Civiltà
L’FBI contro la Messa in latino: giusto così!
L’FBI contro i cattolici tradizionalisti: sembra una storia paranoico-distopica, invece è proprio così.
Siti e blogghetti catto-qualcosa stanno battendosi il petto disperati. L’FBI di Biden, cattivissimi, contro noi poveri cattolicoidi. Noi povere vittime. Noi poveri catto-conservatori. Ahinoi!
Noi invece, qui a Renovatio 21, siam contenti. Anzi: ringraziamo gli agenti dell’FBI per quanto fatto finora, e li invitiamo a continuare.
I fatti, per chi non ne avesse ancora letto nulla: un documento rilasciato da una gola profonda dell’FBI indica che l’agenzia intende intensificare la sua «valutazione» e «mitigazione» dei «cattolici radicali tradizionalisti» nei prossimi 12-24 mesi. Le azioni da intraprendere contro i cittadini tridentini sarebbero basate sulla preoccupazione del Bureau che i «nazionalisti bianchi» stiano facendo sempre più causa comune online con i fedeli che partecipano alla Messa in latino.
Il promemoria bomba di 8 pagine è stato rilasciato dall’ex agente dell’FBI diventato informatore Kyle Seraphin su UncoveredDC lo scorso mercoledì. Il rapporto, scritto da un analista dell’FBI a Richmond, Virginia, pubblicato solo per uso interno dell’agenzia il 23 gennaio, è intitolato: «L’interesse degli estremisti violenti motivati da motivi razziali o etnici nell’ideologia cattolica radicale-tradizionalista presenta quasi certamente nuove opportunità di mitigazione».
Seraphin descrive il briefing come un «prodotto di intelligence» che, pur non essendo esaustivo, può essere utilizzato come punto di riferimento iniziale per l’agenzia per «sostenere» future indagini sull’argomento. Dice di aver ottenuto il documento da un anonimo impiegato FBI di religione battista.
«Questo è il primo prodotto di dominio dell’FBI Richmond a concentrarsi sull’interesse di estremisti violenti di matrice razzista o etnica nel movimento cattolico radicale tradizionale», afferma il documento. «Una ricerca nei database dell’FBI indica che questo è anche il primo prodotto di intelligence finito dell’FBI ad affrontare specificamente questa variabile ambientale».
Tra gli aspetti più controversi della nota c’è la citazione diretta di uno studio ritenuto diffamatorio condotto dal Southern Poverty Law Center (SPLC) sul tema «Cattolicesimo tradizionale radicale». L’SPLC, un molto controverso ente che censisce realtà ideologicamente avverse al pensiero goscista, è stato a lungo rifiutato come risorsa legittima per l’FBI, afferma Seraphin, ma in questo caso viene invocato come fonte primaria per giustificare i suoi sforzi.
Il memorandum FBI fa anche riferimento a tre articoli diffamatori anti-cattolici pubblicati dai siti web di sinistra Salon e The Atlantic per difendere come legittimo il monitoraggio delle realtà catto-tradizionalisti.
In generale, nota Lifesitenews, il rapporto dei federali mostra una comprensione superiore alla media delle varie comunità della Messa antica, tra cui la Società Fraterna di San Pietro, la Società Sacerdotale di San Pio X, la «Resistenza» della FSSPX (cioè l gruppo di Monsignor Williamson, che Renovatio 21 ha sentito pochi giorni fa in occasione delle rivelazioni del libro di padre Georg) così come anche di gruppi sedevacantisti. L’FBI rileva che la FSSP e la FSSPX hanno «case di culto» nell’area di Richmond. Dice anche che altre indagini dell’FBI, rapporti delle forze dell’ordine locali e collegamenti anonimi hanno contribuito a compilare i suoi risultati, un’indicazione che persone che hanno familiarità con queste comunità sono state in contatto con funzionari dell’intelligence.
