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Lotto separato di vaccini per i dipendenti Pfizer: ammissione dei dirigenti durante l’udienza al Senato australiano

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Durante un’udienza al Senato australiano, un dirigente della Pfizer ha rivelato che i dipendenti dell’azienda hanno ricevuto un lotto speciale dei sieri sperimentali mRNA COVID-19.

 

La rivelazione è arrivata quando il senatore Malcolm Roberts del One Nation Party ha chiesto ai dirigenti Pfizer se era vero che i dipendenti Pfizer avevano ricevuto un proprio lotto di vaccini COVID non testato dalla TGA, cioè dalle autorità di regolamentazione australiane.

 

«Il vostro obbligo vaccinale usava il vostro proprio lotto di vaccini, importato specificamente per Pfizer, che non era testato dalla TGA, è corretto?» chiede il senatore.

 

La risposta del rappresentante di Pfizer parrebbe positiva: «senatore, la Pfizer si è impegnata a importare un lotto di vaccini appositamente per il programma di vaccinazione dei dipendenti e in questo modo il vaccino sarebbe stato prelevato dalle scorte del governo che veniva consegnato alle cliniche secondo necessità».

 

 

Il portavoce del settore farmaceutico ha anche confermato che Pfizer ha imposto un obbligo di vaccinazione ai propri dipendenti, affermando che a causa di esso «un piccolo numero di colleghi ha lasciato l’azienda».

 

L’ammissione sul lotto separato ha scatenato in rete le speculazioni, tra cui la teoria secondo cui che porzioni dei lotti di vaccini mRNA in Germania sarebbero state composte da placebo, un’idea portata avanti da due professori universitari di chimica tedeschi.

 

Tale prospettiva alimenta l’ipotesi – estrema, non provata, al momento non condivisibile – di coloro che pensano che si tratti di un sistema per sedare i numeri delle reazioni avverse, una teoria cospirativa abbracciata in America da chi crede che la distribuzione dei vaccini abbia seguito linee politiche.

 

Fuori dalle teorie del complotto, rimane il fatto che le audizioni pubbliche di Pfizer davanti alle autorità producono sconvolgenti rivelazioni.

 

È il caso di rammentare la devastante udienza all’Europarlamento della responsabile per i mercati internazionali di Pfizer Janine Small, che, rispondendo ad una domanda dell’eurodeputato neerlandese Rob Roos, dichiarò che il vaccino mRNA non era testato per fermare la trasmissione del virus. Un’ammissione che, praticamente, distruggeva l’intera politica di contenimento pandemico basato su vaccini, lockdown e greenpass messa in piedi da praticamente tutti gli Stati europei e nemmeno solo quelli.

 

Come riportato da Renovatio 21, il CEO di Pfizer Albert Bourla, invitato a Bruxelles per parlare con i rappresentanti degli elettori europei, ha dato forfait mandando la sua sottoposta, con disastro conseguente. Il Bourla è implicato nel caso degli «accordi segreti» stipulati anche con il presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, che si è rifiutata di rendere pubblici i suoi SMS con Bourla.

 

Ciononostante, è emerso a inizio anno che Pfizer si è offerta di estendere il suo contratto per il vaccino COVID-19 con l’Unione Europea riducendo al contempo le consegne, aspettandosi tuttavia che Bruxelles paghi miliardi di euro per le dosi inutilizzate a causa di un forte eccesso di offerta in alcuni Paesi.

 

L’offerta ha suscitato indignazione da parte di una manciata di Stati membri, che affermano che l’accordo servirebbe gli interessi di Big Pharma rispetto ai propri cittadini.

 

 

 

 

 

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