Bioetica
Le leggi sul suicidio assistito sono un pericolo per i disabili. Lo scrive uno studio americano
Uno studio americano afferma che le leggi sul suicidio assistito rappresentano un pericolo per le persone con disabilità
Il National Council on Disability (NCD) ha pubblicato una lucida analisi sull’effetto delle leggi sul suicidio assistito negli Stati Uniti sulle persone con disabilità. Ha scoperto che le garanzie sono inefficaci e che esiste poca supervisione su abusi ed errori.
Uno studio americano afferma che le leggi sul suicidio assistito rappresentano un pericolo per le persone con disabilità
In otto stati e nel Distretto di Columbia è legale per i medici prescrivere farmaci letali a pazienti con diagnosi di malattia terminale e con una prognosi di vita inferiore ai sei mesi, a condizione di seguire determinate procedure.
La liberazione dal dolore è spesso la motivazione principale per chi cerca il suicidio assistito. Nel rapporto, Le leggi sul suicidio assistito e i pericoli per le persone con disabilità, NCD sostiene che le ragioni più frequenti addotte da chi richiede il suicidio assistito sono direttamente correlate a bisogni insoddisfatti di servizio e supporto. Queste dovrebbero essere affrontati attraverso nuove leggi e maggiori finanziamenti, afferma NCD, non il suicidio assistito.
La liberazione dal dolore è spesso la motivazione principale per chi cerca il suicidio assistito
«Le leggi sul suicidio assistito si basano sul concetto che si tratta di una scelta aggiuntiva per le persone alla fine della loro vita; tuttavia, nella pratica, spesso escludono le alternative quando l’opzione più economica è porre fine alla propria vita anziché fornire trattamenti per allungarla o servizi e supporti a migliorarla», ha dichiarato Neil Romano, presidente dell’NCD.
Esaminando attentamente l’esperienza in Oregon, dove la pratica è legale da 20 anni, NCD ha scoperto che l’elenco delle condizioni ammissibili per il suicidio assistito si è allungato considerevolmente nel tempo, arrivando ad includere molte infermità che, se adeguatamente trattate, non provocano la morte, ad esempio artrite, diabete e insufficienza renale.
«Nella pratica, spesso si escludono le alternative quando l’opzione più economica è porre fine alla propria vita anziché fornire trattamenti per allungarla o servizi e supporti a migliorarla»
Le leggi sul suicidio assistito e i pericoli per le persone con disabilità rileva anche l’aumento dei suicidi negli stati in cui il suicidio assistito è legale, così come un allentamento delle garanzie esistenti sia negli Stati con suicidio assistito legalizzato sia negli Stati che stanno vagliando i progetti di legge da legalizzare.
Nel rapporto, NCD evidenzia i limiti delle presunte garanzie.
Si legge, infatti:
— Gli assicuratori hanno negato ai pazienti cure mediche costose e di supporto alla vita, ma si sono offerti di sovvenzionare farmaci letali per loro, incoraggiando potenzialmente i pazienti ad accelerare la propria morte;
— Diagnosi errate della malattia terminale possono accelerare la morte dei pazienti spaventati;
— Sebbene la paura e la depressione spesso guidano le richieste di suicidio assistito, il rinvio a una valutazione psicologica è estremamente raro prima che i medici prescrivano farmaci letali;
— Le pressioni finanziarie ed emotive possono distorcere la scelta del paziente;
Esaminando l’Oregon, dove la pratica è legale da 20 anni, si nota come l’elenco delle condizioni ammissibili per il suicidio assistito si è allungato considerevolmente arrivando ad includere molte infermità che, se adeguatamente trattate, non provocano la morte, ad esempio artrite, diabete e insufficienza renale.
— I pazienti possono rivolgersi a più medici, senza limiti, per trovare un medico che ottenga il consenso di un collega e prescriva una dose letale;
La prova del contagio suicida negli stati in cui il suicidio assistito è legale è comune a diversi studi.
