Internet
Maduro sospende X
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha annunciato un divieto temporaneo di X nel Paese. La decisione è seguita alla sua guerra di parole con il CEO della piattaforma, Elon Musk, che ha accusato Maduro di frode elettorale.
In un discorso televisivo di giovedì, Maduro ha accusato il Musk di «incitare all’odio, al fascismo, alla guerra civile, alla morte, [e] allo scontro dei venezuelani», oltre a violare le leggi nazionali. Il leader ha aggiunto di aver firmato una risoluzione presentata dalla Commissione nazionale delle telecomunicazioni per vietare la piattaforma di social media per dieci giorni.
«Finiamo i piani sui social network per diffondere violenza, odio… in Venezuela dall’estero», ha scritto Maduro in un post separato su X.
In risposta, Musk è salito sulla piattaforma per promettere in tono beffardo di «bruciare i baffi di Maduro dallo spazio».
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La disputa tra il leader venezuelano e il miliardario è iniziata sulla scia delle elezioni presidenziali del mese scorso, in cui Maduro è stato dichiarato vincitore. Secondo il consiglio elettorale del Paese, Maduro ha ottenuto circa il 52% dei voti, mentre il candidato dell’opposizione Edmundo Gonzalez ha ricevuto il 43%.
L’opposizione ha contestato i risultati, sostenendo che non corrispondevano ai propri conteggi, mentre i loro sostenitori, tra cui gli USA, si sono rifiutati di riconoscere la vittoria di Maduro. Tuttavia, altri paesi come Cina e Russia si sono congratulati con il leader venezuelano per la sua rielezione.
Musk ha sostenuto le critiche a Maduro, definendolo un «dittatore» e accusandolo di «grave frode elettorale», nonché insultandolo con un modo di dire ispanofono per cui un «asino ne sa più di lui».
«Il popolo venezuelano ne ha abbastanza di questo pagliaccio», ha aggiunto, esprimendo sostegno all’opposizione. La frecciatina ha suscitato una dura risposta dal presidente venezuelano, che ha attaccato il magnate sudafricano per aver presumibilmente tentato di organizzare un colpo di Stato.
La sospensione di X arriva dopo che Maduro ha disinstallato WhatsApp dal suo telefono in diretta TV, parlando di «imperialismo tecnologico», dicendo che veniva usato per minacciare il Venezuela e spiare la sua gente.
Maduro ha anche affermato che TikTok e Instagram venivano usati per promuovere «l’odio» e ha promesso di regolamentarne l’uso.
Come riportato da Renovatio 21, il Maduro ha pure sfidato Musk a fare a botte, e quest’ultimo ha accettato, pur dicendo che alla fine il venezuelano avrebbe «fatto il pollo» e si sarebbe defilato.
Maduro ha promesso che non vi sarà «nessun perdono» per chi ha manifestato contro la sua elezione, dicendo che anzi vi sarà la «massima punizione».
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Immagine di Eneas de Troya via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Geopolitica
Elon Musk chiede l’abolizione dell’UE «Quarto Reich»
;The tyrannical, unelected bureaucracy oppressing the people of Europe are in the second picture https://t.co/j6CFFbajJa
— Elon Musk (@elonmusk) December 7, 2025
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In precedenza, Musk aveva bollato l’UE come un «mostro burocratico», accusandone la dirigenza di «soffocare lentamente l’Europa fino alla morte». Il miliardario, che ha spesso denunciato l’iper-regolamentazione bruxellese, ha invocato lo smantellamento completo dell’Unione. «L’UE dovrebbe essere abolita e la sovranità restituita ai singoli paesi, in modo che i governi possano rappresentare meglio i loro cittadini», ha scritto. Anche l’ambasciatore statunitense presso l’UE Andrew Puzder ha condannato l’iniziativa europea, precisando che Washington «si oppone alla censura e contesterà le gravose normative che prendono di mira le aziende statunitensi all’estero». Ciononostante, l’UE difende la decisione: la vicepresidente esecutiva della Commissione per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, Henna Virkkunen, ha puntualizzato che la responsabilità ricade unicamente sulla piattaforma di Musk e che «ingannare gli utenti con segni di spunta blu, oscurare informazioni sulle pubblicità ed escludere i ricercatori non è consentito online nell’UE». Come riportato da Renovatio 21 il tema delle euromulte contro Musk è risalente. Brusselle aveva valutato l’ipotesi di multe contro X da quando l’ex commissario alla tecnologia UE, Thierry Breton, aveva accusato la piattaforma di non aver controllato adeguatamente i contenuti illegali e di aver violato il Digital Services Act (DSA) dell’UE del 2022. La decisione se penalizzare X spetta ora alla commissaria UE per la concorrenza, Margrethe Vestager. Come noto al lettore di Renovatio 21, Elone per qualche ragione è assai inviso all’oligarchia europea e a tanta politica continentale, come hanno dimostrato i discorsi del presidente italiano Sergio Mattarella, che pareva attaccare proprio Musk e le sue ambizioni sui social e nello spazio.Pretty much https://t.co/0hspV4roFj
— Elon Musk (@elonmusk) December 7, 2025
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Internet
L’UE attacca le piattaforme che si rifiutano di censurare la libertà di parola: il fondatore di Telegram
L’Unione Europea sta ingiustamente prendendo di mira le piattaforme social che tollerano discorsi dissidenti o critici, ha dichiarato Pavel Durov, fondatore di Telegram.
