Protesta
Messaggio dell’Arcivescovo Mons. Carlo Maria Viganò al popolo di Trieste

Pubblichiamo questo messaggio che Monsignor Carlo Maria Viganò ha appena inviato ai manifestanti di Trieste, ora radunati in Piazza Unità d’Italia.
CARISSIMI AMICI,
sto seguendo con viva apprensione la pacifica protesta che i portuali di Trieste hanno indetto da alcuni giorni, contro l’illegittima norma che obbliga tutti i lavoratori a munirsi di un lasciapassare sanitario, ottenibile sottoponendosi all’inoculazione del siero genico sperimentale, o sottoponendosi ogni quarantott’ore al tampone.
Avete ormai compreso, cari amici, che il cosiddetto vaccino sia ancora in fase sperimentale; che non si conoscano gli effetti a lungo termine; da settimane si contano sempre più reazioni avverse e decessi, che l’Autorità sanitaria – con la complicità dei media – cerca di nascondere catalogandoli come malori improvvisi.
Siamo tutti cavie, oggetto della sperimentazione di massa imposta dalle case farmaceutiche ai loro servi nelle istituzioni.
Sapete parimenti che il vaccino non garantisce alcuna immunità, non protegge dal contagiare né dall’essere contagiati. E sapete che pure i tamponi hanno un’attendibilità minima, perché non sono stati pensati per essere utilizzati a scopo diagnostico.
La violazione delle libertà naturali, dei diritti civili e costituzionali, del diritto alla libertà di parola e di pacifica manifestazione è divenuta strumento di coercizione e di ricatto da parte di un’Autorità civile che non tutela più la salute e il benessere dei cittadini, ma col pretesto della psicopandemia li vuole rendere schiavi.
Eppure, un dipendente non può lavorare, non può percepire lo stipendio, né avere i permessi di malattia e di maternità, se non accetta di sottoporsi a questo vile ricatto, con il quale vi si vuole costringere a vaccinarvi o a dimostrare di non essere stati contagiati da un virus che nessun laboratorio – ripeto: nessuno – ha ancora isolato, ma solo sequenziato. E sfido chiunque a dimostrare il contrario.
La violazione delle libertà naturali, dei diritti civili e costituzionali, del diritto alla libertà di parola e di pacifica manifestazione è divenuta strumento di coercizione e di ricatto da parte di un’Autorità civile che non tutela più la salute e il benessere dei cittadini, ma col pretesto della psicopandemia li vuole rendere schiavi.
Schiavi da controllare, da sorvegliare, dei quali tracciare ogni movimento, ogni acquisto, ogni transazione, ogni attività.
Schiavi da controllare, da sorvegliare, dei quali tracciare ogni movimento, ogni acquisto, ogni transazione, ogni attività.
E non vi stupite: tutto quello che stanno facendo in questi mesi – e che faranno nei prossimi se nessuno li ferma – era stato dichiarato chiaramente. Dall’uso dell’emergenza pandemica per imporre nuove forme di controllo, al ricorso all’emergenza ecologica per impedirci di usare l’auto, di acquistare determinati prodotti, di usare la luce o il gas.
Nei loro progetti, vogliono distruggere il nostro mondo, la nostra cultura, la nostra Religione, il nostro modo di vivere, di lavorare, di rapportarci l’un l’altro. Dobbiamo diventare degli automi senza giudizio critico, dei clienti delle loro multinazionali, degli schiavi sottopagati delle loro aziende, senza diritti, senza tutele, senza previdenza sociale e senza libertà
Nei loro progetti, vogliono distruggere il nostro mondo, la nostra cultura, la nostra Religione, il nostro modo di vivere, di lavorare, di rapportarci l’un l’altro. Dobbiamo diventare degli automi senza giudizio critico, dei clienti delle loro multinazionali, degli schiavi sottopagati delle loro aziende, senza diritti, senza tutele, senza previdenza sociale e senza libertà.
