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Droga

L’Europa sta per essere invasa dal Captagon, la droga della jihad

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L’Europa sta per essere invasa da enormi quantità di Captagon, una droga molto diffusa in Medio Oriente. Lo riporta Bloomberg.

 

«L’Europa si sta preparando per il possibile afflusso di una droga che ha conquistato il Medio Oriente mentre i cambiamenti politici e le repressioni nel Golfo spronano i produttori in Siria e Libano a conquistare nuovi mercati» scrive la testata americana, che specifica che il Captagon – nome scientifico fenetillina o amfetaminoetilteofillina o amfetillina – è considerabile come una «cocaina dei poveri» che può costare poco più di due euro a pastiglia.

 

Il Captagon è stato a lungo parte della scena di rave e feste clandestine nei Paesi del Golfo Arabo, dove in teoria vigerebbe la sharia, tuttavia la situazione è destinata a cambiare dopo che le autorità islamiche hanno dato priorità alla sua eradicazione.

 

Bloomberg quindi procede a tirare fuori un vecchio argomento: quello per cui la colpa della diffusione del Captagon è della Siria di Assad e dei suoi alleati.

 

«Venduto da circa 3 a 25 dollari per compressa, il Captagon in pillola di tipo anfetaminico è principalmente prodotto e trafficato da individui e gruppi legati al presidente siriano Bashar Al-Assad e al suo alleato, la milizia libanese Hezbollah, secondo il Dipartimento di Stato e il Tesoro degli Stati Uniti, il Ministero degli Esteri del Regno Unito e ricercatori indipendenti», scrive Bloomberg.

 

Si tratta di una vecchia accusa della propaganda occidentale, che parrebbe in realtà – come nel caso delle armi chimiche, sgonfiatosi quasi subito – effetto di una proiezione vera e propria: a suo tempo venne detto che il Captagon fosse assai popolare nell’ISIS, che di Assad era nemica giurata, con alcuni che suggerivano che fosse distribuita alla popolazione dello Stato Islamico in determinate occasione, come nel linciaggio collettivo di condannati a morte consumatosi a Raqqa, capitale dell’IS, nel 2014.

 

I due sentenziati erano due soldati dell’esercito regolare siriano. L’esecuzione della condanna è stata il selvaggio calpestamento da parte della folla impazzita, che ha ridotto i due esseri umani in una poltiglia sanguinante.

 

Secondo il Réseuau Voltaire, l’intera città æ un tempo conosciuta per il suo festival di letteratura – era divenuta dipendente dal Captagon: «nei fatti, gli abitanti di Raqqa che hanno preso parte alle uccisioni, inclusi i minori, sono stati trasformati in drogati. Per due anni, i jihadisti li hanno riforniti di copie del Corano e caramelle trattate con polvere di Captagon (cioè, cloridrato di fenetilina). Questa anfetamina, mischiata all’hashish, è la base del trattamento dispensato dai jihadisti. Dopo due anni, la popolazione è divenuta sufficientemente intossicata da partecipare a simili crimini».

 

Le storie di Captagon nell’IS portarono la sostanza ad essere chiamata, ad un certo punto, «la droga della jihad», con i guerriglieri takfiri che la mischiano spesso alla caffeina, per poi consumarla ma anche trafficarla in tutta la regione in cambio di danaro e armi.

 

Secondo quanto scrive Bloomberg, l’Arabia Saudita e gli alleati del Golfo hanno recentemente sollecitato il presidente Assad ad arginare il flusso di Captagon dalla Siria come parte di rapporti diplomatici ripristinati, ora che Damasco è stata inclusa nuovamente dalla Lega Araba. I sauditi a maggio avrebbero sequestrato otto milioni di pasticche.

 

 

Esattamente un anno prima, un altro maxi sequestro di Captagon era stato effettuato in Iraq, altra zona in passato occupata dall’ISIS.

