Spirito
Monsignor Naumann: L’aborto è il «sacrificio dei bambini» del nostro tempo
L’aborto legale rappresenta il ritorno della pratica barbarica del sacrificio di bambini umani alla cultura “edonistica” americana, ha dichiarato venerdì in un editoriale l’arcivescovo Joseph Naumann della diocesi di Kansas City, in Kansas.
Scrivendo su The Leaven, il giornale ufficiale dell’arcidiocesi, Naumann inizia raccontando la storia della Genesi dell’angelo di Dio che impedisce ad Abramo di uccidere suo figlio, una lezione fondamentale per allontanare l’antica civiltà dai sacrifici umani così diffusi nei culti pagani della fertilità, «rendendo chiaro che l’unico vero Dio non desidera il sacrificio umano, ma lo detesta».
«Agli occhi di Dio, l’embrione nel grembo materno ha la stessa dignità dell’atleta d’élite; l’anziano affetto da demenza non ha meno valore del studente della borsa di studio Rhodes; il bambino con sindrome di Down non vale meno di un bambino prodigio», scrive. «Ogni vita umana è sacra, non per ciò che possiamo fare o produrre, ma perché siamo figli di Dio».
Nonostante il presupposto comune secondo cui le società moderne e illuminate si sono evolute da tempo oltre tale barbarie, tuttavia, il «sacrificio infantile» è tornato sotto forma di aborto, questa volta guidato non dall’idolatria della fertilità ma legato all’ostilità del materialismo secolare nei confronti della fertilità.
«La nostra cultura edonistica persegue incessantemente molte forme di piacere, soprattutto l’estasi sessuale, negando al contempo il significato dell’intimità sessuale – la completa donazione fisica all’altro che può essere onesta solo quando corrisponde a una completa donazione della propria vita all’altro nel matrimonio patto», continua. «Dio ha progettato questa forma più bella e sacra di amore umano anche come mezzo affinché un uomo e una donna possano essere co-creatori con Dio di una nuova vita umana».
Questa tendenza ha generato una serie di mali sociali, secondo Naumann, tra cui la banalizzazione dell’amore e dell’intimità attraverso la cultura della promiscuità, la diminuzione del senso di responsabilità nei confronti dei figli che si possono creare, una svalutazione della maternità, l’espansione dell’assenza del padre e i mali associati come criminalità e la distruzione di bambini innocenti attraverso l’aborto.
Come riportato da Renovatio 21, il tema dell’aborto come sacrificio umano è stato toccato di recente in profondità in un discorso pubblico del giornalista americano Tucker Carlson.
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Immagine di Scott Maentz via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine modificata
Spirito
«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
Qui legit intelligat
Omelia nella Prima Domenica di Avvento
Terra vestra deserta; civitates vestræ succensæ igni: regionem vestram coram vobis alieni devorant, et desolabitur sicut in vastitate hostili.
Il vostro paese è desolato, le vostre città consumate dal fuoco, i vostri campi li divorano gli stranieri, sotto i vostri occhi; tutto è devastato, come per un sovvertimento di barbari.
Is 1, 7
Intervenendo all’Assemblea Generale della CEI ad Assisi (1), il card. Matteo Zuppi ha detto che «la Cristianità è finita», e che questo fatto dev’essere considerato positivamente, come un’occasione, un καιρός. Non vi sfuggirà l’uso del lessico globalista, secondo il quale ogni crisi indotta dal Sistema è anche un’opportunità: la cosiddetta pandemia COVID, la guerra in Ucraina, la transizione ecologica, l’islamizzazione delle nazioni occidentali. Zuppi – uno dei principali esponenti della chiesa sinodale – si guarda bene però dal riconoscere che la distruzione dell’edificio cattolico e la cancellazione della presenza cattolica nella società siano l’effetto logico e necessario dell’azione eversiva del Concilio Vaticano II e dei suoi sviluppi remoti e recenti, ostinatamente imposta dalla Gerarchia stessa. D’altra parte, nel momento in cui viene spodestato Cristo Re e Pontefice sostituendolo con la volontà della base – prima la collegialità, oggi la sinodalità – non poteva che accadere nella Chiesa Cattolica ciò che duecento anni prima era accaduto nella cosa pubblica.Sostieni Renovatio 21
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Spirito
Il cardinale Zen mette in guardia dalla sinodalità: «Non è forse questo il suicidio della Chiesa cattolica?»