«Come persona che ha combattuto contro il cancro e, nonostante mi dicessero di avere solo alcune settimane di vita, continuo a migliorare dopo anni, so in prima persona che i medici ben intenzionati spesso sbagliano», ha detto Romano.
«Se il suicidio assistito è legale, si perderanno vite a causa di errori, abusi, mancanza di informazioni o mancanza di opzioni migliori; nessuna garanzia attuale o proposta può cambiarlo».
Il dibattito arriva in un momento delicato.
Mentre le persone stanno combattendo per il diritto a morire tramite iniezioni letali, assistiamo a una massiccia repressione sull’uso di oppiacei potenzialmente dannosi.
La prova del contagio suicida negli stati in cui il suicidio assistito è legale è comune a diversi studi
Il rapporto sottolinea che «le persone che dipendono dagli oppiacei per ridurre il dolore spesso si vedono trattare come criminali.» Può essere più facile ottenere una prescrizione per morire che una per alleviare il dolore.
Il rapporto NCD sottolinea, inoltre, che molte organizzazioni nazionali per i diritti dei disabili si oppongono alla legalizzazione del suicidio assistito. Tutti i gruppi nazionali che hanno preso posizione sono contrari.
Il Consiglio Nazionale sulla Disabilità è un’agenzia federale indipendente che fornisce consulenza al Presidente, al Congresso e ad altre agenzie federali in merito a politiche, programmi, pratiche e procedure che riguardano le persone con disabilità. È stato uno dei primi oppositori della legalizzazione del suicidio assistito e ha rilasciato una forte dichiarazione nel 1997, che è stata ribadita nel 2005.
Fonte: Michael Cook per BioEdge
Bioetica
Il Quebecco si muove per riconoscere il «diritto» all’aborto nella proposta di costituzione
Il Quebecco ha proposto una legge per sancire un apparente «diritto» all’aborto nella bozza di costituzione della provincia canadese.
Il 9 ottobre, l’Assemblea nazionale del Quebecco ha presentato il disegno di legge n. 1, Legge costituzionale del 2025 sul Quebec, che mira a stabilire una costituzione per il Quebec che dia priorità ai valori della provincia, tra cui la cosiddetta «libertà» di aborto.
«Ora dobbiamo andare oltre», ha dichiarato il primo ministro François Legault all’Assemblea Nazionale. «Il Quebecco ha scelto di restare in Canada, ma ha anche scelto di affermare il suo carattere nazionale e distintivo».
«È giunto il momento di affermare, in modo chiaro, l’esistenza costituzionale della nazione del Quebecco», ha proseguito. «La Costituzione riunirà tutte le nostre regole, tutti i nostri valori fondamentali in un’unica legge. Diventerà la legge di tutte le leggi».
La proposta di legge costituzionale comprende diversi emendamenti contrari alla vita, tra cui l’inserimento delle leggi sull’aborto e sull’eutanasia nella costituzione provinciale. La legge è stata approvata con 71 voti favorevoli e 30 contrari. «Lo Stato protegge la libertà delle donne di abortire», promette l’articolo numero 29.
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Il Quebecco ha recentemente confermato il suo sostegno all’aborto quando la Corte superiore provinciale ha stabilito che le “zone bolla” delle strutture per l’aborto sono incostituzionali, ma «giustificate».
Attualmente, la legge del Quebec impedisce l’attività di advocacy pro-life entro un raggio di 50 metri da qualsiasi struttura o sede di un’attività che offre di eseguire il feticidio. Tra le attività vietate rientrano anche scoraggiare una donna dall’aborto od offrire risorse alternative per aiutare la madre a tenere il bambino.
Inoltre, la legge promette di prendere di mira i malati e gli anziani attraverso l’eutanasia. La legge si impegna a garantire che «qualsiasi persona le cui condizioni lo richiedano abbia il diritto di ricevere cure di fine vita», un termine che include il ricorso all’eutanasia. Da notare come l’anno scorso era emerso uno studio sul Quebecco che rivelava che più di uno su dieci bambini abortiti nel secondo trimestre nasce vivo, ma solo il 10% sopravvive più di tre ore.