«L’FBI Richmond ha fatto affidamento sul presupposto chiave che gli estremisti violenti di matrice razzista o etnica continueranno a trovare attraente l’ideologia cattolica radicale tradizionalista (RTC) e continueranno a tentare di connettersi con gli aderenti a RTC, sia tramite i social media che di persona nei luoghi di culto» si legge nel testo. In Virginia la FSSPX ha inaugurato nel 2016 un’enorme seminario, e non vorremmo che questo sia parte del sentimento dell’estensore del memorandum.
Il rapporto menziona anche l’influenza del giovanissimo (24 anni) attivista Nick Fuentes, sedicente cattolico tradizionalista super-trumpiano (zona ultra-mega-MAGA), già del giro degli «Incel», ora bannato in modo imperioso dai social, ora divenuto una sorta di spalla del rapper miliardario Kanye West nella sua corsa verso la campagna per diventare presidente nel 2024 – li accomuna, oltre l’idea di Gesù Cristo come centro della politica, le aperte critiche rivolte a gruppi di poteri ebraici, un tabù totale in America, almeno fino a poco fa.
Il rapporto afferma inoltre che ora esistono «nuove opportunità per mitigare le minacce attraverso l’esplorazione di nuove strade per il tripwire [miccia, innesco, ndr] e lo sviluppo delle fonti». In pratica si tratta di infiltrare la realtà della Messa tridentina USA, ottenendo informatori ma anche possibili «attori» in disegni futuri: su questo sito abbiamo parlato dell’incredibile caso del supposto «sequestro» del governatore del Michigan Gretchen Whitmer, dove in pratica la maggioranza del commando criminale era composto da agenti di FBI, e gli unici due andati a processo erano degli spiantati probabilmente manipolati dagli agenti stessi: negli USA se le autorità incastrano irregolarmente qualcuno si parla di entrapment, ed è un reato. Al processo, l’FBI di fatto è stato fortemente castigato dai giudici.
Non possiamo dimenticare al lettore che la visione «romantica» dell’FBI è qualcosa di recente e di artificiale: sono state opere artatamente inoculate nella popolazione come Il Silenzio degli Innocenti (film che epperò ora non si può più trasmettere, perché il killer è trans) e X-Files a creare l’idea di un Bureau fatto di candidi cavalieri in lotta contro le forze del male. Prima, scusate, le cose erano molto diverse: una porzione maggioritaria della popolazione americana odiava «i federali», considerati un gruppo di azzimati invasati, soldatini incravattati robotizzati alle dipendenze di un eterno megafunzionario statale omosessuale, J.Edgar Hoover, il quale risaputamente ricattava mezzo mondo ed era con probabilità a sua volta ricattato dalla mafia, il tutto odiando con ogni fibra di sé la famiglia Kennedy.
Non ci stupiamo, quindi, se l’FBI, di colpo, ci pare espressione dell’estrema nequizia del sistema: non è un caso che dopo il raid contro Trump a Mar-a-Lago (e altri raid di perquisizione contro almeno 35 suoi alleati), in molti stiano parlando apertis verbis dello scioglimento del Bureau.
L’FBI non ama troppo la religione e la libertà religiosa, e lo abbiamo visto a Waco, Texas, negli anni Novanta, con la strage della setta dei «davidiani»: gli agenti FBI entrarono nell’edificio dove era asserragliata la setta e cagionò un massacro; l’idea dell’azione, davvero grottesco ripeterlo, era evitare che si suicidassero. Persone religiose morte ammazzate affinché non si uccidano da sole. Non una grinza.
Torniamo al caso del giorno, che dobbiamo dire ci riguarda da vicino. Il rapporto sostiene che la sua vera motivazione è la preoccupazione che «l’ideologia cattolica radicale tradizionalista» possieda una prospettiva «antisemita, anti-immigrati, anti-LGBT e di supremazia bianca» e che ciò rappresenti una minaccia per il benessere interno degli Stati Uniti.
