Terrorismo
L’attentatore di Trump potrebbe aver avuto un account sui social media pro-Biden
Nel caso dell’enigmatico 20enne che ha tentato di uccidere Donald Trump qualche traccia della presenza sui social pare finalmente emergere, dopo che per giorni il mondo si era interrogato sulla bizzara condizione di questo ragazzo che non sembrava, a differenza di tutti i suoi coetanei, essere presente sui social.
Andrew Torba, il proprietario della piattaforma di social media alternativa Gab.com, ha annunciato che il tentato assassino di Donald Trump, ora deceduto, Thomas Matthew Crooks, potrebbe aver avuto un account sulla sua piattaforma in cui ha pubblicato un certo numero di volte apparentemente a sostegno dei «lockdown COVID del presidente Biden, delle politiche di confine e degli ordini esecutivi».
Il Torba afferma di essere venuto a conoscenza del presunto account solo dopo aver ricevuto una «richiesta di divulgazione di emergenza da un’agenzia di forze dell’ordine».
«Circa 30 minuti fa, Gab ha scoperto che Thomas Crooks, il folle sostenitore di Joe Biden che ha tentato di assassinare il presidente Donald Trump, potrebbe aver avuto un account sulla nostra piattaforma», ha scritto Torba su X mercoledì pomeriggio. «Non siamo in grado di confermare che l’account in questione appartenesse effettivamente a lui».
????Approximately 30 minutes ago, Gab learned that Thomas Crooks, the deranged Joe Biden supporter who attempted to assassinate President Donald Trump, may have had an account on our platform. We are unable to confirm that the account in question actually belonged to him.
The… pic.twitter.com/BcJrZJ4Yhk
— Andrew Torba (@BasedTorba) July 24, 2024
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«L’account è stato attivo l’ultima volta sul sito nel 2021. Per quanto ne sappiamo, l’account non ha utilizzato il sito per inviare messaggi diretti. Ha pubblicato sul sito nove (9) volte in totale», ha aggiunto Torba.
Descrivendo il contenuto dei post, Torba ha affermato: «Sebbene l’account abbia pubblicato pochissimi post sul sito, la maggior parte di essi erano a sostegno del presidente Biden. In particolare, diversi post esprimevano sostegno ai lockdown per COVID del presidente Biden, alle politiche di confine e agli ordini esecutivi”.
«Abbiamo salvato i dati dell’account in attesa del ricevimento di un mandato di perquisizione», ha affermato il padrone del social network alternativo (e perciò definito «di estrema destra») ai grandi colossi della Silicon Valley.
In un post separato, Torba ha pubblicato degli screenshot dei post presumibilmente pubblicati da Crooks, che, come ha affermato il capo di Gab, sembrano esprimere quantomeno un’approvazione tacita dell’approccio del Partito Democratico all’immigrazione illegale, ai lockdown dovuti al COVID e agli ordini esecutivi del presidente Joe Biden.
We are disclosing this information at significant personal and business risk. If the past is any guide, defying the D.C. consensus by publishing the first definitive evidence that the shooter was a Biden supporter – something Democrats and their media allies have tried to cover…
— Andrew Torba (@BasedTorba) July 24, 2024
— Andrew Torba (@BasedTorba) July 24, 2024
La notizia dell’account Gab potenzialmente collegato a Crooks segue di poco un altra notizia bomba di inizio settimana che ha scoperto che i dispositivi che «visitavano regolarmente» la casa e il posto di lavoro del potenziale assassino hanno visitato anche un luogo vicino al quartier generale dei servizi segreti e al quartier generale dell’FBI a Washington, scrive LifeSite.
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Il ragazzo sarebbe riuscito incredibilmente a far volare anche un drone sul luogo del comizio nel quale avrebbe quindi sparato al Trump. Online pareva essere rimasto solo un’annuncio inquietante fatto sulla piattaforma di videogiuochi Steam.
Nonostante la natura eclatante della sparatoria dell’ex presidente del 13 luglio, si sa ancora poco di Crooks, ucciso sul posto dalle forze dell’ordine.
I genitori, che sembrano ambedue lavorare nella psicologia comportamentali, non sono apparsi sui media, né si sono visti furgoncini di giornali e TV fuori dal loro giardino.
Il liceo che frequentava nel frattempo ha fatto sapere che storie che circolavano su di lui e l’istituto, come l’appartenenza alla squadra di tiro o atti di bullismo nei suoi confronti, non sarebbero vere.
K’FBI ha fatto sapere di non capire ancora pienamente il movente del giovane attentatore.
Come riportato da Renovatio 21, dopo essere stata grigliata dai deputati USA, il direttore dei Servizi Segreti Kimberly Cheatle si è dimesso. La Cheatle era arrivata a dire incredibilmente che non vi erano agenti sul tetto da cui Crooks ha sparato perché si trattava di un tetto spiovente quindi pericoloso per la sicurezza dei lavoratori dei Servizi Segreti.
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Terrorismo
L’afghano della sparatoria di Washington aveva collaborato con la CIA
Rahmanullah Lakanwal, il presunto responsabile dell’attentato mortale contro due militari della Guardia Nazionale a Washington DC, aveva collaborato con la CIA durante l’occupazione americana dell’Afghanistan.
Mercoledì l’uomo, cittadino afghano, ha aperto il fuoco a bruciapelo contro due appartenenti alla Guardia Nazionale della Virginia Occidentale che stavano effettuando un pattugliamento. Il giorno dopo è deceduta la specialista dell’Esercito Sarah Beckstrom, mentre il sergente maggiore dell’Aeronautica Andrew Wolfe versa ancora in condizioni critiche.
Secondo le autorità, Lakanwal è arrivato negli Stati Uniti nel settembre 2021 grazie a un visto speciale riservato agli afghani a rischio – inclusi quelli che avevano lavorato con le forze occidentali – dopo la riconquista talebana del Paese.
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Giovedì il direttore della CIA John Ratcliffe ha confermato che il sospettato era stato ammesso negli USA «in virtù del suo precedente impiego con il governo statunitense, compresa la CIA, come membro di una forza partner a Kandahar», rapporto terminato subito dopo l’evacuazione caotica dell’agosto 2021.
«Questo individuo – e purtroppo tanti altri come lui – non avrebbe mai dovuto mettere piede qui», ha dichiarato Ratcliffe, facendo eco alle dure critiche del presidente Donald Trump nei confronti del «disastroso» ritiro ordinato dall’amministrazione Biden.
Anche il direttore dell’FBI Kash Patel ha confermato che Lakanwal «manteneva rapporti in Afghanistan con forze alleate» e che tali legami sono attualmente oggetto di indagine.
Il servizio pashto della BBC ha intervistato un ex comandante che aveva operato accanto a Lakanwal: questi lavorava come specialista GPS in un’unità denominata Scorpion Forces, inizialmente sotto il controllo diretto della CIA e poi passata alla Direzione Nazionale per la Sicurezza afghana. Sempre secondo l’ex comandante, Lakanwal contribuì inoltre a proteggere le truppe USA all’aeroporto di Kabul nelle ultime, concitate settimane del ritiro.
Lakanwal ha lasciato Kandahar per Kabul cinque giorni prima dell’ingresso dei talebani nella capitale (agosto 2021) ed è stato evacuato in aereo verso gli Stati Uniti appena sei giorni dopo.
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