Geopolitica
Media israeliani: colloqui segreti fra Netanyahu e bin Salman. Riyadh smentisce
Renovatio 21 pubblica questo articolo su gentile concessione di Asianews.
L’incontro, una prima se confermato, sarebbe avvenuto ieri a Neom, località turistica sul mar Rosso. Iran e normalizzazione dei rapporti fra i due Paesi al centro dei colloqui. All’incontro presenti anche il segretario di Stato Usa e il capo del Mossad. A livello ufficiale Riyadh mantiene la stessa linea: firma di un accordo solo in seguito a una «pace duratura» fra Israele e Palestina.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe incontrato in gran segreto ieri in Arabia Saudita il principe ereditario Mohammad bin Salman; presente anche il segretario di Stato Usa Mike Pompeo. La notizia è stata rilanciata dai media israeliani, dopo che un cronista ha tracciato i dati di un aereo privato utilizzato già in passato dal capo del governo.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe incontrato in gran segreto ieri in Arabia Saudita il principe ereditario Mohammad bin Salman; presente anche il segretario di Stato Usa Mike Pompeo
Nel pomeriggio di oggi è arrivata la smentita del ministero saudita degli Esteri, che nega un faccia a faccia fra il principe ereditario e il capo del governo israeliano.
«L’incontro non è mai avvenuto» ha scritto in un tweet il titolare del dicastero Faisal bin Farhan Al Saul. Dall’ufficio del capo del governo israeliano non giungono conferme, né smentite alla notizia che dagli ambienti della stampa locale sembra invece avere più di un fondamento.
Secondo i media israeliani, il volo è partito ieri pomeriggio dall’aeroporto internazionale di Tel Aviv ed è atterrato nella cittadina saudita di Neom – sul mar Rosso – alle 6.30 del pomeriggio.
Il velivolo ha stazionato per qualche ora sulla pista, per poi decollare alle 21.50 del giorno stesso e fare rientro seguendo la stessa rotta. Dai dati forniti dal sito FlightRadar24.com, il mezzo è un Gulfstream IV, appartenente all’uomo d’affari israeliano Udì Angel e utilizzato per missioni all’estero da Netanyahu.
Se la notizia è vera, si tratterebbe del primo incontro «confermato» fra i leader di due Paesi un tempo grandi rival
Dagli uffici del premier israeliano non giungono conferme ufficiali, ma un membro dell’esecutivo – dietro anonimato – dice di essere stato informato dal ministero israeliano degli Esteri. Se la notizia è vera, si tratterebbe del primo incontro «confermato» fra i leader di due Paesi un tempo grandi rivali, oggi uniti da un fronte comune contro l’Iran, rinsaldato a colpi di diplomazia e di accordi dal presidente USA (uscente) Donald Trump.
L’apice di questa diplomazia si è concretizzata nella firma dei cosiddetti «Accordi di Abramo» a metà settembre alla Casa Bianca, che hanno registrato in via ufficiale relazioni diplomatiche e rapporti commerciali fra Israele, Emirati Arabi Uniti, Bahrain (e Sudan).
In queste settimane Trump e Pompeo hanno insistito perché anche l’Arabia Saudita apponesse la propria firma, ma Riyadh – a dispetto dei corteggiamenti insistenti – non ha voluto aderire mantenendo come pre-condizione la pace fra israeliani e palestinesi.
Secondo quanto riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan, sul volo era presente oltre al premier Netanyahu anche il capo del Mossad Yossi Cohen.
Secondo quanto riferisce l’emittente pubblica israeliana Kan, sul volo era presente oltre al premier Netanyahu anche il capo del Mossad Yossi Cohen.
Una fonte saudita, rilanciata dal Wall Street Journal, sottolinea che durante il vertice sono stati affrontati diversi dossier internazionali. Fra questi vi sono la normalizzazione dei rapporti fra Israele e Arabia Saudita, l’asse comune contro l’ Iran (…) e questioni commerciali. Tuttavia, al momento non si sarebbe giunti ad accordi sostanziali fra le parti.
Il ministro degli Esteri Faisal ha ricordato che durante il summit del G20 (virtuale a causa del Covid-19) ospitato da Riyadh, il governo ha ribadito di volere la «normalizzazione» solo con un «accordo di pace permanente» fra Israele e Palestina.
Invitiamo i lettori di Renovatio 21 a sostenere con una donazione Asianews e le sue campagne.
Geopolitica
La Cina snobba il ministro degli Esteri tedesco
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dovuto cancellare un viaggio previsto in Cina dopo che Pechino si sarebbe rifiutata di organizzare incontri di alto livello con lui, secondo quanto riportato venerdì da diversi organi di stampa.
Il Wadephul sarebbe dovuto partire per Pechino domenica per discutere delle restrizioni cinesi sull’esportazione di terre rare e semiconduttori, oltre che del conflitto in Ucraina.
«Il viaggio non può essere effettuato al momento e sarà posticipato a data da destinarsi», ha dichiarato un portavoce del Ministero degli Esteri tedesco, citato da Politico. Il Wadephullo avrebbe dovuto incontrare il ministro degli Esteri cinese Wang Yi, ma l’agenda prevedeva troppo pochi incontri di rilievo.
Secondo il tabloide germanico Bild, i due diplomatici terranno presto una conversazione telefonica.
Aiuta Renovatio 21