Il rapporto afferma inoltre che gli aderenti all’ideologia RTC «condividono spesso linguaggio e simbolismo, come riferimenti ai crociati o discorsi antisemiti» online che anche i nazionalisti bianchi pro-vita sostengono. Sta scritto proprio così: i razzisti sono accomunati ai pro-life, ed ambedue fanno comunella coi cattolici della Messa vetus ordo.
Il memorandum inoltre identifica nove organizzazioni cattoliche tradizionali a suo dire colpevoli di promuovere l’ideologia RTC: Catholic Family News, The Remnant (pubblicazione di Michael Matt, di cui Renovatio 21 ha tradotto un video divenuto enormemente virale a fine 2020), The Fatima Center (dove è attivo l’avvocato Christopher Ferrara, di cui Renovatio 21 ha pubblicato alcuni articoli), Tradition in Action, Slaves of the Immaculate Heart of Mary, Culture Wars (la rivista di E. Michael Jones, che i lettori di Renovatio 21 conoscono), In the Spirit of Chartres, Christ or Chaos e Catholic Apologetics International. Questi gruppi erano tutti elencati nel rapporto originario dell’SPLC.
Al di là di tutti questi nomi noti, chi legge Renovatio 21 non può mica sorprendersi. Sono mesi, anni, che pubblichiamo su questo sito gli indizi di una persecuzione pubblica e profonda partita in America contro il rito antico. Due anni fa avevamo pubblicato la notizia di come il Pentagono volesse classificare i cattolici americani come estremisti.
Parimenti, e lo abbiamo scritto in tutti modi, è impossibile non notare come parallelamente all’FBI di Biden, il Vaticano di Bergoglio abbia perseguitato la Messa antica fino a cancellare di fatto la sua vaga liberalizzazione intentata da Benedetto XIV con il motu proprio Summorum Pontificum (che su questo sito abbiamo chiamato «Sfigorum Pontificum»). Con il Traditionis Custodes, Bergoglio di fatto toglie ogni equivoco: la Messa di sempre non s’ha da fare, da nessuna parte. Punto.
È arrivato quindi il momento di dire fuori dai denti che la persecuzione da parte dell’FBI (che purtroppo sta ritirando il documento) è giusta, è sacrosanta.
Perché l’analista ha compreso pienamente come chi segue la Messa antica è totalmente irriducibile al mondo moderno e alla sua Cultura della Morte. È questo il motivo che, malgrado la mancanza di una piena comprensione delle gerarchie rispetto a ciò che stava accadendo, pochissimi tra i fedeli tradizionali si sono fatti sierare. Il motivo è semplice: chi ha imparato dolorosamente che la chiesa vaticana mente, non si beve facilmente le balle dello Stato e il suo vaccino magico.
Capite la diligente conseguenza del ragionamento: lo Stato moderno è uno Stato etico, solo che la sua morale è fatta di morte. Lo Stato moderno considera etico, e quindi pretende dai suoi cittadini, l’uccisione dei bambini, le vaccinazioni, la perversione sessuale, l’uniformità totale del pensiero – in una parola la sottomissione ad un totalitarismo della dissoluzione, la schiavitù dell’aberrazione più cupa, l’inversione di ogni principio della vita cristiana.
È chiaro quindi che gli «RTC» non possono che essere dei sovversivi: andare contro l’ordine della Morte, non può non far scattare le Forze di polizia dello Stato etico della Necrocultura.
Ma c’è una precisione da encomio, qui.
Il memorandum, spiegando questo nuovo acronimo – RTC, sigla che mai prima chi si occupa di antiterrorismo aveva udito – centra completamente l’obiettivo focalizzandosi su coloro che sono «tipicamente caratterizzati dal rifiuto del Concilio Vaticano II». Sì: il Concilio Vaticano II è il discrimine più grande che esiste nella storia della menzogna moderna, il punto di svolta per l’umanità e la religione planetaria, e come abbiamo visto oramai lo si può scrivere perfino sul New York Times.