 

La droga, che aumenta l’attenzione e permette di ignorare sonno e fame, è stata sintetizzata negli anni Sessanta in Germania dalla farmaceutica Degussa AG come versione più blanda delle metanfetamine. Nella sua forma medica tratta tipicamente disturbi come disturbi da deficit di attenzione (dei cosiddetti bambini «ipercinetici», con diagnosi di ADHD) e narcolessia, nonché pure per il trattamento della depressione. Pur all’epoca non troppo conosciuta e diffusa, nel 1986 l’Organizzazione Mondiale della Sanità la segnalò nella Convenzione sulle Sostanze Psicotrope.

 

Il Captagon è stato visto circolare ovunque in varie zone di guerra, dalla Libia al Sudan. Dove c’è violenza e instabilità, c’è il Captagon. Reuters ritiene che sia ancora prodotti in zone dell’Arabia e in Europa orientale. All’inizio del conflitto russo-ucraino, voci che si rincorrevano in ambienti afferenti a Mosca hanno sostenuto che vi sarebbero stati ritrovamenti massivi di pastiglie di Captagon e laboratori dedicati.

 

La propaganda sul Captagon è usata per minare il rapporto ritrovato tra Assad e i Paesi arabi, un segno chiaro della fine dell’egemonia americana in Medio Oriente, persino presso gli alleati storici.

 

 

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Droga

I cartelli della droga imparano la guerra con i droni in Ucraina

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Il sessanta per cento dello «tsunami bianco» di cocaina che sta inondando Europa e Stati Uniti proviene dalla Colombia. Lo riporta EIRN.

 

Sempre alla ricerca delle tecnologie e delle tecniche più moderne, le bande di narcotrafficanti messicane e colombiane stanno inviando combattenti in Ucraina «per apprendere le tattiche dei droni con visuale in prima persona (FPV) e utilizzare tali conoscenze in modi nuovi e mortali in patria», scrive il sito web danese Dagens il 27 agosto.

 

La Colombia è probabilmente diventata il maggiore esportatore di mercenari. «Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, la Legione Internazionale di Difesa Territoriale ucraina ha aperto le sue porte a volontari provenienti da tutto il mondo, tra cui decine, se non centinaia, di ex militari colombiani», scrive Radio France International. «Un evento che ha evidenziato questo fenomeno è stato l’arresto di due colombiani, di ritorno dall’Ucraina durante uno scalo a Caracas, in Venezuela, nel 2024».

 

I mercenari sono stati inviati a Mosca, dove sono stati imprigionati. «Giovani ex soldati ed ex ufficiali, non vendetevi. Combattete per la vostra patria, non morite in guerre straniere», ha insistito il presidente colombiano Gustavo Petro il 17 agosto 2025, su X. Il Petro stava rispondendo a un messaggio del premier sudanese Kamil Idris, indirizzato ai colombiani, che chiedeva la fine dei mercenari colombiani in Darfur e, più in generale, in Sudan.

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In Messico, potenti cartelli della droga si sono rivolti a questi veterani per rafforzare le proprie forze. Ex soldati colombiani (sia narcotrafficanti che anti-narcotrafficanti) vengono reclutati per addestrare i «sicarios», sviluppare tattiche di commando e rafforzare la sicurezza dei leader dei cartelli.

 

Tra gli episodi più oscuri che hanno coinvolto i mercenari colombiani c’è stato l’assassinio del presidente haitiano Jovenel Moïse, avvenuto il 7 luglio 2021 nella sua residenza di Port-au-Prince. L’inchiesta ha rapidamente rivelato il coinvolgimento diretto di un commando composto principalmente da ex soldati colombiani, reclutati tramite società di sicurezza private e assunti come personale di sicurezza.

 

E ora, membri dei cartelli della droga messicani e dei gruppi di guerriglia colombiani si stanno unendo alla Legione Internazionale ucraina per padroneggiare la guerra in prima linea con i droni.

 

L’Ucraina è diventata un banco di prova globale per droni, offrendo agli agenti del cartello un’esperienza pratica con attacchi a basso costo e ad alto impatto.

