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Ministro maldiviano arrestato per stregoneria: voci di riti di «magia nera» contro il presidente

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Il segretario di Stato per l’ambiente, i cambiamenti climatici e l’energia delle Maldive è stato incarcerato, presumibilmente perché sospettato di aver lanciato incantesimi contro il presidente del Paese.

 

Le Maldive sono uno Stato situato su di un arcipelago a Sud-Ovest dell’India, noto per le sue spiagge sabbiose e i resort di lusso, apprezzati dai turisti abbienti di tutto il mondo. La maggior parte dei residenti locali sono musulmani.

 

Fathimath Shamnaz Ali Saleem è stata arrestata domenica insieme a due sospetti complici, ha riferito giovedì la polizia della capitale Malé. Un magistrato le ha ordinato di restare in carcere per una settimana, in attesa delle indagini.

 

La polizia non ha detto di cosa fosse accusata Shamnaz e ha rifiutato di confermare o smentire le notizie dei media secondo cui si sarebbe trattato di «magia nera» rivolta al presidente Mohamed Muizzu.

 

La stregoneria non è un reato penale secondo la legge maldiviana, ma chi ne viene ritenuto colpevole può essere rinchiuso per sei mesi secondo la legge islamica (shari’a). Secondo il giornale di Hong Kong South China Morning Post, molti residenti locali praticano ancora «cerimonie tradizionali», cercando di benedire gli amici e maledire gli avversari.

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L’anno scorso, una donna di 62 anni è stata pugnalata a morte da tre vicini sull’isola di Manadhoo, dopo essere stata accusata di praticare «magia nera». La notizia è stata riportata dal portale Mihaaru solo la scorsa settimana, dopo una lunga indagine della polizia che non ha trovato prove che la vittima avesse compiuto atti di stregoneria.

 

Durante la crisi politica del 2011-2012, la polizia ha interrotto una manifestazione dei sostenitori del deposto presidente Mohamed Nasheed, accusando gli organizzatori di aver lanciato un «gallo maledetto» contro gli agenti che avevano fatto irruzione nei loro uffici.

 

Muizzu ha vinto le elezioni del 2023 come sfidante del presidente in carica, Ibrahim Solih. Da allora, le relazioni delle Maldive con l’India si sono deteriorate, poiché Muizzu è stato accusato di favorire la Cina.

 

Come riportato da Renovatio 21, cruenti riti assassini di magia nera affiorano ancora oggi in India e in vari altri Paesi, tra cui la Nigeria, dove sembra essere pesantemente mischiata alla politica.

 

Come riportato da Renovatio 21, le Maldive tre settimane fa avevano proibito l’ingresso ai cittadini dello Stato di Israele, che epperò in vari casi hanno più di un passaporto.

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Chiesa cattolica ospita monaci buddisti tibetani per parlare di meditazione non cristiana

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Una chiesa cattolica nello Stato americano dell’Oregon sta promuovendo pratiche di preghiera non cristiane e sta aiutando a raccogliere fondi per un monastero buddista in India.   Mercoledì 26 giugno, la parrocchia cattolica della Resurrezione a Tualatin ha ospitato un discorso dei monaci buddisti tibetani sulla «meditazione» non cristiana. L’evento prevedeva una vendita di oggetti artigianali realizzati dai monaci nel tentativo di raccogliere fondi per il loro monastero in India.   La parrocchia della Resurrezione si trova nell’arcidiocesi di Portland , Oregon, ed è guidata dall’arcivescovo Alexander Sample , noto per la sua ortodossia e il suo amore per la liturgia tradizionale della Chiesa.   L’idea di associare al cattolicesimo pratiche di meditazione non cristiane come lo yoga o il buddismo – anche nella sua variante giapponese, il cosiddetto Zen – è molto radicata in vari gruppi modernisti, anche in Italia.   Tale prospettiva era stata condannata da una lettera del 1989 dell’allora prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede Joseph Ratzinger.   «Con l’attuale diffusione dei metodi orientali di meditazione nel mondo cristiano e nelle comunità ecclesiali, ci troviamo di fronte ad un acuto rinnovarsi del tentativo, non esente da rischi ed errori, di fondere la meditazione cristiana con quella non cristiana» scriveva il futuro papa nella Lettera ai vescovi della Chiesa Cattolica su alcuni aspetti della meditazione cristiana (15 ottobre 1989).   «Le proposte in questo senso sono numerose e più o meno radicali: alcune utilizzano metodi orientali solo ai fini di una preparazione psicofisica per una contemplazione realmente cristiana; altre vanno oltre e cercano di generare, con diverse tecniche, esperienze spirituali analoghe a quelle di cui si parla in scritti di certi mistici cattolici; altre ancora non temono di collocare quell’assoluto senza immagini e concetti, proprio della teoria buddista, sullo stesso piano della maestà di Dio, rivelata in Cristo, che si eleva al di sopra della realtà finita e, a tal fine, si servono di una “teologia negativa” che trascende ogni affermazione contenutistica su Dio, negando che le cose del mondo possono essere una traccia che rinvia all’infinità di Dio».

