IVF
Marcia per la Vita, una domanda
Si avvicina la Marcia per la Vita 2021, quest’anno programmata per il 22 maggio. Si tratta della manifestazione pubblica che dovrebbe raccogliere ciò che resta del movimento pro-vita in Italia. Noi in passato vi abbiamo partecipato, e pure l’abbiamo promossa, sin dall’inizio e per varie edizioni, finché abbiamo sentito che non era più il caso di farlo.
Di fatto, nel tempo ci eravamo chiesti perché una Marcia per la Vita, che parla a gran voce di aborto e sussurra talvolta di eutanasia, trascuri invece quella che è certificata anno dopo anno come la prima causa di morte di embrioni in Italia, di gran lunga superiore all’aborto: quella provetta che porta con sé, programmaticamente, una strage immane di esseri umani fabbricati in laboratorio.
Si avvicina la Marcia per la Vita 2021, quest’anno programmata per il 22 maggio. Si tratta della manifestazione pubblica che dovrebbe raccogliere ciò che resta del movimento pro-vita in Italia
Con ogni probabilità, questa ecatombe è un problema non contemplato dentro il recinto in cui il popolo della vita deve confluire per essere opportunamente addomesticato e reso inoffensivo. Condizione, con ogni probabilità, per non alienarsi le gerarchie, e forse qualche altro manovratore che non ci è dato vedere.
Come che sia, continuano ad arrivarci periodicamente email da parte della Marcia per la Vita con, sotto il logo, il motto in bella mostra: «per la vita, senza compromessi».
Arrivano anche altre email, che ci invitano a Roma sempre il 22 maggio: per esempio, quelle della Fondazione Lepanto, con oggetto «Sostienici con il tuo 5×1000».
Continuano ad arrivarci periodicamente email da parte della Marcia per la Vita con, sotto il logo, il motto in bella mostra: «per la vita, senza compromessi»
«Caro X, nelle ore di confusione della storia, come quella che stiamo vivendo, è importante non perdere di vista i princìpi supremi che guidano la vita degli uomini e dei popoli. È questa la missione della Fondazione Lepanto che conduce con successo una grande battaglia in difesa della civiltà cristiana e dei suoi valori perenni».
A scriverci, in questa prosa alta, è direttamente il presidente della Fondazione Lepanto, Roberto De Mattei, che firma il messaggio automatizzato.
«Quest’anno ricorre il 450esimo anniversario della battaglia di Lepanto. Lo celebreremo solennemente il 7 ottobre 2021 e mi farebbe piacere incontrarLa in quest’occasione. Parteciperemo intanto, come sempre, alla Marcia per la Vita che si svolgerà a Roma il 22 maggio e a cui La invito».
Chiediamo: come si concilia l’impegno ipervaccinista di De Mattei con un evento che porta l’insegna «per la vita, senza compromessi», visto che questa storia che riguarda l’intera popolazione mondiale ruota intorno all’utilizzo di aborti per l’industria farmaceutica?
De Mattei, insomma, ci «invita» alla Marcia. Proprio come fa un padrone di casa.
Del resto, risulta che la Fondazione Lepanto sia ubicata in Piazza di Santa Balbina 8, lo stesso indirizzo del Comitato Marcia per la Vita. Il numero di telefono fisso di Roma riportato fra i contatti del sito della Marcia è il medesimo offerto dal sito della Fondazione Lepanto (malgrado, misteriosamente, la pagina contatti della Fondazione indichi come recapito principale un ufficio nel centro di Washington).
De Mattei, come è noto, si è distinto di recente per una martellante campagna promozionale dei «vaccini» ottenuti con linee cellulari di feti abortiti. Ha pubblicato vari articoli sul suo sito Corrispondenza Romana – firmati da lui stesso o da nomi sconosciuti, forse pseudonimi – alcuni addirittura denigratori nei confronti delle posizioni di chi da tempo studia il fenomeno (come l’americana Pamela Acker). Ha scritto perfino un libro con un titolo che è esso stesso un programma: Sulla liceità morale della vaccinazione. Sottotitolo, ad abundantiam: «Una risposta chiara ed esauriente a coloro che considerano la vaccinazione contro il COVID-19 in sé illecita, perché funzionale all’aborto».
