Connettiti con Renovato 21

Bioetica

Marcia per la Vita, Comitato sciolto: parla un ex membro

Pubblicato

il

 

 

 

 

Ci eravamo lasciati con il commento al post-Marcia per la Vita nella sua edizione del 2021, dove in realtà non vi è stata alcuna marcia ma solo una sorta di comizio, in cui alcuni non in linea con la visione vaccinista assunta dagli organizzatori principali sono stati allontanati. A poco più di un mese dall’evento, però, torniamo a parlare attraverso un’intervista esclusiva con Alfredo De Matteo, storico membro di quel che fu il Comitato della Marcia per la Vita. 

 

Sono infatti accadute cose degne di nota, sulle quali vale la pena soffermarsi per avere una visione più ampia di tutto ciò che è successo all’interno del cosiddetto mondo pro-life italiano.

 

 

 

Alfredo, eravamo rimasti a quanto era successo alla Marcia per la Vita. Ci giunge tuttavia notizia che esiste, per così dire , un «post-Marcia per la Vita», ovvero l’improvviso scioglimento dello storico Comitato della Marcia. Ci siamo persi qualcosa? 

Andiamo per ordine: il giorno stesso della Marcia, ossia il 22 maggio scorso, con una mail al Comitato il presidente ha annunciato le sue dimissioni da presidente e portavoce della Marcia Nazionale per la Vita. Tra i vari motivi si è parlato di controversie di natura dottrinale nel mondo prolife, con una parte rilevante di esso che riterrebbe ora necessario allontanarsi dall’insegnamento della Chiesa in tema di vaccinazione.

 

Il problema quindi è questo?

A mio giudizio, potrebbe essere successo che si è preso atto del fallimento dell’evento Marcia di quest’anno, almeno per quel che concerne la partecipazione attiva alla manifestazione, ma lo si è implicitamente imputato alla scarsa «cattolicità» del popolo della vita, ritenuto colpevole di aver voltato le spalle alla Chiesa ed al Suo insegnamento…

 

«Potrebbe essere successo che si è preso atto del fallimento dell’evento Marcia di quest’anno, almeno per quel che concerne la partecipazione attiva alla manifestazione, ma lo si è implicitamente imputato alla scarsa «cattolicità» del popolo della vita, ritenuto colpevole di aver voltato le spalle alla Chiesa ed al Suo insegnamento…»

Quindi esiste un vero magistero della Chiesa sui vaccini?

Direi proprio di no.

 

Le dimissioni del presidente del Comitato erano nell’aria o non erano attese?

Credo che nessuno dei membri del Comitato si aspettasse le dimissioni del presidente, o almeno la maggioranza di essi, e soprattutto di ricevere tale comunicazione la sera stessa dell’evento. È chiaro che le dimissioni improvvise e del tutto inattese del presidente hanno sortito l’effetto di rompere i già precari equilibri all’interno del Comitato e posto le basi per il suo scioglimento.

 

Dopodiché cosa è successo?

Nella riunione successiva alla Marcia il presidente ha confermato le sue dimissioni e un altro membro del Comitato ha prospettato l’eventualità di sciogliere il Comitato qualora, in buona sostanza, le divergenze tra i membri fossero risultate insanabili. Nella seconda riunione successiva alla Marcia, tra i vari punti all’ordine del giorno è stata inserita proprio l’eventuale decisione in ordine alla prosecuzione o allo scioglimento del Comitato; la stessa persona che, alla riunione precedente, ne aveva ventilato l’ipotesi ha presentato una mozione di scioglimento che è stata approvata a maggioranza.

 

C’erano già stati, in passato, momenti burrascosi?

Negli anni passati la Marcia ha vissuto forti momenti di tensione al suo interno ma a nessuno è mai venuto in mente di prendere una decisione così drastica. D’altra parte, il sottoscritto, spalleggiato da un altro membro del Comitato, ha fatto più volte notare che le divergenze di vedute avrebbero potuto essere superate; sarebbe stato sufficiente, in effetti, mettere da parte la questione della liceità morale legata ai vaccini che utilizzano linee cellulari di feti vittime di aborto volontario, e condannare sic et simpliciter l’utilizzo di bambini abortiti ai fini della ricerca, della sperimentazione e della produzione di farmaci o vaccini.