In un contributo apparso questa settimana sul suo blog personale, il cardinale Joseph Zen, 93enne porporato cinese in quiescenza, ha formulato un’ulteriore aspra reprimenda al Sinodo sulla sinodalità e al compianto pontefice Francesco.
Francesco ha lasciato in eredità «caos e disgregazione», ha asserito Sua Eminenza. «La nostra aspirazione più profonda è che papa Leone XIV ricompatti la Chiesa sulle basi della verità, radunando tutti noi nella missione evangelizzatrice. Offriamo le nostre invocazioni e le nostre rinunce per papa Leone».
Zen non ha mai celato le sue apprensioni sul cammino sinodale. In seguito alla scomparsa di Francesco, il cardinale aveva ammonito i porporati convocati al conclave che la Chiesa si trova di fronte a un «dilemma esistenziale» nel confronto con esso. In un’analisi divulgata a febbraio 2024, Sua Eminenza aveva espresso l’auspicio che «questo Sinodo sulla ‘sinodalità’ possa giungere a una conclusione dignitosa».
Nel testo odierno, Zen ha manifestato timore che la Chiesa cattolica si stia «trasformando nella Chiesa anglicana» e che stia «commettendo un suicidio assimilandosi» al mondo secolare.
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«Senza dubbio… i fedeli debbono contribuire agli indirizzi ecclesiali, ma il primato dei vescovi non può essere eluso», ha precisato in merito al sinodo. Tuttavia, «l’assemblea del 2024 sulla sinodalità non ha più costituito un Sinodo nella accezione classica… ha inaugurato un’ibrida “assemblea consultiva dei battezzati”».
Il porporato cinese ha quindi censurato il documento conclusivo del sinodo, bollandolo come «vago e innovativo», attribuendo alla Fiducia supplicans – che autorizza la benedizione delle «coppie» omosessuali – il merito di aver generato «turbamenti marcati e fratture profonde» nell’ambito della Chiesa.
Sua Eminenza ha pure confidato che, qualora Dio lo convocasse al martirio, lo accoglierebbe come una «grazia immensa», e ha deplorato la difficoltà, in quest’epoca, di discernere e diffondere la verità e la sapienza per le anime. La verità, ha soggiunto, non risiede nelle opinioni individuali, bensì nella consapevolezza di «essere figli di Dio» e nel sacrificio redentore di Cristo per i nostri falli.
Per lustri, Zen ha redarguito la Santa Sede per la sua linea conciliante verso il Partito Comunista Cinese sulla designazione dei vescovi. Nondimeno, ha chiuso il suo intervento ribadendo la propria fedeltà alla Cattedra di Pietro.
«La mia contestazione a taluni atti pontifici scaturisce proprio dalla mia devozione profonda al papa», ha chiarito, evocando passi evangelici quali Matteo 14 e Luca 22: il primo, in cui san Pietro – non ancora Pontefice – vacilla sulla superficie dell’acqua dubitando del Signore; il secondo, in cui Cristo preannuncia il triplice rinnegamento di Pietro.
A ottobre, il cardinale aveva condannato il pellegrinaggio LGBT ospitato nella Basilica di San Pietro. «Il Vaticano era al corrente dell’iniziativa con anticipo, ma non ha elevato alcuna protesta successiva. Lo riteniamo del tutto inspiegabile!», aveva esclamato, invitando a pratiche di penitenza quali preghiera e astinenza.
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Immagine screenshot da YouTube
Spirito
Un papa mette, un altro toglie
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