Pensiero
Macron e il coca-gate, le fake news e le smentite (cioè: notizie date due volte)
Chiariamo subito che crediamo che quella non era cocaina, ma un semplice fazzoletto, probabilmente pieno di muco presidenziale: Macron non nasconde una bustina di polvere bianca, ma il frutto cartaceo di un raffreddore che ha colpito il suo naso, peraltro importante.
Stesso dicasi per il presunto «cucchiaino» di Merz, che ci sembra persona lontana anni luce dal vizio di narice; anzi, visto l’entusiasmo che irradia (primo cancelliere subito trombato al Bundestaggo!) ci sarebbe da sperare che usasse eccitanti di sorta.
È un fake – uno shallow-fake, direbbero (cioè un fake audivisivo senza la tecnologia machine learning dei deep fake), o forse neanche quello. Qualcuno ha dato un’interpretazione, che in rete ha attecchito. Poi è passato Alex Jones. Boom. Ecco il coca-gate.
DEVELOPING SCANDAL: Macron, Starmer, and Merz caught on video on their return from Kiev. A bag of white powder on the table. Macron quickly pockets it, Merz hides the spoon. No explanation given. Zelensky, known cocaine enthusiast, had just hosted them. All three of the “leaders”… pic.twitter.com/M2h5Fhzo5h
— Alex Jones (@RealAlexJones) May 11, 2025
Sostieni Renovatio 21
Non è possibile che il gruppetto sia stato colto di sorpresa in questo modo. Rifletteteci: quell’inquadratura quante volte l’avete vista? È praticamente un set fisso della guerra ucraina: il treno dove i leader europei si trovano, con spirito da Interrail post maturità, per andare a Kiev. (ecco, forse là invece…)
Avete visto, su quel treno, Draghi e Scholz, e tutti quanti, è il vagone-teatrino della farsa euro-NATO-ucraina. Nulla, su quel trenino, è lasciato al caso. Quindi no, non crediamo alle pippate ferroviarie transnazionali del presidente francese.
E non importa se impazzano le video compilation del Macron che porta la mano al naso.
Élysée Palace:
“France’s enemies are spreading dangerous misinformation about President Macron’s alleged cocaine use.”Emmanuel Macron: pic.twitter.com/X7XTKyTehl
— Dr. Simon Goddek (@goddeketal) May 12, 2025
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Si tratta di sussurri della rete complottista che in genere spariscono dans l’espace d’un matin. O almeno, pensavamo andasse così, fino a quando, molto drammaticamente, è arrivata la smentita ufficiale dell’Eliseo.
«Quando l’unità europea dà fastidio, la disinformazione arriva fino al punto da far passare un semplice fazzoletto per della droga, false informazioni diffuse dai nemici della Francia, siate vigili contro le manipolazioni» dice la nota diramata dal vertice francese.
Ora, c’è un vecchio detto nel mondo delle pubbliche relazioni: una smentita è una notizia data due volte. E ciò non va bene, soprattutto se la notizia è falsa. E si vuole far sapere che è falsa.
La verità è che non è la prima smentita che parte dal presidente Macron, un personaggio che, di anno in anno, rivela un lato sempre più bizzarro, oscuro.
Su Renovatio 21 siamo tra i pochi a ricordarsi quanto accadde alle elezioni presidenziali 2017.
Nel 2017, a pochi giorni dal ballottaggio presidenziale tra Macron e Marine Le Pen, la campagna di Macron avrebbe subito un attacco da parte di hacker – subito definiti «russi» – che portò alla luce anche dettagli scabrosi.
Tra le 20 mila email dei cosiddetti MacronLeaks, sarebbe contenuto un episodio che «coinvolgerebbe un deputato francese che avrebbe dato indicazioni al suo assistente di comprare della droga in bitcoin» scrisse all’epoca l’agenzia AGI. «La transazione e la consegna sembra siano poi avvenute, ma potrebbe essere una goccia del mare di manipolazioni che quei documenti potrebbero contenere». Secondo quanto trapelato, il deputato si sarebbe fatto arrivare la droga al suo ufficio parlamentare. La veridicità del documento è stata messa in discussione.
All’epoca, tuttavia, assistemmo ad uno spettacolo impressionante: il sistema aveva di fatto recepito quanto accaduto l’anno prima, durante la campagna presidenziale americana 2016 (Trump vs. Hillary), con i leak che devastarono il Partito Democratico USA e la campagna Clinton: ecco che i giornali di tutto il mondo praticamente tacitarono lo scandalo e additarono subito le email come propaganda russa: insomma, ma quale droga, hastatoPutin.
