Geopolitica
Le proteste infuriano per gli attacchi contro gli indù in Bangladesh
In Bangladesh sono scoppiate proteste a causa delle violenze interetniche segnalate in seguito alla cacciata del primo ministro Sheikh Hasina e all’insediamento di un governo ad interim.
Hasina si è dimessa lunedì scorso ed è fuggita in India dopo settimane di manifestazioni studentesche in tutto il paese contro un sistema di quote per gli incarichi governativi, criticato perché favoriva persone legate al partito Lega Awami dell’Hasina.
Le proteste sono iniziate pacificamente ma sono rapidamente diventate violente, provocando, a quanto si dice, più di 400 morti. Un governo ad interim è stato insediato giovedì con Mohammad Yunus, un premio Nobel per la pace noto per aver introdotto i concetti di microcredito e microfinanza, come suo consigliere capo, una posizione equivalente a quella di primo ministro.
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Decine di indù sono rimasti feriti in attacchi alle loro case e attività commerciali dopo la partenza di Hasina, secondo quanto riportato dai media bengalesi e indiani.
BREAKING: Islamists have torched two Hindu villages in Bangladesh.
Where are the world leaders?
Where is the United Nations?
Where is the world?Wake the hell up. Hindus are being massacred, and no one is doing a goddamn thing.
— Vivid.???????? (@VividProwess) August 11, 2024
Gli indù costituiscono circa il 9% della popolazione del Bangladesh, una nazione a maggioranza musulmana. La comunità indù ha storicamente sostenuto la prevalentemente laica Lega Awami (che si dice nazionalista, democratica, secolarista e socialista) di Sheikh Hasina, che ha coltivato stretti legami con Nuova Delhi nell’ultimo decennio.
Nel fine settimana, centinaia di migliaia di persone hanno partecipato a raduni a Dhaka e Chittagong, le due città più grandi, per chiedere la sicurezza degli indù e la punizione per coloro che li attaccano, hanno riferito i media locali. I manifestanti hanno chiesto l’assegnazione del 10% dei seggi parlamentari alle minoranze e l’emanazione di una legge sulla protezione delle minoranze.
Islamists have burned down the home of a Hindu family in Bangladesh, completely destroying their house along with their cattle shelter, resulting in the deaths of many animals, including cows and goats.
They even attacked an old Mandir, looting and setting it on fire, leaving… pic.twitter.com/aMSfuGsAm4
— Bloody Media (@bloody_media) August 13, 2024
This burning house belongs to Bangladeshi Hindu cricketer Liton Das. If an international cricketer is not safe in Bangladesh,think the situation of common Bangladeshi Hindus.
Divide Bangladesh in 2 parts. Make a separate country for Bangladeshi Hindus. This is the only solution. pic.twitter.com/hSRQJF3Z8w
— Baba Banaras™ (@RealBababanaras) August 7, 2024
Lo Yunus ha condannato gli attacchi contro gli indù, descrivendoli come «atroci». Ha esortato gli studenti in prima linea nelle proteste a proteggere le famiglie indù, cristiane e buddiste da ogni danno. Domenica, il governo ad interim ha affermato nella sua prima dichiarazione ufficiale di aver notato attacchi alle minoranze religiose in alcuni luoghi «con grave preoccupazione».
Proteste simili hanno avuto luogo nella vicina India, dove c’è una maggioranza indù. Nuova Delhi ha anche istituito un comitato speciale per monitorare i presunti attacchi contro gli indù e la situazione lungo i 4.000 km di confine del paese con il Bangladesh. In mezzo alla spirale di violenza, le forze di sicurezza indiane hanno impedito a decine di persone di attraversare il confine.
#Bangladesh
Hindu minorities are rising against the Islamic persecution!Right now, a protest rally is going on in #Gaibandha district.
Keep fighting! pic.twitter.com/7qEaKfqJnI
— Hindu Voice (@HinduVoice_in) August 12, 2024
Hindus of West Bengal are with Hindus of #Bangladesh.
Against the ongoing Hindu persecution in Bangladesh,Hindus held a protest rally in Kolkata West Bengal.