Noi qui ci rivolgiamo agli organizzatori della Marcia per la Vita. Chiamiamo in causa anche tutti coloro che in passato hanno sostenuto e partecipato alla Marcia
La manovra, non riuscitissima a dire il vero malgrado il suo artefice si vanti del plauso di «alcuni cardinali, teologi e sacerdoti» (sai che novità! Ma è quella la cosa importante? O è ciò che sotto sotto si è sempre desiderato?), ha suscitato un certo scalpore tra chi per tanti anni ha operato contro la necrocultura.
Ma noi ora non ci rivolgiamo a De Mattei, che la sua posizione l’ha manifestata in ogni modo possibile e per qualche ragione ci ha tenuto a che la sapesse il mondo intero. Le sue idee non ci interessano e ci pare di vedere, a questo punto, che non siano nemmeno rilevanti.
Noi qui ci rivolgiamo agli organizzatori della Marcia per la Vita, quella a cui De Mattei, con le sue email seriali, ci sta invitando. Chiamiamo in causa anche tutti coloro che in passato hanno sostenuto e partecipato alla Marcia e che, negli auspici automatici di De Mattei, dovrebbero continuare a farlo.
La posta in gioco riguarda la nostra stessa pelle, il nostro corpo, quello dei nostri figli, quello di quei figli che vengono sacrificati per instaurare e alimentare il nuovo ordine sanitario, sostenuto con entusiasmo dal nuovo ordine politico e clericale
E chiediamo: come si concilia l’impegno ipervaccinista di De Mattei con un evento che porta l’insegna «per la vita, senza compromessi», visto che questa storia che riguarda l’intera popolazione mondiale ruota intorno all’utilizzo di aborti – ovviamente provocati, non scherziamo – per l’industria farmaceutica?
Ora, ci rendiamo conto che prendere le distanze da qualcuno il cui indirizzo e numero di telefono è il tuo, potrebbe essere una cosa ardua. Ma non mettiamo limiti alla Provvidenza.
Certo, un chiarimento è doveroso e indifferibile nei confronti di quanti hanno preso parte alla Marcia e ora si chiedono che parte abbiano preso. Che si chiedono, altresì, se quello accettato con la filiera degli aborti sia, anche per gli organizzatori della Marcia, un compromesso accettabile.
«Nelle ore di confusione della storia, come quella che stiamo vivendo», la posta in gioco riguarda la nostra stessa pelle, il nostro corpo, quello dei nostri figli, quello di quei figli che vengono sacrificati per instaurare e alimentare il nuovo ordine sanitario, sostenuto con entusiasmo dal nuovo ordine politico e clericale.
Siccome si tratta di questioni concrete e definitive, attendiamo risposta. E crediamo anche di non essere i soli
Oltre ai corpi, ricordiamo, sono interessate anche delle anime.
Siccome si tratta, più che di «princìpi supremi», di questioni concrete e definitive, attendiamo risposta.
E crediamo anche di non essere i soli.
Roberto Dal Bosco
Elisabetta Frezza
IVF
Trump annuncia un accordo per rendere più facile la provetta. Kennedy dice che per questo andrà in paradiso
Il presidente USA Donald Trump ha annunciato che la sua amministrazione ha raggiunto un accordo con le aziende farmaceutiche per ridurre drasticamente il costo della fecondazione in vitro (IVF). Si tratta di uno sviluppo devastante che porterà alla creazione in laboratorio di milioni di esseri umani e al loro scarto.
Renovatio 21 inoltre torna a sottolineare che in questo modo aumenteranno a dismisura i casi di chimere umane, ossia di individui dotati di più DNA.
«Le iniziative che ho appena annunciato rappresentano le azioni più audaci e significative mai intraprese da un presidente per portare il miracolo della vita in più case americane», ha dichiarato Trump giovedì nello Studio Ovale. «Non esiste felicità e gioia più grande nel crescere i figli, e ora milioni di americani che lottano contro l’infertilità avranno una nuova opportunità di vivere l’esperienza più bella di tutte».
.@POTUS: “We’re here today to announce a historic victory for American women, mothers, and families. With the actions I will outline this afternoon, we’ll dramatically slash the cost of IVF, and many of the most common fertility drugs… prices are going way down.” pic.twitter.com/O8YOXNPLF7
— Rapid Response 47 (@RapidResponse47) October 16, 2025
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Il presidente descritto la sua iniziativa come una «vittoria storica per le donne, le madri e le famiglie americane» e ha scherzato sul fatto che darà il via a un’era di «bambini Trump».
