Spirito
Mons. Viganò sul Vaticano che diviene «organizzazione anticristiana e anticristica, serva dell’élite globalista»: «di quale «chiesa» è «papa» Bergoglio?

Renovatio 21 pubblica questo commento dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò ad un articolo apparso sul quotidiano La Verità.
ESSERE O NON ESSERE PAPA?
In risposta all’articolo di Boni Castellane «il Papa parla di peccato a chi non sa cos’è»
Nel suo intervento apparso su La Verità dello scorso 1° Settembre, Boni Castellane, parlando di Jorge Mario Bergoglio, ha fatto riferimento alla sua «doppiezza come prassi» e alla « preminenza della pastorale sulla teologia », partendo da un recente intervento di Bergoglio in cui definiva «peccato grave» la mancata accoglienza delle orde di clandestini islamici che stanno invadendo e «meticciando» i Paesi europei per conto dell’élite globalista.
Difficile sentire Bergoglio parlare di peccato, quantomeno nell’accezione teologica del termine, che presuppone la violazione della Legge di Dio e la perdita dello stato di Grazia che, solo, permette all’anima la salvezza eterna. E giustamente Boni Castellane enfatizza come il tristemente famoso «chi sono io per giudicare» suoni in contraddizione con queste prese di posizione così ideologicamente orientate.
In realtà l’operazione, iniziata con il Concilio Vaticano II e oggi portata alle sue estreme ma coerenti conseguenze, ricalca pedissequamente altri esperimenti di ingegneria sociale già attuati con successo in ambito civile.
La deep church usa la Chiesa come un «contenitore» che, dopo essere stato svuotato negli ultimi decenni della sua essenza, oggi Bergoglio riempie con le istanze dell’ideologia globalista – rivoluzionaria e quindi anticristica – e alla quale adatta a forza anche il linguaggio proprio della teologia cattolica, snaturandolo.
L’autorità del Romano Pontefice è vicaria dell’autorità di Cristo e trae legittimità dalla propria conformità con questa realtà ontologica. Viceversa, l’autorità di Bergoglio si proclama apertamente indipendente e autoreferenziale: egli pensa di poter usare e abusare del proprio potere e dell’autorità (e autorevolezza) della Chiesa Cattolica semplicemente perché sa che il Clero e il popolo cristiano sono stati assuefatti, negli ultimi sessant’anni, ad accettare qualsiasi cambiamento venisse loro imposto dall’Autorità.
In nome di una «democratizzazione» della Chiesa conciliare – oggi ridenominata «sinodalità» – si è spezzato il vincolo tra l’autorità di Cristo e quella del Suo vicario in terra, creando così le premesse per l’esercizio tirannico del potere. Bergoglio vuole essere riconosciuto come Papa legittimo perché solo da quella posizione può pretendere obbedienza dai Cattolici e portare a compimento la trasformazione del Cattolicesimo Romano nella Religione massonica dell’Umanità.
Il ricorso al termine peccato grave in un contesto sociopolitico costituisce una delle principali applicazioni della neolingua orwelliana applicata alla religione. È stato per primo il Concilio a usare un linguaggio volutamente ambiguo ed equivoco, sostituendo la chiarezza e l’inequivocabilità dell’esposizione aristotelico-tomista e fungendo da supporto agli errori e alle deviazioni dottrinali di cui Bergoglio è zelantissimo propugnatore.
Per questo mi pare assurdo che vi siano Cattolici conservatori che non comprendono come riconoscere Bergoglio come papa, pur criticandolo e accusandolo di eresia, fa anzitutto il suo interesse. Se è papa, non può essere giudicato da nessuno; ma se per diventarlo e distruggere la Chiesa ha usato il dolo, non è papa e come tale può essere riconosciuto mai eletto.
Castellane ritiene che definire «peccato grave» la legittima regolazione dei flussi migratori serva a «richiamare all’ordine» i Cattolici «di destra»: ma la questione è ben più grave.
In primo luogo perché l’esercizio dell’autorità non può essere improntato a «doppiezza», dal momento che è proprio la doppiezza di governo ad essere indice della sua corruzione. I casi di vera e propria compiacenza verso i crimini di Prelati amici sono indice di parzialità e complicità, specialmente se paragonati alla severità nei confronti di Vescovi che denunciano il golpe nella Chiesa.
In secondo luogo perché il fenomeno migratorio è tutt’altro che spontaneo e accidentale, e risponde ad un ben preciso progetto di dissoluzione dell’Occidente cristiano mediante l’invasione di islamici violenti, ai quali istituzioni complici accordano impunità, protezione e sovvenzioni.
Il piano di sostituzione etnica teorizzato da Kalergi e fatto proprio dai leader globalisti vuole utilizzare disordini sociali, crimini, violenze e degrado per provocare la reazione della popolazione invasa – come sta avvenendo ad esempio nel Regno Unito, in Irlanda e in Francia – e avere quindi un pretesto per imporre nuove e più radicali forme di controllo sociale.
Da queste restrizioni, inevitabilmente, dovrebbe poi derivare una ulteriore riduzione della visibilità dei Cattolici, in nome dell’inclusività e dei deliranti precetti dell’ideologia woke.
Dinanzi all’evidenza di questo progetto criminale, la collaborazione della «Gerarchia cattolica» costituisce un atteggiamento suicida di gravità inaudita, perché si rende complice di un’azione deliberatamente ostile di proporzioni enormi.
Questo asservimento della Chiesa al mondo è voluto e deliberato: esso include l’appoggio alla frode climatica e al culto idolatrico della Madre Terra, dopo essersi esplicitato con la criminale frode psicopandemica e la «vaccinazione» di massa con sieri dimostratamente dannosi, anche mortali e quasi sempre sterilizzanti, prodotti con feti abortiti con il placet vaticano.
È quindi evidente che il ruolo di Bergoglio nell’attuazione dell’inferno globalista è stato determinante e ci mostra come il Gesuita Argentino – al pari dei leader dei principali Paesi occidentali quali Biden, Macron, Trudeau, Starmer e altri – sia stato posto sul Soglio di Pietro quale emissario del World Economic Forum.
Un simile tradimento nel governo della Chiesa Cattolica conferma un vizio di intenzione nell’assunzione del papato, tale da invalidare la stessa legittimità di chi ne ha usurpato il potere e ne abusa per distruggere l’istituzione che presiede.
Questo è il punto focale della questione: può un Papa contraddire la dottrina che Nostro Signore gli ha ordinato di difendere, custodire e trasmettere, giungendo a predicare l’eresia?
Può un Papa ritenersi così svincolato da Cristo Re e Pontefice, da usare il Papato contro la volontà di Cristo, trasformando la Sua Chiesa in una organizzazione anticristiana e anticristica, serva dell’élite globalista?
Di quale «chiesa» è «papa» Bergoglio?
+ Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
5 Settembre 2024
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Gender
Papa Leone XIV nomina un arcivescovo pro-LGBT a ruoli chiave in Vaticano

