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Medvedev paragona la «Conferenza di pace» svizzera alla Fattoria degli animali di Orwell

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L’attuale vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev ha scritto domenica su Telegram riguardo la falsa «conferenza di pace» tenutasi in Isvizzera paragonando il vertice al libro di George Orwell La fattoria degli animali, con tanto di paragoni con gli animali subdoli del romanzo di Orwell.

 

Secondo l’ex presidente russo l’evento svizzero è «puro surrealismo» e «nessuno dei partecipanti al ‘forum della pace’ sa cosa stanno facendo lì e quale è il loro ruolo».

 

In una selva di simboli di non facile decrittazione, Medvedev ha detto che i «pastori» svizzeri hanno invitato solo «animali fidati», tra cui un «pazzo e gracile maiale» e il suo aiutante, e anche «un gregge di ottuse pecore delle Alpi occidentali che belavano allegramente in nome della pace, così come un branco di cani europei legati alla catena per custodire il bestiame».

 

Medvedev, ex presidente russo e anche primo ministro (2012-2020), ha scritto che i «cani» «abbaiano e sputano saliva velenosa» per mantenere l’ordine, cosa che secondo lui è giustificata dal momento che «le pecore spesso belano fuori posto e confondono le dichiarazioni memorizzate».

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In un apparente riferimento al presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha detto che il gregge è guidato da «un proprietario anziano e debole di mente» che soffre di «demenza progressiva».

 

Il falco del Cremlino ha quindi aggiunto che gli Stati Uniti, invece di inviare Biden, hanno inviato «un deputato dalla testa morbida che… ha detto una frase imparata a memoria ed è tornato rapidamente a casa», riferendosi con probabilità al vicepresidente Kamala Harris.

 

«In sintesi, il pascolo del bestiame sulle Alpi è solo un triste mucchio di cacca che sta bruciando i soldi dei contribuenti», ha concluso l’allegorico Medvedev.

 

Come riportato da Renovatio 21, ben dodici Paesi si rifiutano di firmare la dichiarazione di Zelens’kyj sulla «conferenza di pace».

 

Nelle scorse settimane, il politologo John Mearsheimer aveva definito «ridicolo» l’incontro. Putin aveva respinto la formula di Kiev e sollevato dubbi sulla legittimità di Zelens’kyj, il cui mandato è scaduto. Il presidente russo in passato ha ripetuto che la Russia «non ha mai rinunciato ai colloqui di pace con l’Ucraina».

 

Pochi giorni fa Putin aveva chiarito le sue condizioni per dei veri colloqui di pace, subito respinte da Zelens’kyj e dagli USA, come detto a chiare lettere nel bizzarro discorso del segretario della Difesa Lloyd Austin all’incontro dei ministri della guerra NATO a Bruxelles della settimana scorsa.

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