Comprendiamo qui, inoltre, la realtà delineata più inavvertitamente dall’FBI: da una parte il mondo di Sodoma e dei vaccini, degli immigrati e dell’antisemitismo ubiquo ed eterno, dall’altra i fedeli rimasti tali, gli esseri umani che credono – e praticano – una realtà ultima soprannaturale che li rende non manipolabili, inarrestabili, di fatto pure immortali – perché così si comporta un martire, sapendo che la sua anima permarrà, e la sua testimonianza di sangue moltiplicherà i cristiani.
Come può il potere costituito non temere una simile genìa? Del resto è stato così nei secoli: e i padroni del mondo, da Diocleziano allo Shogun, dai dittatori comunisti ai persecutori islamici non possono tollerare questa cosa invincibile che è la vera Fede.
I fedeli della Santa Messa sono sopravvissuti a qualsiasi cosa, a guerre e persecuzioni, perfino alla catastrofe della chiesa romana, infiltrata dal male nel mondo più scioccante. Hanno resistito perfino ad un papato malvagio, che propala Sodoma, il mondialismo, il paganesimo più infame e negromantico, le élite ultramiliardarie, la volgarità, la crudeltà, la menzogna, e il battesimo di Satana.
Come hanno potuto? Semplice. Per il cattolico della Tradizione, la Messa antica è l’atto soprannaturale supremo, la transustanziazione di Dio davanti ai loro occhi, la presenza del Signore tangibile e perfino edibile. È quindi molto, molto difficile che questa cosa non diventi il centro assoluto della loro vita.
Ciò è intollerabile per il signore del mondo e per i suoi servi, perché questo fatto è da solo la prova che l’uomo può sfuggire alla sottomissione inflittagli. Per questo in questi cinquanta anni di follia il potere ecclesiastico corrotto ed infiltrato ci ha dato una messa, quella nuova, che serve al massimo come arma di distrazione di massa, la gente sbadiglia e guarda l’orologio, non ricorda una parola dell’omelia, ad ogni celebrazione perde un pezzo della sua fede: e parliamo ovviamente di quelli che sono rimasti nelle chiese, cioè praticamente nessuno.
Quindi, ben venga la persecuzione dell’FBI: mettiamo le carte in tavola, diciamo le cose come stanno. Da una parte ci sta il mondo moderno e il suo totalismo perverso ed assassino, dall’altra i fedeli della liturgia del millennio. Da una parte i consumatori dell’immoralità terminale, dall’altra i consumatori dell’Eucarestia. Da una parte il niente, dall’altra Dio.
Da una parte l’umanità che ha ancora il suo centro, dall’altra parte l’impero dello squilibrio.
Capite bene dunque che una battaglia del genere non ci fa molto paura.
Anche perché, dovete sapere, la foto che vedete in cima a questo articolo è una foto vera, senza alcun effetto speciale. Ve ne avevamo già mostrata un’altra, dalla stessa chiesetta, dalla stessa Santa Messa spiegandovi perché arriva quel raggio di luce incredibile: è un dono millenario della Civiltà cristiana, qualcosa che non possiamo pretendere che capiscano tutti, ma che i persecutori, che seguono un piano di distruzione di quella Civiltà, alla fine, hanno compreso.
Bravi. Siamo pronti a ricevervi, non dubitate.
Fatevi sotto!
Roberto Dal Bosco
Civiltà
Gli Stati Uniti mettono in guardia l’Europa dalla «cancellazione della civiltà»
L’Europa rischia la «cancellazione della civiltà», in quanto i leader del continente promuovono la censura, soffocano le voci dissidenti e ignorano gli effetti dell’immigrazione incontrollata, avverte la nuova Strategia per la sicurezza nazionale diffusa dall’amministrazione del presidente statunitense Donald Trump.
Il testo, dal tono aspro e innovativo, reso pubblico venerdì, rileva che, sebbene l’Unione Europea mostri chiari segnali di stagnazione economica, è il suo deterioramento culturale e politico a costituire una minaccia ben più grave.
La strategia denuncia le scelte migratorie dell’UE, la repressione dell’opposizione, i vincoli alla libertà di espressione, il crollo della natalità e la «perdita di identità nazionali e di autostima», ammonendo che il Vecchio Continente potrebbe risultare «irriconoscibile entro 20 anni o anche meno».
