5G
«Mangiate metaversi» (ulteriori Dragonballe Z zuckerberghe)
Il viaggio di Draghi a Washington è stato qualcosa di disperante.
È tristissimo, e disorientante, vedere che i giornaloni, quelli che hanno dietro i miliardi degli editori (e dello Stato), gli editorialisti strapagati e gli inviati tronfi, non sono riusciti a capirci niente.
Ecco che c’è la testata nazionale che dice che è stato un successo, che Draghi ha avuto il mandato da parte di Biden di trattare con Putin – un’eco di quella volta che, ad inizio Operazione Z, i giornali dissero che Putin voleva il Drago mediatore, quando invece – i nostri lettori lo sanno – il nostro premier con la Von Der Leyen e la capa della Federal Reserve Janet Yellen (che ha tirato dentro lui!) ha organizzato contro Mosca la prima vera guerra economica della storia, con il sequestro (cioè, con il furto) di 300 miliardi di dollari di riserve russe all’estero. Immaginate, quindi, quanto popolare è il Draghi presso il Cremlino, e quanto in effetti la sua presenza al governo ci esponga a rischi esiziali.
Poi ci sono quelli che hanno detto che invece no, Draghi con Biden non si è capito, e non perché oramai la mente del presidente USA sia completamente andata in una poltiglia senile, ma perché di mezzo ci sarebbe il Macron e forse lo Scholz, che adesso starebbero innestando la retromarcia ucraina, e Draghi starebbe nel sedile dietro con la cintura ben allacciata.
Possibile: Scholz ha sempre più contro l’industria tedesca (cioè, tutta la Germania) che rivuole il gas russo da cui dipendono totalmente, Macron non ha bisogno di gas ma in Africa si è impantanato in un casino in cui nessuna ex colonia vuole più i francesi (anzi: li accusano di fomentare i terroristi) mentre i russi dl Gruppo Wagner li hanno sostituiti solidamente.
Facile che Draghi possa stare da quella parte: del resto, è l’uomo del Trattato del Quirinale, lo strambo programma di sottomissione alla Francia firmato dal governo italiano pochi mesi fa. (Cosa di cui siamo quasi contenti: almeno adesso la schiavitù verso Parigi è ufficiale, e chissà cosa c’è dietro).
Insomma, nessuno sa come leggere ‘sto viaggio a Washington del banchiere-premier. Le redini del discorso mondiale, del resto, non ce le possono avere tecnocrati o ladri di elezioni – ce le ha Vladimir Putin, che ha dimostrato di poter far calare dal cielo la pioggia di fuoco e di essere in grado di sopravvivere allo strangolamento delle sanzioni.
Biden è un fenomeno molto transitorio: è l’ultimo rantolo, truffaldino e brutto a vedersi, del mondo neoliberal, che verrà a brevissimo spazzato via dalle elezioni USA midterm.
Tuttavia, bisogna dire che in settimana una figura di rilievo mondiale Draghi la ha incontrata.
Ci riferiamo alla visita, grottesca fino all’indicibile, di Mark Zuckerberg al Premier.
Il tutto era iniziato con la sceneggiatura più tipica dell’oligarcato: lo Zuckerberg avvistato in Italia con moglie cinese, è qui per il matrimonio in Toscana di un amico – un classico dell’ignoranza riccastra americana, e già ci immaginiamo i camerieri unici a portare la mascherina. Poi il fortunato ragazzo del New Jersey va a Milano ad incontrare Del Vecchio di Luxottica, e di fatto, se lo avete notato, YouTube in questi giorni ti bombarda di pubblicità dei Ray-Ban con Facebook incorporato, un invento che risale all’anno scorso che a quanto pare non intendono mollare. A Milano ha incontrato anche Diego della Valle, Bertelli (cioè Prada) e il faro dell’umanesimo del cachemire mRNA Brunello Cucinelli.
Infine, ecco che il capo di Facebook trova il tempo, visto che c’è, di degnarsi di incontrare il Primo ministro italiano.
I due parlano di «i punti di forza del paese nei settori tecnologico e del design e identificare futuri investimenti», qualsiasi cosa questo voglia dire nel momento in cui le fabbriche chiudono e il rischio di guerra atomica incombe – più milioni di persone che potrebbero perdere il lavoro, e una buona parte che lo ha già perso a causa dell’apartheid biotica chiamata green pass.
