Politica
«Le truffe dei Biden sono sconvolgenti»: parla il senatore Johnson
Il senatore statunitense Ron Johnson ha dichiarato a Fox News che i recenti documenti bancari citati in giudizio confermano le conclusioni sue e del senatore Chuck Grassley nel loro rapporto del 2020 sullo schema di vendita di influenza della famiglia Biden.
Mentre Johnson osserva che «il tempo era scaduto» per la presidenza repubblicana della commissione giudiziaria, ha invitato la Camera a citare in giudizio i documenti bancari su quelle che Johnson ha definito le «truffe» della famiglia Biden.
«Il senatore Grassley e io abbiamo esposto abbastanza bene il caso contro la malvagia famiglia Biden nel settembre del 2020 prima delle elezioni. Il nostro rapporto è stato completamente ignorato dai media, proprio come hanno ignorato il laptop di Hunter Biden perché sono loro stessi sostenitori della sinistra. E quindi quello che stiamo scoprendo ora sono solo nuove prove delle truffe in cui è stata coinvolta la famiglia Biden: i registri bancari che sostanzialmente confermano ciò che i registri del Tesoro hanno mostrato dal rapporto del senatore Grassley e del mio», ha detto il senatore Johnson alla TV americana.
Fox News aveva riferito all’inizio di questo mese che il Comitato di supervisione della Camera aveva precedentemente citato in giudizio quattro importanti istituti finanziari per documenti bancari relativi alla presunta «rapina» della famiglia Biden: Bank of America, Cathay Bank, JPMorgan Chase e HSBC.
In un memorandum del 16 aprile intitolato «Nuove prove risultanti dall’indagine della Commissione di Supervisione sui piani commerciali e di influenza della famiglia Biden», il personale della maggioranza del comitato per la supervisione e la responsabilità afferma che il comitato ha recentemente ottenuto documenti finanziari relativi a John Robinson Walker, che descrivono come «un socio della famiglia Biden».
Il memorandum afferma poi che la società di Walker «ha ricevuto un bonifico di 3 milioni di dollari da una società cinese nel marzo 2017, meno di due mesi dopo che il vicepresidente Joe Biden ha lasciato l’incarico pubblico, e che il signor Walker ha poi trasferito oltre un milione di dollari su vari conti bancari associati con i Biden nei mesi successivi».
Vari membri della famiglia Biden sono identificati come destinatari di questi trasferimenti, tra cui «uno sconosciuto “Biden”», che potrebbe rivelarsi essere il «pezzo grosso» in persona, Joe Biden.
Il senatore Johnson ha dichiarato che l’operazione di traffico d’influenza della famiglia Biden ha cercato denaro dai fondi sovrani di oltre una dozzina di nazioni. Secondo il rapporto precedente, le e-mail esaminate da Fox News Digital mostrano che anche i fondi sovrani in Irlanda, Oman e Qatar sono stati sfruttati dalla famiglia Biden.
«Il nostro rapporto mostra qualcosa come una dozzina di Paesi diversi in cui Hunter Biden stava di nuovo spacciando il nome della famiglia, cercando di vendere influenza. Ma penso che il tentativo di attingere ai fondi sovrani… sia piuttosto rivelatore», ha detto Johnson.
Il senatore in seguito ha chiesto retoricamente «perché dovrebbero voler pagare nelle casse della famiglia Biden e nella truffa della famiglia Biden? Bene, è per guadagnare influenza. … Il livello in cui è compromesso questo presidente, credo, è semplicemente sbalorditivo».
Quattro banche che sono state citate in giudizio finora, tutte con affari in questioni geopolitiche rilevanti, in particolare Bank of America, JPMorgan Chase e HSBC (ex Hongkong and Shanghai Bank, che gestiva il commercio dell’oppio ai tempi delle guerre dell’oppio contro la Cina, insieme a JP Morgan). In particolare, nel 2013 l’ex direttore dell’FBI Jim Comey è stato cooptato nel consiglio di amministrazione di HSBC forse per la sua conoscenza dei cartelli della droga – dei quali HSBC aveva riciclato i miliardi in uno scandalo gigantesco per il quale pagò una multa da 1,9 miliardi di dollari nel 2019. Come noto, poi Comey fece la sua parte all’interno dell’operazione anti Trump conosciuta come Russiagate.
