Geopolitica
L’invasione della Crimea costerebbe la vita a 200.000 soldati ucraini: ex consigliere di Zelens’kyj

Oleksiy Arestovych, ex consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelens’kyj parlando con la giornalista russa Yulia Latynina ha avvertito che l’Ucraina sarebbe già «totalmente dipendente» dai sostenitori occidentali e avrebbe subito enormi perdite in qualsiasi tentativo di riconquistare la Crimea.
«Quale sarà il costo? Lo sterminio di 200.000 maschi adulti?» ha chiesto Arestovych, aggiungendo che l’economia ucraina potrebbe anche essere «totalmente distrutta».
L’ex advisor presidenziale, ex viceministro della Difesa per la guerra psicologica, negli scorsi mesi caduto in disgrazia, ha quindi accusato Washington ei suoi alleati di perseguire i propri interessi nel conflitto. «Siamo onesti: i nostri obiettivi di politica estera in questa guerra contrastano nettamente con gli obiettivi di politica estera dei nostri sponsor e sostenitori», ha detto, puntualizzando che l’Occidente sarebbe disposto a sacrificare il territorio dell’Ucraina e le vite della sua gente per ottenere il risultato desiderato, e che «le politiche immorali… e l’incapacità di prendere decisioni serie» sono la «maggiore debolezza dell’Occidente».
Piuttosto che chiedere la fine della follia della politica di guerra, ha detto: «fermare la guerra e unirsi alla NATO? Molte persone direbbero che è un’occasione storica». Per Arestovych accettare le garanzie della NATO in cambio del consenso a una pace con la Russia lungo l’attuale linea di contatto come un «affare abbastanza buono», che richiederebbe all’Occidente di revocare alcune sanzioni anti-russe per convincere Mosca ad accettare tali termini.
In un video del 2019, ma tornato ad emergere nei mesi di conflitto, Arestovych parlava di una grande guerra come costo che la NATO aveva posto all’Ucraina.
«Al 99,9% delle probabilità il prezzo per la nostra entrata nella NATO è una grande guerra con la Russia»
Il consigliere presidenziale ucraino e viceministro della difesa per la guerra psicologica Oleksiy Arestovych predice la guerra in Ucraina nel 2019, prima dell'elezione di Zelens'kyj pic.twitter.com/2WX6etbRso
— Renovatio 21 (@21_renovatio) August 28, 2022
Come riportato da Renovatio 21, Arestovych aveva ad un certo punto che l’Ucraina poteva diventare una monarchia «alla Tolkien» per sconfiggere la Russia.
Arestovych, con il grado di colonnello, tra il 2014 e il 2017 è stato responsabile della preparazione psicologica dell’«operazione anti-terrorista» di Kiev, ossia la guerra in Donbass. È riportato che nei primi anni 2000 avrebbe preso parte a conferenze del Partito Eurasia di Aleksandr Dugin, opponendosi quindi alla Rivoluzione Arancione che portò al potere a Kiev Viktor Yushenko, talmente filo-americano da essere marito di una chicagoana dipendente del Dipartimento di Stato USA.
Arestovych, che dispone di 200.000 follower su Facebook e più di 1,2 milioni su YouTube aveva dichiarato che, in caso Zelens’kyj non si ricandidasse, correrà lui per le prossime presidenziali ucraine. Nel 2018, aveva chiesto l’apertura di un procedimento penale contro Barack Obama per la perdita della Crimea da parte dell’Ucraina. Nel 2016 si era scagliato contro Obama, Merkel, Renzi e Hollande prima di un vertice NATO, dicendo che «ci hanno preso in giro. Non ci hanno lasciato combattere, non ci hanno aiutato».
Il 17 gennaio 2023 ha dato le dimissioni da consigliere esterno dell’Ufficio di presidenza ucraina in seguito ad una amara controversia dovuta alle sue dichiarazioni secondo le quali un palazzo della città di Dnipro sarebbe crollato perché centrato da un razzo della contraerea ucraina invece che da un missile russo. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov aveva dichiarato la ricostruzione di Arestovych come plausibile; la pressione sull’uomo fu tale che dovette dimettersi.
In seguito Arestovych prospettò una «soluzione coreana» per l’Ucraina, uno scenario completamente agli antipodi rispetto al programma di Kiev e delle sue forze ultranazionaliste di riconquistare di ogni metro ora in mano russa, Donbass e Crimea in testa. L’idea della coreanizzazione, secondo il capo dell’Intelligence militare ucraina sarebbe stata gradita a Putin nel primo mese del conflitto.
La proposta di Arestovych fece dire al popolarissimo YouTuber Gonzalo Lira che probabilmente l’ex consigliere presidenziale aveva un «desiderio di morte», cosa di cui lo stesso Lira, che ha continuato a restare a Kharkov, è stato varie volte tacciato.
Nessuna notizia si ha al momento di Lira, arrestato dai servizi ucraini dello SBU con un raid domestico, con la diplomazia americana e cilena che non si sta ammazzando di lavoro per far capire almeno ai suoi famigliari se è vivo o morto.
Immagine di Maximilian Dörrbecker (Chumwa) via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-SA 2.0); immagine modificata
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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