Ma si va oltre. Viene comunicato che l’incontro avrebbe trattato una questione di fondamentale importanza per Facebook, il metaverso – che è talmente importante da far cambiare nome all’azienda, che adesso si chiama, appunto, Meta.
Attenzione a come la mettono: il metaverso non è solo l’azzardo imprenditoriale di Zuckerberg, che ci sta investendo decini di miliardi di dollari convinto di guadagnarsi così il ruolo di first mover (Bill Gates insegue a suon di diecine miliardi…) in quell’eventuale boom che sarà, parole sue, «la nuova telefonia mobile».
Anzi, di più: Mark ha confessato un po’ sottovoce che vede il metaverso come la «singolarità» che stiamo aspettando, ossia come un momento di mistica tecnologica che cambierà l’umanità per sempre. È, insomma, una cosa molto personale, per lo stramiliardario Zuckerbergo.
No, qui ci dicono che anche la politica – il nostro governo – è in allineamento con la trasformazione del mondo in spazio digitale, in metaverso.
«Per dare vita al metaverso sarà necessario uno sforzo congiunto tra aziende, mondo politico e società civile – ha spiegato dopo l’incontro col governo un portavoce di Meta-Facebook, riporta l’ANSA – Nell’incontro di oggi abbiamo confermato la nostra collaborazione con il governo italiano. Siamo lieti di aver potuto discutere le opportunità culturali, sociali ed economiche che il metaverso porterà all’Italia e non vediamo l’ora di continuare questa collaborazione».
È fantastico. Il Paese sta per essere investito, con estrema probabilità, da una tremenda crisi alimentare: il governo, invece, trova il tempo di «collaborare» con un ragazzino miliardario e il suo progetto di ficcare nella realtà virtuale tutto e tutti, nel tentativo di regnare sul mondo come faceva con Facebook prima che cominciasse a scoppiargli in mano tra scandali e orrori.
Prima o poi, Facebook cadrà, e lo Zuckerberg, che non ha fama di essere uno creativo – chiedete ai fratelli Winkelvoss, cui rubò l’idea del social network; chiedete a Snapchat, cui rubò la funzione stories; chiedete a Instagram e Whatasapp, i cui CEO hanno venduto a Facebook e poi sono scappati; chiedete allo stesso creatore di Oculus, la tecnologia di realtà virtuale acquistata da Facebook, Palmer Luckey, anche lui comprato e fuggito –sta cercando di atterrare da qualche parte, magari imprigionando per sempre generazioni di esseri umani in mondi virtuali intossicanti. (abbiamo visto, del resto, nel costosissimo spot Superbowl cosa sembra pensare Facebook dei suoi utenti: pupazzi tristi che senza metaverso andranno buttati al macero)
Lo Stato italiano dà una mano a Zuckerberg. Lo Stato italiano collabora al metaverso. C’è da pensare, quindi, che quindi mancherà ci sarà la fila per il pane (come è già in Libano, ad esempio), e quando mancherà il latte per i bambini (come è tuttora negli USA), Draghi ci dirà: «mangiate metaversi».
Voglio dire qualcosa di più, aggiungere un livello di disgusto personale a tutta la vicenda.
Ho scritto un articolo pochi giorni fa chiamato «Dragonballe Z». Ammetto che la voglia di titolare così era tanta, più forte della voglia di scrivere il resto del pezzo. Tuttavia, mai avrei immaginato che si sarebbero poche ore dopo materializzate delle nuove, vere dragonballe Z, letteralmente Z; nel senso di dragonballe zuckerberghe.
Draghi è colui che in varie occasione ha attaccato diplomatici russi – l’ambasciatore Razov e lo stesso ministro degli Esteri Lavrov – ripetendo che «in Italia c’è la libertà di espressione», mentre da loro no. Noi, avevamo scritto, trovavamo odiosa questa dichiarazione, perché abbiamo presente cosa è oggi la realtà sui social.
«E noi dovremmo stare a sentire una cosa del genere? Il premier ha idea di cosa sia l’Italia – il mondo – nell’Anno Domini 2022?» scrivevamo. «Ban? Shadowban? Processi alle grandi piattaforme che ti zittiscono… Draghi ne ha mai sentito parlare? Draghi ha idea di come si sente attualmente una larga parte dei cittadini italiani? Noi, che siamo censurati (e magari pure spiati) ovunque, dovremmo sentirci dire che abbiamo la libertà di esprimerci?»