 

Negli anni passati la Marcia ha vissuto forti momenti di tensione al suo interno ma a nessuno è mai venuto in mente di prendere una decisione così drastica

E quindi? Non c’è stata questa condanna?

Non c’è stato modo di portare la discussione su tale argomento.

 

La questione morale legata ai vaccini, quindi, è stata sostanzialmente il motivo per cui si è arrivati a questo?

Direi proprio di sì.

 

Tu sei rimasto fermo sulle tue posizioni?

Certamente.

«Il sottoscritto, spalleggiato da un altro membro del Comitato, ha fatto più volte notare che le divergenze di vedute avrebbero potuto essere superate; sarebbe stato sufficiente, in effetti, mettere da parte la questione della liceità morale legata ai vaccini che utilizzano linee cellulari di feti vittime di aborto volontario, e condannare sic et simpliciter l’utilizzo di bambini abortiti ai fini della ricerca, della sperimentazione e della produzione di farmaci o vaccini»

 

Sei stato l’unico all’interno del Comitato, o c’era qualcun altro?

No, c’è stato anche un altro membro che mi ha appoggiato.

 

Siete stati attaccati per la vostra difesa integrale dei valori pro-life?

In definitiva, ci è stato fatto capire, più o meno esplicitamente, che ci siamo allontanati dal perenne insegnamento della Chiesa sui vaccini contro il COVID.

 

In che modo avete provato a proporre qualcosa di costruttivo e che riportasse tutti a guardare la realtà?

Nel corso dell’ultima riunione abbiamo presentato un testo in cui il Comitato condannava l’utilizzo di feti abortiti nella ricerca, sperimentazione e produzione di farmaci e vaccini. Lo scritto avrebbe dovuto mettere d’accordo tutti ma così non è stato.

 

Quindi? È stato accolto oppure no?

No.

 

Ma se il documento era in linea con tutto ciò in cui i membri del Comitato hanno sempre sostenuto di credere, come hanno potuto rifiutarlo e con quale giustificazione?

Il documento è stato considerato «inutile» in quanto, a loro dire, ribadiva concetti ovvi e scontati. In realtà, i sostenitori della liceità morale della vaccinazione anti-COVID sono finiti in un cul-de-sac: qualora avessero sottoscritto il nostro documento avrebbero implicitamente rigettato la tesi vaccinista; qualora lo avessero respinto sulla base dei contenuti in esso espressi avrebbero rinnegato i principi cardine cui si ispira la lotta in difesa della vita innocente.

 

Tutto questo ci pare davvero assurdo. Forse qualcuno dei membri si è piegato alla dea Siringa e ora ha qualche rimorso di coscienza che però non vuole ammettere?

Questo non posso dirlo, ma è possibile.

«Cosa ne sarà della gloriosa Marcia per la Vita? Cosa ne sarà di dieci anni di lotta in difesa della vita innocente?»

 

Credi, a questo punto, che potrebbe essersi trattato di una manovra  che favorisca qualcuno che voleva far uscire dal Comitato i «dissidenti»?

Personalmente ho pochi dubbi in proposito.

 

Te lo saresti mai aspettato?

Francamente no.

 

Il sito internet della Marcia parla di una «pausa di riflessione»….

Sì, ho visto.

«Cosa ne sarà di tutte quelle persone che hanno creduto nel progetto e con tanta dedizione si sono spese per la causa? Anche qualora l’evento Marcia proseguisse, con quale spirito verrebbe condotta? Riuscirebbe a fungere da elemento catalizzatore della galassia pro-life? E con quali premesse? Sarà davvero una Marcia per la Vita senza compromessi?»

 

Cosa pensi che accadrà ora? Verrà fondato un nuovo Comitato ben allineato alla linea di pensiero, magari a quella del De Mattei e a quella, che riteniamo gravissima (i feti abortiti per la scienza come «pallido riflesso» della Crocefissione) di Josef Sefert?