Qualcuno di voi – soprattutto tra quanti si sono uniti a questa protesta da poco – penseranno che quanto vi dico siano teoremi da cospirazionisti. Qualcuno pensa ingenuamente che questa pandemia – i cui morti sono stati causati quasi interamente dal divieto di seguire protocolli efficaci – sia soltanto stata gestita male, da persone incompetenti o sprovvedute. Ma non è così. Chi parla del calo dei contagiati e dell’assenza di green pass nei Paesi del Nordeuropa ignora che, tra qualche mese, in Danimarca sarà obbligatorio l’ID digitale con cui ogni cittadino sarà schedato con la carta di identità, il passaporto, il codice fiscale, la tessera sanitaria, lo stato vaccinale e il conto bancario.
E se non vi sono stati lockdown e coprifuoco; se non si sono rese obbligatorie le mascherine, è solo perché quei Paesi sono già perfettamente globalizzati, indottrinati all’ideologia del Great Reset, pronti a farsi inserire il microchip sottocutaneo.
In Svezia il microchip è già attivo su base volontaria, e usato per aprire la porta di casa o mettere in moto l’auto. Nei Paesi del Nord gli acquisti online, l’uso dei rider, i pagamenti elettronici sono già realtà da tempo. Ma qui da noi no: fino al Febbraio dello scorso anno, chi voleva una pizza la ordinava sotto casa, senza bisogno di usare una app.
Ecco perché in Italia, in Spagna, in Portogallo e in genere in tutti i Paesi di tradizione cattolica – i Paesi che alcuni considerano arretrati – si è dovuta usare l’emergenza pandemica: essa doveva servire per costringerci a cancellare il nostro modo di vivere – un modo di vivere umano, fatto di rapporti interpersonali, di saluti, di abbracci, di conversazioni e scambi di idee – sostituendolo con il ricorso alla tecnologia, all’internet delle cose, all’applicazione impersonale che registra cosa compriamo, quando, dove, a che prezzo e con quale tipo di pagamento.
Vogliono sapere cosa scriviamo sui social, cosa diciamo tra le pareti di casa con Alexa e Google, cosa ci piace leggere su Kindle, quali film guardiamo su Netflix e quale musica ascoltiamo con Spotify.
Sanno dove ci spostiamo perché l’auto, il cellulare, l’orologio, l’iPad e addirittura la borsa e i vestiti hanno una connessione alla rete.
A loro non interessa violare la legge. Non interessa infrangere impunemente la Costituzione, e men che meno la legge di Dio. Non temono nessuno, se non i loro padroni.
Vogliono sapere il vostro battito cardiaco, la vostra pressione sanguigna, il livello degli zuccheri nel sangue, e ovviamente quante e quali vaccinazioni avete fatto o dovete fare.
Vogliono controllare anche i vostri cicli riproduttivi, decidendo loro se e quando potete essere fertili. Sanno quanto guadagnate, quanto spendete, come lo spendete, con chi vi incontrate, su quali mezzi viaggiate.
In Italia questo sta avvenendo più lentamente che altrove. Grazie a Dio, ci sono persone come voi e come tanti altri cittadini che hanno capito che la vaccinazione è un pretesto per mettervi definitivamente il guinzaglio, costringervi a fare ciò che non volete solo perché altrimenti non potete lavorare, viaggiare, mangiare.
A loro non interessa violare la legge. Non interessa infrangere impunemente la Costituzione, e men che meno la legge di Dio. Non temono nessuno, se non i loro padroni.
La classe politica – tutta la classe politica attuale, dalla maggioranza all’opposizione – è completamente asservita ad un potere tirannico che comanda i governi, la finanza, la sanità, i media, le grandi aziende, le forze dell’ordine, la magistratura. E la Gerarchia ecclesiastica non fa eccezione, asservita anch’essa al Nuovo Ordine Mondiale
La classe politica – tutta la classe politica attuale, dalla maggioranza all’opposizione – è completamente asservita ad un potere tirannico che comanda i governi, la finanza, la sanità, i media, le grandi aziende, le forze dell’ordine, la magistratura. E la Gerarchia ecclesiastica non fa eccezione, asservita anch’essa al Nuovo Ordine Mondiale.
Questa vostra protesta, cari amici, è molto più importante di quello che può apparire.
Perché voi state manifestando non solo contro un vile ricatto, con il quale dovete scegliere tra lo stipendio o l’uso di un lasciapassare; ma contro un’intera ideologia, contro un potere tirannico senza volto che cerca di imporsi definitivamente, che gode dell’appoggio incondizionato dei media e della politica.