La nostra ingenuità è tanta da far male: poche ore dopo aver scritto queste righe, Draghi incontrava Zuckerberg, l’uomo a capo della più grande macchina della censura della storia umana, in grado di sorvegliare e punire il pensiero della popolazione con precisione algoritmica, in grado di cancellare il cittadino come nemmeno la damnatio memoriae dei romani.
Draghi parla di libertà di parola, poi incontra Zuckerberg. Per grossa parte della popolazione italiana, oggi questa è già una barzelletta.
E chi per riavere le proprie foto, i propri contatti, i propri pensieri ha magari dovuto portare l’azienda di Zuckerberg in tribunale, cosa può provare, verso il presidente del consiglio?
Ma no, gettiamo acqua sul fuoco. L’idea, qualcuno ha detto, è stata del ministro dell’Innovazione Vittorio Colao. Avete presente: megamanager bresciano delle TLC globali, vestito però come un direttore di un credito cooperativo locale. Forse lo avete dimenticato, ma Colao, durante la prima annata pandemica, ad una certa sembrava che dovesse divenire lui stesso premier sostituendo il Conte bis. I padroni del vapore lo piazzarono a capo della famosa task force per l’Italia, che perse i pezzi taskforzuti abbastanza presto, poi vedemmo che l’avvocato amico di Casalino era riuscito a smarcarselo di dosso, anche perché, emerse, Colao comandava la ricostruzione dell’Italia, stando a Londra. Eccezionale.
All’epoca, Renovatio 21 picchiò duro: tirammo fuori un bello spezzone di Colao che parla di 5G, oggetti ipercollegati, robot ultraremotizzati, e poi «sistemi medici [per] avere in tempo reale le condizioni di una persona e iniettare o magari rilasciare una sostanza medica che è necessaria per le condizioni della salute… cioè si potrà fare tutto in remoto quasi istantaneamente».
Non eravamo ancora stati bannati, shadowbannati e poi cancellati da Zuckerberg: il video raggiunse almeno 100 mila persone. Molti commentarono che eravamo solo dei complottisti, che il 5G con i farmaci non c’entra niente, etc. Manfatti, checcentra, sistemi di rilascio IoT di sostanze nel corpo umano sono una pura utopia, non c’è nessun brevetto in merito, dai. (Potete guardare la prima puntata della serie sulla storia vera di Theranos, The Dropout, per convincervene)
E poi, dal 5G certamente non passerà il metaverso: un programma che consuma una bande immane, che però è necessaria per tenerci incollati dentro, perché sarà letteralmente la nostra seconda vita. Anzi la prima. Il metaverso sarà il luogo dove «presumibilmente nel giro di 5-10 anni vivremo, lavoreremo, faremo shopping e ci divertiremo» scriveva l’ANSA raccontando l’incontro Draghi-Zuckerberg-Colao. In quel «ci divertiremo», c’è tutto. Qualsiasi attività, dal gioco allo «sport» alla vita associativa potrebbe finire lì, nell’allucinazione numerica del metaverso.
Per non parlare della pornografia: diverrà iperrealistica e dematerializzata, come lo è già con Pornhub e soci, e saranno possibili con rapporti a prova di COVID e HIV e di concepimento (il virus peggiore che è possibile contrarre nel Mondo Nuovo: l’essere umano nella sua continuazione), perché virtuali e perversi fino all’inverosimili – e questo sito ha già scritto di molestie VR e della possibile presenza di predatori pedofili già agli albori del metaverso.
Quindi, sì, Zuckerberg Draghi e Colao hanno parlato del nostro futuro: non c’è dubbio. È l’avvenire che hanno in mente per noi, e ci hanno ben preparato ad esso con due anni di prigionia domestica e distruzione dei diritti fondamentali. Era tutto necessario per far scattare questo ulteriore Reset del mondo, dove alla fine entreranno solo alcuni – la massa vaccina, tutta – e gli altri resteranno emarginati socialmente e forse economicamente in quella cosa che si chiamerà realtà-reale (dove però si hanno amici veri, si fanno cose vere, si fa l’amore davvero, si fanno figli veri, etc.)
A questo punto racconto qualcosa di ancora più personale.
Confesso di aver comperato, anni fa, un visore Oculus, un casco per la realtà virtuale di proprietà di Facebook, ora Meta. Me lo aveva consigliato un ragazzo esperto di realtà virtuale con cui avevo lavorato, diceva che fosse il migliore sul mercato. Era vero. Lo ho usato pochissimo, ho simpatia per i videogiochi ma non riesco a trovare il tempo di mettermici. Riposa lì nell’armadio nella sua scatola, ed è un peccato: devo dire che ne apprezzo anche il design e pure il packaging.