 

Il cartello di Jalisco Nuova Generazione sta già impiegando droni armati di granate contro rivali e forze governative in Messico. La Colombia ha registrato 115 attacchi con droni collegati al cartello nel 2024, incluso uno che ha abbattuto un elicottero della polizia e ucciso 12 persone.

 

I dissidenti delle FARC e la fazione EMC stanno utilizzando sempre più droni nel conflitto interno colombiano, soprattutto dove i colloqui di pace sono falliti. Inoltre, nelle regioni messicane con una forte presenza di cartelli come Sinaloa e Chihuahua, i droni vengono ora utilizzati per imboscate, sorveglianza e persino sganciare bombe.

 

Persino i funzionari ucraini avvertono che i combattenti stranieri stanno imparando a «uccidere con un drone da 400 dollari», per poi esportare questa conoscenza a livello globale.

 

Non è la prima volta che viene detto che l’uso di droni come strumenti militari nel teatro di guerra ucraino sta praticando un cambio di paradigma che rimodellerà con probabilità i conflitti di tutto il XXI secolo.

 

Come riportato da Renovatio 21, un mese fa Londra ha annunziato la produzione congiunta di droni con l’Ucraina; Zelens’kyj una quindicina di giorni fa ha parlato di un possibile grande accordo con gli USA per i droni nel suo Paese. Poche settimane prima, il presidente russo Vladimir Putin aveva affermato che la Russia stava approntando una branca separata dell’esercito dedicata ai droni.

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Come riportato da Renovatio 21, Putin durante una riunione della Commissione militare-industriale del Paese sullo sviluppo di sistemi aerei senza pilota dello scorso settembre aveva annunciato che nel 2024 l’esercito russo avrebbe ricevuto dieci volte più droni rispetto all’anno precedente – una produzione praticamente decuplicata.

 

Mesi fa Kiev ha condotto su tutto il territorio russo – compreso l’estremo oriente siberiano – l’operazione «tela di ragno», con la quale, tramite piccoli droni remotati, ha attaccato aeroporti e colpito bombardieri.

 

Come riportato da Renovatio 21, i narcocartelli da mesi hanno iniziato a condurre operazioni con droni armati contro le forze americane delle frontiere.

 

Come riportato da Renovatio 21, l’uso dei droni per il trasporto della droga è estremamente comune oramai, con oltre 9.000 incursioni di droni dei narcos messicani nello spazio aereo statunitense.

 

I cartelli della droga costituiscono il quinto più grande datore di lavoro in America Latina.

 

I cartelli messicani, che vengono da un periodo di sanguinari conflitti interni, sono stati pionieri dell’uso di droni commerciali per sganciare bombe sulle bande rivali.

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Droga

Trump valuta l’ipotesi di attacchi in Venezuela e minaccia di abbatterne gli aerei

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta valutando la possibilità di effettuare attacchi contro i cartelli della droga sul suolo venezuelano, ha riferito venerdì la CNN, citando fonti a conoscenza della questione.   Le deliberazioni segnalate giungono mentre il Pentagono ha schierato almeno otto navi da guerra e un sottomarino nei Caraibi orientali.   Secondo la CNN, l’attacco missilistico di martedì contro un’imbarcazione presumibilmente impegnata nel contrabbando di droga dal Venezuela è stato solo il primo passo degli sforzi di Trump per neutralizzare il traffico di droga nella regione e potenzialmente rovesciare il presidente venezuelano Nicolas Maduro.

