Guerra cibernetica
L’Intelligence occidentale avverte dell’attività degli hacker nordcoreani

Un’organizzazione di hacker nordcoreana ha preso di mira organizzazioni in tutto il mondo per rubare informazioni riservate e classificate, hanno affermato le agenzie di intelligence britannica, americana e sudcoreana in un avviso congiunto.
Il National Cyber Security Centre (NCSC), che fa parte dell’agenzia di intelligence britannica GCHQ, ha diffuso l’avvertimento di giovedì, insieme all’FBI, alla NSA e al Pentagono americani, nonché alle agenzie di intelligence e di polizia nazionali sudcoreane.
«L’operazione globale di spionaggio informatico che abbiamo esposto oggi mostra fino a che punto gli attori sponsorizzati dallo stato della RPDC sono disposti ad arrivare per perseguire i loro programmi militari e nucleari», ha affermato in una dichiarazione il direttore delle operazioni del NCSC, Paul Chichester.
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Secondo l’avviso, un gruppo di hacker chiamato Andariel ha attaccato agenzie di difesa, aerospaziali, nucleari e ingegneristiche in Corea del Sud, Regno Unito e Stati Uniti. Ha anche presumibilmente hackerato ospedali e organizzazioni sanitarie negli Stati Uniti per estorcere denaro per finanziare ulteriori attività di spionaggio.
Il dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha offerto una ricompensa fino a 10 milioni di dollari per informazioni che portino all’arresto di Rim Jong Hyok, che si dice sia associato ad Andariel. Il governo degli Stati Uniti ritiene che Andariel abbia preso di mira cinque operatori sanitari americani, quattro appaltatori militari, due basi dell’aeronautica militare statunitense e l’ufficio dell’ispettore generale (OIG) della NASA.
Il NCSC ritiene che Andariel faccia parte della terza direzione dell’Ufficio generale di ricognizione della Corea del Nord e rappresenti “una minaccia continua” per le infrastrutture critiche a livello globale.
Andariel è stato identificato per la prima volta nel 2017 da Kaspersky e dal Financial Security Institute (FSI) della Corea del Sud. All’epoca, hanno descritto il gruppo come concentrato nell’attaccare aziende e agenzie governative sudcoreane e interessato principalmente al profitto.
Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi anni era stato detto che hacker nordcoreani avevano attaccato le manovre molitari USA-sudcoreane, nonché, è stato detto, il servizio di posta Gmail.
Nella NATO si sta sostenendo che un attacco cibernetico sponsorizzato da uno Stato potrebbe essere abbastanza per far scattare l’articolo 5 e quindi permettere all’intera alleanza di muovere guerra contro il Paese ritenuto responsabile.
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Un’ondata di minacce informatiche di massa colpisce uno stato africano

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Guerra cibernetica
Spyware israeliani, arrestato l’ex ministro della Giustizia polacco

L’ex ministro della Giustizia polacco Zbigniew Ziobro è stato arrestato lunedì all’aeroporto Chopin di Varsavia e condotto davanti a una commissione parlamentare che indaga sull’uso dello spyware Pegasus, di origine israeliana, durante il suo mandato.
Ziobro, che è stato ministro della Giustizia e procuratore generale sotto il governo Diritto e Giustizia (PiS) dal 2015 al 2023, si è ripetutamente rifiutato di comparire davanti alla commissione, sostenendo che sia incostituzionale e motivata politicamente.
A inizio anno, un tribunale di Varsavia ha autorizzato la detenzione e la comparizione forzata di Ziobro, citando nove assenze precedenti. Tuttavia, la Corte Costituzionale polacca, presieduta da Bogdan Świeczkowski, alleato del PiS, ha dichiarato la commissione illegittima e ha vietato qualsiasi azione contro di lui.
Ciononostante, lunedì la polizia ha fermato Ziobro mentre scendeva da un volo in ritardo da Bruxelles, scortandolo al Sejm, il parlamento polacco. Lo Ziobro ha denunciato l’illegalità dell’azione, avvertendo gli agenti che avrebbero risposto delle loro azioni in tribunale.
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Durante l’udienza, lo Ziobro ha criticato la commissione, definendola arrogante, aggressiva e in violazione delle norme giuridiche, richiedendo la rimozione di tutti i membri, in particolare della presidente Magdalena Sroka, accusandola di pregiudizi politici. Le sue mozioni sono state respinte e sostenendo che l’inchiesta «non ha nulla a che fare con una ragionevole ricerca della verità».
Lo Ziobro ha ammesso di aver avviato l’acquisto di Pegasus, dichiarando di aver incoraggiato l’allora capo della sicurezza Mariusz Kaminski a procurarsi il software per tracciare comunicazioni online crittografate. «Pegasus serviva a perseguire i criminali, non gli oppositori politici. È stata una buona decisione basata su un’analisi della situazione», ha detto ai legislatori.
Il governo del primo ministro Donald Tusk, però, ha affermato che lo spyware è stato usato per monitorare quasi 600 persone tra il 2017 e il 2022, inclusi politici dell’opposizione e i loro staff elettorali. La commissione sta indagando su chi abbia autorizzato l’acquisto per l’Ufficio Centrale Anticorruzione nel 2017 e su come il software sia stato impiegato dalle istituzioni statali.
Il PiS ha governato la Polonia dal 2015 fino alla fine del 2023, quando la coalizione guidata dalla Piattaforma Civica di Tusk ha preso il potere. La nuova amministrazione ha avviato diverse indagini su presunti abusi del predecessore, incluse accuse di aver speso ingenti somme per finanziare la sorveglianza segreta di rivali politici.
Come riportato da Renovatio 21, il gruppo di difesa dei diritti umani Amnesty International aveva segnalato di aver scoperto la presenza di Pegasus, spyware altamente invasivo sviluppato dalla società israeliana NSO Group, sugli iPhone di importanti giornalisti indiani. Pegasus è stato sospettato di essere utilizzato anche contro una giornalista russa residente in Lituania, e di aver spiato lo stesso Benjamin Netanyahu.
Pegasus, che di fatto si impadronisce dello smartphone attaccato senza bisogno che l’utente clicchi alcunché, è al centro di polemiche internazionali e pure nazionali interne allo Stato ebraico.
Come riportato da Renovatio 21, Israele a inizio 2022 ha rifiutato la vendita di armi cibernetiche all’Ucraina o a Stati, come l’Estonia, che potrebbero poi rivenderle al regime Zelens’kyj.
Come riportato da Renovatio 21, a febbraio la popolare piattaforma di messaggistica WhatsApp, di proprietà di Meta-Facebook, ha avvisato circa 100 giornalisti e membri della società civile di possibili violazioni dei dispositivi che coinvolgono spyware della società israeliana Paragon Solutions. Lo riporta l’agenzia Reuters, citando un funzionario dell’azienda.
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