Il segretario del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS), Robert F. Kennedy Jr., si è congratulato con Trump, dicendogli che «andrà in paradiso» per aver promosso la fecondazione in vitro.
RFK Jr. just told Trump he’ll “get to heaven” for promoting IVF. WATCH 👇
No, Mr. Kennedy. As a Catholic, you know IVF violates God’s law—and as a man of science, you know it kills millions of embryonic children.
We pray for your conversion—and for the President’s. 🙏 pic.twitter.com/sfOnjSFRCf
— John-Henry Westen (@JhWesten) October 17, 2025
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Il processo di fecondazione in vitro (IVF) è considerato gravemente immorale, poiché comporta la creazione consapevole di decine di embrioni umani «in eccesso» che vengono poi uccisi e trattati come merci. Si stima che oltre un milione di embrioni siano congelati negli Stati Uniti dopo la fecondazione in vitro e che fino al 93% di tutti gli embrioni creati tramite IVF venga infine distrutto.
Come riportato da Renovatio 21, in America come in Italia oggi la provetta uccide più dell’aborto.
Dopo che una sentenza della Corte Suprema dell’Alabama, che ha stabilito che gli embrioni congelati fossero considerati bambini in una causa per omicidio colposo, ha portato la questione al centro dell’attenzione nazionale lo scorso anno, la maggior parte dei repubblicani nazionali si è affrettata a dichiarare il proprio sostegno alla fecondazione in vitro (con poche eccezioni).
A guidare la carica era stato lo stesso Trump, che si è autodefinito un «leader della fecondazione in vitro» e ha promesso di promulgare un nuovo diritto federale alla fecondazione in vitro, sia attraverso sussidi diretti che tramite un obbligo assicurativo (sebbene abbia anche suggerito di sostenere esenzioni religiose a quest’ultimo).
A febbraio, Trump ha firmato un ordine esecutivo che ordina alla sua amministrazione di elaborare azioni amministrative e raccomandazioni politiche per rafforzare l’«accesso» e la «sostenibilità» della fecondazione in vitro, senza tuttavia impegnarsi ancora in una politica specifica.
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo prosperano nuove pratiche eugenetiche di screening degli embrioni, con startup lautamente finanziate dagli oligarchi elettronici volte a creare bambini «perfetti» come nel più estremo sogno hitleriano.
Non c’è solo la mostruosa ecatombe di embrioni della cosiddetta «micromorte» a rendere problematica la riproduzione artificiale. Con embrioni multipli impiantati nella donna e «attecchiti» si può avere il fenomeno della «chimera umana».
In biologia, una chimera è un organismo o una creatura che presenta due o più popolazioni di cellule geneticamente diverse, ciascuna originata da zigoti differenti. Queste popolazioni cellulari geneticamente distinte di fatto coesistono all’interno dell’organismo
Le chimere umane, ovvero individui derivati dalla combinazione di due embrioni, costituiscono una realtà riconosciuta da un numero significativo di anni, benché questa realtà sia spesso ignorata nonostante il notevole incremento dei casi, come riportato da alcuni professionisti medici.
Le persone chimeriche, le quali presentano due diversi set di DNA in quanto risultato della fusione di due esseri distinti, effettivamente mostrano disfunzioni che emergono col tempo: il «fratello» che è stato assorbito continua a crescere all’interno del corpo del gemello ospite più sviluppato. È possibile che tessuti come capelli, muscoli e persino occhi si trovino all’interno del corpo di un individuo chimera.
In altre situazioni, l’embrione assorbito si sviluppa in modo «coordinato» con l’altro gemello, diventando un organo specifico all’interno del corpo dell’embrione dominante.
Il chimerismo ha già giocato brutti scherzi in giro per il mondo.
Sono stati riportati casi in cui individui hanno avuto figli, ma non hanno trasmesso il loro proprio DNA ai loro discendenti, poiché gli organi genitali, sia maschili che femminili, erano in realtà derivati dai gemelli assorbiti durante la fase embrionale. Di conseguenza, la loro prole è geneticamente figlia dei fratelli che non hanno mai conosciuto e dei quali non erano nemmeno a conoscenza, ma che esistono nella realtà della genetica: è da capogiro, a pensarci, ma è così.