Questo intoppo diplomatico si inserisce in un contesto di crescenti tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea. Nell’ultimo anno, Bruxelles e Pechino si sono scontrate sulla presunta sovrapproduzione industriale cinese, mentre la Cina accusa l’UE di protezionismo.
All’inizio di questo mese, Pechino ha rafforzato le restrizioni sull’esportazione di minerali strategici con applicazioni militari, una mossa che potrebbe aggravare le difficoltà del settore automobilistico europeo.
La Germania è stata particolarmente colpita dal deterioramento del clima commerciale.
Come riportato da Renovatio 21, la Volkswagen sospenderà la produzione in alcuni stabilimenti chiave la prossima settimana a causa della carenza di semiconduttori, dovuta al sequestro da parte dei Paesi Bassi del produttore cinese di chip Nexperia, motivato da rischi per la sicurezza tecnologica dell’UE. In risposta, Pechino ha bloccato le esportazioni di chip Nexperia dalla Cina, causando una riduzione delle scorte che potrebbe portare a ulteriori chiusure temporanee di stabilimenti Volkswagen e colpire altre case automobilistiche, secondo il quotidiano.
Venerdì, il ministro dell’economia Katherina Reiche ha annunciato che Berlino presenterà una protesta diplomatica contro Pechino per il blocco delle spedizioni di semiconduttori, sottolineando la forte dipendenza della Germania dai componenti cinesi.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di UK Government via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic
Geopolitica
Vance in Israele critica la «stupida trovata politica»: il voto di sovranità sulla Cisgiordania è stato un «insulto» da parte della Knesset
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Geopolitica
Trump minaccia di togliere i fondi a Israele se annette la Cisgiordania
Israele «perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti» in caso di annessione della Giudea e della Samaria, nome con cui lo Stato Ebraico chiama la Cisgiordania, ha detto il presidente USA Donald Trump.
Trump ha replicato a un disegno di legge controverso presentato da esponenti dell’opposizione di destra alla Knesset, il parlamento israeliano, che prevede l’annessione del territorio conteso come reazione al terrorismo palestinese.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, sostenitore degli insediamenti ebraici in quell’area, si oppone al provvedimento, poiché rischierebbe di allontanare gli Stati arabi e musulmani aderenti agli Accordi di Abramo e al cessate il fuoco di Gaza.
Netanyahu ha criticato aspramente il disegno di legge, accusando i promotori di opposizione di una «provocazione» deliberata in concomitanza con la visita del vicepresidente statunitense J.D. Vance. (Lo stesso Vance ha qualificato il disegno di legge come un «insulto» personale)
Sostieni Renovatio 21
«I commenti pubblicati giovedì dalla rivista TIME sono stati espressi da Trump durante un’intervista del 15 ottobre, prima dell’approvazione preliminare alla Knesset di mercoledì – contro il volere del primo ministro – di un disegno di legge che estenderebbe la sovranità israeliana a tutti gli insediamenti della Cisgiordania» ha scritto il quotidiano israeliano Times of Israel.
Evidenziando l’impazienza dell’amministrazione verso tali iniziative, il vicepresidente di Trump, J.D. Vance, ha dichiarato giovedì, lasciando Israele, che il voto del giorno precedente lo aveva «offeso» ed era stato «molto stupido».
«Non accadrà. Non accadrà», ha affermato Trump a TIME, in riferimento all’annessione. «Non accadrà perché ho dato la mia parola ai Paesi arabi. E non potete farlo ora. Abbiamo avuto un grande sostegno arabo. Non accadrà perché ho dato la mia parola ai paesi arabi. Non accadrà. Israele perderebbe tutto il sostegno degli Stati Uniti se ciò accadesse».
Vance ha precisato che gli era stato descritto come una «trovata politica» e «puramente simbolica», ma ha aggiunto: «Si tratta di una trovata politica molto stupida, e personalmente la considero un insulto».
Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno guidato i Paesi arabi e musulmani negli Accordi di Abramo, si oppongono da tempo all’annessione della Cisgiordania, sostenendo che renderebbe vani i futuri negoziati di pace nella regione.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
-



Misteri2 settimane faLa verità sull’incontro tra Amanda Knox e il suo procuratore. Renovatio 21 intervista il giudice Mignini
-



Pensiero7 giorni faCi risiamo: il papa loda Don Milani. Torna l’ombra della pedofilia sulla Chiesa e sul futuro del mondo
-



Spirito2 settimane faMons. Viganò: «non c’è paradiso per i codardi!»
-



Sanità1 settimana faUn nuovo sindacato per le prossime pandemie. Intervista al segretario di Di.Co.Si
-



Necrocultura5 giorni fa«L’ideologia ambientalista e neomalthusiana» di Vaticano e anglicani: Mons. Viganò sulla nomina del re britannico da parte di Leone
-



Salute1 settimana faI malori della 42ª settimana 2025
-



Autismo2 settimane faTutti addosso a Kennedy che collega la circoncisione all’autismo. Quando finirà la barbarie della mutilazione genitale infantile?
-



Oligarcato6 giorni faPapa Leone conferisce a Carlo III, capo della Chiesa d’Inghilterra, la cattedra permanente nella basilica papale