Ebbene, come sanno molti dei miei lettori, qualche mese fa Facebook ha cancellato Renovatio 21 e il mio account personale collegato. Cioè, migliaia di foto, di contatti, di messaggi, di ricordi, di pensieri (anche di persone che non ci sono più)… più altre due pagine che gestivo, la Civiltà del Tabarro e la pagina della Santa Messa in rito antico che contribuisco ad organizzare qui dalle mie parti.
Fin qui, conoscevate la storiella personale. Sapete anche che siamo andati dal giudice, e abbiamo riavuto indietro account e pagina (anche se, stranamente, con URL diverso).
Vi mancava questa: a circa un mese circa dalla cancellazione del mio profilo da parte di Facebook, mi arriva una email di Oculus.
«Ciao Roberto, l’account Facebook collegato al tuo dispositivo Oculus è stato sospeso. Ciò è dovuto al fatto che l’account Facebook, o le attività che lo riguardano, non rispettano le Regole di Facebook».
« (…) Se l’account sarà disabilitato in modo permanente, non potrai usarlo per accedere al tuo dispositivo Oculus. Perderai inoltre l’accesso a qualsiasi app e gioco acquistati usando l’account e a eventuali crediti dello store».
E beh sì. Eccomi. Il primo che conosco ad essere bandito dal mondo dei videogiochi per motivi politici. Anche da giochi già acquistati legittimamente. Eccomi, sono io.
Il metaverso ancora non esiste, ma hanno già deciso che non mi ci vogliono dentro.
Non scherzo, non è un’iperbole: i milioni di dati che avete fornito ai social e alle loro Intelligenze Artificiali sono serviti a schedarvi, di modo da sapere, tra le mille cose, se nel Mondo Nuovo che stanno creando è il caso di accettarvi. Perché chi romperà le palle, chi non si berrà le cazzate, chi è diverso per davvero – per il suo pensiero, non per fenomeni superficiali come il colore della pelle o la sessualità – non è il caso che entri a seminare zizzania.
In questo mondo de-corporeizzato, saremo felici di esseri i reietti che ancora praticano ed amano quella cosa chiamata Vita, quel miracolo che in tutti i modo voglion spegnere, anche con il lucore narcotico della Realtà Virtuale.
Tuttavia, di questa ulteriore fase dell’apartheid biotica ora ci dovremmo preoccupare poco. Perché è in arrivo la fame, e non in versione virtuale. È in arrivo la fame che morde lo stomaco, che impedisce la crescita dei bambini, che rende le persone cattive ed imprevedibili, che è in grado di far cadere la Civiltà e ripristinare la barbarie.
Aspettiamo dunque il momento in cui Draghi e Colao diranno al popolo senza pane «mangiate metaversi».
Tranquilli, arriva. Non sarebbe più grave di quanto stanno facendo con il gas russo e il nostro destino in questo momento.
Non so voi, ma qui lo schifo è tanto, tantissimo.
E non è virtuale.
Roberto Dal Bosco
5G
Studio collega l’aumento dei problemi di memoria nei bambini all’esposizione alle radiazioni wireless
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Bambini e adolescenti in Svezia e Norvegia stanno sperimentando un aumento «allarmante» dei problemi di memoria, secondo gli autori di un nuovo studio peer-reviewed che ha collegato il problema alla maggiore esposizione alle radiazioni wireless. «L’esposizione alle radiazioni deve essere ridotta e le persone devono essere informate sui rischi per la salute associati», ha affermato uno degli autori dello studio.
In Svezia e Norvegia, bambini e adolescenti stanno riscontrando un aumento «allarmante» dei problemi di memoria , che gli autori di un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria attribuiscono alla maggiore esposizione alle radiazioni wireless.
«Il forte aumento dei problemi di memoria non può essere spiegato solo da cambiamenti nei criteri diagnostici o dalla segnalazione ai registri», ha affermato in un comunicato stampa il dottor Lennart Hardell, Ph.D., uno degli autori dello studio.
«Invitiamo le autorità sanitarie pubbliche a prendere seriamente in considerazione i nostri risultati sull’aumento del numero di bambini con problemi di memoria e a considerare la crescente esposizione dei bambini alle radiazioni wireless come possibile causa» ha aggiunto.
«Pertanto, chiediamo misure volte a ridurre l’esposizione alle radiazioni RF [radiazioni a radiofrequenza] per proteggere il cervello e la salute generale dei bambini».
