Geopolitica
«Le strutture militari di Rostov sono sotto controllo. Non ci sono problemi». Il videomessaggio di Prigozhin nel quartier generale della città sul Don

Renovatio 21 ha sottotitolato il videomessaggio rilasciato stamattina presto da Prigozhin dopo che ha preso possesso del quartier generale dell’esercito a Rostov sul Don.
Il discorso sentito nella sua interezza mostra l’avversione del capo della Wagner per i capi militari moscoviti, ma al contempo la volontà di non interrompere le operazioni militari contro l’Ucraina, la logistica militare e sanitaria.
Prigozhin, al contempo, dice di non aver rimosso alcun ufficiale della base: a significare sempre il suo problema con i vertici, accusati di mentire sull’entità delle perdite russe, sia in fatto di territorio che in fatto di esseri umani.
«Siamo in sede al quartier generale, ore 07:30 del mattino» dice Prigozhin guardando l’obiettivo della telecamera. «Le strutture militari di Rostov sono sotto controllo, compreso l’aeroporto. Gli aerei che decollano per il lavoro di combattimento, decollano regolarmente. Non ci sono problemi. Gli aerei sanitari partono. Non ci sono problemi».
Il discorso di Prigozhin stamattina nel quartier generale dell'esercito russo a Rostov. Sottotitoli di Renovatio 21 pic.twitter.com/sOhhUsKTve
— Renovatio 21 (@21_renovatio) June 24, 2023
«Tutto ciò che facciamo è prendere sotto controllo l’aviazione d’assalto in modo che non ci colpisca, e invece colpisca gli ucraini» dichiara il capo del gruppo Wagner.
«Il quartier generale funziona normalmente. Non ci sono problemi. Nessun ufficiale è stato rimosso» continua, «quindi quando vi dicono che il gruppo Wagner ha interferito con il lavoro, e qualcosa casca al fronte, questa non è la causa».
«Quando siamo venuti qui poi abbiamo confermato ancora una volta molte cose nuove. È stata persa un’enorme quantità di territorio. I soldati uccisi sono in tre quattro volte di più di quanto riportato nei documenti ai vertici. E ciò che viene riportato è 10 volte inferiore quello che dicono in TV» Prigozhin, negli audio di ieri, aveva accusato i vertici militari di vedere la guerra come un «racket».
«Le vittime sono fino a mille, in certi giorni. Questi sono i morti, i dispersi, i feriti e i cosiddetti “rifiutanti” [Prigozhin usa la parola russa refusenik, che significa anche dissidente, ndr] i quali rifiutano non perché siano spaventati, ma, come ho già detto, perché non hanno scelta: nessuna munizione, nessun comando».
Alla fine del messaggio, una stoccata ai vertici militari
«Il Capo di Stato Maggiore Generale è fuggito da qui. Non appena ho saputo di che ci stavamo avvicinando all’edificio» dice Prigozhin.
Come riportato da Renovatio 21, i generali russi stanno accusando Prigozhin di tentativo di golpe.
«Questa è una pugnalata alle spalle del Paese e del presidente», ha detto il generale Vladimir Alekseev, vice capo dell’agenzia di intelligence militare russa. «Questo è un colpo di Stato».
Un appello ai combattenti Wagner è stato fatto anche dal generale Surovikin, vice comandante delle forze congiunte russe, definito in Occidente come il «generale Armageddon».
«Faccio appello ai combattenti e ai comandanti del Gruppo Wagner», ha detto Surovikin. «Abbiamo percorso insieme una strada difficile. Abbiamo combattuto insieme, preso rischi insieme, subito perdite insieme e vinto insieme. Siamo dello stesso sangue. Siamo guerrieri. Vi esorto a smettere».
La situazione, precipitata ieri sera con gli audio incendiari del capo Wagner e proseguita stamattina con uomini e mezzi del gruppo mercenario sulle strade di Rostov, mentre mezzi corazzati sono visibili anche sulle strade di Mosca come misure anti-golpe, è tutta in divenire.
Immagine screenshot da Telegram
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