Un potere che nessuno ha mai eletto, e che proprio per questo non considera necessari né il voto democratico, né il ruolo dei rappresentanti del popolo, dal momento che se li è già comprati e li ricatta.
Questa mattina siete stati allontanati dagli accessi del porto con gli idranti, i gas lacrimogeni e i manganelli.
Mezzi con cui si disperdono criminali violenti, non famiglie pacifiche e onesti lavoratori che vedono in pericolo il proprio stipendio e la propria libertà. Siete stati caricati da poliziotti e carabinieri che per primi stanno sperimentando l’assurdità del green pass, visto che alcuni di loro ne sono sprovvisti. Spero che la vostra risposta pacifica e composta li induca a pensare a ciò che stanno facendo, al tradimento della Costituzione sulla quale hanno giurato, ai tiranni a cui obbediscono.
Vi esorto a non cedere alla violenza, ma parimenti a non lasciarvi intimidire da governanti nominati dalle banche e dalle case farmaceutiche, perché il loro potere dura finché c’è chi si lascia impaurire, chi obbedisce, chi piega il capo e sopporta in silenzio.
Se ciascuno di voi, con fermezza e in modo pacifico, saprà resistere a questa intollerabile sopraffazione, questa grottesca farsa crollerà inesorabilmente, e con essa i figuranti e le comparse che la assecondano
Se ciascuno di voi, con fermezza e in modo pacifico, saprà resistere a questa intollerabile sopraffazione, questa grottesca farsa crollerà inesorabilmente, e con essa i figuranti e le comparse che la assecondano. La resistenza ad un’autorità che abusa del proprio potere contro il fine per cui è stata costituita è non solo legittima, ma doverosa; come fu doverosa la lotta contro il totalitarismo e contro ogni forma di dittatura.
E ricordatevi che siete tutti Cristiani, che i vostri padri e le vostre madri vi hanno trasmesso una Fede e dei valori che hanno permesso alla nostra amata Patria di essere faro di civiltà, di cultura, di arte, di impresa.
Chi ha combattuto dando la vita per l’Italia, per difenderne la sovranità e l’indipendenza, vi guarda dal cielo e si aspetta pari fierezza, pari coraggio, pari onore.
Ricordatevi del vostro Vescovo Mons. Antonio Santin, che tenne testa ai fascisti, ai nazisti e ai comunisti. Difendiamo la nostra identità, la nostra Religione, i nostri valori, i nostri figli, i nostri cari, il nostro lavoro, il nostro focolare.
E vi scongiuro: non cedete alle provocazioni di chi non cerca che il pretesto per trasformare questa Nazione in un regime asservito alla Massoneria, al Gruppo Bilderberg, al Club di Roma, alla Trilaterale, al World Economic Forum, all’OMS e a tutti questi cospiratori senza nome e senza volto.
La resistenza ad un’autorità che abusa del proprio potere contro il fine per cui è stata costituita è non solo legittima, ma doverosa; come fu doverosa la lotta contro il totalitarismo e contro ogni forma di dittatura
La vostra arma, un’arma terribile e potentissima, deve essere il Santo Rosario. Invocate la Vergine Santissima, pregatela insieme ai vostri cari, ai vostri figli e ai vostri fratelli; impugnate la Corona benedetta!
Chiediamo insieme Maria Madre e Regina di Monte Grisa e alla Madonna della Salute venerata a Santa Maria Maggiore, di soccorrere la nostra Italia, di proteggerla, di liberarla.
Pregate con fede, e sarà Lei a sbaragliare e sconfiggere inesorabilmente il nostro avversario.
Vi benedico tutti, assicurandovi della mia preghiera e chiedendovi, scongiurandovi di riporre tutte le vostre speranze nella Vergine Santissima, nostra Signora, nostra Madre, Aiuto dei Cristiani.
Viva Maria! Viva Cristo Re!
Carlo Maria Viganò
Arcivescovo
18 Ottobre 2021
San Luca Evangelista
Immagine screenshot da YouTube
Protesta
Violenza e caos mortale in Nepal. In fiamme il palazzo del governo

Il Primo Ministro nepalese KP Sharma Oli si è dimesso martedì, mentre le furiose proteste contro il governo si intensificavano nella capitale della nazione himalayana, Kathmandu.