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Lo studio è stato pubblicato questo mese negli Archives of Clinical and Biomedical Research. Hardell, oncologo ed epidemiologo presso l’Environment and Cancer Research Foundation , è autore di oltre 350 articoli, quasi 60 dei quali riguardano le radiazioni RF. È anche uno dei primi ricercatori a pubblicare rapporti sulla tossicità dell’Agente Arancio.
Hardell e l’autrice principale dello studio, Mona Nilsson, co-fondatrice e direttrice della Swedish Radiation Protection Foundation , hanno esaminato i dati sanitari nazionali in Svezia e Norvegia e hanno scoperto che il numero di visite mediche per disturbi della memoria nei bambini norvegesi di età compresa tra 5 e 19 anni è aumentato di circa 8,5 volte dal 2006 al 2024.
In Svezia, il numero di bambini di età compresa tra 5 e 19 anni a cui è stato diagnosticato un lieve deterioramento cognitivo (una diagnosi che include problemi di memoria) è aumentato di quasi 60 volte dal 2010 al 2024.
«I risultati devono essere presi sul serio e valutati», ha dichiarato Hardell a The Defender. «È necessario intervenire per ridurre l’esposizione complessiva dei bambini, soprattutto nelle scuole».
Nilsson concorda. «Queste tendenze allarmanti devono essere invertite: l’esposizione alle radiazioni deve essere ridotta e la gente deve essere informata sui rischi per la salute associati», ha affermato.
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Gli autori collegano i problemi di memoria alle radiazioni wireless
Nel loro rapporto gli autori sostengono che le radiazioni wireless sono una delle principali cause del declino della memoria nei bambini.
Hanno citato numerosi studi epidemiologici e sperimentali che dimostrano che livelli molto bassi di radiazioni RF possono avere effetti negativi sul cervello, in particolare sull’ippocampo , che svolge un ruolo centrale nella memoria e nell’apprendimento.
«Esistono numerose prove [risalenti a] diversi decenni fa, sia sugli animali che sugli esseri umani, che le radiazioni RF compromettono la memoria», ha affermato Nilsson. «Le tendenze che stiamo osservando coincidono strettamente con il forte aumento dell’esposizione di bambini e adolescenti alle radiazioni RF».
L’esposizione alla tecnologia wireless è aumentata negli ultimi dieci anni a causa del crescente utilizzo di cellulari, cuffie wireless, Wi-Fi e 5G, ha affermato Hardell.
«Naturalmente, non si possono escludere altri fattori contribuenti», ha affermato. «Tuttavia, devono essere definiti e non basati su discussioni ipotetiche».
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Una nuova indagine prende di mira il rapporto europeo «di parte» sulle radiazioni RF
Il nuovo studio coincide con l’indagine del Mediatore europeo sul modo in cui la Commissione Europea ha gestito un rapporto chiave che non ha trovato prove «moderate o forti» che collegassero gli effetti negativi sulla salute all’esposizione cronica o acuta alle radiazioni RF delle tecnologie wireless esistenti.
Il Mediatore europeo, che «indaga sui reclami relativi a cattiva amministrazione da parte delle istituzioni e degli organi dell’UE [Unione Europea]», interrogherà la Commissione europea su come ha scelto gli esperti per redigere il rapporto, ha affermato Sophie Pelletier, presidente di PRIARTEM/Electrosensibles de France , in un comunicato stampa del 22 ottobre.
Il rapporto, denominato Parere SCHEER , è stato adottato nell’aprile 2023 dal Comitato scientifico per la salute, l’ambiente e i rischi emergenti (SCHEER) della Commissione Europea.
Secondo una critica pubblicata nell’ottobre 2023 dal Consiglio per la sicurezza delle telecomunicazioni in Danimarca e dalla Fondazione svedese per la protezione dalle radiazioni, il parere dello SCHEER era «chiaramente di parte».
L’indagine nasce da una denuncia presentata da diverse organizzazioni non profit europee, tra cui la Swedish Radiation Protection Foundation, che sostengono che gli autori del parere SCHEER avessero conflitti di interesse dovuti a legami con l’industria o a ricerche finanziate dall’industria.
Le organizzazioni non profit hanno inoltre affermato che la Commissione europea ha escluso dal gruppo di lavoro del rapporto gli esperti critici sui possibili effetti sulla salute delle radiazioni wireless e che gli autori del rapporto hanno ignorato gli studi sottoposti a revisione paritaria che dimostrano gli effetti nocivi dell’esposizione al di sotto dei limiti attuali.