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Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni drastiche al paese sudamericano governato dai socialisti durante il primo mandato di Trump, prendendo di mira il suo commercio petrolifero e il suo settore finanziario. Il mese scorso, il procuratore generale di Washington Pam Bondi ha raddoppiato la ricompensa per informazioni che portassero all’arresto di Maduro, portandola a 50 milioni di dollari.   Sebbene venerdì Trump abbia negato i piani per un cambio di regime, ha definito le elezioni presidenziali del 2024 in Venezuela «molto strane». Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato all’inizio di questa settimana che gli Stati Uniti «affronteranno i cartelli della droga ovunque si trovino».   Maduro ha negato le accuse di coinvolgimento nel traffico di droga e ha promesso di dichiarare il Venezuela una«repubblica in armi» se attaccato dagli Stati Uniti.   «Così come non era vero che l’Iraq possedesse armi di distruzione di massa, non è vero neanche quello che dicono del Venezuela», ha detto Maduro venerdì, riferendosi alla logica alla base dell’invasione dell’Iraq da parte degli Stati Uniti nel 2003.   Trump ha affermato esplicitamente che l’esercito statunitense è autorizzato ad abbattere aerei venezuelani se i comandanti li ritengono una minaccia. Il suo avvertimento è seguito alle notizie secondo cui aerei venezuelani avrebbero sorvolato navi da guerra americane impegnate in quella che Washington descrive come una missione antidroga nei pressi del paese sudamericano.   Venerdì, quando i giornalisti gli hanno chiesto cosa avrebbero fatto gli Stati Uniti se i jet venezuelani avessero nuovamente sorvolato le navi della marina statunitense, Trump ha avvertito che «saranno nei guai». «Se ci mettessero in una posizione pericolosa, li abbatteremmo», ha sottolineato.   Trump ha respinto le affermazioni di Caracas secondo cui Washington stava cercando di rovesciare il governo del presidente Nicolas Maduro. «Beh, non stiamo parlando di questo, ma del fatto che avete avuto delle elezioni molto strane», ha detto.   Trump ha insistito nell’inquadrare la presenza militare statunitense vicino al Venezuela come parte di una stretta sul traffico di droga. «Miliardi di dollari di droga stanno affluendo nel nostro Paese dal Venezuela. Le prigioni venezuelane sono state aperte al nostro Paese», ha dichiarato Trump, aggiungendo che le forze statunitensi avrebbero preso di mira le imbarcazioni sospettate di trasportare stupefacenti.   Nelle ultime settimane, gli Stati Uniti hanno schierato almeno otto navi da guerra e un sottomarino d’attacco nei Caraibi, mentre hanno inviato dieci caccia stealth F-35 a Porto Rico per scoraggiare ulteriori sorvoli venezuelani. All’inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno colpito un’imbarcazione che sostenevano fosse collegata a un’operazione di narcotraffico, uccidendo 11 persone.   Mentre le tensioni con gli Stati Uniti aumentavano vertiginosamente, Maduro avvertì che il suo Paese sarebbe entrato in una fase di «lotta armata» se fosse stato attaccato.   Le relazioni tra Stati Uniti e Venezuela sono tese da anni. Washington si è rifiutata di riconoscere la rielezione di Maduro nel 2018, sostenendo invece l’opposizione del Paese. Le successive amministrazioni statunitensi hanno imposto sanzioni drastiche al settore petrolifero e al sistema finanziario venezuelano.   Ad agosto, gli Stati Uniti hanno annunciato una ricompensa di 50 milioni di dollari per qualsiasi informazione che porti all’arresto di Maduro, definito «uno dei più grandi narcotrafficanti del mondo».

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La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma.
Il presidente venezuelano ha respinto le accuse, affermando che il suo Paese è «libero dalla produzione di foglie di coca e di cocaina» e sta lottando contro il traffico di droga.   Come riportato da Renovatio 21, gli sviluppi recenti si inseriscono nel contesto delle annunciate operazioni cinetiche programmate dal presidente americano contro il narcotraffico. Ad inizio mandato era trapelata l’ipotesi di un utilizzo delle forze speciali contro i narcocartelli messicani. La prospettiva, respinta dal presidente messicano Claudia Sheinbaum, ha scatenato una rissa al Senato di Città del Messico la scorsa settimana.  

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Trump disintegra la barca di narcotrafficanti venezuelani in acque internazionali

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Un’imbarcazione che trasportava droga e terroristi dal Venezuela è stata annientata dall’esercito statunitense nel Mar dei Caraibi martedì, ha rivelato lo stesso presidente statunitense Donald J. Trump a inizio settimana.