L’esercito nepalese ha confermato che Oli e sei ministri del governo sono stati trasferiti in una località segreta dopo che i manifestanti hanno appiccato il fuoco alle residenze del Primo Ministro e del Vicepresidente.
Le proteste antigovernative e anti-corruzione sono diventate violente dopo che diverse importanti piattaforme di social media, tra cui Facebook, YouTube e X, sono state vietate lunedì. Questi siti sono tra i 26 che sono stati bloccati per non essersi registrati in base alle nuove normative, che secondo i media locali censurano la libertà di parola. Il divieto è stato revocato martedì.
Immagini da Kathmandu mostrano il fumo che si alza dal parlamento del Paese, incendiato dai manifestanti. I media locali hanno anche riferito che le case dei ministri sono state saccheggiate da gruppi numerosi.
Su internet circolano video non verificati in cui politici nepalesi sarebbero cacciati, picchiati e denudati.
In Nepal, politicians ban social media use and citizens burn down parliament. Politicians flee by helicopter. pic.twitter.com/6Sju9CH7Jm
— RadioGenoa (@RadioGenoa) September 9, 2025
In Nepal, citizens storm Communist Party headquarters and tear down hammer and sickle flag. pic.twitter.com/EVdpKaRDqE
— RadioGenoa (@RadioGenoa) September 9, 2025
In Nepal, homes of communist politicians are set on fire. pic.twitter.com/XDsk2kJl5U
— RadioGenoa (@RadioGenoa) September 9, 2025
Protesters in Nepal have attacked and burnt down the houses of Nepal’s President, Prime Minister and other Ministers.
Kathmandu airport has stopped all operations.#NepalGenZProtest pic.twitter.com/MHfWdAzqfb
— With Love Bihar (@WithLoveBihar) September 9, 2025
In Nepal, politicians ban social media, and citizens set fire to parliament. The politicians flee in helicopters, some are captured and beaten. pic.twitter.com/tkZspsV66b
— RadioGenoa (@RadioGenoa) September 9, 2025
Nepal’s Finance Minister is chased and beaten in the streets by protesters.
The govt of Nepal shut down social media access and many students were killed during protests. After that, the protests have gotten worse.pic.twitter.com/lbjcgniw1L
— Wall Street Mav (@WallStreetMav) September 9, 2025
In Nepal, homes of communist politicians are set on fire. pic.twitter.com/pR5jYqGxXu
— RadioGenoa (@RadioGenoa) September 9, 2025
Protesters have torched Nepal’s communist government’s state media publication. It has all gone up in flames as the nation rises up to overthrow the Marxists who imposed a total ban on social media days earlier.
pic.twitter.com/NooWJbb8Dy— Ian Miles Cheong (@stillgray) September 9, 2025
Government officials in Nepal are being hunted down—chased, stripped, and beaten in broad daylight.
The fury has reached the doors of power, with protesters setting fire to the homes of top leaders and even torching the parliament building.
Nepal’s rulers now can’t even walk… pic.twitter.com/60IC8NTGRW
— Shadow of Ezra (@ShadowofEzra) September 9, 2025
🔥🚨BREAKING NEWS: Nepal’s Finance Minister was just stripped of his clothes and chased into a river by angry protesters after they set the country’s parliament on fire.
— Dom Lucre | Breaker of Narratives (@dom_lucre) September 9, 2025
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Le proteste, guidate per lo più da persone tra la fine dell’adolescenza e i primi vent’anni, sono scoppiate lunedì, innescate dal divieto dei social media. Le autorità hanno confermato 19 morti nella sola Kathmandu, con circa 400 feriti, tra cui oltre 100 agenti di polizia.
«Mi sono unito a una protesta pacifica, ma il governo ha risposto con la violenza», ha dichiarato un ventenne, citato dall’agenzia di stampa AFP.
I disordini di questa settimana sono i peggiori degli ultimi decenni nella nazione himalayana, che ha dovuto affrontare periodicamente instabilità politica e difficoltà economiche da quando la monarchia indù è stata abolita nel 2008.