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«Per questo propongono di abbandonare non solo la meditazione delle opere salvifiche che il Dio dell’Antica e della Nuova Alleanza ha compiuto nella storia, ma anche l’idea stessa del Dio uno e trino, che è amore, in favore di un’immersione “nell’abisso indeterminato della divinità”».   «Queste proposte o altre analoghe di armonizzazione tra meditazione cristiana e tecniche orientali dovranno essere continuamente vagliate con accurato discernimento di contenuti e di metodo, per evitare la caduta in un pernicioso sincretismo» scriveva il futuro papa.   Papa Francesco ha incontrato spesso delegazioni buddiste, arrivando, durante il suo incontro sincretista in Mongolia l’anno passato, ad esortare i buddisti (e i musulmani, e gli sciamani) a promuovere le loro religioni.   Durante il viaggio apostolico del 2015 in Sri Lanka – Paese a maggioranza buddista martoriato da una guerra etnica contro la minoranza Tamil in cui non pochi cattolici hanno perso la vita – sembrò preferire accompagnarsi ai bonzi invece di affrontare la realtà dei cristiani sopravvissuti al massacro finale dei Tamil nel 2009, con sofferenze e atrocità che ancora oggi continuano.   Il buddismo tibetano, in particolare, sembra essere totalmente incompatibile con il cristianesimo, essendo basato su pratiche esoteriche, possessioni demoniache e magie sessuali varie.   Una storia poco raccontata è quella dei martiri tibetani, cattolici della zona di Yerkalo, in Tibet, che furono trucidati dai monaci buddisti.  Parimenti, pochi noti al grande pubblico – a cui è stata data in pasto da decenni una sceneggiatura hollywoodiana probabilmente architettata dalla CIA – sono i retroscena su vita e opere del Dalai Lama.   Per una disanima della questione rinviamo al libro di Roberto Dal Bosco Contro il buddismo (2012).

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Ostie trafugate anche a Perugia. Cosa sta succedendo?

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Alla fine del mese di aprile, qualcuno è entrato di notte all’interno del Santuario di Ponte delle Pietra, a Perugia. È stato detto che l’effrazione aveva probabilmente l’intento di trafugare oggetti di arte sacra, tuttavia è lecito ipotizzare che l’obiettivo principale dei malviventi fosse quello di rubare le Ostie consacrate.

 

Il fenomeno delle chiese profanate, con Ostie e tabernacoli presi di mira, è sempre più diffuso, e non solo in Italia.

 

Come riportato da Renovatio21, all’inizio di maggio, in Francia, il tabernacolo della chiesa di Notre-Dame, a Livry-Gargan (Seine-Saint-Denis) è stato divelto e ritrovato a pochi metri dall’edificio. Il Santissimo Sacramento non è stato trafugato, a differenza di quanto accaduto nella chiesa Sainte-Trinité a Louvroil (Nord) dove sono scomparse le Ostie consacrate.

 

Un altro episodio sacrilego è avvenuto nella parrocchia di San Michele Arcangelo a Portland, in Oregon, dove è stato invece rubato il tabernacolo.

