Spirito
L’immagine pubblica del Papa in Ucraina è ormai distrutta
Mons. Sviatoslav Schevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha dichiarato, durante una conferenza stampa organizzata il 14 settembre 2023 a Roma, in occasione del sinodo della sua Chiesa orientale, che «l’immagine pubblica del Papa è distrutta in Ucraina».
Dal 3 al 13 settembre, il sinodo della Chiesa greco-cattolica ucraina ha riunito 45 vescovi, provenienti dall’Ucraina ma anche dall’Europa occidentale, dal Nord e Sud America e dall’Australia. Il 6 settembre i partecipanti si sono recati in Vaticano per incontrare Papa Francesco per due ore.
I vescovi in un comunicato hanno ringraziato il Pontefice, e hanno riferito di avergli espresso «la sofferenza» del loro popolo e «un certo disappunto» per le “incomprensioni” tra Kiev e Roma. Le osservazioni del Papa sulla Grande Russia, durante una recente videoconferenza con i cattolici russi, hanno fortemente scioccato l’opinione pubblica ucraina.
Mons. Schevchuk è tornato anche sui commenti di un consigliere del presidente Volodymyr Zelenskyj che aveva criticato l’azione diplomatica del papa, affermando che era «filo-russo», impedendogli di svolgere un ruolo di mediazione. L’arcivescovo ha spiegato che, secondo diverse fonti, questa è «l’opinione personale» del consigliere e non una dichiarazione ufficiale dell’Ucraina.
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L’arcivescovo ha riferito che la popolarità di Francesco è crollata in Ucraina: mentre i sondaggi lo rendevano il principale «leader morale» per quasi la metà degli ucraini prima della guerra, ora gli danno solo il «6%, o addirittura il 3%».
«L’immagine pubblica del Papa è distrutta in Ucraina (…) e questo è un vero problema per la Chiesa cattolica in Ucraina», ha aggiunto.
Mons. Schevchuk ha stimato che «senza il sostegno globale della comunità internazionale, l’Ucraina non resisterà» e ha affermato la sua fiducia nella formula di pace portata avanti dal cardinale Matteo Zuppi, inviato del papa attualmente a Pechino.
L’arcivescovo riporta le parole del pontefice durante il loro incontro: «forse dubitate della posizione del papa. Ve lo assicuro: sono con voi». Ha ricordato i 227 interventi pubblici del Papa a favore dell’Ucraina dall’inizio del conflitto. La scelta di organizzare il loro sinodo nella capitale italiana ha permesso di «far crescere la comunione cattolica», stima il capo di questa Chiesa orientale riunita a Roma dalla fine del XVI secolo.
Il Papa, ha spiegato ancora l’arcivescovo di Kiev, ha potuto ascoltare nel corso del loro incontro la testimonianza dei vescovi delle diocesi più colpite dalla guerra, in particolare quelli di Odessa, Kharkhiv o Donetsk – oggi esiliati a Zaporizhia. Attualmente nessun sacerdote cattolico, latino o greco-cattolico, esercita la propria attività pastorale nei territori ucraini occupati dall’esercito russo.
Mons. Shevchuk ha difeso il Pontefice ma sembra biasimare alcune dichiarazioni polemiche del Papa, citando in particolare il suo elogio della «pax mongolica» del XIII secolo, durante il suo recente viaggio in Mongolia, che considera incoerente con ciò che hanno provato le popolazioni dell’epoca invase e sottomesse – in particolare quelle dell’Ucraina o della Polonia – dai Mongoli.
Nel corso dell’incontro con il Papa è stato portato ancora una volta all’attenzione del Pontefice il desiderio dei greco-cattolici ucraini di vedere la loro Chiesa orientale, attualmente arcivescovado maggiore, elevata al rango di patriarcato. Ha assicurato che il loro punto di vista non è un «privilegio», ma un modello di organizzazione ecclesiale che corrisponderebbe alla loro realtà odierna.
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Articolo previamente apparso su FSSPX.news.