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Spirito
Ci siamo: ecco l’arcivescova di Canterbury. Pro-aborto e pro-LGBT

Sarah Mullally è stata scelta come nuovo arcivescovo anglicano di Canterbury, segnando la prima volta che una donna viene nominata alla più alta carica ecclesiastica nella Chiesa anglicana.
La sede dell’arcivescovo di Canterbury era vacante dal 7 gennaio 2025, quando l’arcivescovo Giustino Welby si dimise a causa delle accuse di cattiva gestione di un caso di abuso.
Abbiamo quindi la prima «arcivescova» canterburiana. Immaginiamo che a questo punto si debba dire anche «monsignora».
La Mullally diventa ora la prima donna a ricoprire questo prestigioso incarico. Mentre il monarca regnante, in questo caso Re Carlo III, è ufficialmente il capo della Chiesa d’Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury è il vescovo più anziano e il capo spirituale della comunità anglicana mondiale.
La Chiesa anglicana ha iniziato a «ordinare» le donne nel 1994 e la prima «vescova» donna è stata nominata nel 2014.
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La Mullally è stata vescovo di Londra nel 2018, considerata la terza più alta carica della Chiesa d’Inghilterra. In precedenza ha lavorato come infermiera del Servizio Sanitario Nazionale (NHS) ed è diventata la più giovane responsabile infermieristica di sempre per l’Inghilterra nel 1999. La donna deciso di entrare nel clero anglicano all’inizio degli anni 2000. Mullally è sposata e ha due figli.
L’ex infermiera è nota per le sue idee teologiche e politiche progressisti. Si è definita femminista ed è una sostenitrice dell’aborto e dell’agenda LGBT. Nel 2022, come vescovo di Londra, ha promosso la celebrazione del «Mese della storia LGBT+» e l’istituzione di un gruppo consultivo per la diocesi incentrato sulla «cura pastorale e l’inclusione delle persone LGBT+ nella vita delle nostre comunità ecclesiali».
La monsignora ha espresso le sue opinioni pro-aborto in un post su un blog del 2012: «sospetto che descriverei il mio approccio a questo problema come pro-scelta piuttosto che pro-vita [sic], anche se fosse un continuum mi troverei da qualche parte lungo questo percorso, muovendomi verso la vita quando si riferisce alla mia scelta e poi consentendo la scelta quando si riferisce agli altri, se ha senso» ha scritto oscuramente.
Il processo di elezione dell’arcivescovo di Canterbury coinvolge la Commissione per le Nomine della Corona (CNC), che comprende un presidente nominato dal Primo Ministro britannico e rappresentanti della Chiesa d’Inghilterra. La CNC nomina un candidato al primo ministro, che poi lo consiglia formalmente al monarca, che a sua volta nomina (o respinge) formalmente il candidato.
Come riportato da Renovatio 21, la comunione anglicana ha già visto a causa dell’elezione di una donna ad arcivescovo del Galles una rottura nelle sue pendici africane. In una conferenza a Kigali di due mesi fa, a seguito della nomina della «vescova» Cherry Wann ad arcivescovo del Galles, è stato concluso che «Poiché il Signore non benedice le unioni tra persone dello stesso sesso, è pastoralmente fuorviante e blasfemo formulare preghiere che invocano la benedizione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo».
«La decisione della Chiesa in Galles di eleggere la Reverenda Cherry Vann come Arcivescovo e Primate è un altro doloroso chiodo nella bara dell’ortodossia anglicana. Celebrando questa elezione e la sua immorale relazione omosessuale, la Comunione di Canterbury ha ceduto ancora una volta alle pressioni mondane che sovvertono la buona parola di Dio» aveva commentato Laurent Mbanda, Presidente del Consiglio dei Primati della Global Anglican Future Conference (GAFCON).
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Immagine di Roger Harris via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Unported
Spirito
Viganò: «Leone ambisce al ruolo di Presidente del Pantheon ecumenico della Nuova Religione Globale di matrice massonica»

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