 

Fonti autorevoli interne al mondo ecclesiastico, sostengono che ci sia un vero e proprio mercato di Ostie consacrate. Secondo quanto abbiamo appreso in conversazioni con persone appartenenti alla gerarchia cattolica a conoscenza della questione, vi sarebbero soggetti disposti a sborsare somme che si aggirano intorno ai 150 euro a particola – ma si tratta di supposizioni che altri smentiscono. 

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I furti all’interno delle chiese sono significativamente diffusi in Umbria per la presenza di molteplici siti religiosi in cui sono custodite opere d’arte importanti e anche perché in alcuni casi le modalità di controllo e protezione di questi luoghi sacri sembrano piuttosto lacunose.

 

Come riportato da Il Messaggero Umbria del 26 aprile 2024, «secondo uno degli ultimi report dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Perugia, sotto questo profilo l’Umbria “rimane un obiettivo particolarmente sensibile, sia per la strategica posizione geografica che la capillare presenza di beni artistici diffusi sul territorio, prevalentemente esposti nelle chiese, nei conventi o nei piccoli, ma non per questo meno importanti, santuari, sovente ubicati in zone rurali o montane, poco frequentate e di difficile sorveglianza; luoghi dove è possibile imbattersi in opere d’arte ed oggetti di culto di pregiata fattura per loro natura molto ricercati dai collezionisti e di agevole asportazione da parte di malintenzionati”».

 

Sempre su le colonne del Messaggero leggiamo inoltre che «in Umbria è altissima l’attenzione per evitare che le Ostie finiscano in mani sbagliate».

 

Durante il normale svolgimento della funzione religiosa, quando i fedeli giungono al cospetto del sacerdote per ricevere il Corpo di Nostro Signore, i parroci – che, come consentito dalla riforma liturgica della Messa nuova, possono porre l’Ostia direttamente in mano ai fedeli – vigilano affinché si consumi l’Eucarestia davanti a loro.

 

Come ho avuto modo di scrivere qualche anno fa su Renovatio 21, tra i tanti diktat pandemici, vi era quello che imponeva di ricevere la Santa Comunione in mano per poi sfilarsi la mascherina d’ordinanza e mettere il Corpo di Cristo in bocca. Nell’articolo del luglio 2021, avevo sollevato dubbi sul fatto che qualcuno potesse approfittare di queste «protesi facciali a becco d’anatra» per nascondere il panis angelicus per poi portarlo altrove.

 

Oggi ci ritroviamo che i preti più guardinghi, a volte, sono costretti a correre dietro al fedele «disattento» che se ne torna a sedere con ancora l’Ostia in mano. In alcune chiese, dove vi è una nutrita folla di fedeli, vi sono dei volontari che osservano e controllano che non avvengano questi imbarazzanti e incresciosi fatti, invitando le persone «distratte» – che hanno occultato l’Ostia – a consumarla in presenza.

 

A causa della messa post-conciliare, se ne sono viste di ogni: come riportato recentemente sul nostro sito, un prete cattolico della Florida potrebbe essere arrestato per aver difeso la Santa Eucarestia da una donna lesbica irata che aveva schiacciato diverse Ostie e cercato di autoamministrarsi illecitamente la Santa Comunione, spingendo il consacrato a morderle il braccio nel tentativo di difendere la specie eucaristica.

 

Secondo quanto discusso da sempre, la particola consacrata è ambita da chi si appresta a celebrare riti di magia nera e occultismo; bisogna ricordare che l’Eucarestia ha per i cattolici un’importanza centrale, totale, assoluta – essendo essa stessa il corpo di Dio. 

 

Non dimentichiamo che l’Eucarestia è il miracolo fondamentale della fede cattolica.

 

Insultare la Santa Comunione è offendere la Fede, e direttamente Dio in persona. Poi ci si indigna per quello spot blasfemo delle patatine, quando noi fedeli siamo i primi a non portare il giusto rispetto al Sacro Corpo di Nostro Signore. Quanto mostrato è gravissimo: perché la Santa Eucarestia è il centro della religione cristiana, o meglio è Cristo stesso, è Dio stesso.

