile 2024.

 

Lo studio è stato condotto da cinque ricercatori dell’Università Emory e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC).

 

Alcuni esperti hanno ipotizzato che i risultati dell’indagine indichino che un numero crescente di neomamme e future mamme mettono in dubbio la sicurezza, l’efficacia e la necessità dei vaccini per i propri figli.

 

«Prima dell’era COVID, solo una piccola parte dei genitori metteva in discussione il programma vaccinale del CDC: meno di uno su quattro», ha affermato Brian Hooker, Ph.D., direttore scientifico di Children’s Health Defense (CHD). «Credo fermamente che il messaggio sulla reale frequenza degli eventi avversi da vaccino stia iniziando a diffondersi».

 

Hooker, che all’inizio di questa settimana ha partecipato a un’udienza al Senato sui danni da vaccino, ha affermato di credere che l’aumento del numero di genitori che mettono in discussione il programma di vaccinazione infantile sia «in parte dovuto alle evidenti carenze e ai pericoli dei vaccini contro il COVID-19 e anche agli sforzi del Segretario alla Salute Robert F. Kennedy Jr. e di coloro che lavorano con lui».

 

A febbraio, Kennedy ha affermato che il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti indagherà su tutte le possibili cause dell’epidemia di malattie croniche nei bambini, compresi i vaccini.

 

Ad aprile, Kennedy ha annunciato l’avvio di un massiccio programma di test e ricerca per studiare l’epidemia di autismo. Secondo uno studio peer-reviewed pubblicato all’inizio di quest’anno, i bambini vaccinati hanno una probabilità del 170% maggiore di ricevere una diagnosi di autismo rispetto ai bambini non vaccinati.

 

Il mese scorso, il nuovo comitato consultivo sui vaccini del CDC ha dichiarato che studierà gli effetti cumulativi delle oltre 70 dosi di 15 diversi vaccini raccomandati dal CDC per bambini e adolescenti di età compresa tra 6 mesi e 18 anni.

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«Giudicheranno da soli cosa è meglio per i loro figli»

La dottoressa Kimberly Biss, ostetrica e ginecologa certificata della Florida, ha affermato che i risultati del sondaggio riflettono ciò che ha osservato presso la sua clinica.

 

«Posso attestare che la maggior parte dei miei pazienti in età riproduttiva non ha fatto iniezioni dal 2021 e dall’inizio del 2022», ha affermato Biss.

 

La biologa Christina Parks, Ph.D., ha affermato che i risultati rispecchiano ciò che ha «visto e sentito da molte madri e famiglie».

 

«Come suggerisce lo studio, molte madri sono ancora ‘indecise’ durante la gravidanza, non perché siano contrarie ai vaccini, ma semplicemente perché non hanno ancora avuto l’opportunità o la motivazione di confrontarsi pienamente con l’argomento», ha affermato Parks.

 

Parks ha affermato che, sebbene molte neomamme inizialmente non fossero contrarie a vaccinare i propri figli, «sono rimaste completamente spiazzate dal numero e dalla frequenza delle vaccinazioni che il loro bambino riceve in un arco di tempo così breve».

 

«Mi hanno detto che la sensazione di sconforto che provavano nello studio del medico era lo stimolo che li spingeva a fare ricerche approfondite, soprattutto se in seguito avevano notato qualcosa di preoccupante nel loro bambino. Pertanto, il coinvolgimento attivo dei genitori nella comprensione della vaccinazione è probabilmente il fattore che determina l’esitazione vaccinale e/o il rifiuto selettivo» ha affermato.

 

Il medico di medicina interna Clayton J. Baker Jr. ha affermato che, nonostante la revisione del calendario delle vaccinazioni infantili da parte delle agenzie di sanità pubblica sia in corso, un numero crescente di genitori sta pensando in modo critico alle vaccinazioni dei propri figli.

 

«Ciò che più mi colpisce è che solo una minoranza di genitori in qualsiasi sottogruppo accetti ciecamente tutti i vaccini. Questo per me significa una cosa molto semplice: le persone stanno usando la testa. Giudicheranno da sole cosa è meglio per i loro figli. Questo è un segnale incoraggiante», ha detto Baker.

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«I genitori si stanno svegliando»

ricercatori coinvolti nei due sondaggi pubblicati su JAMA Network Open hanno citato alcuni studi recenti che indicano una crescente esitazione nei confronti dei vaccini tra i genitori.

 

Uno studio, pubblicato sulla rivista Vaccines nel maggio 2024, ha mostrato che da novembre 2021 a luglio 2022, «la percentuale di genitori esitanti riguardo ai vaccini pediatrici contro il COVID-19 è aumentata di 15,8 punti percentuali», passando dal 24,8% al 40,6%.