Ancora oggi, il lettore può verificare da sé, è difficile trovare in rete materiale sull’argomento, anche se i giornali all’epoca ne parlarono molto, ma per poco tempo, e soprattutto senza voler approfondire nulla, perché tanto la spiegazione era: «hacker russi».
La storia non riemerse nel mainstream nemmeno quando nel 2023 un senatore di area macroniana del partito Horizons fu arrestato con l’accusa di aver drogato una deputata. Non era nemmeno primo deputato macronista salito agli altari della cronaca per questioni di droga. Nel gennaio 2023, il sito francese Mediapart aveva rivelato che il deputato del partito di Macron Renaissance (ex En Marche) Emmanuel Pellerin avrebbe fatto uso di cocaina prima e dopo la sua elezione all’Assemblea nazionale. Il Pellerin si era giustificato parlando di «difficoltà personali e familiari». Il partito di Macron disse di voler proporre l’immediata esclusione del deputato, che si ritirò dal suo gruppo parlamentare e dal partito, per poi tornare nel luglio 2023, dopo l’archiviazione del suo caso.
All’epoca del mancato scandalo, nel 2017, circolavano comunque sui giornali le storie sulla presunta omosessualità del presidente, con alcuni che mormoravano riguardo ad un gruppetto di amici dediti a certo tipico débauche. Erano sparate, accuse, illazioni. O forse no: era materia di Stato, e forse non solo per Parigi.
Chi scrive ricorda a ridosso di quei fatti un corso di aggiornamento dell’Ordine dei giornalisti (obbligatorio se si vuole mantenere il tesserino professionale) di deontologia, tema: fake news. Qui veniva direttamente trattato, come esempio di bufala malevola, la storia della droga che sarebbe arrivata all’Eliseo. Dobbiamo confessare che il debunking, cioè la dimostrazione della falsità della storia, non deve averci convinto, perché non ricordiamo nessun argomento, forse nemmeno è stato fatto.
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Veniva detto semplicemente: guardate, questa è una fake news. Non è che il corso (che era online) si limitava a predicarlo in video: grande fu lo stupore quando, dinanzi al test finale a risposta multipla per capire se si era stati attenti, veniva posta la domanda: quale fake news ha riguardato il presidente francese? La risposta esatta era, andiamo a memoria, quella per cui sarebbe stato a capo di una banda di omosessuali.
Cioè: se credevi alla storia di Macron gay con i suoi amichetti, non eri un giornalista. La smentita diviene dogma mediatico, oltre che statale.
Il problema è che dopo pochi mesi scoppiò lo scandalo Benalla. Forse il lettore non ricorderà: nel 2018, i giornali francesi parlarono di un signore di origini maghrebine che si intrufolava tra le file della Gendarmeria nelle manifestazioni pubbliche e aggrediva le persone che protestavano. Si scoprì che Alexandre Benalla, giovane forte e prestante, era «collaboratore» della sicurezza dell’Eliseo, e molto vicino alla coppia presidenziale, al punto che, dissero, aveva accesso ad appartamenti «presidenziali».
Nel frattempo si moltiplicavano storie su vari passaporti diplomatici, rapporti diretti con leader africani, se non con oligarchi russi… tuttavia l’attenzione del grande pubblico era concentrata sullo spuntare qua e là delle immagini del moro virgulto in giro assieme al presidente sorridente. Eccoli insieme in strada, nei palazzi del potere, in bici. Dissero che partecipava, unico membro del gabinetto, a esclusive giornate sugli sci del presidente.
E quindi, cosa fa Macron? Parlando ai deputati della maggioranza riuniti alla Maison de l’Amérique Latine e dice: «Alexandre Benalla non è il mio amante e non ha i codici nucleari».
Eccola lì: un’altra bella smentita. Cioè, una notizia data due volte. Una notizia che, secondo il corso di deontologia giornalistica, era da ritenersi come quintessenza della fake news.
C’è tuttavia una smentita che Macron non ha ancora dato, o almeno, non del tutto: quello sulla storia, allucinante e anche questa non esattamente credibile, secondo cui la première dame Brigitte Macron sarebbe nata uomo. L’8 marzo 2024, festa della donna, Macron parla ad un evento a favore dell’aborto in Place Vendome: «il peggio sono le false informazioni e gli scenari montati ad arte, con gente che finisce per crederci e ti attacca, incluso, nella tua intimità».