L’ente del turismo e la polizia nepalese hanno attivato tre servizi navetta per gli stranieri con autobus diretti all’aeroporto. Voli da destinazioni internazionali sono stati visti librarsi su Kathmandu da quando l’aeroporto è stato chiuso martedì mattina.
Dopo la sommossa, il governo nepalese ha revocato la decisione di vietare i siti di social media, in seguito alle violente proteste che hanno provocato 19 morti e oltre 400 feriti.
Secondo un articolo dell‘Hindustan Times, gli scontri si sono intensificati quando i dimostranti hanno sfondato le barriere di filo spinato e hanno tentato di entrare in una zona riservata vicino al parlamento, spingendo la polizia a sparare proiettili veri e gas lacrimogeni, nonché a utilizzare idranti e manganelli.
❗️Nepal Home Minister QUITS As Death Toll From Gen Z Social Media Ban Protest Rises To 19; 347 Injured https://t.co/HMgV8g440V pic.twitter.com/D2NdnJei5I
— RT_India (@RT_India_news) September 8, 2025
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«Come amici e vicini di casa, speriamo che tutti gli interessati esercitino moderazione e affrontino qualsiasi problema con mezzi pacifici e attraverso il dialogo», ha affermato martedì il ministero degli Esteri indiano in una nota. Il ministero ha aggiunto che sta monitorando attentamente gli sviluppi in Nepal ed è «profondamente rattristato» per la «perdita di molte giovani vite».
Dopo le proteste, il ministro degli Interni nepalese si è dimesso durante una riunione di gabinetto lunedì sera. Secondo quanto riportato da fonti locali, i manifestanti hanno dato fuoco alla residenza privata del ministro dell’Informazione e della Comunicazione.
Nonostante il governo abbia revocato il divieto sui social media, martedì a Kathmandu sono continuate le manifestazioni, dove la gente si è radunata fuori dal parlamento chiedendo la rimozione o lo scioglimento del governo. Alcuni manifestanti hanno dichiarato ai giornalisti che le loro preoccupazioni principali sono la disoccupazione e la corruzione.
Un enorme incendio ha devastato il palazzo Singha Durbar del Nepal, nel centro di Kathmandu, il principale complesso amministrativo del Paese, dopo che violente proteste hanno travolto la capitale della nazione himalayana.
Le immagini che circolano online mostrano l’edificio divorato dalle fiamme. Il palazzo, costruito nel 1908, è la sede del governo nepalese e ospita diversi ministeri e altre istituzioni chiave.
🚨 WATCH: Nepal’s Singha Durbar, the historic seat of Nepalese government, continues to burn.
Video source: Online Khabar pic.twitter.com/KhjCXWZN6L
— Sputnik India (@Sputnik_India) September 9, 2025
Visuals from #Nepal “Singha Durbar” is continuously burning..
(Video 📹: Threads) pic.twitter.com/A5031SAlmm
— JagathKrishna Yadav| जगत कृष्ण यादव|జగత్ కృష్ణ (@JagathKrishnaIN) September 9, 2025
#Nepal 🇳🇵: Anti-Government protesters raided the “Singha Durbar” Palace in #Kathmandu during the ongoing protests.
Some of the protesters are armed with 7.62x51mm #NATO British L1A1 SLR and Indian Ishapore 1A1 rifles (very likely taken from the Nepalese Forces). pic.twitter.com/ax7XE8CGD9
— War Noir (@war_noir) September 9, 2025
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Martedì, i manifestanti avrebbero sfondato i cancelli occidentali del Singha Durbar, facendosi strada nell’area riservata e incendiando alcune parti dell’ingresso. Testimoni hanno riferito di pesanti scontri con le forze di sicurezza mentre la folla avanzava all’interno, secondo diversi organi di stampa.
Altri filmati condivisi online mostrano anche l’edificio del Parlamento nepalese in fiamme, con muri carbonizzati, fumo che si levava verso il cielo e incendi ancora accesi, mentre all’esterno si radunava una grande folla.
Nel settembre 2025, il governo del Nepal era guidato dal premier KP Sharma Oli, leader del Partito Comunista del Nepal (UML), in carica dal 15 luglio 2024 fino alla sua dimissione il 9 settembre 2025, a seguito delle violente proteste popolari. Ilministro degli Interni Ramesh Lekhak si è dimesso il 8 settembre 2025, assumendo la responsabilità morale per la violenta repressione delle proteste, che ha causato almeno 19 morti e centinaia di feriti. Dopo la dimissione di Oli, il Presidente Ram Chandra Paudel ha accettato la rinuncia e ha avviato il processo per nominare un nuovo primo ministro.