Allo stesso tempo, il Quebecco, una provincia notoriamente liberale, ha il tasso più alto di suicidio assistito in Canada.
La provincia ha registrato un aumento del 17% dei decessi per eutanasia nel 2023 rispetto al 2022, con il programma che ha causato la morte di 5.686 persone. Questa cifra elevata rappresenta un impressionante 7,3% di tutti i decessi nella provincia, collocando il Québec in cima alla lista a livello mondiale. Di conseguenza, si è avuto anche il rivoltante record per la predazione degli organi, con la triplicazione dei trapianti da vittime di eutanasia.
Come riportato da Renovatio 21, ad agosto l’Ordine dei medici del Quebecco ha dichiarato che l’eutanasia è un «trattamento appropriato» per i bambini nati con gravi problemi di salute. L’eutanasia per i neonati era stata sostenuta dai medici quebecchesi ancora tre anni fa, mentre è discussa apertamente l’eliminazione eutanatica dei malati di demenza.
Gli sforzi quebecchesi si iscrivono in un contesto globale in cui, come per un silenzioso ordine dipanato in tutta la Terra, vari Paesi a trazione progressista sta cercando di costituzionalizzare l’aborto, sulla scorta di quanto fatto da Emanuele Macron in Francia due anni fa.
Come riportato da Renovatio 21, anche il governo spagnuolo sta lavorando per sancire il diritto al feticidio nella Costituzione.
Un anno fa a Brusselle è stato approvato il progetto di inclusione dell’aborto nella Carta Europea. L’anno precedente gli eurodeputati avevano chiesto che il feticidio divenisse «diritto fondamentale».
Altri Paesi non marciano nella stessa direzione, Cinque giorni fa il Parlamento Olandese ha respinto una risoluzione che dichiarava l’aborto come «diritto umano», idea alla base di tanti progetti di enti transnazionali
Due mesi fa la Repubblica Domenicana ha riconfermato il divieto totale di aborto.
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Bioetica
Morte cerebrale, trapianti, predazione degli organi, eutanasia: dai criteri di Harvard alla nostra carta d’identità
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Ambiente
Studi sui metodi per testare le sostanze chimiche della pillola abortiva nelle riserve idriche
I funzionari governativi USA stanno valutando se sia possibile sviluppare metodi per rilevare le sostanze chimiche contenute nella pillola abortiva nelle riserve idriche degli Stati Uniti, in seguito all’iniziativa del gruppo Students for Life. Lo riporta LifeSite.
Quest’estate, i funzionari dell’Agenzia per la Protezione Ambientale americana (EPA) hanno incaricato gli scienziati di determinare se fosse possibile sviluppare metodi per rilevare tracce di pillole abortive nelle acque reflue. Sebbene al momento non esistano metodi approvati dall’EPA, è possibile svilupparne di nuovi, hanno recentemente dichiarato al New York Times due fonti anonime.
La divulgazione fa seguito alla richiesta di 25 membri repubblicani del Congresso USA che hanno chiesto all’EPA di indagare sulla questione.
«Esistono metodi approvati dall’EPA per rilevare il mifepristone e i suoi metaboliti attivi nelle riserve idriche?», chiedevano i deputati in una lettera del 18 giugno. «In caso contrario, quali risorse sono necessarie per sviluppare questi metodi di analisi?»
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I legislatori hanno osservato che il mifepristone è un «potente bloccante del progesterone» che altera l’equilibrio ormonale e potrebbe «potenzialmente interferire con la fertilità di una persona, indipendentemente dal sesso».
Dopo l’annullamento della sentenza Roe v. Wade, Students for Life aveva rilanciato una campagna per indagare sulle tracce di pillole abortive e sui resti fetali nelle acque reflue. Il gruppo ha affermato che il mifepristone e i resti fetali potrebbero potenzialmente danneggiare gli esseri umani, gli animali e l’ambiente.