«Contro questo machismo bisogna ricorrere al diritto, alla giustizia», ha tuonato nella piazza abortista il presidente francese, chiedendo l’istituzione dell’«ordine pubblico sul web». «Un formidabile luogo di espressione dei più pazzi», ha aggiunto Macron, assicurando che purtroppo la rete è ancora «senza regole».
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Nell’aria aleggiava la storia scioccante, portata avanti da qualche soggetto (un giornalista, qualche blogger, etc.), secondo cui la moglie del presidente in realtà sarebbe un transessuale. Erano partite delle denunce da parte dell’interessata, stufa di questa accusa pazzesca, tale da aprire abissi sul potere francese tutto. Alcuni, tuttavia, ricordavano che il racconto della loro storia d’amore, lui studente di liceo di 15 anni (ma l’età cambia a seconda di chi ne parla) e lei professoressa più vecchia di un quarto di secolo, era già di per sé inquietante.
Poi arriva Candace Owens, e le cose si complicano. La podcaster afroamericana, recentemente convertitasi al cattolicesimo tradizionalista (come il marito, il lord britannico George Farmer), dedica al caso una puntata del suo show, quando ancora era parte del network del Daily Wire dell’opinionista ebreo sionista Ben Shapiro. A seguito della posizione della Owens su Israele e Gaza, la Owens viene licenziata, e la puntata su Brigitte Macron tolta.
Fattasi la sua trasmissione indipendente su YouTube, la Owens torna sul tema, vuole fare uno speciale ulteriore sul caso Macron, e lo annuncia. A quel punto, prima che l’episodio andasse in onda, riceve una lettera dei legali della coppia presidenziale francese: così racconta Candace, che dice di essere rimasta sorpresa, e di aver trovato la motivazione per fare non un episodio, ma una serie intera. Il suo sito – cioè il luogo di prima distribuzione dei video – nel frattempo è stato oggetto di attacchi DDoS massivi, ha detto.
La serie Becoming Brigitte è andata in onda comunque: personaggi di estrema rilevanza mediata mondiale come il podcaster Joe Rogan e il giornalista Tucker Carlson dicono di averla vista e di essere convinti degli argomenti addotti dalla Owens. Carlson dice che pensava fosse una follia nella quale non poteva seguire Candace, per quanto le volesse bene. E invece…
Lei fa il giro delle trasmissioni su internet, e spiega i retroscena: dice di aver ringraziato per la lettera, così, attraverso i legali, ora ha un canale di comunicazione sicuro con i Macron. Ha quindi preparato alcune domande semplici e fattuali sulla questione, come se è vero o falso che sarebbe nata con quest’altro nome, «Brigitte Macron ha dato alla luce 3 figli?», etc.
BREAKING NEWS: Emmanuel and Brigitte Macron has sent me ANOTHER strongly worded legal letter.
Truly, if I did not recognize the name of the law firm they have employed, I would be convinced I was being trolled.
The letter is much shorter than the first— just a page and a half… pic.twitter.com/lg0tiwv3q5
— Candace Owens (@RealCandaceO) February 4, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Lì la smentita alla Owens ci sarebbe stata tutta. Non c’è però stata, o almeno non alle domande diretta della giornalista nera. Sarebbe arrivata, invece, un’altra lettera dei legali. Nessuna risposta, e in più viene ignorata la proposta di Candace di andare in Francia ad intervistare direttamente la première dame.
E quindi: no, non crediamo a nessuna di queste storie pazzesche: coca sul treno per Kiev, omosessuali intorno al presidente droga all’Eliseo, un transessuale sul trono di Francia (neanche fosse il sogno realizzato dei templari adoratori del Bafometto androgino, quelli massacrati dal re tanti anni fa… ma divaghiamo).
Non crediamo a nulla. È nostro diritto. Ci sa però che ci obbligheranno a credere, a breve, alle smentite di Stato.
Nel frattempo, c’è una cosa che possiamo fare per convincerci che in Francia tout va bien. Riguardarci, in loop, la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024.
Da lì è chiaro tutto. Costituzionalizzazione dell’aborto, lancio della corsa della Francia verso l’eutanasia, proposta di truppe NATO in Ucraina, e solo negli ultimi mesi. Ciò che Macron fa è perfettamente normale. No?