Slogan by @SubodhDas_BJYM Bhai.@VoiceofHindu71 @hindu8789 pic.twitter.com/IDxMqOJGg0— Amit Thakur ???????? (@Amit_Thakur_BJP) August 8, 2024
Nel congratularsi con Yunus per la sua nomina a leader del governo ad interim, il primo ministro indiano Narendra Modi ha anche chiesto la protezione degli indù e delle altre minoranze in Bangladesh.
Si sono tenute proteste anche negli Stati Uniti per condannare le presunte atrocità. Domenica, circa 300 indiani americani e indù di origine bengalese si sono radunati al Sugar Land City Hall di Houston per protestare. Venerdì, un gran numero di persone ha protestato fuori dalla Casa Bianca a Washington, chiedendo giustizia per le minoranze in Bangladesh.
Bangladeshi and Indian Hindus protests in front of white house over Hindu genocide in Bangladesh#SaveBangladeshiHindus pic.twitter.com/u20XdCDWMX
— Priya (@priyaakulkarni2) November 22, 2021
Hindus come out in large numbers in front of White House in solidarity with persecuted Hindu minority of Bangladesh which has suffered major violent attacks over last many days.
pic.twitter.com/gzYki4jHWn— Hindi knowledge show ???? (@HKShow_YT) August 11, 2024
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Nel frattempo, diversi organi di stampa in Bangladesh hanno suggerito che alcune clip condivise sui social media che presumibilmente mostravano violenza contro gli indù erano state estrapolate dal contesto o erano completamente «false», e sono state amplificate dai media indiani. Il quotidiano Prothom Alo domenica ha riferito, citando alcuni esempi, che alcuni casi di presunte aggressioni alla comunità indù evidenziati dai media indiani erano falsi.
Secondo i media del Bangladesh, dalla caduta del governo il 5 agosto, la polizia è scomparsa dalle strade, creando un vuoto di legge e ordine, in particolare nella capitale Dhaka, dove gli studenti sono stati visti dirigere il traffico.
Un articolo dell’agenzia AFP ha osservato che la polizia aveva giurato di non riprendere il lavoro finché la loro sicurezza in servizio non fosse stata garantita dopo che 42 ufficiali erano stati uccisi durante le proteste. Tuttavia, da lunedì, la polizia ha ripreso i pattugliamenti della capitale.
Nel frattempo, in India cominciano le manifestazioni di solidarietà con i correligionari bengalesi.
Protests started in Telangana…
Upon the call given by Hindu Aikyavedika in Vikarabad, all business establishments in Vikarabad district headquarters voluntarily closed.
In solidarity with Hindu community in Bangladesh condemning brutal killings in #Bangladesh. #HinduUnity pic.twitter.com/ac6HeqsuVO
— Advocate Neelam Bhargava Ram (@nbramllb) August 12, 2024
Come riportato da Renovatio 21, la Hasina incolpa una vendetta USA per la mancata approvazione di una base nel territorio bengalese come la vera ragione dietro al colpo di Stato.
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Immagine screenshot da Twitter
Geopolitica
Turchia, effigie di Netanyahu appesa a una gru: «pena di morte»
Turkish academic creates model of hanged 🇮🇱PM Netanyahu, with a “Death Penalty” sign. Proudly aided by a state company.
Turkish authorities have not disavowed this disgraceful behavior. In Erdoğan’s Turkey, hatred & antisemitism isn’t condemned. It’s celebrated. pic.twitter.com/19MALpzEEW — Israel Foreign Ministry (@IsraelMFA) October 26, 2025
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Droga
Trump punta ad attaccare le «strutture della cocaina» in Venezuela
Il presidente statunitense Donald Trump sta esaminando proposte per operazioni militari americane contro presunte «strutture per la produzione di cocaina» e altri bersagli legati al narcotraffico all’interno del Venezuela. Lo riporta la CNN, che cita fonti anonime.
Due funzionari non identificati hanno dichiarato alla rete che Trump non ha scartato l’ipotesi di un negoziato diplomatico con Nicolás Maduro, nonostante recenti indicazioni secondo cui gli Stati Uniti avrebbero interrotto del tutto i colloqui con Caracas, mentre valutano una possibile campagna per destituire il leader venezuelano.
Tuttavia, una fonte della CNN ha precisato che «ci sono piani sul tavolo che il presidente sta esaminando» per azioni mirate all’interno del Venezuela. Un terzo funzionario ha indicato che l’amministrazione Trump sta considerando varie opzioni, ma al momento si concentra sulla «lotta alla droga in Venezuela».