Non mi sembra questo il punto. Le domande vere sono altre: cosa ne sarà della gloriosa Marcia per la Vita? Cosa ne sarà di dieci anni di lotta in difesa della vita innocente? Cosa ne sarà di tutte quelle persone che hanno creduto nel progetto e con tanta dedizione si sono spese per la causa? Anche qualora l’evento Marcia proseguisse, con quale spirito verrebbe condotta? Riuscirebbe a fungere da elemento catalizzatore della galassia pro-life? E con quali premesse? Sarà davvero una Marcia per la Vita senza compromessi?

 

Le interviste rilasciate da te per  Renovatio 21 prima della Marcia e subito dopo la Marcia, che effetto hanno avuto?

Vi sono grato per avermi dato l’opportunità di informare i tanti sostenitori della Marcia su ciò che è accaduto all’interno del Comitato. Ho sempre ritenuto un onore rappresentare il popolo della vita in questa battaglia pubblica a difesa dell’innocente e sento il dovere di ringraziare tutti coloro che negli anni hanno partecipato alla manifestazione e l’hanno supportata in ogni modo possibile.

 

Cosa ti rimane, di tutta questa storia?

Sono profondamente amareggiato per le vicende che hanno portato allo scioglimento del Comitato organizzatore e quindi al mio allontanamento dall’evento Marcia. Allo stesso tempo, ringrazio il Signore di essere rimasto fedele alla verità tutta intera e ai principi cui la Marcia si è sempre ispirata.

 

 

Cristiano Lugli

 

 

 

 

Continua a leggere

Bioetica

Medici britannici lasciano morire il bambino prematuro perché pensano che la madre abbia mentito sulla sua età

Pubblicato

il

Da

Un bambino prematuro nato a 22 settimane è morto dopo che i medici in Gran Bretagna si sono rifiutati di somministrargli un trattamento salvavita. Lo riporta LifeSite.

 

Mojeri Adeleye è nato prematuro alla 22ª settimana, dopo che la madre aveva subito la rottura prematura delle membrane. Durante l’emergenza, la mamma e il bambino sono stati trasferiti in un altro ospedale, dove la data di gestazione è stata scritta in modo errato, etichettando Mojeri come se avesse meno di 22 settimane di gestazione.

 

Le linee guida raccomandano l’assistenza medica solo per i neonati prematuri nati dopo la 22a settimana di gestazione. Sebbene la madre di Mojeri avesse informato il personale medico dell’errore, questi non le hanno creduto e hanno lasciato che il bambino morisse.

Sostieni Renovatio 21

Secondo il rapporto del medico legale, la madre di Mojeri era stata visitata per gran parte della gravidanza presso l’ospedale locale ma a seguito di complicazioni, la donna è stata trasferita in un altro ospedale.

 

Tuttavia, è stato commesso un errore nelle note di riferimento e la madre di Mojeri è stata registrata come a meno di 22 settimane di gestazione. Le linee guida nazionali raccomandano che il trattamento salvavita venga fornito solo ai prematuri nati a 22 settimane di gestazione o dopo, e sebbene la madre di Mojeri abbia ripetutamente cercato di comunicare al personale la corretta età gestazionale, non le hanno creduto.

 

Quando la madre è entrata in travaglio, il personale si è rifiutato di fornire a Mojeri qualsiasi assistenza salvavita. Era, infatti, da poco più di 22 settimane di gestazione, come aveva insistito la madre. Poiché i medici non hanno fatto nulla, Mojeri è morto.

 

Il medico legale ha scritto nel rapporto: «Nel corso dell’inchiesta, le prove hanno rivelato elementi che destano preoccupazione. A mio parere, sussiste il rischio che si verifichino decessi in futuro, se non si interviene».

 

«Date le circostanze, è mio dovere legale riferirvi. Le questioni di interesse sono le seguenti: La mancanza di considerazione nei confronti della conoscenza da parte della madre di Mojeri della propria gravidanza e della data prevista del parto per Mojeri; La mancanza di discussione con i genitori di Mojeri sulle possibili misure da adottare in caso di parto prematuro prima della 22ª settimana».