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Secondo il documento, numerosi governi europei stanno «intensificando i loro sforzi lungo la traiettoria attuale», mentre Washington auspica che l’Europa «rimanga europea» e si liberi dal «soffocamento regolatorio», un’allusione evidente alle tensioni transatlantiche sulle norme digitali dell’UE, accusate di penalizzare colossi tech americani come Microsoft, Google e Meta.
Tra le priorità degli Stati Uniti figura il «coltivare la resistenza alla traiettoria odierna dell’Europa all’interno delle nazioni europee», precisa il testo.
La strategia trumpiana esalta inoltre l’emergere dei «partiti patriottici europei» come fonte di «grande ottimismo», alludendo al boom di consensi per le formazioni euroscettiche di destra che invocano restrizioni ferree ai flussi migratori in tutto il blocco.
Il documento sentenzia che «l’era delle migrazioni di massa è conclusa». Sostiene che questi flussi massicci abbiano prosciugato le risorse, alimentato la criminalità e minato la coesione sociale, con l’obiettivo americano di un ordine globale in cui gli Stati sovrani «collaborino per bloccare anziché solo gestire» i movimenti migratori.
Tale posizione si inserisce nel contesto delle spinte di Trump affinché i partner europei della NATO incrementino le spese per la difesa. In passato, il presidente aveva ventilato di non tutelare i «paesi inadempienti» in caso di aggressioni, qualora non avessero accolto le sue istanze. Durante un summit europeo all’inizio dell’anno, l’alleanza ha approvato un piano per elevare la spesa complessiva in difesa fino al 5% del PIL, superando di gran lunga la soglia del 2% a lungo stabilita dalla NATO.
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Civiltà
Da Pico all’Intelligenza Artificiale. Noi modernissimi e la nostra «potenza» tecnica
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Civiltà
Chiediamo l’abolizione degli assessorati al traffico
Renovatio 21 propone una soluzione apparentemente drastica, ma invero assai realistica, ad uno dei problemi che affligge l’uomo moderno: il traffico.
Non si parla di una questione da niente, e ci rendiamo conto che essa pertiene propriamente alla catastrofe del mondo odierno, e proprio per questo serve una modifica radicale di carattere, soprattutto, istituzionale.
Lo aveva capito il genio di Marshall McLuhan: «La strada è la fase comica dell’era meccanica (…) Il traffico è l’aspetto comico della città» (Gli Strumenti del comunicare, 1964). Il culmine comico dell’era dell’industria: la civiltà costruisce strade ed automobili per muoversi in libertà e rapidità, e si ritrova imbottigliata per ore, innervosita, massacrata da miriadi di leggi, restrizioni, multe.
Il traffico è un fenomeno generatore di caos e dolore, di isterie e sprechi – il tutto subito sulla nostra pelle, ogni singolo giorno – al quale nessuno sembra trovare soluzione, soprattutto quanti sarebbero preposti a risolverlo. Costoro sembrano invece, consapevoli o no, impegnati nell’aggravarsi del dramma.
Davanti a noi abbiamo la degradazione continua, inarrestabile della mobilità urbana. È difficile trovare qualcuno che possa dire che il traffico è migliorato, o che una soluzione azzeccata adottata su una qualche strada non sia stata poi azzerata da una scelta successiva, calata, come tutte, dall’alto, sul cittadino schiavo inerme.
Crediamo che uno dei motivi di tale regressione diacronica ed ubiqua sua l’esistenza dei cosiddetti assessorati al traffico, che si chiamano in vari modi (uffici mobilità, dipartimento dei trasporti, direzione viabilità), ma che sono tutti costruiti attorno ad uno assunto semplice: spendere un determinato budget per cambiare le strade.
