Droga
Narcos cinesi riciclano il danaro del fentanyl in Canada per il Partito Comunista Cinese
Narcotrafficanti delle triadi, la mafia cinese, riciclerebbero danaro presso banche di Toronto, in Canada, in combutta con il partito Comunista Cinese (PCC) in operazioni finanziarie globali di lavaggio di denaro sporco e traffico di droga che coinvolgono i cartelli messicani che inondano gli Stati Uniti di droghe illecite. Lo riporta il giornalista investigativo Sam Cooper sul suo Substack, chiamato The Bureau.
Cooper ha intervistato David Asher, un ex investigatore senior del dipartimento di Stato, che ha spiegato che il centro di comando e controllo cinese per il riciclaggio di denaro sporco nordamericano è controllato da leader della Triade cinese come Tse Chi Lop. L’ex funzionario ha dichiarato che tutto questo fa parte della strategia del PCC di usare i cartelli della droga come armi contro i Paesi occidentali.
Asher ha osservato che la banca che parrebbe implicata «è davvero la punta di un iceberg profondo, è così che lo metterei a verbale. Cosa ne sa la dirigenza (…) in Canada di ciò che stava accadendo negli Stati Uniti? E poi la domanda è, questi sono gli Stati Uniti. Quindi che diavolo sta succedendo con la banca in Canada? Non lo sappiamo».
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«Quindi il governo cinese sta sostenendo la guerra dell’oppio al contrario, e lo sappiamo con certezza», ha spiegato Asher, riecheggiando la nota teoria per cui i cinesi con il traffico di fentanyl (operato dai cartelli messicani) starebbero ripagando gli anglofoni di quanto subito nel XIX secolo con le cosiddette Guerre dell’oppio, dove i britannici piegarono la Cina manu militari al consumo della potente droga che dà dipendenza.
«E la maggior parte di ciò che stiamo vedendo proviene da questo caso, e c’è molto di più. Vedremo quale delle quattro grandi banche statunitensi verrà nominata la prossima volta».
Nell’intervista viene detto che esisterebbe un nesso diretto tra Stato cinese e triade: Asher sostiene che le triadi cinesi come la 14K e la Sun Yee On sono state cooptate dal PCC per facilitare il riciclaggio di denaro e il traffico di droga a livello globale.
Viene quindi raccontato che studenti cinesi internazionali sarebbero usati come «muli»: incaricati dall’organo di influenza estera di Pechino, il Dipartimento del lavoro del Fronte Unito, gli studenti cinesi vengono sistematicamente utilizzati per depositare denaro contante legato al fentanyl per le Triadi e i cartelli messicani nelle banche nordamericane, ha affermato Asher. Gli investigatori ritengono che le istituzioni finanziarie abbiano consentito a cittadini internazionali «provenienti dalla Cina con visti per studenti di versare miliardi di dollari al mese in tutte le più grandi banche degli Stati Uniti».
L’Asher critica il governo canadese per l’inadeguata cooperazione nelle indagini sul Tse Chi Lop e più in generale sul traffico di fentanyl e sul riciclaggio di denaro della Triade e suggerisce che possibili influenze politiche e finanziarie stanno ostacolando l’efficace applicazione della legge.
L’incapacità di smantellare queste reti sta contribuendo all’attuale crisi del fentanyl, dice l’intervistato, che ogni anno miete decine di migliaia di vittime negli Stati Uniti e in Canada.
Asher aggiunge quindi che Pechino sovvenzionerebbe anche il traffico di metanfetamine, rivelando che gli investigatori del Congresso degli Stati Uniti sostengono che la Repubblica Popolare non sta solo incentivando le esportazioni di precursori del fentanyl, ma anche le vendite di metanfetamine.
Copper ha detto al sito ZeroHedge che il suo reportage a Vancouver ha scoperto come le Triadi avrebbero inizialmente utilizzato studenti cinesi per trasportare sacchi di denaro contante derivante dalla droga nei casinò, e i casinò avrebbero riciclato questi fondi dal fentanyl in lussuosi appartamenti e ville, causando la crisi dell’accessibilità economica degli alloggi in Canada, insieme alle morti per fentanyl.
Tuttavia, quando il COVID fece chiudere i casinò canadesi, le Triadi si sono semplicemente evolute, facendo sì che gli studenti aprissero conti bancari e trasportassero mazzette di denaro derivante dal fentanyl direttamente nei depositi bancari, in tutto il Nord America.
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Almeno cinquanta volte più potente dell’eroina, e quindi più facile da contrabbandare in quantità e altamente più letale, il fentanyl è considerato da alcuni come una vera arma di distruzione di massa.
Come riportato da Renovatio 21, i cartelli della droga messicani portano in Nordamerica il fentanyl (di fabbricazione cinese) tramite la massa di migranti e pure con incursioni di droni, che utilizzano talvolta pure in versione armata.
