Nucleare
L’esercito americano si prepara ad attacchi nucleari: parla il portavoce STRATCOM
Gli Stati Uniti sono pronti a usare armi nucleari se necessario, ma lo farebbero solo a condizioni «accettabili» per il Paese e i suoi interessi, ha affermato il portavoce del Comando strategico statunitense (STRATCOM), il contrammiraglio Thomas Buchanan.
Intervenendo mercoledì all’evento Project Atom 2024 presso il Center for Strategic and International Studies, Buchanan ha osservato che tali condizioni implicano che gli Stati Uniti «continueranno a guidare il mondo».
«Se dobbiamo avere uno scambio, allora vogliamo farlo nei termini più accettabili per gli Stati Uniti», ovvero mantenere una posizione in cui gli Stati Uniti sono ampiamente visti come leader mondiale, ha affermato Buchanan.
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L’ammiraglio ha osservato che nel caso di un potenziale scambio nucleare, gli Stati Uniti cercherebbero di mantenere una parte del loro arsenale per continuare a fungere da deterrente.
«Dovremmo avere una capacità di riserva. Non spenderesti tutte le tue risorse per ottenere la vittoria, giusto? Perché allora non avresti più nulla da cui dissuaderti a quel punto», ha detto Buchanan.
Allo stesso tempo, ha sottolineato che gli Stati Uniti «non vorrebbero trovarsi in un ambiente che seguirebbe lo scambio di attacchi nucleari» e cercano di evitare qualsiasi scenario del genere. L’ammiraglio ha sollecitato un dialogo continuo con Russia, Cina e Corea del Nord per ridurre il rischio di un conflitto nucleare, aggiungendo che «le armi nucleari sono armi politiche».
Le sue dichiarazioni giungono pochi giorni dopo che il presidente russo Vladimir Putin ha firmato una nuova dottrina nucleare nazionale che delinea gli scenari in cui Mosca sarebbe autorizzata a dispiegare il suo arsenale nucleare.
La nuova dottrina afferma che Mosca avrà il diritto di considerare l’opzione nucleare se la Russia o la Bielorussia dovessero subire un attacco con armi convenzionali e se tale aggressione creasse una «minaccia critica» alla loro sovranità o integrità territoriale.
Commentando la dottrina nucleare aggiornata, diversi esperti politici hanno sottolineato che essa potrebbe costringere gli Stati Uniti e altre nazioni occidentali a riconsiderare il loro sostegno militare all’Ucraina.
Dopo la pubblicazione delle norme riviste, il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov ha spiegato che la nuova dottrina conferisce di fatto alla Russia il diritto di prendere in considerazione una risposta nucleare all’uso di missili non nucleari forniti dall’Occidente da parte di Kiev contro il territorio russo, concetto ribadito pubblicamente anche dall’ex presidente russo ora «falco» antioccidentale Demetrio Medvedev.
Come riportato da Renovatio 21, i Paesi scandinavi sembrano preparare le proprie popolazioni ad un conflitto anche di natura atomica: i cittadini finlandesi sono stati invitati alla possibilità di dover assumere compresse di iodio (utilizzate per proteggere la tiroide dagli effetti delle radiazioni).
Tre settimane fa un rapporto UE pubblicato dall’ex presidente finlandese Sauli Niinisto invitava i cittadini europei ad iniziare ad accumulare scorte di beni sufficienti per tre giorni, per essere pronti a fronteggiare potenziali disastri, tra cui un conflitto nucleare.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
Nucleare
La Russia testa con successo un missile da crociera a propulsione nucleare con gittata illimitata
🚨🚨 Unlimited-range Burevestnik joins Russia’s elite missile club — after flying 14K km
A glimpse inside Russia’s top-tier arsenal 🧵👇 https://t.co/IjcrJRWJp5 pic.twitter.com/fABARGFVJs — Sputnik India (@Sputnik_India) October 26, 2025
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Nucleare
Stupende immagini della fusione nucleare
Impressionanti immagini giungo dall’azienda britannica Tokamak Energy, che ha scattato ad alta velocità delle foto a colori di ciò che accade dentro, appunto, un tokamak, acronimo russo per «camera toroidale con spire magnetiche», cioè un reattore nucleare a fusione a forma di ciambella.