Aiuta Renovatio 21

Le linee guida della British Association of Perinatal Medicine (BAPM) del 2019 raccomandavano che, se i bambini nascevano vivi a 22 settimane, venissero fornite cure «focalizzate sulla sopravvivenza»; in precedenza, le linee guida affermavano che i bambini nati prima delle 23 settimane non dovevano essere rianimati.

 

Dopo l’attuazione di queste linee guida, il numero di bambini prematuri sopravvissuti alla 22ª settimana è triplicato. Prima di allora, i bambini prematuri considerati «troppo piccoli» venivano semplicemente lasciati morire.

 

Si stima che il 60-70% dei neonati possa sopravvivere alla nascita prematura a 24 settimane di gestazione. Tuttavia, fino al 71% dei neonati prematuri, anche quelli nati prima delle 24 settimane, può sopravvivere se riceve cure attive anziché solo cure palliative. E sempre più spesso, i bambini sopravvivono anche a 21 settimane, scrive Lifesite, che ricorda: «non tutti i bambini sopravvivranno alla prematurità estrema, ma meritano almeno di avere una possibilità».

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; immagine modificata

Continua a leggere

Bioetica

L’amministrazione Trump condanna la «persecuzione della preghiera silenziosa» fuori dagli abortifici britannici

Pubblicato

il

Da

Il Dipartimento di Stato americano sta mettendo in guardia Londra per aver violato la libertà di parola dei cittadini inglesi pro-life, definendolo un affronto ai «valori condivisi» tra le due nazioni.   Il Telegraph ha riferito che il Dipartimento di Stato ha rilasciato una dichiarazione accusando uno dei suoi più stretti alleati geopolitici di «violazione palese del diritto fondamentale alla libertà di parola», citando specificamente «molti casi di buffer zone [zona cuscinetto, ndr] nel Regno Unito, nonché altri atti di censura in tutta Europa».   «La persecuzione della preghiera silenziosa da parte del Regno Unito rappresenta non solo una grave violazione del diritto fondamentale alla libertà di parola e alla libertà religiosa, ma anche un preoccupante allontanamento dai valori condivisi che dovrebbero fondare le relazioni tra Stati Uniti e Regno Unito», ha affermato un portavoce. «È di buon senso che restare in silenzio e offrire una conversazione consensuale non costituisca un danno».   Il rimprovero si riferisce all’istituzione nel Regno Unito di zone «bolla» o «cuscinetto» attorno alle strutture per l’aborto, apparentemente per proteggere le persone che vi entrano o ne escono da «molestie, abusi e intimidazioni». In pratica, tuttavia, hanno portato a multe salate contro attivisti pro-life pacifici.

Sostieni Renovatio 21

All’inizio di quest’anno, la scienziata in pensione Livia Tossici-Bolt è stata dichiarata colpevole e condannata a pagare 20.000 sterline (23.200 euro) per aver esposto un cartello con la scritta «qui per parlare, se vuoi» a 150 metri dal centro aborti BPAS di Bournemouth, riporta LifeSiteNews. Rose Docherty, una nonna scozzese di 75 anni, è stata arrestata in circostanze simili, ma le accuse sono state ritirate tra le proteste internazionali.   Un portavoce del governo britannico ha risposto con una breve dichiarazione: «la libertà di parola è fondamentale per la democrazia, anche qui nel Regno Unito, e siamo orgogliosi di sostenere le libertà garantendo al contempo la sicurezza dei cittadini».   A maggio, l’amministrazione Trump ha inviato una delegazione del Dipartimento di Stato in Inghilterra per indagare sulla situazione della libertà di parola, incontrando anche Tossici-Bolt, Docherty e altre vittime simili, e per riferire sulle loro conclusioni per «affermare l’importanza della libertà di espressione nel Regno Unito e in tutta Europa».   Resta da vedere come ciascuna delle due nazioni darà seguito allo scambio. Le relazioni tra gli Stati Uniti e le nazioni europee, incluso il Regno Unito, sono attualmente tese su più fronti, tra cui la campagna del presidente Donald Trump per la revisione degli accordi commerciali internazionali e la difficoltà delle nazioni occidentali a concordare una strategia unitaria in risposta all’invasione russa dell’Ucraina.   Come riportato da Renovatio 21, nel suo storico intervento di accusa alla decadenza tirannica europea dato alla Conferenze di Sicurezza di Monaco 6 mesi fa, il vicepresidente statunitense JD Vance aveva definito «follie» gli arresti dei pro-life britannici che pregavano in silenzio.   La psicopolizia britannica è arrivata a condannare per aver pregato con il pensiero almeno due persone: il veterano dell’esercito britannico Adam Smith-Connor, 51 anni, che ha ottenuto la scarcerazione condizionale per due anni (vale a dire che è in libertà vigilata per due anni) e gli è stato ordinato di pagare le spese legali pari a 9 mila sterline (circa 10 mila euro) dal giudice distrettuale presso il tribunale di Poole, nel Dorset: lo Smith-Connor era stato arrestato nei pressi dell’attività di aborto di Bournemouth del British Pregnancy Advisory il 14 novembre 2022, dopo aver pregato in silenzio per suo figlio Jacob, abortito 22 anni fa; Isabel Vaughan-Spruce, un’altra cittadina britannica che è stata arrestata per preghiera silenziosa, che ha ricevuto due mesi fa 13 mila sterline (circa 15 mila euro) di danni e delle scuse dalla polizia.