Nel novembre 2022, i dipendenti di Students for Life si sono lamentati del fatto che le agenzie governative non controllassero le acque reflue per individuare eventuali sostanze chimiche contenute nelle pillole abortive e hanno deciso di assumere i propri «studenti investigatori» per analizzare l’acqua.
La campagna era fallita sotto l’amministrazione Biden. Nella primavera del 2024, undici membri del Congresso, tra cui il senatore Marco Rubio della Florida, attuale Segretario di Stato, scrissero all’EPA chiedendo in che modo il crescente uso di pillole abortive potesse influire sull’approvvigionamento idrico.
Secondo due funzionari, l’EPA ha scoperto di non aver condotto alcuna ricerca precedente sull’argomento, ma non ha avviato alcuna nuova indagine correlata.
Kristan Hawkins, presidente di Students for Life, ha annunciato venerdì: «tre presidenti democratici hanno promosso in modo sconsiderato l’uso della pillola abortiva chimica. Ora l’EPA sta finalmente indagando sull’inquinamento causato dalla pillola abortiva».
«Ogni anno oltre 50 tonnellate di sangue e tessuti contaminati chimicamente finiscono nei nostri corsi d’acqua», ha continuato su X. «Spetta al presidente Trump e al suo team ripulire questo disastro».
A giugno un rapporto pubblicato da Liberty Counsel Action indicava che più di 40 tonnellate di resti di feti abortiti e sottoprodotti della pillola abortiva sono infiltrati nelle riserve idriche americane.
«Come altri farmaci noti per causare effetti avversi sul nostro ecosistema, il mifepristone forma metaboliti attivi», spiega il rapporto di 86 pagine. «Questi metaboliti possono mantenere gli effetti terapeutici del mifepristone anche dopo essere stati escreti dagli esseri umani e contaminati dagli impianti di trattamento delle acque reflue (WWTP), la maggior parte dei quali non è progettata per rimuoverli».
Non si tratta della prima volta che vengono lanciati gli allarmi sull’inquinamento dei fiumi da parte della pillola abortiva RU486, detta anche «pesticida umano».
Come riportato da Renovatio 21, le acque di tutto il mondo sono inquinate da fortemente dalla pillola anticoncenzionale, un potente steroide usato dalle donne per rendersi sterili, che viene escreto con l’orina con effetto devastante sui fiumi e sulla fauna ittica. In particolare, vi è l’idea che la pillola starebbe facendo diventare i pesci transessuali.
Danni non dissimili sono stati rilevati per gli psicofarmaci, con studi sui pesci di fiume resi «codardi e nervosi».
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Nonostante i ripetuti allarmi sul danno ambientale dalla pillola, le amministrazioni di tutto il mondo – votate, in teoria, all’ecologia e alla Dea Gaia – continuano con programmi devastatori, come quello approvato lo scorso anno a Nuova York di distribuire ai topi della metropoli sostanze anticoncezionali. A ben guardare, non si trova un solo ambientalista a parlare di questa sconvolgente forma di inquinamento, ben più tremenda di quello delle auto a combustibile fossile.
Ad ogni modo, come Renovatio 21 ripeterà sempre, l’inquinamento più spiritualmente e materialmente distruttore è quello dei feti che con l’aborto chimico vengono espulsi nel water e spediti via sciacquone direttamente nelle fogne, dove verranno divorati da topi, pesci, insetti, anfibi e altri animali del sottosuolo.
Su questo non solo non si trovano ambientalisti a protestare: mancano, completamente, anche i cattolici.
Come riportato da Renovatio 21, l’OMS poche settimane fa ha aggiunto la pillola figlicida alla lista dei «medicinali essenziali». Il segretario della Salute USA Robert Kennedy jr. aveva promesso una «revisione completa» del farmaco di morte (gli sarebbe stato chiesto dallo stesso Trump) ma negli scorsi giorni esso è stato approvato dall’ente regolatore FDA.
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