 

«Abbiamo appena sparato, negli ultimi minuti, contro una barca, una barca che trasportava droga, con un sacco di droga a bordo», ha annunciato il Presidente durante una conferenza stampa nello Studio Ovale.

 

«E lo vedrete, e ne leggerete. È successo solo pochi istanti fa».

 

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Il Segretario di Stato Marco Rubio ha confermato il successo operativo in una dichiarazione rilasciata poco dopo.

 

«Come ha annunciato poco fa il presidente degli Stati Uniti, oggi l’esercito statunitense ha condotto un attacco letale nei Caraibi meridionali contro una nave adibita al trasporto della droga partita dal Venezuela e gestita da un’organizzazione designata come narcoterroristica», ha spiegato Rubio in una dichiarazione sui social media.

 

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Ore dopo, il presidente Trump ha diffuso su Truth social filmati e ulteriori dettagli sull’attacco.

 

«Stamattina presto, su mio ordine, le forze armate statunitensi hanno condotto un attacco cinetico contro i narcoterroristi del Tren de Aragua, identificati con certezza, nell’area di responsabilità del SOUTHCOM. Il TDA è un’organizzazione terroristica straniera designata, che opera sotto il controllo di Nicolas Maduro, responsabile di omicidi di massa, traffico di droga, traffico sessuale e atti di violenza e terrorismo negli Stati Uniti e nell’emisfero occidentale”, ha dichiarato il Presidente».

 

 

«L’attacco è avvenuto mentre i terroristi si trovavano in mare in acque internazionali, impegnati a trasportare stupefacenti illegali diretti negli Stati Uniti. L’attacco ha causato la morte di 11 terroristi. Nessun membro delle forze armate statunitensi è rimasto ferito durante l’attacco. Vi preghiamo di far sì che questo serva da avviso a chiunque pensi anche solo di introdurre droga negli Stati Uniti d’America. ATTENZIONE!»

 

Si tratta di un primo colpo delle annunciate operazioni cinetiche programmate dal presidente americano contro il narcotraffico. Ad inizio mandato era trapelata l’ipotesi di un utilizzo delle forze speciali contro i narcocartelli messicani. La prospettiva, respinta dal presidente messicano Claudia Sheinbaum, ha scatenato una rissa al Senato di Città del Messico la scorsa settimana.

 

Le tensioni tra Stati Uniti e Venezuela sono in aumento. Secondo quanto riferito, sette navi da guerra statunitensi e un sottomarino d’attacco rapido a propulsione nucleare stanno già pattugliando i Caraibi meridionali o lo faranno presto, insieme a più di 4.500 marinai e marine. Maduro ha risposto visitando un grande spiegamento militare ritratto in video e mandato in rete nelle scorse ore.

 

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La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma.

 

Il regime di Maduro sostiene che la presenza degli Stati Uniti nella regione rappresenta una minaccia diretta e potrebbe preannunciare un conflitto militare nel prossimo futuro. «I venezuelani sanno chi c’è dietro queste minacce militari degli Stati Uniti contro il nostro Paese», ha affermato la scorsa settimana il ministro della Difesa venezuelano, il generale Vladimir Padrino. «Non siamo narcotrafficanti, siamo persone nobili e laboriose».

 

Le forze visibili nel settore sono state create per «combattere e smantellare le organizzazioni dedite al traffico di droga, i cartelli criminali e le organizzazioni terroristiche straniere nel nostro emisfero», ha dichiarato venerdì il vice capo dello staff della Casa Bianca, Stephen Miller, sottolineando quella che pare essere ufficialmente la dottrina geopolitica trumpiana, ossia la «difesa emisferica», dove gli USA – non troppo lontano dalla dottrina Monroe – difendono il proprio settore globale. Di qui l’interesse per la Groenlandia, le immediate trattative sul Canale di Panama, e le provocazioni sull’annessione del Canada e persino del Messico, che ha avuto il suo Golfo rinominato in Golfo d’America.

 

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Immagine screenshot da Twitter

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