Negli Stati Uniti, la Federal Communications Commission (FCC) non ha aggiornato i limiti di esposizione alle radiazioni RF dal 1996 e li basa in gran parte su alcuni piccoli studi campione condotti negli anni Settanta e Ottanta.
La FCC non ha ancora ottemperato all’obbligo imposto dal tribunale nel 2021 di spiegare in che modo ha stabilito che le sue attuali linee guida proteggono adeguatamente gli esseri umani e l’ambiente dagli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni RF.
Suzanne Burdick
Ph.D.
© 23 ottobre, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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Gli scienziati affermano che le revisioni OMS minimizzano i rischi legati alle radiazioni dei cellulari
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L’OMS si prepara a pubblicare una «monografia» utilizzata per stabilire regolamenti e limiti di sicurezza
L’ICBE-EMF ha pubblicato il suo rapporto il 2 ottobre su Environmental Health in risposta a 12 revisioni sistematiche sostenute dall’OMS sui possibili effetti sulla salute delle radiazioni RF. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, una revisione sistematica «tenta di raccogliere e analizzare tutte le prove che rispondono a una domanda specifica». L’OMS sta pubblicando le revisioni in preparazione di una monografia sui criteri di salute ambientale dell’OMS sui possibili rischi per la salute derivanti dalle radiofrequenze. I governi utilizzeranno probabilmente la monografia per stabilire standard di sicurezza e normativi. Ron Melnick, Ph.D., consulente senior dell’ICBE-EMF, ha affermato che l’ICBE-EMF ha esaminato le revisioni dell’OMS «per via del nostro coinvolgimento di lunga data in questa ricerca e della potenziale influenza che queste revisioni potrebbero avere sulle future decisioni politiche». Melnick è l’ex tossicologo senior presso il National Toxicology Program e il National Institute of Environmental Health Sciences. L’ICBE-EMF ha segnalato che gli autori delle revisioni dell’OMS hanno escluso studi rilevanti, si sono basati su studi deboli e hanno combinato in modo improprio studi con condizioni di esposizione molto diverse. Questi difetti metodologici hanno distorto le conclusioni delle revisioni. Ad esempio, la maggior parte degli autori ha cercato di riassumere matematicamente i risultati di studi molto diversi in un’unica revisione. Raggruppare diversi studi in un’unica revisione può nascondere differenze importanti, ha affermato durante la conferenza stampa Joel Moskowitz, Ph.D., direttore del Center for Family and Community Health presso l’Università della California, Berkeley.Sostieni Renovatio 21
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Linee guida scientifiche sulla sicurezza delle radiazioni RF «urgentemente necessarie»
Un’indagine condotta da The Defender ha scoperto che la Federal Communications Commission (FCC) basa il suo standard di sicurezza sulle radiazioni RF per gli esseri umani in gran parte su alcuni studi su piccoli campioni condotti negli anni Settanta e Ottanta. La FCC ha basato il suo standard, che non è stato aggiornato dal 1996, sul presupposto che le radiazioni RF possano causare danni solo a livelli sufficientemente elevati da riscaldare i tessuti corporei. Nel 2022, l’ICBE-EMF ha pubblicato un articolo sottoposto a revisione paritaria che confutava questa ipotesi, denominato «paradigma solo termico». L’ICBE-EMF ha affermato nel suo rapporto del 2 ottobre che «sono urgentemente necessarie linee guida riviste e basate sulla scienza, che proteggano la salute umana e l’ambiente». La FCC non ha ancora ottemperato all’obbligo imposto dal tribunale di spiegare in che modo ha stabilito che le sue attuali linee guida proteggono adeguatamente gli esseri umani e l’ambiente dagli effetti nocivi dell’esposizione alle radiazioni RF. Brenda Baletti Ph.D. © 16 ottobre 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD. Renovatio 21 offre questa traduzione per dare una informazione a 360º. Ricordiamo che non tutto ciò che viene pubblicato sul sito di Renovatio 21 corrisponde alle nostre posizioni.Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
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I bambini che vivono in case con alti livelli di radiazioni wireless hanno un rischio triplo di ritardi nello sviluppo
Renovatio 21 traduce questo articolo per gentile concessione di Children’s Health Defense. Le opinioni degli articoli pubblicati non coincidono necessariamente con quelle di Renovatio 21.