In Nepal dal 1996 al 2006 si è vissuta una guerra civile portata avanti soprattutto dal Partito Comunista del Nepal di fede maoista, noto anche come CPN o successivamente come CPN Maoist Centre.
La fine della monarchia in Nepal è un evento storico strettamente legato alla strage reale del 1° giugno 2001 e agli sviluppi politici successivi, culminati nell’abolizione della monarchia nel 2008. La notte del 1° giugno 2001, al palazzo reale di Narayanhiti a Kathmandu, avvenne una strage che sconvolse il paese. Secondo la versione ufficiale, il principe ereditario Dipendra Bir Bikram Shah aprì il fuoco durante una riunione familiare, uccidendo il re Birendra, la regina Aishwarya, altri membri della famiglia reale e infine se stesso. In totale, 10 persone persero la vita, tra cui il re, la regina, i loro figli e altri parenti stretti.
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Immagine screenshot da Twitter
Protesta
I manifestanti a Parigi chiedono le dimissioni di Macron

Énorme !
« #MacronDémission » hurlent des milliers et des milliers de Français ce jour dans les rues de Paris à l’appel des Patriotes ! (cf vidéo ⤵️) Les Français en ont marre : il doit partir ! Parlementaires, reveillez-vous : votez la motion de destitution qui sera déposée… pic.twitter.com/tUa8NWh2cU — Florian Philippot (@f_philippot) September 6, 2025
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Mercoledì attivisti di sinistra e sindacati stanno pianificando scioperi e proteste separati, con lo slogan «Blocchiamo tutto». Lunedì Bayrou dovrà affrontare un voto di sfiducia mentre cerca sostegno per la sua proposta di bilancio, con la Francia alle prese con un deficit fiscale del 5,8% del PIL, quasi il doppio del limite UE del 3%. Il suo piano include tagli al lavoro nel settore pubblico, ai programmi di welfare e alle pensioni, misure che l’opposizione ha denunciato come misure che privilegiano la spesa militare rispetto al sostegno sociale. Come riportato da Renovatio 21, la Francia nei prossimi giorni potrebbe attraversare un collasso finanziario che ne travolgerebbe il governo.🚨 🇫🇷 ALERTE VIDÉO : Une grande manifestation de patriotes se déroule actuellement dans les rues de Paris, à l’initiative de Florian Philippot ! Un mot pour les soutenir ? pic.twitter.com/iwvClzwneP
— Wolf 🐺 (@PsyGuy007) September 6, 2025
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Protesta
La polizia tedesca contro la protesta per la ri-militarizzazione

Una marcia pacifista inizialmente pacifica a Colonia è sfociata in violenza sabato dopo gli scontri tra attivisti e polizia. I manifestanti protestavano contro i piani di Berlino di aumentare la spesa militare e gli aiuti a Ucraina e Israele.
La manifestazione, che secondo quanto riferito ha attirato quasi 3.000 persone, è stata organizzata dal gruppo pacifista «Disarma Rheinmetall». Rheinmetall principale produttore tedesco di armi.
Il gruppo ha organizzato diverse manifestazioni questa settimana, tra cui il blocco dell’accesso a un edificio della Bundeswehr mercoledì e una protesta davanti all’abitazione del CEO di Rheinmetall, Armin Papperger, a Meerbusch, vicino a Düsseldorf.
🤬Unglaublich! Die Polizei ist gerade mit voller Härte gegen die Antikriegsdemo „Rheinmetall entwaffnen“ in Köln vorgegangen.
Die Menschen, die sich gegen Krieg und Aufrüstung einsetzen, werden brutal angegriffen. So sieht also Meinungsfreiheit in Deutschland aus? 🤯 pic.twitter.com/16QSNghvEh
— Dr. Buzz (@DrBuzzzzz) August 30, 2025
📌 German Police Suppress Anti-War Demonstration – Public Anger Rising
According to Two Majors, German police dispersed an anti-war rally with force, where protesters carried slogans such as “Disarm Rheinmetall,” “No conscription,” and “We will not die in your wars!”… pic.twitter.com/CjQPI8BJWh
— Officer 🇫🇷 The opinion 🇩🇰 (@ThetruthDW) August 31, 2025
In Cologne, Germany, protesters are being beaten at an anti-war demonstration. Among the main slogans are “Disarm Rheinmetall,” “No conscription,” “We will not die in your wars!”, “No conscription into the army.”