La pandemia ha portato un aumento delle morti per overdose tale che tra il 2020 e il 2021 si è raggiunta la cifra di 100 mila morti: una vera ecatombe. Già due anni fa era chiarissimo che le morti per droga di cittadini statunitensi superavano quelle per il COVID.
Il fentanil può provenire da laboratori in Messico che utilizzano sostanze chimiche fornite dalla Cina. Altre volte, pare che il fentanyl arrivi direttamente negli USA dalla Cina, addirittura tramite ordini che è possibile piazzare online. I cartelli messicani possono produrre fentanyl, ma la materia prima o il prodotto già pronto arriva decisamente dalle coste cinesi.
«Dal 2013, la Cina è stata la principale fonte del fentanyl che ha inondato il mercato delle droghe illecite degli Stati Uniti (…) alimentando l’epidemia di droga più mortale nella storia degli Stati Uniti. Sia l’amministrazione Obama che quella Trump hanno dedicato un significativo capitale diplomatico per convincere la Cina a reprimere la fornitura di fentanyl dalla Cina agli Stati Uniti, con la Cina che ha finalmente annunciato nell’aprile 2019 che la produzione, la vendita e l’esportazione di tutti i farmaci di classe fentanyl sono vietate, ad eccezione delle aziende autorizzate a cui il governo cinese ha concesso licenze speciali» scrive un saggio della Brookings Institution intitolato Fentanyl and geopolitics: Controlling opioid supply from China.
«Nonostante il fatto che la Cina sia orgogliosa di avere una forte posizione e reputazione antidroga – scriveva nel suo essay Vanda Felbab-Brown – è altamente improbabile che la Cina inizi una cooperazione antidroga con gli Stati Uniti (…) a meno che non inizi a sperimentare la propria epidemia di oppioidi sintetici. Inoltre, il significativo deterioramento delle relazioni USA-Cina potrebbe minare ulteriormente la volontà della Cina di applicare diligentemente il nuovo regolamento sul fentanyl».
La diffusione mortale del fentanil pare essere un corollario della cosiddetta «crisi degli oppioidi» ingenerata dalle prescrizioni mediche spinte con forza dalla multinazionale farmaceutica Purdue, con un arricchimento tale da rendere la famiglia ebrea che ne è a capo, i Sackler, una delle più abbienti degli USA.
Come riportato da Renovatio 21, il Pentagono sta finanziando un vaccino contro il fentanil – si tratterebbe del primo caso di vaccino comportamentale, una porta che si apre su una società del controllo biologico sempre più distopica.
La sostanza mortale sembra che sia ora arrivata anche in Italia, dove di fatto è già presente come farmaco ospedaliero.
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Immagine di Paulo Barcellos Jr. via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 2.0 Generic
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Olimpionico dello snowboardo accusato di essere un narcotrafficante che ha complottato un omicidio: «un nuovo Pablo Escobar»
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Droga
Panama sequestra 13 tonnellate di cocaina destinate agli Stati Uniti
Il procuratore antidroga di Panama, Julio Villareal, ha definito l’operazione «una delle più grandi mai realizzate nelle nostre acque»: martedì sono state sequestrate 13 tonnellate di cocaina – pari a 11.562 panetti – su un traghetto intercettato a sud-ovest dell’isola di San José. A bordo sono stati arrestati dieci uomini di nazionalità venezuelana, ecuadoriana e nicaraguense; la nave era partita dalla Colombia e diretta verso gli Stati Uniti.
La procura ha pubblicato sui social le foto della droga recuperata, precisando che l’intervento è stato condotto in collaborazione con l’Aeronaval Panama.
Panama, snodo chiave del traffico di cocaina dal Sud America al Nord America (il principale mercato mondiale), nel 2023 aveva già confiscato complessivamente 119 tonnellate di stupefacenti.
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Non si tratta di un caso isolato: solo il mese scorso la Spagna ha sequestrato 6,5 tonnellate di cocaina e arrestato nove persone su una nave al largo delle Canarie, grazie a una segnalazione USA.
Sempre a novembre, la marina pakistana ha intercettato nel Mar Arabico stupefacenti per oltre 972 milioni di dollari, mentre a settembre la marina francese ha confiscato quasi 10 tonnellate di cocaina (valore superiore a 600 milioni di dollari) al largo dell’Africa occidentale.
Nel frattempo, la Guardia costiera statunitense ha annunciato di aver intercettato nell’attuale anno fiscale oltre mezzo milione di libbre di cocaina in alto mare: il quantitativo record nella storia dell’agenzia.
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Immagine del 2014 di pubblico domino CC0 via Wikimedia
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Nuovo studio capovolge tutto ciò che sappiamo sulla dipendenza
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