Economia
Moody’s decide di non declassare la Francia, ma lancia un avvertimento
Moody’s ha mantenuto la nota AA2 per il debito francese, ma con un outlook negativo, a indicare una mancanza di fiducia nella capacità del governo francese di ridurre il deficit.
«Il governo di Michel Barnier ha annunciato un gigantesco programma di austerità di 60 miliardi di euro di tagli e tasse, ma ha dimostrato di non avere il controllo delle maggioranze parlamentari» scrive EIRN.
Ieri, ad esempio, un emendamento introdotto da France Insoumise (la coalizione di sinistra che è stata decisiva per la vittoria elettorale di Macron), che aumentava l’imposta per i super-ricchi e alcune aziende, è stato sconfitto all’Assemblea nazionale solo grazie ai voti del Rassemblement National di destra.
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Non sarà facile per Barnier raccogliere i 60 miliardi di euro promessi, scrive EIRN. Nuove tasse, come la reintroduzione della tassa sulla casa proposta dai membri della maggioranza, stanno incontrando una forte opposizione nel Paese.
In un altro caso, il rinvio di sei mesi della rivalutazione delle pensioni, una misura proposta nel bilancio, è stata bocciata dalla commissione parlamentare per gli affari sociali venerdì 25 ottobre.
Due anni fa, durante i moti di piazza per le riforme, si disse che Macron stava sacrificando le pensioni all’altare del rating.
Come riportato da Renovatio 21, sette mesi fa Moody’s aveva avvertito che con l’economia di guerra sarebbe divenuto ingestibile il debito, con Italia e Spagna particolarmente esposte.
Moody’s, assieme alle ulteriori agenzie di rating Fitch e S &P, due mesi fa aveva declassato Israele.
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Immagine di Piotr Drabik via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Economia
Amazon vuole sostituire 600.000 lavoratori con i robot: verso la de-umanizzazione spaziale della produzione
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Non parliamo tuttavia solo di meri impianti informatici. L’ipotesi di Renovatio 21 è che, oltre robotizzare la manifattura e la distribuzione, Bezos voglia pure de-terrestrizzarla, portandola nello spazio. Il lavoro, la produzione divengono così de-umanizzati in maniera assoluta. Prospettive a cui i sindacati e gli Stati stessi non pensano in alcuno modo, di cui pure gli accadimenti dell’ora presente sono presagi netti.Jeff Bezos called AI an “industrial bubble” at Italian Tech Week:
“Investors don’t usually give a team of six people a couple billion dollars with no product, and that’s happening today.” He added that while bubbles fund both good and bad ideas, society benefits when the… pic.twitter.com/7QTSgT0gh3 — Wall St Engine (@wallstengine) October 3, 2025
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Economia
Il governo olandese sequestra il produttore di chip cinese Nexperia, la Cina risponde con un divieto di esportazione
Il governo dei Paesi Bassi ha preso il controllo di Nexperia, un’azienda di semiconduttori di proprietà cinese con sede in Olanda, in risposta alle pressioni degli Stati Uniti, segnando un’importante escalation nella competizione occidentale con Pechino per il controllo delle catene di approvvigionamento tecnologiche avanzate.
Nexperia, specializzata nella produzione di semiconduttori di vecchia generazione per automobili ed elettronica di consumo, dà lavoro a migliaia di persone in Europa, Stati Uniti e Asia ed è stata acquisita da Wingtech nel 2013. Il 30 settembre, le autorità olandesi hanno comunicato che le decisioni su Nexperia sarebbero passate sotto l’autorità del ministro dell’Economia Vincent Karremans.
Questa mossa è seguita all’inasprimento delle restrizioni commerciali da parte di Washington contro Wingtech, la casa madre di Nexperia, già inclusa nella lista nera commerciale statunitense. Documenti giudiziari hanno rivelato che a giugno funzionari americani avevano ammonito il governo olandese sul rischio di ulteriori sanzioni se Nexperia non avesse sostituito il suo amministratore delegato cinese, Zhang Xuezheng.
In risposta, il ministero del Commercio cinese ha vietato l’esportazione di alcuni prodotti dalle filiali cinesi di Nexperia. Pechino ha condannato l’intervento olandese, attribuendolo alle pressioni USA. Un editoriale del quotidiano il lingua inglese del Partito Comunista Cinese Global Times ha dichiarato: «Questo non è l’agire di una nazione che rispetta lo stato di diritto, ma di un governo che usa la legge come uno strumento da applicare o scartare in base a convenienze politiche».
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«La Cina non chiede ai Paesi Bassi di prendere parte a una competizione geopolitica, ma di rispettare i valori che dichiarano di sostenere: stato di diritto, concorrenza equa e protezione della proprietà legalmente acquisita» ha aggiunto l’house organ anglofono del PCC.
L’anno scorso era emerso che le fabbriche di semiconduttori con tecnologia avanzata olandese presenti a Taiwan potrebbero essere spente da remoto nel caso di invasione dell’isola da parte di Pechino. In particolare si tratterebbe delle fabbriche del colosso Taiwan Semiconductor Manufacturing Company (TSMC), che impiega tecnologie ultraviolette di estrema precisione (chiamate in gergo EUV) fornite da un’azienda olandese, la ASML. Tali macchine, grandi come un autobus e dal costo di circa 217 milioni di dollari cadauna. utilizzano onde luminose ad alta frequenza per stampare i chip più avanzati al mondo.
Secondo quando riportato da Bloomberg, in caso di invasione da parte della Repubblica Popolare Cinese, gli EUV di ASML nelle fabbriche TSMC potrebbero essere resi inutilizzabili.
Come riportato da Renovatio 21, un anno fa l’Intelligence olandese accusa la Cina di cyber spionaggio dopo che fu segnalata la compromissione di 20.000 sistemi di sicurezza informatica Fortinet Fortigate in tutto il mondo.
Immagine di Raimond Spekking via Wikimedia pubblicata su licenza CC BY-SA 4.0
Economia
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