Militaria
L’esercito USA supplica i soldati non vaccinati di tornare dopo averli cacciati per aver rifiutato il siero obbligatorio

L’esercito americano sta rincorrendo i soldati non vaccinati licenziati durante il COVID affinché ritornino ai loro posti.
Diversi ex soldati hanno pubblicato online le lettere dell’esercito in cui viene proposta loro la reintegrazione nonostante la rimozione per aver rifiutato il vaccino COVID.
«A seguito della revoca di tutti gli attuali requisiti del vaccino anti-COVID-19, gli ex soldati che sono stati separati involontariamente per aver rifiutato di ricevere la vaccinazione anti-COVID-19 possono richiedere una correzione dei loro registri militari», si legge in una lettera.
A letter is going out to soldiers which says, “former Soldiers who were involuntarily separated for refusal to receive the COVID-19 vaccination may request a correction of their military records.”
It also says “Individuals who desire to apply to return to service should contact… pic.twitter.com/e32h97tYoI
— Shoe (@samosaur) November 16, 2023
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Il regime di Biden ha imposto l’obbligo di vaccinazione ai militari nell’agosto 2021, con il segretario alla Difesa Lloyd Austin che ha dichiarato che qualsiasi membro del servizio che avesse rifiutato il vaccino sarebbe stato espulso. Da allora sono stati rimossi oltre 8.000 soldati.
Secondo numeri raccolti da Renovatio 21 un anno fa, sarebbero stati almeno 60.000 i soldati – tra riserva dell’esercito regolare e Guardia Nazionale – non vaccinati esclusi dall’addestramento o dallo stipendio.
A seguito della decisione di licenziare le truppe che avevano rifiutato il vaccino sperimentale COVID, l’esercito ha insistito sul fatto che il licenziamento di tali truppe non avrebbe influenzato la prontezza militare.
«Posso dirvi che non ci sono impatti operativi su tutta la forza per essere pronti», aveva detto ai legislatori il tenente generale del Corpo dei Marines David Ottignon. «Non c’è nessuna comunità che abbia segnalato un caso in cui un sottufficiale o un altro marine arruolato non sia presente a causa di ciò».
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa un terzo dei soldati americani rifiutava il vaccino. Mesi fa è emerso che gli stessi veterani starebbero dicendo ai famigliari di non arruolarsi.
L’esercito USA ha revocato l’obbligo vaccinale lo scorso gennaio, affermando tuttavia che avrebbe continuato «a promuovere e incoraggiare la vaccinazione contro il COVID-19 per tutto il personale per garantire la preparazione, facilitare il compimento della missione e proteggere la forza».
Il maggiore dell’esercito Chase Spears, recentemente in pensione, ha notato che l’inversione di rotta da parte dell’esercito sul mandato del vaccino anti-COVID è in gran parte determinata dallo scarso numero di reclutamenti.
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«Ci si potrebbe chiedere perché l’Esercito stia facendo dietrofront adesso, dato che il suo alto funzionario ha chiaramente una prospettiva diversa rispetto al cambiamento di politica che sta autorizzando. Il mese scorso l’esercito ha mancato di 10.000 obiettivi di reclutamento per l’anno fiscale 2022, il terzo anno consecutivo ad avere un deficit significativo», ha scritto Spears sul sito The American Mind.
Lo Spears ha anche chiesto al Dipartimento della Difesa di presentare scuse formali ai membri del servizio rimossi illegalmente dall’esercito.
«Anche se questa inversione di rotta rappresenta un passo verso la sanità mentale, è lungi dall’essere sufficiente. Come ho detto prima, gli alti funzionari dell’esercito dovrebbero scusarsi per la loro cattiva condotta legata al COVID. Oltre a ciò, devono una profonda riserva di ammenda ai subordinati la cui fiducia è stata infranta in modo così casuale», ha scritto. «Non dobbiamo mai più permettere ai totalitari di perseguitare i loro concittadini nell’esercito della nostra nazione. Una forza che può facilmente perdere di vista il suo scopo è quella che viene giustamente vista attraverso la lente di uno scettico».