Uno studio condotto su 105 neonati in India ha dimostrato che coloro che vivevano in case con livelli elevati e medi di radiazioni wireless, tra cui router Wi-Fi, cellulari e torri cellulari nelle vicinanze, mostravano, in media, peggiori capacità motorie fini, di comunicazione e di risoluzione dei problemi rispetto ai neonati che vivevano in case con livelli più bassi di radiazioni wireless.
Secondo un nuovo studio sottoposto a revisione paritaria, i neonati che vivono in case con alti livelli di radiazioni wireless avevano una probabilità più che tripla di sviluppare difficoltà nella risoluzione dei problemi e quasi tre volte maggiore di avere ritardi motori fini rispetto ai neonati che vivono in case con bassi livelli di radiazioni wireless.
«Avere dati che dimostrano che il normale sviluppo dei bambini è minacciato da un’antenna o da un router Wi-Fi nelle vicinanze dovrebbe allertare l’opinione pubblica su questa situazione disastrosa», ha affermato il dottor Robert Brown, vicepresidente della Ricerca Scientifica e degli Affari Clinici dell’Environmental Health Trust. «La gente deve svegliarsi».
Secondo il rapporto degli autori, i bambini sono più colpiti dalle radiazioni wireless rispetto agli adulti:
«Dato che i bambini hanno un sistema nervoso in via di sviluppo con un contenuto di acqua e una concentrazione di ioni più elevati, il loro tessuto cerebrale è più soggetto a deterioramento a causa dell’energia emessa dai cellulari tenuti vicino alla testa rispetto a quello degli adulti».
«Nei tessuti cerebrali periferici dei bambini viene assorbita circa il doppio dell’energia dei telefoni cellulari rispetto a quella degli adulti.
Lo studio è stato pubblicato il 10 luglio su Cureus, una rivista della Springer Nature.
Cosa hanno scoperto i ricercatori
Lo studio ha dimostrato che i bambini nei gruppi ad alta e media esposizione hanno ottenuto risultati peggiori, in media, rispetto ai bambini nel gruppo a bassa esposizione in abilità quali motricità grossolana, motricità fine, comunicazione, risoluzione dei problemi e abilità personali e sociali.
I bambini nei gruppi ad alta e media esposizione avevano una probabilità più di tre volte maggiore di mostrare ritardi nelle capacità di risoluzione dei problemi, come capire come raggiungere un giocattolo, rispetto a quelli nel gruppo a bassa esposizione (rispettivamente 3,67 e 3,12).
I bambini nel gruppo ad alta esposizione avevano quasi tre volte più probabilità (2,74) di mostrare ritardi nella coordinazione occhio-mano, come difficoltà ad impilare i blocchi, rispetto al gruppo a bassa esposizione.
I soggetti appartenenti al gruppo di esposizione media avevano un rischio di ritardi personali e sociali quasi triplo (2,67) rispetto al gruppo di esposizione bassa.
Il gruppo ad alta esposizione presentava anche la percentuale più alta (11,5%) di neonati con problemi emotivo-sociali, rispetto al gruppo a bassa esposizione (0%).
Come hanno condotto lo studio i ricercatori
Un ingegnere ha misurato il livello dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) nelle case di 105 bambini a Mumbai, in India, per ottenere una valutazione reale delle radiazioni wireless emesse dai dispositivi wireless di ogni casa, tra cui router Wi-Fi, cellulari e gadget Bluetooth, e dalle torri cellulari vicine.
Sulla base delle misurazioni effettuate dall’ingegnere, gli autori hanno suddiviso i neonati in gruppi con esposizione alle radiazioni alta, media e bassa.
Durante il controllo di routine del benessere di ogni bambino, i genitori hanno completato gli strumenti di screening utilizzati dagli autori dello studio per valutare i ritardi dello sviluppo neurologico. Gli strumenti hanno misurato la capacità di problem solving, la comunicazione, le capacità motorie fini e grossolane e l’interazione sociale del bambino.
Quando i genitori hanno completato le valutazioni, i bambini avevano un’età compresa tra 2 e 12 mesi.
Utilizzando analisi statistiche, gli autori hanno confrontato le capacità neuroevolutive dei bambini nei tre gruppi.
Secondo lo studio, i neonati esposti a livelli più elevati di radiazioni hanno avuto esiti peggiori nello sviluppo neurologico, anche dopo aver tenuto conto delle differenze di peso alla nascita, stato socioeconomico e sesso.
