Geopolitica
Lukashenko dice che Prigozhin è in Russia. La Germania ha registrato le loro telefonate
Il presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ha affermato davanti ai giornalisti che il capo del gruppo Wagner Evgenij Prigozhin è tornato in Russia.
«Per quanto ne so, i wagneriani, che sono ottimi combattenti, sono nelle loro basi permanenti dove si trovavano dopo il ritiro dal fronte per il recupero, le cure mediche e così via. Questa è una rotazione regolare per una guerra del genere. Dopo Bakhmut, sono stati portati nelle loro basi, ed è qui che si trovano oggi», ha detto il presidente bielorusso, come riferisce l’agenzia di stampa bielorussa BelTA.
«Per quanto riguarda Yevgeny Prigozhin, è a San Pietroburgo», ha affermato Lukashenko. «Dov’era stamattina?» Forse è andato a Mosca o in qualche altro posto. Ma non è in Bielorussia».
La notizia ha fatto il giro del mondo, specie quando dalla Russia stanno uscendo immagini bizzarre del raid delle forze russe nella sontuosa magione di Prigozhin a San Pietroburgo (con armi, alligatori, piscine interne, lingotti d’oro) unite a foto dei travestimenti dell’uomo, tra parrucche e barbe finte del caso: c’è il Prigozhin «ceceno», il Prigozhin «intellettuale», il Prigozhin «cubano», il Prigozhin stile Gheddafi e via così, per la gioia della rete.
Holy shit! The Prigozhin photos are the funniest thing I have ever seen. 2023 gets wilder and wilder! pic.twitter.com/xe2h626fK7
— Oliver Alexander (@OAlexanderDK) July 5, 2023
Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, quando gli è stato chiesto delle osservazioni di Lukashenko, ha detto ai giornalisti che le dichiarazioni rilasciate sia dal presidente russo Vladimir Putin che da Lukashenko durante la rivolta del 24 giugno guidata da Prigozhin sono ancora valide. Tra le altre cose, Putin ha definito la ribellione di Prigozhin un tradimento sia del popolo russo che delle truppe che combattono in prima linea contro le forze ucraine.
Parlando del Prigozhin, Peskov ha anche detto: «no, non stiamo monitorando dove si trovi, non abbiamo possibilità e desideri farlo».
Ieri il gruppo mediatico tedesco ARD ha dichiarato che il servizio di intelligence federale tedesco (BND) avrebbe intercettato le comunicazioni tra il Lukashenko e il Prigozhin. I due hanno tenuto colloqui telefonici che hanno posto fine alla ribellione della compagnia militare privata in Russia alla fine di giugno.
Le spie di Berlino hanno appreso del ruolo di mediatore di Lukashenko e sono state in grado di seguire le discussioni utilizzando «le proprie fonti», ha riferito ARD, citando le indagini delle emittenti NDR e WDR, che fanno parte del gruppo dei media.
Il BND «apparentemente ha assistito alla conversazione cruciale», affermano i rapporti, sebbene non abbiano rivelato alcuna nuova informazione sui colloqui che non fosse già stata rivelata dallo stesso Lukashenko.
Un portavoce del BND ha rifiutato di commentare l’affermazione, affermando che l’agenzia «generalmente non commenta pubblicamente questioni relative a scoperte o attività di Intelligence», non confermando né smentendo l’informazione. I resoconti dei media hanno recentemente suggerito che i servizi di Intelligence germanici non avevano informato il governo Scholz dell’ammutinamento fino a quando non era in pieno svolgimento, quando i combattenti Wagner avevano già preso il controllo di parti della città di Rostov sul Don e stavano marciando verso Mosca.
Il gruppo di media tedesco ha anche riferito che il BND aveva violato le comunicazioni interne di Wagner lo scorso anno ed era «abbastanza ben informato» sui suoi meccanismi interni. Quelle intercettazioni sarebbero state rivelate a Mosca da un dipendente identificato come Carsten L., che è attualmente accusato di tradimento in Germania.
Secondo ARD, tuttavia, il BND aveva visto «vaghe indicazioni» che la compagnia militare privata stesse tramando una rivolta circa una settimana prima che si verificasse.
Come riportato da Renovatio 21, gli americani, invece, pare avessero già informazioni sull’imminente rivolta Wagner.
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Un’effigie raffigurante il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è stata avvistata appesa a una gru edile nel Nord-Est della Turchia, suscitando forte indignazione in Israele.
Secondo la stampa turca, l’episodio si è verificato sabato in un cantiere nella città di Trebisonda, sul Mar Nero. L’iniziativa sarebbe stata organizzata da Kemal Saglam, docente di comunicazione visiva presso un’università locale. Saglam ha dichiarato ai media turchi che il gesto aveva un intento simbolico, volto a denunciare le violazioni dei diritti umani a Gaza.
Le immagini, diffuse viralmente e riportate anche dal quotidiano turco Yeni Safak, mostrano la figura sospesa alla gru, accompagnata da uno striscione con la scritta: «Pena di morte per Netanyahu».