È citata anche Cathay Bank, descritta come una «banca collegata alla Cina», sebbene fondata negli Stati Uniti da immigrati dalla Cina. Cathay ha stipulato un accordo nel 2021 con HSBC Bank USA per l’acquisizione delle operazioni al dettaglio di HSBC sulla costa occidentale, tra cui 10 filiali a Washington e in California.
In molti infatti accusano Biden di essere una marionetta degli interessi del Partito Comunista Cinese. Secondo un libro uscito nel 2022, i Biden avrebbero guadagnato 31 milioni di dollari da individui con «legami diretti con gli apparati cinesi di spionaggio, ma si parla anche di affari diretti con il giro del presidente cinese Xi Jinping.
Biden avrebbe incontrato i soci d’affari del figlio Hunter almeno 14 volte. A inizio 2022 erano inoltre emersi legami con la casta di potere kazaka.
Come riportato da Renovatio 21, nel 2014 l’allora vicepresidente Biden andò in Ucraina e chiese a presidente e primo ministro la destituzione di un procuratore generale che, guarda caso, indagava anche sull’azienda che pagava il figlio Hunter. Il presidente, non si sa se in un momento di demenza senile, ha confessato in pubblico l’episodio durante un incontro al Council for Foreign Relation.
Hunter Biden parrebbe davvero coinvolto anche nella questione dei biolaboratori ucraini finanziati dagli USA, che la Russia accusa di produzione di armi biologiche all’interno di una determinata operazione militare che vedrebbe coinvolti Big Pharma e membri e sostenitori miliardari del Partito Democratico USA.
Politica
I detenuti minacciano Sarkozy e giurano vendetta vera per Gheddafi
Un video girato con un cellulare nella prigione parigina La Santé sembra mostrare che i detenuti hanno minacciato l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy di vendicare la morte del defunto leader libico Muammar Gheddafi.
Sarkozy, 70 anni, ha iniziato a scontare la sua condanna a cinque anni martedì, dopo che un tribunale di Parigi lo ha dichiarato colpevole di associazione a delinquere finalizzata a finanziare la sua campagna presidenziale del 2007 con denaro di Gheddafi, contro il quale in seguito guidò un’operazione di cambio di regime sostenuta dalla NATO che distrusse la Libia e portò alla morte di Gheddafi.
Martedì hanno iniziato a circolare video ripresi da La Sante, in cui presunti detenuti minacciavano e insultavano Sarkozy, che sta scontando la sua pena nell’ala di isolamento del carcere.
«Vendicheremo Gheddafi! Sappiamo tutto, Sarko! Restituisci i miliardi di dollari!», ha gridato un uomo in un video pubblicato sui social media. «È tutto solo nella sua cella. È appena arrivato… se la passerà brutta».
A viral video shows a prisoner confronting Nicolas Sarkozy, saying, “We’ll avenge Gaddafi. Give back the billions.” The former French president, jailed for conspiracy, is accused of taking Libyan money before leading NATO’s 2011 war that killed Gaddafi. pic.twitter.com/KlAISnFVSX
— comra (@comrawire) October 22, 2025
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Il ministro degli Interni francese Laurent Nunez ha sottolineato che, a causa del pericolo, due agenti di polizia della scorta di sicurezza assegnata agli ex presidenti saranno di stanza in modo permanente nelle celle adiacenti a quella di Sarkozy.
«L’ex presidente della Repubblica ha diritto alla protezione in virtù del suo status. È evidente che sussiste una minaccia nei suoi confronti, e questa protezione viene mantenuta durante la sua detenzione», ha dichiarato Nunez mercoledì alla radio Europe 1.
Sarkozy, che ha guidato la Francia tra il 2007 e il 2012, ha negato tutte le accuse a suo carico, sostenendo che siano di matrice politica. Il suo team legale ha presentato una richiesta di scarcerazione anticipata, in attesa del procedimento di appello.
L’inchiesta su Sarkozy è iniziata nel 2013, in seguito alle affermazioni del figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, secondo cui suo padre aveva fornito alla campagna dell’ex presidente circa 50 milioni di euro.
A dicembre 2024, la Corte Suprema francese ha confermato una condanna del 2021 per corruzione e traffico di influenze, imponendo a Sarkozy un dispositivo elettronico per un anno. È stato anche condannato per finanziamento illecito della campagna per la rielezione fallita del 2012, scontando la pena agli arresti domiciliari.
Nel 2011, Sarkozy ha avuto un ruolo di primo piano nell’intervento della coalizione NATO che ha portato alla cacciata e alla morte di Gheddafi, facendo sprofondare la Libia in un caos dal quale non si è più risollevata.