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Probabilmente la questione è davvero così semplice: nell’impossibilità di non spendere l’ammontare di danaro assegnato (grande tabù per qualsiasi ente pubblico: i soldi che risparmi non generano un premio, ma una diminuzione della cifra che arriva l’anno dopo) gli assessori e i loro scherani non possono che mettere mano ovunque, con decisioni a volte incomprensibili, a volte ideologiche, e quasi sempre dannosissime.
Ecco che, perché l’assessorato deve fare qualcosa, invertono un senso unico, cagionando il disorientamento totale del cittadino automunito, che d’un tratto si trova non solo multato, ma anche al centro di un pericolo per sé e per gli altri. Ricordiamo le tecniche dei missionari: cambiare la forma del villaggio è aprire la mente dell’indigeno all’altro, qui tuttavia non c’è il Vangelo a dover essere diffuso, ma il nulla di una decisione burocratica stupida e gratuita – gratuita per modo di dire, perché anche per un’inezia del genere vi è un costo non indifferente per il contribuente.
Ecco che, perché l’assessore deve finire sui giornali, l’area viene pedonalizzata: ZTL laddove prima potevi passare per portare i figli a scuola o fermarti nel negozietto (che ne patirà, ovvio, le conseguenze). Sempre considerando che le ZTL sono da vedersi come riserve indiane degli elettori dei partiti di sinistra, gli unici che possono permettersi di vivere in centro.
Ecco che, perché l’assessore deve far carriere nel partitello con le fisime ecologiche, laddove c’erano due corsie ce ne troviamo una sola, con una, perennemente vuota, riservata ad autobus che fuori dalle ore di scuola sono oramai solo utilizzati da immigrati che con grande probabilità non pagano il biglietto e in caso potrebbero pure picchiare il controllore (succede, lo sapete). Il risultato è, giocoforza, un imbottigliamento ancora più ferale, un’eterogenesi dei fini per politica ecofascista che è, in ultima analisi, solo una mossa di PR inutile quanto oscena.
Ecco la sparizione di parcheggi gratuiti – grande segno della fine della Civiltà – così da scoraggiare, come da comandamento di Aurelio Peccei, l’uso dell’auto che produce anidride carbonica, orrenda sostanza per qualche ragione alla base della chimica organica e quindi della vita stessa, soprattutto quella umana. Chi va all’Estero – non in Giappone, ma in un Paese limitrofo come l’Austria – sogna vedendo la quantità di parcheggi sotterranei creati attorno alle cittadine, senza tanti problemi per gli scavi al punto che, con recente politica, il rampollo Porsche si è fatto il suo tunnel che lo porta da casa al centro di Salisburgo in un batter d’occhio.
Il superamento del traffico attraverso la dimensione infera è stato compreso, con la solita mistura di genio e concretezza, da Elon Musk con la sua Boring Company: se vuoi migliorare la tragedia del traffico l’unico modo di farlo è andando verso il basso, anche se sembrerebbe che il prossimo misterioso modello di Tesla, la Roadster, potrebbe poter operare verso l’alto. Noi, tuttavia, non abbiamo Elone, abbiamo gli assessori al traffico.
E poi, i capolavori – sempre trainati da ideologia verde, interessi cinesi impliciti e tagli di nastro sul giornale – della «micromobilità», con i monopattini e le bici «free-floating» rovinate, abbandonate e utilizzate, in larghissima parte, dalle masse di eleganti africani, che magari con esse si spostano con più agilità per certe loro attività, come lo spaccio di droga: massì, vuoi non pagargli, oltre che vitto-alloggio-acqua-gas elettricità-internet-telefonino-avvocato-sanità-bei vestiti alla moda anche dei mezzi di trasporto con cui, appunto, possono evitare il traffico? Tipo: un inseguimento di una gazzella della Polizia nel traffico contro un criminale in monopattino, come finisce? L’eterogenesi dei fini qui non è nemmeno comica, è tragicomica, o tragica e basta.
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Potremmo continuare con la lista. Laddove c’era una rotonda che funzionava meglio di un semaforo (ogni tanto, qualcuna la devono azzeccare, ma non dura) ecco che te la cancellano e ci mettono cordoli, fiori, pianticelle, magari perfino un monumento orrendo o una fontana lercia.