 

E non si può certo rimanere indifferenti guardando le immagini che mostrano scatole di plastica grigia appoggiate sopra i tavoli all’interno di una tenda: all’interno delle scatole c’erano le Ostie consacrate riservate alla distribuzione durante le messe ufficiali della GMG tenutasi a Lisbona nell’agosto del 2023.

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Ho conversato della questione con l’amico parroco di San Filippo Neri a Perugia, padre Giuseppe Ave. Il sacerdote mi ha posto l’attenzione su alcuni scritti che narrano di miracoli eucaristici estremamente importanti, che possono servirci a comprendere, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, la potenza Divina della Santa Comunione.

 

A Trani, intorno all’anno 1000, «una donna di religione non cristiana, incredula circa la verità del Dogma Cattolico della presenza reale di Gesù nell’Eucaristia, aiutata da una sua amica cristiana, durante la celebrazione di una Santa Messa, riuscì a rubare un’Ostia consacrata. La donna, quasi sfidando Dio, pose poi la Particola consacrata dentro una padella di olio sopra il fuoco. Improvvisamente dall’Ostia stillò una grande quantità di sangue che si riversò sul pavimento fino a fuoriuscire dall’uscio della porta di casa».

 

Ad Alatri, presso la Cattedrale di San Paolo Apostolo, si conserva la Reliquia del Miracolo Eucaristico avvenuto nel 1228: un frammento di Particola convertita in carne. «Una giovane donna, per riconquistare l’amore del suo fidanzato, si rivolse ad una fattucchiera che le ordinò di rubare un’Ostia consacrata per farne un filtro d’amore» mi ha detto Don Ave. «Durante la Messa la ragazza riuscì a prelevare un’Ostia che nascose in un panno, ma arrivata a casa si accorse che l’Ostia si era trasformata in carne sanguinante».

 

«Il 25 aprile del 1356, a Macerata, un sacerdote di cui non si conosce il nome, stava celebrando la Messa nella cappellina della chiesa di Santa Caterina, di proprietà delle monache benedettine» ha continuato il sacerdote. «Durante la frazione del pane, prima della Comunione, il prete cominciò a dubitare circa la reale presenza di Gesù nell’Ostia consacrata. Fu proprio nel momento in cui La spezzava che, con suo grande spavento, vide sgorgare da questa un abbondante fiotto di sangue che macchiò parte del lino e del calice posti sull’altare». 

 

Sempre rimanendo in tema di trafugamento e furto, un altro episodio è degno di essere narrato. «Nel 1969, a San Mauro la Bruca [provincia di Salerno, ndr] ignoti ladri, penetrati di nascosto nella chiesa parrocchiale, si impossessarono di alcuni oggetti sacri, tra cui la pisside contenente delle Particole consacrate. Le Ostie furono ritrovate la mattina seguente e ancora oggi si mantengono intatte» dice Don Giuseppe. «Solo nel 1994, dopo 25 anni di approfondite analisi, Monsignor Biagio D’Agostino, Vescovo di Vallo della Lucania, ha riconosciuto la conservazione miracolosa delle Particole e ne ha autorizzato il culto».

 

Un’iscrizione marmorea del XVII secolo ci descrive invece il Miracolo Eucaristico avvenuto a Lanciano nel 750 d.C. «Un monaco sacerdote dubitò se nell’Ostia consacrata ci fosse veramente il Corpo di Nostro Signore. Celebrò Messa e, dette le parole della consacrazione, vide divenire Carne l’Ostia e Sangue il Vino. Fu mostrata ogni cosa agli astanti. La Carne è ancora intera e il Sangue diviso in cinque parti disuguali che tanto pesano tutte unite quanto ciascuna separata».