I risultati non dimostrano che l’esposizione alle radiazioni wireless abbia causato ritardi, hanno affermato gli autori, ma «è necessario monitorare lo sviluppo neurologico dei bambini nei quali si prevede che le radiazioni RF-EMF siano più elevate».
Ciò include le case molto vicine alle torri della telefonia mobile o dotate di numerosi dispositivi wireless.
Le abitazioni del gruppo ad alta esposizione presentavano un livello di radiazione mediano di 32,36 milliwatt per metro quadrato (mW/m²). I livelli di radiazione mediano nei gruppi a media e bassa esposizione erano rispettivamente di 8,66 e 0,62 mW/m².
L’Institute of Building Biology & Sustainability classifica tutto ciò che supera 1 milliwatt per metro quadrato nella fascia di «estrema preoccupazione», ha affermato Fariha Husain, responsabile del programma sulle radiazioni elettromagnetiche (EMR) e wireless del Children’s Health Defense (CHD).
I limiti della Federal Communications Commission per le radiazioni wireless per la popolazione generale sono di 10.000 milliwatt per metro quadrato, ma tali limiti sono «ridicolmente alti per progettazione», ha affermato Husain.
Eric Windheim, specialista certificato in EMR di Building Biology che misura regolarmente le radiazioni wireless nelle case degli Stati Uniti, ha affermato di osservare raramente livelli pari o superiori a 32,36 mW/m². Quando ciò accade, si verifica in case molto vicine a un ripetitore cellulare o quando si trova a meno di un metro da un cellulare o da un router Wi-Fi.
Gli autori dello studio non hanno specificato in quale punto esatto delle case dei bambini siano state effettuate le misurazioni delle radiazioni.
Lo studio è in corso e gli autori intendono pubblicare i risultati futuri man mano che i bambini si svilupperanno.
The Defender ha contattato l’autore corrispondente dello studio per chiedere un commento, ma non ha ricevuto risposta entro la scadenza.
L’industria wireless deve «iniziare a competere sulla sicurezza»
Un numero crescente di studi collega gli effetti negativi sulla salute all’esposizione alle radiazioni wireless, ha affermato Miriam Eckenfels, direttrice del programma EMR & Wireless del CHD.
«Persino l’Organizzazione Mondiale della Sanità, accusata di aver coinvolto ricercatori di parte, ha recentemente pubblicato una revisione sistematica che dimostra come esistano solide prove che collegano le radiazioni dei cellulari al cancro negli animali», ha affermato Eckenfels.
Brown, un radiologo diagnostico con oltre 30 anni di esperienza, ha pubblicato all’inizio di quest’anno una ricerca che dimostrava che le cellule del sangue di una donna adulta sana si aggregavano in modo anomalo dopo appena cinque minuti in cui teneva un cellulare inattivo appoggiato sulla gamba.
Ha affermato che il nuovo studio condotto sui bambini potrebbe suscitare nelle giovani generazioni una maggiore urgenza di affrontare i pericoli delle radiazioni wireless rispetto agli studi condotti sugli adulti.
«Come padre, riconosco che i genitori sono disposti a fare sacrifici significativi al proprio stile di vita per proteggere i loro figli piccoli», ha affermato Brown.
Joe Sandri, presidente e consulente generale dell’Environmental Health Trust, ha affermato che il nuovo studio, «insieme ai troppi studi precedenti che mostrano effetti negativi sulla salute derivanti dalle radiazioni wireless», rafforza la necessità per l’industria delle telecomunicazioni e i suoi enti regolatori di dare priorità alla salute umana.
Ad esempio, secondo gli scienziati della Commissione internazionale sugli effetti biologici dei campi elettromagnetici, i produttori di cellulari potrebbero apportare delle «semplici soluzioni ingegneristiche» che ridurrebbero drasticamente la quantità di radiazioni emesse dai telefoni.
«È giunto il momento che l’industria inizi a competere sulla sicurezza», ha affermato Sandri. «I consumatori la richiedono e gli azionisti dell’industria dovrebbero aspettarselo».
Suzanne Burdick
Ph.D.
© 20 agosto 2025, Children’s Health Defense, Inc. Questo articolo è riprodotto e distribuito con il permesso di Children’s Health Defense, Inc. Vuoi saperne di più dalla Difesa della salute dei bambini? Iscriviti per ricevere gratuitamente notizie e aggiornamenti da Robert F. Kennedy, Jr. e la Difesa della salute dei bambini. La tua donazione ci aiuterà a supportare gli sforzi di CHD.
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