Roberto Dal Bosco
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine screenshot da YouTube
Pensiero
Di tabarri e boomerri. Pochissimi i tabarri
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Pensiero
Trump e la potenza del tacchino espiatorio
Il presidente americano ha ancora una volta dimostrato la sua capacità di creare scherzi che tuttavia celano significati concreti – e talvolta enormi.
L’ultima trovata è stata la cerimonia della «grazia al tacchino», un frusto rito della Casa Bianca introdotto nel 1989 ai tempi in cui vi risiedeva Bush senior. Il tacchino, come noto, è l’alimento principe del giorno del Ringraziamento, probabilmente la più sentita ricorrenza civile degli americani, che celebra il momento in cui i Padri Pellegrini, utopisti protestanti, furono salvati dai pellerossa che indicarono ai migranti luterani come a quelli latitudini fosse meglio coltivare il granturco ed allevare i tacchini. Al ringraziamento degli indiani indigeni seguì poco dopo il massacro, però questa è un’altra storia.
Fatto sta che il tacchino, creatura visivamente ripugnante per i suoi modi sgraziati e le sue incomprensibili protuberanze carnose, diventa un simbolo nazionale americano, forse persino più importante dell’aquila della testa bianca, perché il rapace non raccoglie tutte le famiglie a cena in una magica notte d’inverno, il tacchino sì. Tant’è che ai due fortunati uccelli di quest’anno, Gobble e Waddle (nomi scelti online dal popolo statunitense, è stata fatta trascorrere una notte nel lussuosissimo albergo di Washington Willard InterContinental.
🦃 America’s annual tradition of the Presidential Turkey Pardon is ALMOST HERE!
THROWBACK to some of the most legendary presidential turkeys in POTUS & @FLOTUS history before the big moment this year. 🎬🔥 pic.twitter.com/QT2Oal12ax
— The White House (@WhiteHouse) November 24, 2025
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Da più di un quarto di secolo, quindi, eccoti che qualcuno vicino alla stanza dei bottoni si inventa che il commander in chief appaia nel giardino delle rose antistante la residenza e, a favore di fotografi, impartista una grazia al tacchino, salvandolo teoricamente dal finire sulla tavola – in realtà ci finisce comunque suo fratello, o lui stesso, ma tanto basta. Non sono mancati i momenti grotteschi, come quando il bipede piumato, dinanzi a schiere di alti funzionari dello stato e giornalisti, ha scagazzato ex abrupto e ad abundantiam lasciando puteolenti strisce bianche alla Casa Bianca.
Non si capisce cosa esattamente questo rituale rappresenti, se non la ridicolizzazione del potere del presidente di comminare grazie per i reati federali, tema, come sappiamo quanto mai importante in quest’ultimo anno alla Casa Bianca, visti le inedite «grazie preventive» date al figlio corrotto di Biden Hunter, al plenipotenziario pandemico Anthony Fauci, al generale (da alcuni ritenuto golpista de facto) Mark Milley. Sull’autenticità delle firme presidenziali bideniane non solo c’è dibattito, ma l’ipostatizzazione del problema nella galleria dei ritratti dei presidenti americani, dove la foto di Biden, considerato in istato di amenza da anni, è sostituita da un’immagine dell’auto-pen, uno strumento per automatizzare le firme forse a insaputa dello stesso presidente demente.
Ecco che Donaldo approffitta della cerimonia del pardon al tacchino per lanciare un messaggio preciso: appartentemente per ischerzo, ma con drammatico valore neanche tanto recondito.
Trump si mette a parlare di un’indagine approfondita condotta da Bondi e da una serie di dipartimenti su di « una situazione terribile causata da un uomo di nome Sleepy Joe Biden. L’anno scorso ha usato un’autopsia per concedere la grazia al tacchino».
«Ho il dovere ufficiale di stabilire, e ho stabilito, che le grazie ai tacchini dell’anno scorso sono totalmente invalide» ha proclamato il presidente. «I tacchini conosciuti come Peach and Blossom l’anno scorso sono stati localizzati e stavano per essere macellati, in altre parole, macellati. Ma ho interrotto quel viaggio e li ho ufficialmente graziati, e non saranno serviti per la cena del Ringraziamento. Li abbiamo salvati al momento giusto».
La gente ha iniziato a ridere. Testato il meccanismo, Trump ha continuato quindi ad usare i tacchini come veicoli di attacco politico.