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21
Immagine screenshot da YouTube  
Continua a leggere

Bioetica

L’aborto ha spazzato via il 28% della generazione Z. E molto, molto di più

Pubblicato

il

Da

Statistiche ampiamente condivise in rete questa settimana riportano che circa il 28% della Generazione Z (i nati tra il 1997 e il 2012) negli USA è stata abortita nel grembo materno. Lo scrive LifeSite.

 

Secondo le stime del Guttmacher Institute (il braccio di ricerca e sviluppo del grande abortificio multinazionale Planned Parenthood) sul numero di aborti eseguiti ogni anno negli Stati Uniti dal 1997 al 2011, gli anni di nascita della Generazione Z, circa 19,5 milioni di esseri umani concepiti in quella generazione, sono stati soppressi attraverso l’aborto. Attualmente si stima che negli Stati Uniti ci siano 69,3 milioni di membri della Generazione Z.

 

I dati più recenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano che il tasso di aborti tra i bambini della Generazione Z negli Stati Uniti corrisponde quasi alla percentuale stimata di bambini non ancora nati uccisi dall’aborto in tutto il mondo: il 29%, ovvero tre gravidanze su 10.

Sostieni Renovatio 21

Le statistiche di Inghilterra e Galles mostrano tassi di aborto molto simili. «la percentuale di concepimenti che hanno portato all’aborto è stata del 29,7%; si tratta di un aumento rispetto al 26,5% del 2021 e della percentuale più alta mai registrata», ha rilevato un rapporto dell’Office of National Statistics (ONS) basato sui dati del 2022.

 

Ricordiamo anche che queste statistiche risultano calcolabili pure per realtà apparentemente distanti come il Giappone, con dati nel periodo post-bellico che indicavano l’aborto di circa un terzo dei concepiti, con casi allucinanti di infanticidi – che oggi la Finestra di Overton vuole che chiamiamo «aborti post-natali» – come quello di Miyuki Ishikawa, detta «Oni-sanba», ostetrica che avrebbe ucciso almeno 86 bambini (qualcuno parla di una cifra doppia) affidatile negli anni dell’immediato dopoguerra.

 

Non si tratta di numeri sconosciuti anche all’Italia, dove per anni le nascite sono state attorno alla cifra di 500 mila, con le interruzioni di gravidanza sopra i 100.000, con un calo sensibile nell’ultimo decennio, in linea tuttavia con il calo delle nascite, specie dopo la pandemia.

 

Anche in Italia, dunque, abbiamo avuto una percentuale di generazioni spazzate via sopra il 20%, in pratica una piccola guerra condotta contro il Paese stesso, ma legalizzata e pagata dal contribuente – o una serie di bombe atomiche, i cui effetti si misurano in megadeath («megamorte», un milione di individui sterminati).