 

Secondo lo studio, i genitori sono diventati anche «sempre più preoccupati per la sicurezza e l’importanza complessiva del vaccino pediatrico contro il COVID-19».

 

Uno studio pubblicato su Vaccines nel marzo 2024 ha dimostrato che l’aderenza al calendario vaccinale infantile tra i bambini di età compresa tra 19 e 23 mesi è diminuita nel 2021 rispetto al 2020.

 

Un sondaggio indipendente condotto a giugno da Zogby Strategies e finanziato da CHD tra gli elettori registrati ha rilevato che il 60% dei genitori con bambini piccoli è favorevole alla revisione del programma di vaccinazione infantile del CDC.

 

Nel complesso, il 49% degli intervistati ha dichiarato di sostenere la revisione del calendario vaccinale, mentre il 30% degli elettori si è detto contrario.

 

Secondo i risultati di un sondaggio Gallup pubblicato nell’agosto 2024, il 69% degli intervistati ha affermato che è estremamente o molto importante che i genitori vaccinino i propri figli, una percentuale in calo rispetto all’84% del 2019 e al 94% del 2001.

 

Parks ha affermato che questi risultati non sono sorprendenti:

 

«Credo che stiamo assistendo a una crescente esitazione, in particolare tra i genitori attenti e coinvolti che desiderano essere proattivi riguardo alla salute dei propri figli. Ora c’è più accesso alle informazioni che mai e i genitori stanno assumendo sempre più il ruolo di ricercatori e promotori. Quando si tratta della cosa più preziosa della loro vita, i loro figli, i genitori vogliono comprendere appieno le loro scelte mediche e collaborare con il loro medico, invece di seguire ciecamente le indicazioni mediche».

 

Baker ha affermato che ciò che spesso viene definito «esitazione nei confronti dei vaccini» è in realtà «pensiero critico» da parte dei genitori.

 

«Credo che i genitori si stiano svegliando e si stiano rendendo conto che tutti gli interventi medici comportano dei rischi, che per qualsiasi trattamento è necessaria un’analisi rischi-benefici e che questo include assolutamente i vaccini», ha affermato Baker.

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«La fiducia non si costruisce con la pressione»

Secondo i ricercatori che hanno condotto i due sondaggi pubblicati su JAMA Network Open, potrebbero essere necessari più interventi da parte degli operatori sanitari durante la gravidanza «per supportare in modo proattivo i genitori nelle decisioni relative alle vaccinazioni prima della nascita del bambino».

 

Baker ha affermato che questa dichiarazione non arriva a imporre ai genitori di vaccinare i propri figli. Ha affermato:

 

Il linguaggio di questo articolo è più vago nel promuovere i vaccini rispetto a un paio di anni fa. Gli autori non arrivano a proclamare di stare «combattendo l’esitazione vaccinale» e cose del genere. Non so se questo sia dovuto al fatto che i ricercatori si stanno rendendo conto che i pazienti hanno dei diritti e che i vaccini comportano dei rischi, o se stanno semplicemente nascondendo meglio i loro pregiudizi.

 

Parks ha affermato che tali interventi potrebbero indurre i neo-genitori e i futuri genitori a condurre più ricerche sulle vaccinazioni infantili, portando potenzialmente un numero crescente di genitori a mettere in discussione i vaccini piuttosto che vaccinare i propri figli con il programma completo di vaccinazione infantile.

 

«È importante ricordare che la maggior parte delle madri non accetta le informazioni per quello che sono. Spesso prendono ciò che hanno sentito dagli operatori sanitari e lo confrontano con ciò che sentono da amici fidati, familiari e altre madri» ha affermato.

 

«Ironicamente, introdurre l’argomento in anticipo probabilmente spingerà le madri ad approfondire la questione della vaccinazione prima di quanto avrebbero fatto altrimenti».

 

Parlando con altri genitori, le neomamme e le future mamme potrebbero essere più propense a mettere in discussione i vaccini infantili, ha affermato Karl Jablonowski, Ph.D., ricercatore senior presso CHD.

 

«Il sondaggio dimostra che diventare genitori nel nostro sistema sanitario può essere un’esperienza positiva», ha affermato. «Quando gli scettici sono coloro che hanno già affrontato questa esperienza, chi si avvicina per la prima volta farebbe bene a chiedersi il perché».

 

Alcuni esperti ritengono che la disponibilità a porre domande e la disponibilità del medico a rispondere siano le cose più necessarie.

 

«La fiducia non si costruisce con la pressione, ma con la collaborazione. E per molti genitori, soprattutto durante la gravidanza e la prima infanzia, questo senso di collaborazione è ciò che cercano veramente», ha detto Parks.

 

Michael Nevradakis

Ph.D.

 

© 17 luglio 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.

 

Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.

 

 

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