Geopolitica
Ministro libanese: Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco temporaneo con Israele poco prima di essere assassinato
Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha dichiarato che il segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, aveva dato il suo assenso in un accordo per un cessate il fuoco di 21 giorni con Israele, proposto da Stati Uniti e Francia, poco prima che Israele lo uccidesse prendendo di mira un incontro segreto nel Sud di Beirut venerdì scorso.
Il ministro Habib ha rivelato l’accordo in un’intervista alla televisione pubblica americana PBS, dove ha detto alla conduttrice della PBS e CNN Christiane Amanpour che «ci hanno detto che il signor Netanyahu era d’accordo su questo, e quindi abbiamo ottenuto anche l’accordo di Hezbollah su questo. E sapete cosa è successo da allora».
La Amanpour, grande inviata della CNN durante le guerre del golfo, pare incredula come mai l’abbiamo veduta.
«Sta dicendo che Hassan Nasrallah aveva accettato un cessate il fuoco pochi istanti prima di essere assassinato?» chiede la premiata giornalista.
«Lui era d’accordo, era d’accordo… sì, sì. Eravamo completamente d’accordo» risponde il ministro libanese.
Lebanese Foreign Minister Abdallah Bou Habib says Hezbollah leader Hassan Nasrallah agreed to a ceasefire right before Israel killed him pic.twitter.com/gclEwi9TEK
— Dave DeCamp (@DecampDave) October 2, 2024
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«Il presidente della Camera libanese, il signor Nabih Berri, si è consultato con Hezbollah e abbiamo informato gli americani e i francesi dell’accordo. Ci hanno detto che anche Netanyahu aveva accettato la dichiarazione rilasciata da entrambi i presidenti» continua l’alto funzionario di Beirut.
Il riferimento è a una dichiarazione congiunta del 25 settembre di Stati Uniti, Francia, Unione Europea, Arabia Saudita e altre nazioni che sollecitano un immediato cessate il fuoco di 21 giorni durante il quale verrà elaborata una soluzione diplomatica più permanente.
«Il consigliere senior della Casa Bianca Amos Hochstein era quindi pronto ad andare in Libano per negoziare il cessate il fuoco», ha continuato loHabib, secondo l’articolo della CNN che riporta l’intervista. «Ci hanno detto che il signor Netanyahu era d’accordo su questo e quindi abbiamo anche ottenuto l’accordo di Hezbollah su questo e sapete cosa è successo da allora», ha aggiunto il ministro degli Esteri libanese.
«Una fonte occidentale a conoscenza dei negoziati ha anche affermato che Hezbollah aveva accettato la tregua temporanea poco prima che gli Stati Uniti pubblicassero la proposta la scorsa settimana» scrive ancora la CNN. «La fonte non ha detto se la decisione fosse venuta direttamente da Nasrallah, ma ha detto che affinché il movimento accettasse, avrebbero avuto bisogno della sua approvazione. Una seconda fonte a conoscenza dei colloqui ha concordato che gli Stati Uniti erano a conoscenza del fatto che Hezbollah stava accettando il cessate il fuoco».
A livello ufficiale, la Casa Bianca sta negando tutto. In una conferenza stampa di ieri, il portavoce del dipartimento di Stato Matthew Miller non lo ha escluso del tutto, ma ha detto che il capo di Hezbollah che accetta un accordo «non è qualcosa che abbiamo sentito prima. Se fosse vero, non ci è mai stato comunicato».
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«Non posso dire se abbia mai acconsentito e se lo abbia detto a qualcuno in Libano. Ovviamente, potrebbe essere qualcosa che è successo e di cui non saremmo a conoscenza. Posso dirvi che, se è vero, non ci è mai stato comunicato in alcun modo, forma o aspetto», ha dichiarato il Miller.