 

Nel 1970, l’Arcivescovo di Lanciano e il ministro provinciale dei frati Conventuali di Abruzzo, con l’autorizzazione di Roma, richiesero al Dottor Edoardo Linoli, dirigente dell’ospedale d’Arezzo e professore di anatomia, istologia, chimica e microscopia clinica, un approfondito esame scientifico sulle Reliquie del Prodigio avvenuto dodici secoli prima. Le conclusioni furono le seguenti: 1. La Carne miracolosa è veramente carne costituita dal tessuto muscolare striato del miocardio. 2. II Sangue miracoloso è vero sangue: l’analisi cromatografica lo dimostra con certezza assoluta e indiscutibile. 3. Lo studio immunologico manifesta che la Carne e il Sangue sono certamente di natura umana».

 

Riguardo alle sparizioni delle Ostie nel territorio umbro e non solo Renovatio 21 ha contattato un parroco dell’Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, Don Antonio Sorci.

 

Don Sorci ci ha raccontato in dettaglio aspetti e macabre finalità di questi furti sacrilegi.

 

Il furto di Ostie consacrate è un fenomeno diffuso e sottaciuto.

La cosa non mi meraviglia. C’è stato un periodo di pausa, anche molto lunga, ma ci sono sempre stati questi furti e non sono mai stati bloccati del tutto. Questa pare essere la cosa interessante, se uno la analizzasse dal punto di vista sociologico, perché è come se avessero detto: «Stiamo un attimo tranquilli, così nessuno ci fa più caso, facciamo le cose con calma e poi riprendiamo al momento più opportuno». Più o meno potremmo sintetizzare così, anche se sono illazioni. Per loro è importantissimo rubare le Ostie consacrate.

 

Crede che vengano pagate dal committente del furto?

Si. Non so esattamente le cifre, ma a volte si tratta di qualche centinaio di euro a particola. 

 

A volte, seguendo la messa, mi è capitato di vedere il parroco rincorrere un fedele che non aveva consumato la particola davanti al sacerdote.

Questo è capitato anche a me. Io quasi urlo ai fedeli di consumarla subito. Spesso lo fanno con ingenuità, e non credo lo facciano con malizia di tornare al posto con ancora l’Ostia in mano. Questo succede perché non abbiamo più educato la gente a prendere al comunione e si è persa l’educazione di stare in chiesa.

 

Queste Ostie rubate poi che fine fanno? La narrativa corrente, magari un po’ superficialmente, tende a dire che vengono usate per qualche messa nera senza mai approfondire e dare il giusto peso a questa macabra pratica.

Ci sono le sette sataniche, che sono quelle più evidenti che fanno queste cose e commissionano i furti per poi sacrilegare nostro Signore. La messa nera è un ribaltare la Messa cattolica. Tutto quello che la Chiesa grida da duemila anni, il divin sacrificio, lì viene ribaltato. Basta leggere i testi degli esorcisti più famosi, come padre Gabriele Amorth, il quale è stato il primo a mettere per iscritto queste problematiche, ma poi anche tanti altri.

 

Mi conferma che teoricamente tutti i preti sono esorcisti, ma poi sono pochissimi coloro che effettivamente li praticano?

Sono i vescovi che hanno la pienezza del sacerdozio, sono loro gli unici sacerdoti, perché sono gli apostoli e hanno la pienezza del sacerdozio [sic]. Quindi loro sono sacerdoti ed esorcisti. Poi chiaramente, nella tradizione della Chiesa, nella storia della Chiesa che Nostro Signore ha creato, ci sono i sacerdoti che sono i collaboratori del vescovo, tra i quali viene scelto l’esorcista, o più esorcisti, che collaborano con questo ministero. Tutto parte del vescovo. È lui che ha la pienezza di ogni cosa. Concettualmente ogni sacerdote è un esorcista. Una volta, prima del Concilio Vaticano II, esisteva l’esorcistato tra gli ordini minori, prima di arrivare al sacerdozio. Poi magari non era esercitato, perché c’era sempre il mandato da parte del vescovo, però comunque vi era un ordine per dire che il sacerdote aveva la capacità di discernere e di intervenire in casi particolari. 

 

Oggi il «fedele tiepido», o giocoforza chi non crede, pare si sia dimenticato della presenza del demonio.

