Geopolitica
Londra impedisce alle ONG di visitare Assange

A due membri anziani di Reporters Sasn Frontières (RSF) è stato impedito di vedere il co-fondatore di WikiLeaks Julian Assange in una prigione londinese nonostante fosse stato precedentemente autorizzato a fargli visita, ha affermato l’organizzazione. Lo riporta RT.
In una dichiarazione di martedì, RSF ha affermato che al segretario generale Christophe Deloire e al direttore delle operazioni Rebecca Vincent non è stato permesso di entrare nella prigione di Belmarsh, «nonostante siano stati controllati in anticipo e abbiano ricevuto conferma».
RSF, che è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che cerca di salvaguardare il diritto alla libertà di informazione, ha affermato che gli attivisti hanno voluto valutare le condizioni in cui è tenuto Assange e parlare con lui del suo caso. Alla moglie di Assange Stella, tuttavia, era stato permesso di vedere suo marito.
RSF ha affermato che i funzionari della prigione hanno affermato di aver «ricevuto informazioni» secondo cui gli attivisti erano in realtà giornalisti, il che significa che non erano autorizzati a entrare. Deloire ha criticato la decisione «arbitraria», sostenendo che è stata presa “per una ragione falsa” all’ultimo minuto.
L’organizzazione ha affermato che la coppia aveva tentato di visitare il co-fondatore di WikiLeaks non come giornalisti, ma piuttosto come membri di una ONG.
Vincent ha affermato che «a tutti i livelli, le autorità britanniche hanno mantenuto la segretezza e l’esclusione piuttosto che consentire il normale impegno intorno a questo caso… Cosa hanno da nascondere? Indipendentemente da ciò, continuiamo la nostra campagna per #FreeAssange senza sosta».
Assange, pubblicista nato in Australia, è stato un obiettivo per gli Stati Uniti dal 2010, quando WikiLeaks ha rilasciato una serie di documenti riservati che rivelano presunti crimini di guerra commessi dalle forze statunitensi durante i conflitti in Iraq e Afghanistan. È accusato di aver cospirato per hackerare i computer del Pentagono ed è stato accusato ai sensi dell’Espionage Act americano del 1917 per la pubblicazione di materiale classificato.
Dal 2012 al 2019, Assange si è rifugiato presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra. Dopo che il suo status di asilo è stato revocato dal governo dell’Ecuador, Assange è stato trasferito nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh.
È in corso una battaglia legale sulla sua potenziale estradizione dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti, dove rischia una pena detentiva fino a 175 anni.
Come riportato da Renovatio 21, in questi ultimi anni si sono registrate prese di posizione a favore di Assange da parte di figure come il presidente del Messico Lopez Obrador, Oliver Stone e l’ex deputata Tulsi Gabbard.
Un tribunale spagnuolo ha convocato l’ex capo della CIA e Segretario di Stato Mike Pompeo per il complotto di assassinio contro Assange di cui si è avuta notizia l’anno scorso.
Tre ani fa si sparse voce che Assange si preparava ad uccidersi in prigione.
Immagine di Elekhh via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported (CC BY-SA 3.0)
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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