L’attivista conservatore Charlie Kirk, ucciso in un attentato, aveva dichiarato di essere minacciato di morte ogni giorno per le sue posizioni critiche, in particolare contro il sostegno finanziario degli Stati Uniti al conflitto ucraino. Si dice che almeno una minaccia di omicidio, attribuita a un portavoce ucraino, potrebbe essere stata diretta personalmente a lui.
Nel 2023, il Centro per il contrasto alla disinformazione di Kiev ha accusato Kirk di promuovere la «propaganda russa». Nel 2024, un sito ucraino aveva incluso Kirk e la sua organizzazione, Turning Point USA, in una lista nera comprendente 386 individui e 76 gruppi americani contrari al finanziamento dell’Ucraina.
Il transessuale americano Sarah Ashton-Cirillo, già responsabile della comunicazione in lingua inglese per le Forze di Difesa Territoriali ucraine, aveva dichiarato di voler «dare la caccia» a quelli che aveva definito «propagandisti del Cremlino», annunciando un imminente attacco contro una figura vicina al presidente russo Vladimir Putin.
Aveva in seguito minacciato anche giornalisti americani, e dichiarato che «i russi non sono esseri umani».
.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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«Proveranno a uccidere Steve Bannon, Tucker Carlson o forse me?» si era chiesto Kirk, citando altre note figure conservatrici dei media americani.
«Noi non siamo burattini di Putin né propagandisti russi, eppure il New York Times ci etichetta così, Twitter ci etichetta così», aveva affermato Kirk nel suo programma. «E quella persona, finanziata dal Tesoro degli Stati Uniti, dichiara: vi troveremo e vi uccideremo».
La questione se il governo degli Stati Uniti stesse finanziando Ashton-Cirillo è diventata oggetto di dibattito pubblico dopo che la sua dichiarazione è diventata virale, interessando anche l’allora senatore dell’Ohio JD Vance, oggi vicepresidente USA. Il transessuale statunitense fu quindi prontamente rimosso dalle forze armate ucraine.
Kirk è stato un critico costante dello Zelens’kyj, descrivendolo come «un bambino ingrato e capriccioso», un «go-go dancer» che non merita nemmeno un dollaro delle tasse americane e «un burattino della CIA che ha guidato il suo popolo verso un massacro inutile».
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Immagine di Gage Skidmore via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
Geopolitica
Mosca critica Israele per l’attacco al Qatar

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Geopolitica
«Li prenderemo la prossima volta» Israele non esclude un altro attacco al Qatar

Israele è determinato a uccidere i leader di Hamas ovunque risiedano e continuerà i suoi sforzi finché non saranno tutti morti, ha dichiarato martedì a Fox News l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Yechiel Leiter.
In precedenza, attacchi aerei israeliani hanno colpito un edificio residenziale a Doha, in Qatar, prendendo di mira alti esponenti dell’ala politica di Hamas. Il gruppo ha affermato che i suoi funzionari sono sopravvissuti, mentre l’attacco è stato criticato dalla Casa Bianca e condannato dal Qatar.
«Se non li abbiamo presi questa volta, li prenderemo la prossima volta», ha detto il Leiter.
L’ambasciatore ha descritto Hamas come «nemico della civiltà occidentale» e ha sostenuto che le azioni di Israele stavano rimodellando il Medio Oriente in modi che gli Stati «moderati» comprendevano e apprezzavano. «In questo momento, potremmo essere oggetto di qualche critica. Se ne faranno una ragione», ha detto riferendosi ai Paesi arabi.
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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha affermato che, sebbene smantellare Hamas sia un obiettivo legittimo, colpire un alleato degli Stati Uniti mina gli interessi sia americani che israeliani.
Leiter ha osservato che Israele «non ha mai avuto un amico migliore alla Casa Bianca» e che Washington e lo Stato Ebraico sono rimaste unite nel perseguire la distruzione del gruppo militante.
Il Qatar, che ospita funzionari di Hamas nell’ambito del suo ruolo di mediatore, ha dichiarato che tra le sei persone uccise nell’attacco israeliano c’era anche un agente di sicurezza del Qatar.
L’emiro del Qatar, lo sceicco Tamim bin Hamad al-Thani, ha denunciato l’attacco come un «crimine atroce» e un «atto di aggressione», mentre il ministero degli Esteri di Doha ha accusato Israele di «terrorismo di Stato».
Israele ha promesso di dare la caccia ai leader di Hamas, ritenuti responsabili del mortale attacco dell’ottobre 2023, lanciato da Gaza verso il sud di Israele. L’ambasciatore ha giurato che i responsabili «non sopravviveranno», ovunque si trovino.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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