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In America, dove i test genetici sono arrivati al consumatore, saltano fuori casi sempre più allucinanti. I servizi sociali tolgono i bambini ad una donna, che viene arrestata dalla polizia dopo un test del DNA: i figli non sono suoi, li ha rapiti – invece li ha partoriti lei, solo che i suoi organi riproduttivi erano in realtà della sorella che condivideva con lei il grembo materno, e che si è fusa con la donna, che quindi, da figlia unica, ha una sorella, ma non la ha mai vista, perché è dentro di lei, ma al contempo è la vera madre dei suoi figli (sì, gira la testa). Prima di risolvere legalmente questo problema, la signora ne ha passate di ogni tipo.
Stesso caso per un uomo che si è sentito dire di non essere il padre dei suoi figli, in quanto il vero padre, dissero i medici, era secondo i risultati del DNA un parente stretto, un fratello (vicenda di corna abbastanza classica). E invece, l’uomo era figlio unico – suo fratellino si era sistemato, molto prima di nascere, come organo genitale del fratellone, e ha continuato così, generando così dei figli con la cognata.
L’aberrazione biologica qui fa il paio con quella sociale, perché le ramificazioni di distruzione della società, della famiglia, del concetto stesso di identità individuale sono abissali.
Più che paradiso, qui stiamo parlando di inferno sulla terra.
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Eugenetica
«Pratiche eugenetiche discriminatorie»: allarme del bioeticista contro nuovo test sugli embrioni FIVET
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IVF
I sudcoreani eludono il divieto di fecondazione in vitro sesso-selettiva viaggiando all’estero
In Corea del Sud, dove il tasso di natalità, pur registrando un lieve aumento nel 2024 per la prima volta in dieci anni, rimane il più basso al mondo, alcune coppie stanno lasciando il Paese per sottoporsi alla fecondazione in vitro (IVF) con selezione del sesso del nascituro, una pratica vietata dalla legge nazionale. I sostenitori della legalizzazione della FIV selettiva ritengono che possa incentivare un aumento delle nascite, ma i critici esprimono forti dubbi.
Secondo il Korea JoongAng Daily, una donna sudcoreana sulla trentina, identificata con lo pseudonimo di Sohan per tutelarne la privacy, ha raccontato di essersi recata a Bangkok, in Thailandia, a giugno 2024, per scegliere un embrione maschile tramite IVF. Sohan e suo marito, già genitori di una figlia, desideravano un figlio maschio. Dieci mesi dopo, hanno accolto il loro secondo figlio. Tuttavia, il processo ha generato 16 embrioni, senza indicazioni sul destino di quelli non utilizzati.
«Ho saputo di questa possibilità anni fa, quando una parente di un’amica aveva provato a scegliere il sesso del bambino a Hong Kong», ha dichiarato Sohan.
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In Corea del Sud la «legge sulla bioetica e sulla sicurezza» del 2005 vieta la selezione del sesso tramite IVF, con pene fino a due anni di carcere o multe fino a 30 milioni di won (circa 18.333 euro) per i medici che violano la norma. La legge, introdotta per contrastare il femminicidio legato agli aborti selettivi, ha contribuito a ristabilire un equilibrio di genere, oggi in linea con quello dei paesi occidentali. Tuttavia, nessuna norma impedisce alle coppie di recarsi all’estero per accedere a questa pratica, legale in Paesi come Thailandia, Cipro e Stati Uniti.
La pressione per legalizzare la IVF selettiva in Corea del Sud cresce, con l’argomentazione che potrebbe stimolare le nascite. Tuttavia, la selezione del sesso è spesso associata a discriminazioni storiche, soprattutto verso le femmine, e a squilibri di genere. Secondo dati pubblici della CIA, in India il rapporto è di 100 femmine ogni 112 maschi, in Cina di 100 femmine ogni 111 maschi, mentre in Corea del Sud, prima delle misure correttive, si attestava a 110 femmine ogni 116,5 maschi.
Come riportato da Renovatio 21, in India, dove la proibizione dell’aborto sesso-selettivo arriva ad impedire di sapere il genere del figlio se non alla nascita, esistono racket che offrono il servizio, continuando la strage di milioni di bambine.
Il Parlamento del Canada quattro anni fa ha rifiutato di condannare l’aborto sesso-selettivo.
Rimane la curiosità: come le femministe, valchirie del feticidio, possono giustificare il genocidio del loro stesso gruppo?
Capitasse su Renovatio 21 una lettrice femminista, ci scriva e provi a spiegarcelo: vediamo già le contorsioni.
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