Vediamo qui una nube rosa di plasma di idrogeno luminoso che raggiunge temperature superiori a quelle del nucleo del Sole, il tutto imprigionato in un potentissimo campo magnetico. Ciò che vediamo è solo la luce visibile proveniente dal bordo del plasma, perché il nucleo del plasma è così caldo che non emette alcuna luce visibile.
Nell’angolo in alto a destra, si può anche assistere allo spettacolo abbagliante dei granuli di litio iniettati nella camera, scrive Futurism. Inizialmente di un rosso brillante, i granuli di litio cadono più in profondità nel plasma, mentre la ionizzazione lo trasforma in un alone sfocato di un verde brillante.
Plasma is better in colour! Watch one of our latest #plasma pulses in our ST40 tokamak, filmed using our new high-speed colour camera at an incredible 16,000 frames per second.
Each pulse lasts around a fifth of a second. What you’re seeing is mostly visible light from the… pic.twitter.com/jWKmcl0tEx
— Tokamak Energy (@TokamakEnergy) October 15, 2025
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«La telecamera a colori è particolarmente utile per esperimenti come questi», ha affermato Laura Zhang, fisica di Tokamak Energy, in una nota. «Ci aiuta a identificare immediatamente se le impurità gassose che stiamo introducendo irradiano nel punto previsto e se le polveri di litio penetrano nel nucleo del plasma».
La fusione nucleare, il processo che da miliardi di anni alimenta le stelle come il nostro Sole, avviene quando l’enorme gravità stellare fa collidere atomi leggeri, come l’idrogeno, in un plasma rovente, generando calore durante la loro unione. Riprodurre questo fenomeno sulla Terra è complesso, poiché manca la gravità stellare che facilita la collisione degli atomi.
Un tokamak risolve parzialmente il problema, usando potenti campi magnetici generati da superconduttori per confinare il plasma, troppo caldo per essere contenuto da materiali solidi. Tuttavia, il combustibile, come gli isotopi di idrogeno (deuterio e trizio), è problematico: il deuterio è raro e si estrae dall’acqua di mare, mentre il trizio, ancora più scarso, va prodotto irradiando il litio, un metallo difficile da reperire. Rispetto alla fissione nucleare, che usa uranio o plutonio, la fusione è più sicura, con radiazioni a breve emivita.
Attualmente, però, i nostri esperimenti di fusione consumano più energia di quanta ne producano, rendendola ancora impraticabile, anche se i progressi sono promettenti per la ricerca scientifica. Recenti studi sulla superconduttività condotti al politecnico bostoniano MIT sembrano indicare che la fusione è tuttavia pienamente possibile. Altre svolte si sarebbero avute a Princeton, in Corea e in Giappone.
Come riportato da Renovatio 21, la Cina in particolare sembra aver intrapreso la corsa all’ottenimento della tecnologia a fusione atomica, con il primo reattore a fusione-fissione programmato già per il 2030.
Una volta scoperto un processo stabile per ottenere la fusione, potrebbe entrare in giuoco l’Elio-3, una sostanza contenuta in grande abbondanza sulla Luna, dove la Cina, come noto, sta operando diverse missioni spaziali di successo. Da qui potrebbe svilupparsi definitivamente il ramo cosmico dello scacchiere internazionale, la geopolitica spaziale che qualcuno già chiama «astropolitica», e già si prospetta come un possibile teatro di guerra.
La cooperazione mondiale per la fusione era un’idea portata avanti dallo scienziato atomico sovietico Igor Kurchatov. Essa potrebbe quindi passare anche per una collaborazione nello spazio, che ad oggi pare assai difficile.
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Immagine screenshot da Twitter
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Conferenza mondiale sulla fusione nucleare in Cina
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