Come riportato da Renovatio 21, all’inizio del 2025 gli era stata revocata la Legion d’Onore. In Italia alcuni hanno scherzato dicendo che ora «Sarkozy non ride più», un diretto riferimento a quando una sua risata fatta con sguardo complice ad Angela Merkel precedette le dimissioni del premier Silvio Berlusconi nel 2011 e l’installazione in Italia (sotto la ridicola minaccia dello «spread») dell’eurotecnocrate bocconiano Mario Monti.
Nell’affaire Gheddafi finì accusata di «falsificazione di testimonianze» e «associazione a delinquere allo scopo di preparare una frode processuale e corruzione del personale giudiziario» anche la moglie del Sarkozy, l’algida ex modella torinese Carla Bruni, la quale, presentatole il presidente dall’amico comune Jacques Séguela (pubblicitario autore delle campagne di Mitterand e Eltsin) secondo la leggenda avrebbe confidato «voglio un uomo dotato della bomba atomica».
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Politica
Il Giappone elegge una donna conservatrice come primo ministro
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Politica
Elezioni in Bolivia, il Paese si sposta a destra
Domenica si è svolto in Bolivia il ballottaggio per le elezioni presidenziali, che ha visto contrapporsi due candidati di destra: il senatore centrista Rodrigo Paz Pereira e l’ex presidente conservatore Jorge Quiroga.
I risultati preliminari indicano che Paz ha ottenuto il 54,6% dei voti, mentre Quiroga si è fermato al 45,4%. Sebbene sia prevista un’analisi manuale delle schede, è improbabile che il risultato definitivo differisca significativamente dal conteggio iniziale, basato sul 97% delle schede scrutinate.
Le elezioni segnano la fine del ventennale dominio del partito di sinistra Movimiento al Socialismo (MAS), che ha subito una pesante sconfitta nelle elezioni di fine agosto. Il presidente uscente Luis Arce – che ha recentemente accusato gli USA di controllare l’America latina sotto la maschera della «guerra alla droga» – non si è ricandidato, e il candidato del MAS, il ministro degli Interni Eduardo del Castillo, ha raccolto solo il 3,16% dei voti, superando di poco la soglia necessaria per mantenere lo status legale del partito.
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Nel primo turno, la destra ha dominato: Paz ha ottenuto il 32,1% dei voti e Quiroga il 26,8%. Il magnate di centro-destra Samuel Doria Medina, a lungo favorito nei sondaggi, si è classificato terzo con il 19,9% e ha subito appoggiato Paz per il ballottaggio.
Entrambi i candidati hanno basato la loro campagna sullo smantellamento dell’eredità del MAS, differendo però nei metodi. Paz ha promesso riforme graduali, mentre Quiroga ha sostenuto cambiamenti rapidi, proponendo severe misure di austerità per affrontare la crisi.
Il MAS non si è mai ripreso dai disordini del 2019, quando l’ex presidente Evo Morales fu deposto da un colpo di Stato subito dopo aver ottenuto un controverso quarto mandato. In precedenza, Morales aveva perso di misura un referendum per modificare la norma costituzionale che limita a due i mandati presidenziali e vicepresidenziali. Più di recente, Morales ha accusato tentativi di assassinarlo ed è entrato in sciopero della fame, mentre i suoi sostenitori hanno dato vita ad una ribellione. Il Morales, recentemente accusato anche di stupro (accuse che lui definisce «politiche»), in una lunga intervista aveva detto che dietro il suo rovesciamento nel 2019 vi erano «la politica dell’impero, la cultura della morte» degli angloamericani.
Il colpo di Stato portò al potere la politica di destra Jeanine Áñez, seconda vicepresidente del Senato. Tuttavia, il MAS riconquistò terreno nelle elezioni anticipate dell’ottobre 2020, mentre Áñez fu incarcerata per i crimini commessi durante la repressione delle proteste seguite al golpe.
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Il passaggio storico è stato definito da alcuni come la prima «guerra del litio», essendo il Paese ricco, come gli altri Stati limitrofi, della sostanza che rende possibile la tecnologia di computer, telefonini ed auto elettriche.
Come riportato da Renovatio 21, un tentato colpo di Stato vi fu anche l’anno scorso quando la polizia militare e veicoli blindati hanno circondato il palazzo del governo nella capitale La Paz.
Sotto il presidente Arce la Bolivia si era avvicinata ai BRICS e aveva iniziato a commerciare in yuan allontanandosi dal dollaro.
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