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A giudizio di alcuni esponenti dell’amministrazione statunitense, una campagna antidroga nel Paese sudamericano potrebbe accrescere la pressione per un cambio di regime a Caracas. Trump ha pubblicamente smentito l’intenzione di rimuovere Maduro dal potere.
Nelle scorse settimane, le forze armate americane hanno condotto vari raid contro imbarcazioni sospettate di narcotraffico e, secondo Washington, collegate al Venezuela, causando decine di vittime.
Giovedì, Trump – che aveva già confermato l’autorizzazione di operazioni della CIA in Venezuela – ha dichiarato che gli Stati Uniti potrebbero estendere la loro campagna antidroga dal mare alla terraferma, senza entrare in dettagli. Inoltre, la portaerei USS Gerald R. Ford è stata inviata nei Caraibi per sostenere l’operazione antidroga.
Maduro ha respinto ogni legame del suo governo con il traffico di stupefacenti, insinuando che gli Stati Uniti stiano usando le accuse come copertura per un cambio di regime. Dopo le notizie sul dispiegamento della portaerei, il presidente venezuelano ha accusato Washington di perseguire «una nuova guerra eterna».
Secondo un reportaggio del New York Times, Maduro stesso avrebbe proposto agli Stati Uniti significative concessioni economiche, inclusa la possibilità per le aziende americane di acquisire una quota rilevante nel settore petrolifero, durante negoziati segreti durati mesi. Tuttavia, Washington avrebbe rifiutato l’offerta, con il futuro politico del presidente Nicolas Maduro come principale ostacolo.
Un precedente articolo del quotidiano neoeboraceno riportava che Trump avesse ordinato l’interruzione dei colloqui con il Venezuela, «frustrato» dal rifiuto di Maduro di cedere volontariamente il potere. Il giornale suggeriva anche che gli Stati Uniti stessero pianificando una possibile escalation militare.
Nel frattempo, Maduro ha avvertito che il Venezuela entrerebbe in uno stato di «lotta armata» in caso di attacco, aumentando la prontezza militare in tutto il Paese.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso, gli Stati Uniti hanno inviato almeno otto navi della Marina, un sottomarino d’attacco e circa 4.000 soldati vicino alla costa venezuelana, dichiarando che la missione mirava a contrastare i cartelli della droga. Washington ha sostenuto che l’armata ha affondato tre imbarcazioni venezuelane, senza però fornire prove che le persone a bordo fossero criminali.
La Casa Bianca accusa da tempo Maduro di guidare una rete di narcotrafficanti nota come «Cartel de los Soles», sebbene non vi siano prove schiaccianti o prove concrete che lo dimostrino, tuttavia lo scorso anno gli USA sono arrivati a sequestrare un aereo presumibilmente utilizzato dal presidente di Carcas. È stato anche accusato di aver trasformato l’immigrazione in un’arma, sebbene Maduro si sia mostrato pronto a dialogare con le delegazioni diplomatiche americane sulla questione.
Come riportato da Renovatio 21, a inizio anno Maduro aveva dichiarato che Washington ha aperto il suo libretto degli assegni a una schiera di truffatori e bugiardi per destabilizzare il Venezuela, quando gli Stati Uniti si sono rifiutati di riconoscere le elezioni del 2024 in Venezuela.
Secondo Maduro, almeno 125 militanti provenienti da 25 Paesi sono stati arrestati dalle autorità venezuelane. Aveva poi accusato Elone Musk di aver speso un miliardo di dollari per un golpe in Venezuela. Negli stessi mesi si parlò di un piano di assassinio CIA di Maduro sventato.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
Thailandia e Cambogia firmano alla Casa Bianca un accordo di cessate il fuoco
HISTORIC PEACE BETWEEN THAILAND & CAMBODIA. President Trump and Malaysia’s Prime Minister Anwar Ibrahim hosted the Prime Ministers of Thailand and Cambodia for the signing of the ‘Kuala Lumpur Peace Accords’—a historic peace declaration. pic.twitter.com/BZRJ2b2KLY
— The White House (@WhiteHouse) October 26, 2025
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