«Quando ho visto le loro foto per la prima volta, ho pensato che avremmo dovuto mandargliele – beh, non dovrei dirlo – volevo chiamarli Chuck e Nancy», ha detto il presidente riguardo ai tacchini, facendo riferimento ai politici democratici Chuck Schumer e Nancy Pelosi. «Ma poi ho capito che non li avrei perdonati, non avrei mai perdonato quelle due persone. Non li avrei perdonati. Non mi importerebbe cosa mi dicesse Melania: ‘Tesoro, penso che sarebbe una cosa carina da fare’. Non lo farò, tesoro».
Dopo che il presidente ha annunciato che si tratta del primo tacchino MAHA (con tanto di certificazione del segretario alla Salute Robert Kennedy jr.), l’uso politico del pennuto è andato molto oltre, nell’ambito dell’immigrazione e del terrorismo: «invece di dar loro la grazia, alcuni dei miei collaboratori più entusiasti stavano già preparando le carte per spedire Gobble e Waddle direttamente al centro di detenzione per terroristi in El Salvador. E persino quegli uccelli non vogliono stare lì. Sapete cosa intendo».
Tutto bellissimo, come sempre con Trump. Il quale certamente non sa che l’uso del tacchino espiatorio non solo non è nuovo, ma ha persino una sua festa, in Alta Italia.
Aiuta Renovatio 21
Parliamo dell’antica Giostra del Pitu (vocabolo piementose per il pennuto) presso Tonco, in provincia di Asti. La ricorrenza deriverebbe da usanze apotropaiche contadine, dove, per assicurarsi il favore celeste al raccolto, il popolo scaricava tutte le colpe dei mali che affligevano la società su un tacchino, che rappresentava tacitamente il feudatario locale. Secondo la leggenda, questi era perfettamente a conoscenza della neanche tanto segreta identificazione del tacchino con il potere, e lasciava fare, consapevole dello strumento catartico che andava caricandosi.
Tale mirabile festa piemontese va vanti ancora oggi, anticipata da un corteo storico che riproduce la visita dei nobili a Gerardo da Tonco, figura reale del luogo e fondatore dell’Ordine ospedaliero di San Giovanni in Gerusalemme, poi divenuto Sovrano Militare Ordine di Malta.
Subito dopo il gruppo che accompagna Gerardo avanza il carro su cui troneggia il tacchino vivo, autentico protagonista della celebrazione. Seguono quindi i giudici e i carri delle varie contrade del paese, che mettono in scena, con grande realismo, momenti di vita contadina tradizionale. Il passaggio del tacchino è tra ali di folla che non esitano ad insultare duramente il pennuto sacrificale.
Il clou dell’evento è il cosiddetto processo al Pitu, arricchito da un vivace botta-e-risposta in dialetto piemontese tra l’accusa pubblica e lo stesso Pitu, il quale tenta inutilmente di difendersi. Dopo la inevitabile condanna, il Pitu chiede come ultima volontà di fare testamento in pubblico, dando vita a un nuovo momento di ilarità.
Durante la lettura del testamento, infatti, egli si vendica della sentenza rivelando, sempre in stretto dialetto, vizi grandi e piccoli dei notabili e dei personaggi più in vista della comunità. Fino al 2009, al termine del testamento, un secondo tacchino (già macellato e acquistato regolarmente in macelleria, quindi comunque destinato alla tavola) veniva appeso a testa in giù al centro della piazza. Dal 2015, purtroppo, il tacchino è stato sostituito da un pupazzo di stoffa, così gli animalisti sono felici, ma il tacchino in zona probabilmente lo si mangia lo stesso.
Ci sarebbe qui da lanciarsi in riflessioni abissali sulla meccanica del capro espiatorio di Réné Girard, ma con evidenza siamo già oltre, siamo appunto al tacchino espiatorio.
Il tacchino espiatorio diviene il dispositivo con cui è possibile, se non purificare, esorcizzare, quantomeno dire dei mali del mondo.
Ci risulta a questo punto impossibile resistere. Renovatio 21, sperando in una qualche abreazione collettiva, procede ad accusare l’infame, idegno, malefico tacchino, che gravemente nuoce a noi, al nostro corpo, alla nostra anima, al futuro dei nostri figli.
Noi accusiamo il tacchino di rapire, o lasciare che si rapiscano, i bambini che stanno felici nelle loro famiglie.