Già Chesterton lo diceva nei primi del Novecento: «Il demonio vince in due modalità» – la metaforizzo ovviamente – «o credendoci troppo o non credendoci affatto. In tutti i due casi vince». Se lo vedi dappertutto sbagli e fai il suo gioco e se invece non ci credi per niente, fai il suo gioco comunque. Si è persa un po’ anche la Scrittura, perché lo dice San Giovanni Apostolo nella prima lettera: «Cristo è venuto per distruggere le opere del diavolo». È nelle scritture. Noi parliamo troppo vacuamente delle scritture e non crediamo a quello che vi è scritto.

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Torno ai furti delle Ostie… È vero che qualcuno usa una pellicola trasparente sulla lingua per mantenere la particola più integra possibile?

Vi è una sorta di pellicola posta sulla lingua, in maniera tale che non ci possa essere la salivazione, o comunque qualsiasi altra cosa che impedisca la salivazione e il conseguente scioglimento del Pane Consacrato. Vent’anni fa fu scoperta questa modalità di furto. Tutt’oggi viene usata. Chi le ruba sa come fare.

 

Più è integra e più ha valore?

I rituali satanici vanno fatti con l’Ostia integra. Anche se, tuttavia, un pezzetto di Ostia può andare bene, perché persino nel pezzetto più piccolo vi è tutta la presenza di Nostro Signore in tutta la sua umanità e divinità. Se è più perfetta e integra è chiaro che è meglio.

 

Una volta era consuetudine e prassi ricevere il Corpo di Cristo in bocca. Oggi si tende sempre di più a porgere l’Ostia in mano al fedele e il parroco deve essere ancora più attento affinché sia consumata in presenza.

Si tratta di buon senso da parte del parroco, dei suoi collaboratori e dei suoi ministri per controllare bene. Io personalmente prediligerei darla esclusivamente in bocca. La Chiesa ha stabilito che si può dare in mano e va benissimo. Nel porgere l’Ostia in bocca c’è maggiore sicurezza e non fosse altro per dignità dell’Ostia. Quando La si riceve in mano vi è più facilità nel poterla trafugare, mi pare ovvio. E quando vi è una grande folla è ancora più difficile sorvegliare al meglio. 

 

A volte vedo troppa superficialità da parte di noi fedeli, nel ricevere il Corpo Santo.

La Fede va ricostruita. La Fede non c’è più. I cristiani sono pochi e i cattolici sono ancora di meno. La Fede va ricostruita ex novo. Bisogna ripartire dall’ABC. 

 

I furti nelle chiese avvengo un po’ ovunque nel mondo.

È un fenomeno, ahimè, universale. Penso che molte effrazioni, molti furti vengono sottaciuti e moltissimi di questi episodi non salgono alle cronache. Questa è una mia supposizione.

 

È possibile che anche sette non apparentemente sataniche, nei propri rituali, possano usare Ostie consacrate?

Qui si apre un argomento complesso e bisogna parlarne con grande pazienza e cautela… C’è una grande regia alle spalle, non è soltanto una setta di qualche sbandato o drogato che si crede di fare il satanista o qualche satanista vero e proprio. Sono sette molto ben organizzate, molto potenti che hanno potere, che hanno economia, che hanno soldi. Tutto ciò non è una baggianata, se consideriamo che l’Umbria è piena di sette…

 

Ai non credenti dico sempre: osservate i nemici del cristianesimo, loro ci credono molto più di noi a Cristo, perché lo combattono.

Loro ci credono seriamente e pare abbiano più «fede» loro che noi cattolici. Sembra un paradosso e mi viene da sorridere, ma è così.

 

Francesco Rondolini

 

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Terremoto nella massoneria italiana: 4 mila membri potrebbero essere espulsi. Scissione in vista?

