Geopolitica
L’Ucraina ha perso fino a 300.000 soldati: parla l’ex consigliere di Zelens’kyj Arestovich
L’Ucraina ha perso fino a 300.000 soldati durante il conflitto con la Russia, ha affermato Oleksyj Arestovich, ex aiutante del presidente Volodymyr Zelens’kyj.
Arestovich ha fatto la rivelazione venerdì mentre parlava con la giornalista Yulia Latynina tramite collegamento video. L’ex assistente presidenziale si è rivolto alla recente ammissione fatta dal deputato ucraino David Arakhamia, il quale ha affermato che i colloqui di Istanbul tra Mosca e Kiev sono stati deragliati dall’allora primo ministro britannico Boris Johnson, che ha esortato l’Ucraina a «continuare a combattere» invece di tentare di raggiungere un accordo con la Russia.
«Ero membro della squadra negoziale di Istanbul, ma nemmeno io so come sia successo che abbiamo deciso di interrompere i [colloqui] di Istanbul», ha dichiarato Arestovich.
Le iniziative lanciate durante i colloqui di Istanbul sono state in realtà «molto buone», ha ammesso, sostenendo che la neutralità dell’Ucraina e il suo non allineamento con la NATO rappresentano una «linea rossa» per Mosca.
Il rifiuto di negoziare, tuttavia, ha provocato solo pesanti perdite, mentre le prospettive di adesione alla NATO rimangono ancora dubbie, ha suggerito.
«Dov’è la NATO? Ci accetta oppure no? E ci accetterà? … Allora i 200 mila o qualcosa del genere, 300mila, sarebbero ancora vivi», ha detto l’ex consigliere del vertice di Kiev.
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Le osservazioni dell’Arestovich arrivano mentre il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu ha rivelato le ultime stime di Mosca sulle vittime di Kiev. Parlando durante una riunione ministeriale venerdì, Shoigu ha affermato che l’esercito ucraino ha perso più di 125.000 soldati e circa 16.000 pezzi di hardware militare dall’inizio della sua fallita controffensiva, iniziata all’inizio di giugno. Gli sforzi del Paese, così come gli aiuti occidentali, non hanno prodotto alcun risultato tangibile, ha aggiunto il ministro russo.
«La mobilitazione totale in Ucraina, la consegna di armi occidentali e lo spiegamento di riserve strategiche da parte del comando ucraino non hanno cambiato la situazione sul campo di battaglia», ha spiegato Shoigu. «Quelle azioni disperate hanno semplicemente aumentato le perdite delle forze armate ucraine».
Nelle ultime settimane, i massimi funzionari ucraini hanno ammesso che la controffensiva non è riuscita a raggiungere il risultato desiderato. All’inizio di novembre, ad esempio, Valery Zaluzhny, il massimo generale dell’Ucraina, aveva affermato in un’intervista dell’Economist che la situazione sul campo di battaglia aveva raggiunto uno «stallo», con Kiev che difficilmente avrebbe ottenuto una svolta a meno che non avesse ricevuto una sorta di arma miracolosa.
La valutazione è stata respinta con veemenza da Zelens’kyj, che ha insistito sul fatto che la controffensiva stava ancora facendo progressi. Tuttavia, in un’intervista ad AP pubblicata venerdì, Zelens’kyj ha finalmente ammesso il fallimento, affermando di considerare sufficientemente «soddisfacente» il fatto che le truppe del suo Paese non si stiano ritirando in questo momento.
Come riportato da Renovatio 21, Arestovich il mese scorso aveva parlato di un conflitto del presidente-attore ucraino con le alte sfere militari.
Arestovych, già ufficiale dell’Intelligence Ucraina, ricopriva il ruolo di consigliere presidenziale di Zelens’kyj nonché quello di viceministro della difesa per la guerra psicologica, è considerato una personalità popolarissima in Ucraina, seconda forse solo allo stesso presidente-attore. Blogger di estremo successo, all’altezza dello scorso aprile aveva qualcosa come 200 mila follower su Facebook e 1,2 milioni su YouTube.
Il personaggio divenne noto internazionalmente quando l’anno passato è emerso un video del 2019 in cui pare profeticamente «prevedere» la guerra che sarebbe scoppiata tre anni dopo.
Il consigliere presidenziale ucraino e viceministro della difesa per la guerra psicologica Oleksiy Arestovych predice la guerra in Ucraina nel 2019, prima dell'elezione di Zelens'kyj pic.twitter.com/2WX6etbRso
— Renovatio 21 (@21_renovatio) August 28, 2022
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Con il grado di colonnello, tra il 2014 e il 2017 era stato responsabile della preparazione psicologica dell’«operazione anti-terrorista» di Kiev, ossia la guerra in Donbass.
È riportato che nei primi anni 2000 avrebbe preso parte a conferenze del Partito Eurasia di Aleksandr Dugin, opponendosi quindi alla Rivoluzione Arancione che portò al potere a Kiev Viktor Yushenko, talmente filo-americano da essere marito di una chicagoana dipendente del Dipartimento di Stato USA.
Il consigliere del presidente-comico, un tempo prodigo di complimenti nei confronti del sovrano (paragonato ad un re in stile racconti di Tolkien) cadde in disgrazia quando disse mesi fa che un palazzo era stato colpito da un missile ucraino lanciato male invece che dal nemico russo.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso luglio Arestovych aveva calcolato in 200 mila morti ucraini il costo di un’invasione della Crimea da parte delle forze di Kiev.
Arestovych prospettò una «soluzione coreana» per l’Ucraina, uno scenario completamente agli antipodi rispetto al programma di Kiev e delle sue forze ultranazionaliste di riconquistare di ogni metro ora in mano russa, Donbass e Crimea in testa. L’idea della coreanizzazione, secondo il capo dell’Intelligence militare ucraina sarebbe stata gradita a Putin nel primo mese del conflitto.
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Immagine screenshot da YouTube
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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