⚡️Two Majors pic.twitter.com/0Ej6Cyibsc
— Beate Landefeld (@BeateLandefeld) August 31, 2025
🇩🇪 Yesterday, German police dispersed a rally calling for the demilitarization of Germany and detained several participants.
Around 3,000 people took to the streets of Cologne with the main slogan: “Disarm Rheinmetall” (the largest defense-industrial corporation).
+1 pic.twitter.com/AmEHVaizVv— Avinash K S🇮🇳 (@AvinashKS14) September 1, 2025
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Gli attivisti hanno affermato di opporsi ai piani del governo di aumentare la spesa per la difesa, di espandere l’esercito attraverso la coscrizione obbligatoria e di fornire supporto militare all’Ucraina e a Israele.
Le immagini della protesta di sabato mostravano striscioni con la scritta «deponete le armi» e «Non moriremo nelle vostre guerre».
Secondo quanto riportato dalle autorità locali, il corteo è stato ripetutamente interrotto dopo che la polizia ha segnalato di aver visto manifestanti mascherarsi e far esplodere fumogeni.
La Polizei ha anche affermato di aver intercettato un veicolo di scorta che trasportava pirotecnici, alcol denaturato e bombole di gas, affermando di essere stata infine costretta a disperdere la folla dopo che alcuni manifestanti hanno attaccato gli agenti.
Mindestens ein Demonstrant wurde bei dieser Aktion durch den Schlag eines Polizisten verletzt. #Köln #koe3008 #k3008 #RME #RME2025 pic.twitter.com/M0oP1nlAXo
— junge Welt (@jungewelt) August 30, 2025
2125 Auch außerhalb des Kessels prügelt die Polizei nun erneut auf friedliche Demonstrant:innen ein. #k3008 #RME #RME25 #RheinmetallEntwaffnen pic.twitter.com/TnZMw694q8
— Perspektive Online (@PerspektiveOn) August 30, 2025
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I video pubblicati online mostrano la polizia usare pugni, manganelli e gas lacrimogeni, con diversi attivisti visibilmente feriti. Diversi manifestanti sarebbero stati arrestati, anche se non è stato fornito alcun dato.
Un portavoce dei dimostranti ha accusato la polizia di aver attaccato gli attivisti, sostenendo che tra le 40 e le 60 persone sono rimaste ferite.
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha sospeso i limiti all’indebitamento per incrementare la spesa per la difesa, impegnandosi ad aumentarla al 3,5% del PIL entro il 2029, annunciando l’intenzione di espandere la Bundeswehr da circa 182.000 a 240.000 soldati attivi entro il 2031 e ha introdotto la registrazione obbligatoria per i diciottenni in preparazione di un potenziale ritorno alla coscrizione obbligatoria.
Il Merz ha inoltre suggerito che le truppe tedesche potrebbero essere dispiegate in Ucraina come parte di una forza di pace europea, nonostante il rifiuto della Russia di qualsiasi presenza di truppe occidentali in Ucraina sotto qualsiasi forma.
Su internet circolano immagini riguardanti anche le manifestazioni pro-Palestina svoltesi in questi giorni in Germania. Colpisce il video della signora in protesta centrata in pieno volto da un pugno da un agente della Polizei.
A woman protests the Gaza Holocaust in Germany.
Woman, Life, Freedom…? pic.twitter.com/uniwopFIzT
— Seyed Mohammad Marandi (@s_m_marandi) August 30, 2025
Come riportato ripetutamente negli anni pandemici da Renovatio 21, chi protestava in Germania subì una repressione brutale e disumanizzante da parte della Polizei e degli apparati di sicurezza dello Stato tedesco, che calpestò impunemente la Grundgesetz, la Costituzione tedesca, che dichiara al primo articolo la dignità umana come fondamento della Repubblica.
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