Noi accusiamo il tacchino di aver messo il popolo a rischio di una guerra termonucleare globale.
Noi accusiamo il tacchino di praticare una fiscalità che pura rapina, che costituisce uno sfruttamento, dicevano una volta i papi, grida vendetta al cielo.
Noi accusiamo il tacchino di essere incompetente e corrotto, di favorire i potenti e schiacciare i deboli. Noi accusiamo il tacchino di essere mediocre, e per questo di non meritare alcun potere.
Noi accusiamo il tacchino di aver accettato, se non programmato, l’invasione sistematica della Nazione da parte di masse barbare e criminali, fatte entrare con il chiaro risultato della dissoluzione del tessuto sociale.
Noi accusiamo il tacchino di favorire gli invasori e perseguitare gli onesti cittadini contribuenti.
Noi accusiamo il tacchino di aver degradato la religione divina, di aver permesso la bestemmia, la dissoluzione della fede. Noi accusiamo il tacchino di essere, che esso lo sappia o meno, alleato di Satana.
Noi accusiamo il tacchino di operare per la rovina dei costumi.
Noi accusiamo il tacchino per la distruzione dell’arte e della bellezza, e la sua sostituzione con bruttezza e degrado, con la disperazione estetica come via per la disperazione interiore.
Noi accusiamo il tacchino di essere un effetto superficiale, ed inevitabilmente tossico, di un plurisecolare progetto massonico di dominio dell’umanità.
Noi accusiamo per la strage dei bambini nel grembo materno, la strage dei vecchi da eutanatizzare, la strage di chi ha avuto un incidente e si ritrova squartato vivo dal sistema dei predatori di organi.
Noi accusiamo il tacchino del programa di produzione di umanoidi in provetta, con l’eugenetica neohitlerista annessa.
Noi accusiamo il tacchino di voler alterare la biologia umana per via della siringa obbligatoria.
Noi accusiamo il tacchino di spacciare psicodroghe nelle farmacie, che non solo non colmano il vuoto creato dallo stesso tacchino nelle persone, ma pure le rendono violente e financo assassine.
Noi accusiamo il tacchino per l’introduzione della pornografia nelle scuole dei nostri bambini piccoli. Noi accusiamo il tacchino per la diffusione della pornografia tout court.
Noi accusiamo il tacchino per l’omotransessualizzazione, culto gnostico oramai annegato nello Stato, con i suoi riti mostruosi di mutilazione, castrazione, con le sue droghe steroidee sintetiche, con le sue follie onomastiche e istituzionali.
Noi accusiamo il tacchino di voler istituire un regime di biosorveglianza assoluta, rafforzato dalla follia totalitaria dell’euro digitale.
Noi accusiamo il tacchino, agente inarrestabile della Necrocultura, della devastazione inflitta al mondo che stiamo consegnando ai nostri figli.
Tacchino maledetto, i tuoi giorni sono contati. Sappi che ogni giorno della nostra vita è passato a costruire il momento in cui, tu, tacchino immondo, verrai punito.
Roberto Dal Bosco
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Civiltà
Da Pico all’Intelligenza Artificiale. Noi modernissimi e la nostra «potenza» tecnica
Sostieni Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
Iscriviti al canale Telegram ![]()
Aiuta Renovatio 21
Iscriviti alla Newslettera di Renovatio 21
-



Politica2 settimane faIl «Nuovo Movimento Repubblicano» minaccia i politici irlandesi per l’immigrazione e la sessualizzazione dei bambini
-



Persecuzioni2 settimane faFamosa suora croata accoltellata: possibile attacco a sfondo religioso
-



Spirito2 settimane fa«Rimarrà solo la Chiesa Trionfante su Satana»: omelia di mons. Viganò
-



Fertilità2 settimane faUn nuovo studio collega il vaccino contro il COVID al forte calo delle nascite
-



Vaccini1 settimana faIl vaccino antinfluenzale a mRNA di Pfizer associato a gravi effetti collaterali, soprattutto negli anziani
-



Senza categoria1 settimana faI malori della 49ª settimana 2025
-



Spirito1 settimana faGran Bretagna, ondata persistente di conversioni al cattolicesimo
-



Spirito7 giorni faNotre-Dame brucia e la Madonna viene privata del suo titolo