Laddove c’era una strada larga, eccotela divorata da un nuovo mega-marciapiede che non usa nessuno, se non i ciclofascisti zeloti, i quali tuttavia divengono presto vittime della follia viabilitaria, con sensi unici e corsie di trenta centimentri anche per i velocipedi.
Laddove c’era una strada dritta che in 50-100 metri ti portava allo snodo, loro, per farti arrivare al medesimo punto, ti costruiscono una deviazione di mezzo chilometro che ti manda sotto un supermercato, un tribunale, una palestra, una pizzeria, appartamenti di lusso e uffici pubblici – insomma un bel progetto di complessone che qualcuno deve aver costruito e in qualche modo venduto, con tutti incuranti del fatto che se all’esame di urbanistica all’Università proponevi una cosa del genere venivi bocciato seduta stante.
Laddove devono costruire una tangenziale, magari con decenni di ritardo, ti rendi conto che si dimenticano di fare le uscite nei comuni che attraversa e ci fanno l’immissione con uno stop invece di una corsia di accelerazione, con il risultato che entri a 0 km/h in una strada dove da sinistra ti arriva uno che viaggia ufficialmente a 70-90 km/h, che poi divengono sempre 100-120 km/h se non, nel caso del tizio con l’Audi in leasing, cinque vaccini e chissà cos’altro in corpo, perfino di più.
E non parliamo dei casi di corruzione che saltano fuori in quegli uffici – dove ci sono appalti, ci sono mazzette, uno pensa. Ma non è nemmeno questo il punto: nel disastro, gli effetti della malizia possono essere indistinguibili da quelli dell’ebetudine conclamata dei soggetti e del sistema.
È difficile, davvero, trovare qualcosa di positivo in quello che fanno quanti sono politicamente preposti al miglioramento della mobilità – cioè dell’esistenza – dei cittadini. Il motivo, lo ripetiamo, è strutturale: gli assessorati sono macchine strutturate per modificare, cioè complicare, le cose. In pratica, sono l’essenza stessa della burocrazia, con effetti fisici però immediati e devastanti.
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La soluzione a tutto questo potrebbe essere davvero facile-facile: abolizione completa degli assessorati al traffico. Con essa, si perderebbe l’incentivo strutturale a cambiare sempre e comunque tutto, e a valutare con più responsabilità le innovazioni.
Immaginiamo che se la viabilità fosse fra le mansioni dirette del sindaco, cioè se la responsabilità fosse la sua, le decisioni sulla mobilità sarebbero più dosate e sensate, perché esposte al popolo con il quale il primo cittadino ha certo un rapporto più diretto, nonché mediato dal voto, passato e soprattutto futuro.
È una proposta che non sappiamo se sia già stata fatta. Certo si possono valutare cose anche più radicali: come la punizione per quanti complicano e distruggono la viabilità delle nostre città. Lo sappiamo, è la mancanza di castigo che crea aberrazioni ed orrori, con la devastazione di tanta parte d’Italia dovuta a questo principio di irresponsabilità della casta politico-burocratica.
La realtà è che, per ottenere qualcosa, il cittadino sincero-democratico automunito deve arrabbiarsi molto di più. Non basta ringhiare al bar, o imprecare dentro l’abitacolo, magari pure, a certe latitudini, suonando il clacsone. Non serve alimentare un sistema che, alla fine, continua a produrre assessori al traffico, e traffico.
No, serve davvero di più. Perché l’auto è davvero un mezzo di libertà, e aggiungiamo, di vita – l’auto è uno strumento della famiglia. Chi vuole togliervela – come quelli di Davos, le cui idee percolano poi giù giù fino al vostro assessorino – odia la vita, odia voi e i vostri figli.
Chiedere l’abolizione degli assessorati al traffico ci sembra il minimo che possiamo fare se vogliamo sul serio lottare per la Civiltà.
Roberto Dal Bosco
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