Immagine di Chancellery of the Senate of the Republic of Poland via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Poland (CC BY-SA 3.0 PL)
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Spirito
Donald Trump pubblica un messaggio ufficiale in onore di Maria per l’Immacolata Concezione
Si tratta di un messaggio che può essere definito storico: il presidente Donald Trump è il primo presidente degli Stati Uniti a pubblicare un messaggio presidenziale ufficiale in occasione della festa dell’Immacolata Concezione, celebrata l’8 dicembre.
Negli Stati Uniti, fin dalle origini del Paese, esiste la devozione all’Immacolata Concezione; è la santa patrona del Paese, come in Spagna, e l’anno prossimo si celebrerà il 250° anniversario dell’indipendenza.
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Un riconoscimento storico della tradizione cattolica
Nel suo messaggio, Trump riconosce che «per quasi 250 anni, Maria ha svolto un ruolo distintivo nella nostra grande storia americana». La dichiarazione presidenziale sottolinea la profonda devozione dei cattolici americani e dei santi americani verso Maria, la madre di Gesù.
Trump sottolinea che la festa dell’Immacolata Concezione è considerata un «giorno festivo di precetto» nella Chiesa cattolica, il che significa che i fedeli cattolici devono partecipare alla messa.
Il ruolo di Maria nella storia americana
Il messaggio presidenziale ripercorre la storia della devozione mariana negli Stati Uniti, a partire dal vescovo John Carroll, primo vescovo cattolico del Paese e cugino di Charles Carroll, firmatario della Dichiarazione di Indipendenza, che nel 1792 consacrò la giovane nazione alla madre di Cristo.
Trump menziona anche come i cattolici attribuissero la vittoria del generale Andrew Jackson sugli inglesi nella battaglia di New Orleans all’intercessione di Maria. «Ogni anno, i cattolici celebrano una messa di ringraziamento a New Orleans l’8 gennaio in memoria dell’aiuto di Maria nel salvare la città», si legge nella dichiarazione.
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Personaggi di spicco ed eredità mariana
Il messaggio mette in risalto importanti figure americane come Elizabeth Ann Seton, Frances Xavier Cabrini e Fulton Sheen, che hanno dedicato la loro vita a glorificare Dio servendo gli altri e hanno mantenuto una profonda devozione a Maria.
Il presidente menziona la Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, situata nel cuore della capitale, che onora Maria come la chiesa più grande del Nord America. Sottolinea inoltre che quasi 50 università americane portano il nome di Maria e che l’inno «Ave Maria» è caro a innumerevoli cittadini.
Una preghiera per la pace nel mondo
Nel suo messaggio, Trump ha fatto riferimento alla Prima Guerra Mondiale, quando Papa Benedetto XV commissionò e consacrò una statua di Maria, Regina della Pace, che teneva in braccio Gesù Bambino con un ramoscello d’ulivo, per incoraggiare i fedeli cristiani a seguire il suo esempio di pace pregando per la fine della guerra. «Pochi mesi dopo, la Prima Guerra Mondiale finì», ha concluso il presidente.
«Oggi ci rivolgiamo ancora una volta a Maria per trovare ispirazione e conforto, mentre preghiamo per la fine della guerra e per una nuova era duratura di pace, prosperità e armonia in Europa e nel mondo», si legge nella dichiarazione.
L’«Ave Maria» inclusa nel messaggio ufficiale
Con una mossa senza precedenti, Trump ha incluso la preghiera completa dell’«Ave Maria» nel suo messaggio presidenziale. Il messaggio si conclude riconoscendo «con totale gratitudine» il ruolo di Maria «nel promuovere la pace, la speranza e l’amore in America e oltre i nostri confini», mentre gli Stati Uniti si avvicinano al 250° anniversario della loro indipendenza.
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Messaggio presidenziale in occasione della festa dell’Immacolata Concezione
Oggi rendo omaggio a tutti gli americani che celebrano l’8 dicembre come giorno sacro in onore della fede, dell’umiltà e dell’amore di Maria, madre di Gesù e una delle figure più importanti della Bibbia.