I critici di Israele hanno accusato il primo ministro Netanyahu di sabotare deliberatamente gli sforzi di pace nel suo tentativo di decimare Hamas, Hezbollah e, in ultima analisi, di indebolire l’arcinemico Iran, il tutto prolungando al contempo il suo potere e il suo governo in patria – sempre più contestato dagli israeliani, come lo era prima della guerra.
Se le dichiarazioni del ministro libanese risultassero veritiere, le implicazioni sarebbero immense. Il governo dello Stato ebraico non vuole che si arrivi ad un compromesso. – perché l’intenzione è quella di arrivare sino alla fine, sino allo scontro ultimo, con in mente, magari, l’«opzione Sansone», come chiamano gli israeliani la possibile implementazioni del loro arsenale nucleare.
Forse perché sanno che è l’ultima possibilità per arrivare alla guerra finale, e la finestra – con il supervisore americano in istato di amenza senile e la maggioranza governativa estremista magari non ripetibile – si potrebbe chiudere per sempre.
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Immagine di Khamenei.ir via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Gli USA hanno tentato di reclutare il pilota di Maduro per un rapimento
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Economia
USA e Giappone firmano un accordo sui minerali essenziali
Martedì, Stati Uniti e Giappone hanno siglato un accordo di cooperazione per la produzione e la fornitura di minerali essenziali e terre rare. La mossa arriva dopo la decisione della Cina di rafforzare i controlli sulle esportazioni di terre rare e attrezzature per la produzione di chip, in risposta ai dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump.
L’intesa è stata conclusa durante la visita di Trump a Tokyo, dove ha incontrato per la prima volta il nuovo primo ministro giapponese, Sanae Takaichi.
Secondo la Casa Bianca, le due nazioni hanno convenuto di promuovere iniziative congiunte «necessarie a sostenere le industrie nazionali, incluse le tecnologie avanzate e le rispettive basi industriali», e di impiegare «strumenti di politica economica e investimenti coordinati per accelerare lo sviluppo di mercati diversificati, liquidi ed equi per minerali essenziali e terre rare».
I leader hanno inoltre sottoscritto un documento che impegna i rispettivi governi a «intraprendere ulteriori passi verso una nuova era d’oro per l’alleanza in continua crescita tra Stati Uniti e Giappone».
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Trump ha definito il Giappone un «alleato al livello più alto», elogiando Takaichi, insediatosi la settimana scorsa, come «uno dei più grandi primi ministri». Takaichi, dal canto suo, ha promesso di rafforzare i legami bilaterali, che ha descritto come «la più grande alleanza al mondo».
Trump ha da tempo manifestato interesse a garantire l’accesso ai minerali di terre rare in diverse regioni del mondo, perseguendo sia opportunità economiche vantaggiose sia una maggiore influenza geopolitica.
All’inizio di quest’anno, gli Stati Uniti hanno firmato un accordo sui minerali con l’Ucraina, considerato da diplomatici e politici americani una forma di garanzia di sicurezza per Kiev. Trump ha inoltre concluso un’intesa di investimento con l’Australia all’inizio di questo mese, mirata a contrastare il dominio cinese nel mercato delle terre rare e dei minerali essenziali.
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Immagine da Twitter
Economia
I mercati argentini salgono dopo la vittoria elettorale di Milei, che ringrazia il presidente Trump
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«Grazie, Presidente Trump, per la fiducia accordata al popolo argentino. Lei è un grande amico della Repubblica Argentina. Le nostre nazioni non avrebbero mai dovuto smettere di essere alleate. I nostri popoli vogliono vivere in libertà. Contate su di me per lottare per la civiltà occidentale, che è riuscita a far uscire dalla povertà oltre il 90% della popolazione mondiale».Gracias Presidente @realDonaldTrump por confiar en el pueblo argentino. Usted es un gran amigo de la República Argentina. Nuestras Naciones nunca debieron dejar de ser aliadas. Nuestros pueblos quieren vivir en libertad. Cuente conmigo para dar la batalla por la civilización… pic.twitter.com/G4APcYIA2i
— Javier Milei (@JMilei) October 27, 2025
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