Il ministero degli Esteri israeliano, tramite un post su X, ha condiviso un video dell’incidente, accusando un accademico turco di aver creato l’effigie «con il fiero sostegno di un’azienda statale». Il ministero ha condannato l’atto, sottolineando che «le autorità turche non hanno denunciato questo comportamento scandaloso».
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior.
In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW
— Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Le autorità turche non hanno ancora fornito una risposta ufficiale.
I rapporti diplomatici tra Israele e Turchia sono tesi da anni e si sono ulteriormente deteriorati dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023. Il presidente Recep Tayyip Erdogan ha accusato Netanyahu di aver commesso un «genocidio» a Gaza.
La Turchia, unendosi agli altri Paesi che hanno portato il caso al tribunale dell’Aia, ha accusato Israele di aver commesso un genocidio a Gaza. Il presidente Recep Tayyip Erdogan in precedenza aveva definito il primo ministro Benjamin Netanyahu «il macellaio di Gaza», suggerendo a un certo punto – in una reductio ad Hitlerum che è andata in crescendo, con contagio internazionale – che la portata dei suoi crimini di guerra superasse quelli commessi dal cancelliere della Germania nazionalsocialista Adolfo Hitlerro.
Nel 2023 la Turchia ha richiamato il suo ambasciatore da Israele e nel 2024 ha interrotto tutti i rapporti diplomatici. Mesi fa Ankara aveva dichiarato che Israele costituisce una «minaccia per la pace in Siria». Erdogan ha più volte chiesto un’alleanza dei Paesi islamici contro Israele.
Come riportato da Renovatio 21, i turchi hanno guidato gli sforzi per far sospendere Israele all’Assemblea generale ONU. L’anno scorso il presidente turco aveva dichiarato che le Nazioni Unite dovrebbero consentire l’uso della forza contro lo Stato degli ebrei.
Un anno fa Erdogan aveva ventilato l’ipotesi che la Turchia potesse invadere Israele.
La Turchia ha avuto un ruolo attivo nei recenti negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi, con diversi rapporti che indicano come l’influenza di Ankara su Hamas abbia facilitato il rilascio degli ostaggi nell’ambito del piano in 20 punti del presidente statunitense Donald Trump.
Venerdì, Erdogan ha dichiarato alla stampa che gli Stati Uniti dovrebbero intensificare le pressioni su Israele, anche attraverso sanzioni e divieti sulla vendita di armi, per garantire il rispetto degli impegni presi nel piano di Trump.
Domenica, Netanyahu ha annunciato che Israele deciderà quali forze straniere potranno partecipare alla missione internazionale proposta per Gaza, prevista dal piano di Trump per garantire il cessate il fuoco. La settimana precedente, aveva lasciato intendere che si sarebbe opposto a qualsiasi coinvolgimento delle forze di sicurezza turche a Gaza.
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Immagine screenshot da Twitter; modificata
Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
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Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
Cambogia e Thailandia hanno siglato un accordo di cessate il fuoco ampliato per porre fine a un violento conflitto di confine scoppiato a inizio anno. La cerimonia di firma, tenutasi domenica, è stata presieduta dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva mediato la tregua iniziale.
Le tensioni storiche tra i due Paesi del Sud-est asiatico, originate da dispute territoriali di epoca coloniale, sono esplose a luglio con cinque giorni di scontri armati, che hanno spinto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalla zona di confine. Un incontro ospitato dalla Malesia aveva portato a una prima tregua, segnando l’inizio della de-escalation.
Trump ha dichiarato di aver sfruttato i negoziati commerciali con entrambi i paesi per favorire una riduzione delle tensioni.
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA.
President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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Durante il 47° vertice dell’ASEAN in Malesia, il primo ministro cambogiano Hun Manet e il primo ministro thailandese Anutin Charnvirakul hanno firmato l’accordo, che amplia la tregua di luglio.
Il documento stabilisce un piano per ridurre le tensioni e assicurare una pace stabile al confine, prevedendo il rilascio di 18 soldati cambogiani prigionieri da parte della Thailandia, il ritiro delle armi pesanti, l’avvio di operazioni di sminamento e il contrasto alle attività illegali transfrontaliere.
Dopo la firma, il primo ministro thailandese ha annunciato l’immediato ritiro delle armi dal confine e il rilascio dei prigionieri di guerra cambogiani, insieme a un’intesa commerciale congiunta. Il primo ministro cambogiano ha lodato l’accordo, impegnandosi a rispettarlo e ringraziando Trump per il suo ruolo, proponendolo come candidato al Premio Nobel per la Pace del prossimo anno.
Trump ha definito l’accordo «monumentale» e «storico», sottolineando il suo contributo e descrivendo la mediazione di pace come «quasi un hobby». Dopo la cerimonia, ha firmato un accordo commerciale con la Cambogia e un importante patto minerario con la Thailandia.
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Immagine da Twitter
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