La sua affermazione è arrivata in risposta a un post del 2024 di Elon Musk, proprietario di X, che accusava la Commissione Europea di aver proposto alla piattaforma un patto segreto per eludere sanzioni in cambio della censura di certi contenuti. Il giorno precedente, l’UE aveva inflitto a X una multa da 120 milioni di euro (circa 140 milioni di dollari).
Durov ha spiegato che Bruxelles sta applicando alle società tech norme severe e impraticabili proprio per colpire quelle che rifiutano di praticare una moderazione occulta dei contenuti.
«L’UE impone regole impossibili per poter punire le aziende tecnologiche che si oppongono a una censura silenziosa della libertà di espressione», ha postato Durov sabato su X.
Il Pavel ha inoltre richiamato la sua detenzione in Francia dell’anno scorso, che ha descritto come motivata da ragioni politiche. Secondo lui, in quel frangente il capo dei servizi segreti francesi gli avrebbe chiesto di «bannare le voci conservatrici in Romania» in vista delle elezioni – un’ipotesi smentita dalle autorità transalpine. Durov ha aggiunto che gli agenti di Intelligence gli avrebbero offerto assistenza in cambio della rimozione discreta dei canali legati alle elezioni in Romania.
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Queste stesse accuse sono state ribadite nel suo intervento recente, in cui ha qualificato l’inchiesta come «un’indagine penale priva di fondamento», seguita da tentativi di pressione per limitare la libertà di parola in Romania e Moldavia.
Più tardi, sempre sabato, Durov ha aggiunto: «L’UE prende di mira esclusivamente le piattaforme che ospitano discorsi scomodi o dissenzienti (Telegram, X, TikTok…). Le piattaforme che, tramite algoritmi, mettono a tacere le persone rimangono sostanzialmente intatte, nonostante problemi ben più gravi di contenuti illegali».
L’anno scorso, Elon Musk aveva rivelato che la Commissione Europea aveva proposto a X «un accordo segreto illegale» per censurare i contenuti in modo discreto. «Se avessimo censurato silenziosamente i contenuti senza dirlo a nessuno, non ci avrebbero multato. Le altre piattaforme hanno accettato quell’accordo. X no», aveva scritto.
Venerdì, il portavoce della Commissione Europea Tom Rainier ha precisato che la sanzione a X ammontava a 120 milioni di euro per violazioni del Digital Services Act, sottolineando che non aveva legami con la censura e che si trattava della prima applicazione concreta della normativa. Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha aspramente criticato la decisione, definendola «un attacco a tutte le piattaforme tech americane e al popolo statunitense da parte di governi stranieri».
Tanto Durov quanto Musk hanno subito pressioni da parte dei regolatori UE in base al DSA, in vigore dal 2023. Questa legge obbliga le piattaforme a eliminare celermente i contenuti illegali, sebbene i detrattori sostengano che possa essere impiegata per reprimere opinioni legittime.
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Immagine screenshot da YouTube
Internet
L’UE multa X di Musk per 120 milioni di euro. Gli USA: «attacco al popolo americano»
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