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La massoneria italiana in subbuglio, con voci che parlano addirittura di una possibile scissione.   Il Grande Oriente d’Italia (GOI), la principale obbedienza massonica del Paese, ha interrotto i rapporti con il Rito Scozzese Antico e Accettato: è la prima volta che accade dal 1908. Questa frattura storica tra i grembiulini rappresenterebbe solo l’ultimo episodio di una feroce guerra interna, scoppiata dopo le elezioni del nuovo Gran Maestro, scrive Il Fatto Quotidiano.   Il Grande Oriente d’Italia e il Rito Scozzese non sono due obbedienze rivali, al contrario per molti il Rito Scozzese è visto come un gruppo d’élite all’interno della massoneria. In pratica, dopo aver raggiunto i primi tre gradi (apprendista, compagno e maestro), i membri del Grande Oriente possono scegliere un rito per continuare il loro percorso massonico.   Tra i riti più esclusivi con i quali continuare la carriera tra compassi e cappucci c’è proprio il Rito Scozzese, che conta un numero maggiore di iscritti a livello internazionale e permette di raggiungere il grado più alto della massoneria, il 33°.   In Italia, tra i 23 mila membri del Grande Oriente, circa 4 mila fanno parte del Rito Scozzese. Ora, secondo quanto è dato di capire, costoro dovranno prendere una decisione: continuare a partecipare ai lavori del Rito Scozzese comporta il rischio di espulsione dal Grande Oriente.   «L’adesione al predetto corpo rituale e/o la partecipazione a qualsivoglia attività del Rito Scozzese antico e accettato da parte dei Fratelli del Goi costituirà colpa massonica», si legge nel decreto, firmato dal Gran maestro Antonio Seminario il 13 giugno. «Un atto con cui il numero uno dei GOI “sfratta” gli “scozzesi” dalle logge e dagli organi del Grande Oriente», scrive Il Fatto.   La regolarità del voto non è ancora stata confermata dalla Commissione centrale, che dovrebbe esprimersi a giorni, ma i perdenti hanno già annunciato l’intenzione di ricorrere alla giustizia ordinaria.   «Leader di una lista che aveva posto in cima al proprio programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge, Taroni in passato è stato alla guida del Rito Scozzese ed è ancora oggi un componente del Supremo consiglio» prosegue il quotidiano. «Lo stesso organo in cui figura pure Seminario: un altro elemento che racconta come quella in corso tra i massoni italiani sia una vera guerra fratricida»

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«Da dove deriva dunque la scelta del Gran maestro di rompere i rapporti con il gruppo d’élite di cui lui stesso fa parte? A sentire le voci provenienti dall’interno delle logge si tratterebbe di una ritorsione, dovuta al fatto che la maggior parte degli “scozzesi” ha sostenuto Taroni nella corsa al vertice del Vascello, la villa dove ha sede il GOI a Roma».   La faccenda pare in realtà ancora più complicata.   «Pochi giorni fa, tra l’altro, Giulio Nigro, Sovrano del Rito Scozzese, ha osato sospendere Stefano Bisi, per dieci anni al vertice del GOI e primo sostenitore della candidatura di Seminario. Un provvedimento motivato dal fatto che Bisi è iscritto anche a un altro Rito, quello di York, col grado di “Templare della Commenda”».   Insieme a Bisi, scrive il quotidiano, sarebbero «stati sospesi dal Rito Scozzese anche altri quattro massoni di vertice».   Cosa stia esattamente succedendo non è chiaro, e non che ci aspettavamo che lo fosse.   Come riportato da Renovatio 21, nei mesi scorsi si era parlato di un ritorno del GOI a Palazzo Giustiniani, la vecchia sede nel cuore di Roma, che era divenuta poi luogo di uffici, aule e residenze del Senato della Repubblica.   Rammentiamo pure che il GOI, rappresentato da Stefano Bisi ha partecipato ad un grande vertice – a porte chiuse – con cardinali della Chiesa cattolica (che in teoria è considerata acerrimo nemico nel corso della Storia) pochi mesi fa a Milano.   Le barriere tra Loggia e Chiesa sembravano già piuttosto abbassate quando nel 2022 si è assistito all’inaugurazione di un tempio massonico in Umbria alla presenza del Vescovo di Terni-Narni-Amelia.   Ai lettori di Renovatio 21 ricordiamo, en passant, che, come riportato dall’agenzia Adnkronos, sia il Grande Oriente d’Italia che la Gran Loggia d’Italia – che sono due anime scisse della massoneria nazionale – si sono espressi molto favorevolmente all’attuazione del passaporto vaccinale.

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