 

Come scritto anni fa da Renovatio 21, negli anni l’Italia dell’aborto ha subito una devastazione umana molto superiore a quella di Hiroshima e Nagasaki, con almeno 6-7 megadeath di danno alla popolazione. E parliamo solo delle cifre ufficiali, che non includono gli embrioni distrutti dalle provette, che sono già in numero maggiore di quelli trucidati dall’interruzione volontaria di gravidanza.

 

Se non volete pensarlo in percentuale, pensatelo così: 6 milioni di persone uccise, sono perfettamente pensabili come un attacco atomico che cancella tutto il Triveneto, o la Sicilia e la Calabria assieme, o l’Emilia-Romagna con l’Umbria e le Marche, o tutto il Lazio e zone limitrofe, o due terzi della Lombardia.

 

Come avevamo scritto oramai più di 10 anni fa: «Per quanto possa sembrare allucinante, dobbiamo guardare in faccia la realtà: l’Italia è una rovina post-atomica. E neppure lo sa».

 

Le cifre divenute virali questa settimana non includono mai – perché è un calcolo che i pro-life, specie italiani, non hanno l’intelligenza di fare – quello che qualcuno chiama il ghost number. Proviamo a pensare le cifre americane: e 6.392.900 femmine abortite tra il 1973 e il 1982 avrebbero oggi 25-40 anni, e quindi con alta probabilità almeno un figlio di media (chi due, chi cinque, chi zero). Otteniamo così la cifra di 54.853.850 persone spazzate via dall’anagrafe, sottratte alla società.

 

Un danno di quasi 55 megadeath: come se il temuto showdown nucleare con la Russia, fosse avvenuto – e senza che i sovietici sparassero un solo colpo. Basandosi sulle attuali statistiche demografiche americane, è possibile calcolare che tra questi 55 milioni vi potrebbero essere stati 7 giudici della Corte Suprema, 31 premi Nobel, 6000 atleti professionisti, 11.010 suore, 1.102.403 insegnanti, 553.821 camionisti, 224.518 camerieri, 336.939 spazzini, 134.028 contadini, 109.984 poliziotti, 39.447 pompieri, 17.221 barbieri.

Aiuta Renovatio 21

Soprattutto, e questo deve essere meditato profondamente dalle femministe, in questo immane turbine di morte sono state disintegrate 27.426.925 donne. Le quali sono, senza dubbio alcuno, il bene più prezioso che esista sulla Terra: ogni cellula uovo che la donna ovulerà in tutta la sua vita, è già formata dal feto a poche settimane dal concepimento. La prima cellula del nostro corpo – l’ovocita – già esisteva dentro nostra madre quando era un feto, venti, trenta, quaranta anni prima che venissimo alla luce. Un’autentica, insondabile meraviglia: la vita contenuta dentro la vita.

 

L’aborto interrompe questa catena superiore. Come diceva un detto ebraico: chi uccide un uomo uccide l’umanità; ammazzi qualcuno e rovini per sempre le generazioni che seguiranno. Peggio di un fallout radioattivo, l’aborto reca un danno aberrante, che si accumula distruggendo il futuro – i figli, i figli dei nostri figli – su una scala che non possiamo immaginare.

 

Chi non crede a queste romanticherie scientifiche e umanistiche, pensi ai soldi: i 55 megadeath causati dall’aborto in USA rappresentano 55 milioni di lavoratori e consumatori americani che non pagano le tasse e non partecipano al mercato nazionale. Dal PIL, è possibile calcolare che l’aborto abbia causato all’economia americana un danno di 37 trilioni e 600 miliardi di dollari.

 

L’abisso di cui stiamo parlando non vi è stata ancora nessuna rappresentazione adeguata alla sua immensità apocalittica. Né la polemologia (la disciplina che nel Novecento si è dedicata allo studio della guerra), né la psicologia, né la sociologia, né la filosofia paiono comprendere questo Inferno per intero.

 

No, non è solo un terzo della Generazione Z ad essere stato cancellato dall’aborto. È molto, molto di più.

 

Roberto Dal Bosco

Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21

SOSTIENI RENOVATIO 21


 

 

Continua a leggere

Più popolari