Il problema, al di là del reclutamento, ora è anche lo stato di salute dei soldati vaccinati. Già due anni fa, durante un evento a Washington organizzato dal senatore repubblicano Ron Johnson, tre medici militari americani si dissero pronti a fornire le prove dei gravi effetti avversi subiti dai soldati. Studi pubblicati sulla rivista scientifica Jama Cardiology hanno parlato di casi di infiammazioni cardiache tra i militari emerse dopo la sierizzazione.
Come riportato da Renovatio 21, furono rigettate – fatto inedito per le forze del Paese che si vuole patria della libertà di coscienza – tutte le esenzioni religiose presentate dai soldati, alcune anche accompagnate da testi di motivazione di decine di pagine. Fino al COVID, le obiezioni di questo tipo erano in genere accolte. Di tale disastro, dovrà pagare, ci auguriamo, anche la chiesa cattolica, che non ha fornito il minimo supporto a chi voleva resistere al siero fatto con feti abortiti, anzi, ha promosso grottescamente la vaccinazione universale.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Militaria
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Droni
La Danimarca mobilita i riservisti dopo l’allarme dei droni

La Danimarca ha richiamato centinaia di riservisti per rafforzare la sicurezza a seguito di misteriosi avvistamenti di droni vicino a siti strategici, secondo quanto riportato martedì dall’emittente TV2.
La settimana scorsa, l’aeroporto di Aalborg, che funge anche da base militare, ha sospeso temporaneamente il traffico aereo dopo che droni non identificati sono stati avvistati vicino alla pista, l’ultimo di una serie di episodi inspiegabili. Un altro presunto avvistamento è avvenuto presso la base che ospita i caccia danesi F-16 e F-35. Ad Aalborg, nonostante ore di monitoraggio, i droni non sono stati identificati. Pochi giorni prima, l’aeroporto di Copenaghen, il più trafficato della regione nordica, aveva sospeso i voli per ore a causa di avvistamenti simili.
Secondo TV2, domenica il Comando delle Forze Armate danesi ha emesso un ordine riservato per richiamare parte delle forze di riserva in risposta alla «complessa situazione» legata ai voli di droni. Sarebbero stati convocati diverse centinaia di riservisti, anche se il numero esatto non è stato reso noto. La Danimarca non pubblica dati recenti sulla riserva, ma nel 2013 l’Organizzazione principale per il personale di riserva stimava circa 3.000 unità. Il Comando della Difesa non ha risposto alle richieste di commento di TV2.
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In seguito agli avvistamenti, la Danimarca ha imposto un divieto temporaneo sui droni civili, con sanzioni che includono multe o fino a due anni di carcere per i trasgressori. Il divieto resterà in vigore fino a venerdì, mentre il Paese, che detiene la presidenza di turno dell’UE, ospita una riunione informale del Consiglio europeo a Copenaghen. Si prevede che l’incontro discuterà di un’iniziativa per un «muro dei droni» a livello UE, proposta avviata la settimana scorsa dopo presunte violazioni dello spazio aereo in Polonia, Estonia e Romania, attribuite senza prove alla Russia.
Mosca ha negato qualsiasi coinvolgimento nelle violazioni dello spazio aereo. Sabato, durante un discorso alle Nazioni Unite, il Ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha definito le accuse «allarmismo» occidentale. «La Russia è accusata di aver quasi pianificato un attacco ai paesi della NATO e dell’UE. Il presidente Putin ha ripetutamente smentito queste provocazioni», ha dichiarato. «Non dirigiamo mai i nostri droni o missili contro stati europei, membri dell’UE o paesi della NATO». Lavrov ha aggiunto che, in casi precedenti in cui la Russia è stata accusata, «si è scoperto che erano stati gli ucraini ad attaccare».
Come riportato da Renovatio 21, il fenomeno dei droni misteriosi si è materializzato anche in Norvegia e in Francia.
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Immagine 7th Army Training Command via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0
Militaria
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