Nella festa dell’Immacolata Concezione, i cattolici celebrano quella che credono essere la liberazione di Maria dal peccato originale come Madre di Dio. Entrò nella storia per la prima volta da bambina quando, secondo la Scrittura, l’angelo Gabriele la salutò nel villaggio di Nazareth con la notizia di un miracolo: «Ti saluto, piena di grazia! Il Signore è con te», annunciandole che «concepirà nel suo grembo e partorirà un figlio, e lo chiamerà Gesù».
In uno degli atti più profondi e trascendenti della storia, Maria accettò eroicamente la volontà di Dio con fiducia e umiltà: «Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola». La decisione di Maria cambiò per sempre il corso dell’umanità. Nove mesi dopo, Dio si fece uomo quando Maria diede alla luce un figlio, Gesù, che avrebbe offerto la sua vita sulla croce per la redenzione dei peccati e la salvezza del mondo.
Per quasi 250 anni, Maria ha svolto un ruolo di primo piano nella nostra grande storia americana. Nel 1792, meno di un decennio dopo la fine della Guerra d’Indipendenza, il vescovo John Carroll, il primo vescovo cattolico degli Stati Uniti e cugino del firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza Charles Carroll, consacrò la nostra giovane nazione alla Madre di Cristo. Meno di un quarto di secolo dopo, i cattolici attribuirono a Maria la straordinaria vittoria del generale Andrew Jackson sugli inglesi nella decisiva battaglia di New Orleans. Ogni anno, l’8 gennaio, i cattolici celebrano una Messa di Ringraziamento a New Orleans in ricordo del ruolo di Maria nella salvezza della città.
Nel corso dei secoli, leggende americane come Elizabeth Ann Seton, Frances Xavier Cabrini e Fulton Sheen, che hanno dedicato la loro vita a glorificare Dio nel servizio agli altri, hanno professato una profonda devozione a Maria.
La Basilica del Santuario Nazionale dell’Immacolata Concezione, situata nel cuore della capitale, onora Maria come la chiesa più grande del Nord America. L’inno senza tempo «Ave Maria» è ancora caro a innumerevoli cittadini. Ha ispirato la fondazione di innumerevoli chiese, ospedali e scuole. Quasi 50 college e università americane portano il nome di Maria.
E tra pochi giorni, il 12 dicembre, i cattolici negli Stati Uniti e in Messico celebreranno l’incrollabile devozione a Maria che ebbe origine nel cuore del Messico, dove ora sorge la magnifica Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, nel 1531. Mentre ci avviciniamo al 250° anniversario della gloriosa indipendenza americana, riconosciamo e rendiamo grazie, con profonda gratitudine, per il ruolo di Maria nel promuovere la pace, la speranza e l’amore negli Stati Uniti e oltre i nostri confini.
Oltre un secolo fa, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, Papa Benedetto XV, capo della Chiesa Cattolica Romana, commissionò e consacrò una maestosa immagine di Maria, Regina della Pace, con il Bambino Gesù tra le braccia e un ramoscello d’ulivo, per incoraggiare i fedeli cristiani a seguire il suo esempio di pace e a pregare per la fine di quella terribile carneficina. Pochi mesi dopo, la Prima Guerra Mondiale terminò.
Oggi ci rivolgiamo ancora una volta a Maria per trovare ispirazione e conforto, pregando per la fine della guerra e per una nuova e duratura era di pace, prosperità e armonia in Europa e nel mondo intero.
In suo onore, e in questo giorno così speciale per i nostri cittadini cattolici, ricordiamo le sacre parole che hanno portato aiuto, conforto e sostegno a generazioni di credenti americani nei momenti difficili:
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
Articolo previamente apparso su FSSPX.News
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
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Papa Leone intervenga sull’Eucarestia a Brigitte Macron: parla un sacerdote francese
Notre-Dame: Brigitte Macron et le public s’avancent pour la communion pic.twitter.com/eRypHnKMYg
— BFM (@BFMTV) December 8, 2024
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