Geopolitica
L’Arabia Saudita tornerà a trattare con Israele solo dopo la creazione di uno Stato palestinese indipendente

Non potrà esserci alcuna normalizzazione delle relazioni tra Riad e Gerusalemme Ovest senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente, ha annunciato il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman.
Il principe aveva già dichiarato che i colloqui tra Arabia Saudita e Israele, sostenuti dagli Stati Uniti, erano prossimi a una soluzione, prima che scoppiasse il conflitto a Gaza lo scorso ottobre.
«Il regno non fermerà il suo instancabile lavoro verso la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale, e affermiamo che il regno non stabilirà relazioni diplomatiche con Israele senza questo», ha affermato bin Salman mercoledì, secondo l’agenzia Reuters.
Il sovrano de facto del regno saudita ha inoltre condannato i «crimini dell’occupazione israeliana» contro il popolo palestinese.
Secondo due fonti anonime che hanno parlato con Reuters, la «normalizzazione» delle relazioni tra Arabia Saudita e Israele è vista come il prerequisito affinché Riad possa garantire un patto di difesa con Washington.
L’annuncio di Bin Salman è arrivato poco prima che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite votasse una risoluzione che chiedeva la fine dell’occupazione israeliana dei territori palestinesi.
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L’ambasciatore israeliano all’ONU, Danny Danon, ha definito la bozza di risoluzione «terrorismo diplomatico» e l’ha criticata per non aver denunciato gli attacchi del 7 ottobre 2023 di Hamas da Gaza. Anche l’inviata statunitense, Linda Thomas-Greenfield, si è espressa contro la risoluzione.
La risoluzione invitava Israele a «porre fine senza indugio alla sua presenza illegale nei Territori palestinesi occupati», entro e non oltre 12 mesi da oggi, e a risarcire i palestinesi per i danni causati dall’occupazione. È stata adottata con 124 voti a favore, 12 contrari e 43 astenuti.
Cinque mesi fa, all’altezza dell’attacco di rappresaglia della Repubblica Islamica dell’Iran contro lo Stato Ebraico, alcuni droni iraniani diretti contro Israele furono abbattuti dai sauditi.
Riyadh e Teheran, acerrimi avversari nella regione, avevano concordato di ripristinare le relazioni diplomatiche nel marzo 2023, in un accordo mediato dalla Cina. Il direttore della CIA William Burns ammise all’epoca che gli Stati Uniti erano stati «colti di sorpresa» dai colloqui.
Come riportato da Renovatio 21, tre anni fa si parlava di colloqui segreti tra il principe saudita Mohammed bin Salman e Netanyahu. Pochi mesi fa, dopo l’inizio della guerra di Gaza, l’Arabia Saudita ha dichiarato che ogni piano di accordo con Israele è sospeso.
Come riportato da Renovatio 21, secondo un sondaggio di inizio anno il 96% dei sauditi si oppone ai legami con Israele, mentre Hamas nel Regno starebbe crescendo in popolarità. L’indagine ha inoltre rilevato che l’87% dei sauditi ritiene che «Israele è così debole e diviso al suo interno che un giorno potrà essere sconfitto».
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Immagine di Palácio do Planalto via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata
Geopolitica
La Tunisia dice che la Flottilla è presa di mira in un «attacco deliberato»

El barco “Alma”, parte de la Flotilla Global Sumud que zarpó con activistas y ayuda humanitaria para Gaza, es el navío que fue alcanzado por un dron en aguas tunecinas la noche del martes, según el grupo.
Video: Global Sumud Flotilla/AFP pic.twitter.com/7EKCkaBmwt — NMás (@nmas) September 10, 2025
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“The main boat belonging to the Global Sumud Flotilla (GSF), known as the “Family Boat”, has been damaged by what the participants claim to be a drone while in Tunisian waters.” pic.twitter.com/pKA08JwpCR
— Steephill. Truth to the Battlefield. (@BcSteephill) September 9, 2025
Qualcosa questa mattina ha colpito la nave della Global Sumud Flotilla “Family”, si crede sia un drone, le autorità tunisine smentiscono, alle 10.00 la Flottilla terrà una conferenza stampa. Gli organizzatori hanno dichiarato che le intimidazioni non li fermeranno! pic.twitter.com/5HlwSP9Z0n
— Gianni Lini (@GianniLini) September 9, 2025
Kapal The Family dari Flotilla dibom idf saat masih di perairan Tunisia. Kapal ini ditumpangi Greta Thunberg. Semuanya selamat. pic.twitter.com/WByLJKPNtW
— Yasmina (@TunggalWar51509) September 8, 2025
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Geopolitica
La Von der Leyen vole che l’UE rimuova il diritto di veto dei singoli Paesi sulla politica estera

La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha richiesto l’eliminazione dell’unanimità nel processo decisionale di politica estera dell’UE, sottolineando la necessità per l’Unione di agire più rapidamente su sanzioni, aiuti militari e altre misure.
Nel suo discorso annuale sullo stato dell’Unione al Parlamento europeo di mercoledì, von der Leyen ha dichiarato che è arrivato il momento di «liberarsi dalle catene dell’unanimità» e di adottare il voto a maggioranza qualificata in alcuni settori della politica estera.
Con l’attuale sistema, tutti i 27 Stati membri devono essere d’accordo per approvare le decisioni. La Von der Leyen ha sostenuto che questo meccanismo ha rallentato la risposta dell’UE alle crisi e ha affermato che il voto a maggioranza eviterebbe che singoli governi possano bloccare azioni sostenute dalla maggioranza.
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Le sue parole hanno immediatamente suscitato l’opposizione di Slovacchia e Ungheria, che hanno entrambe minacciato di utilizzare il diritto di veto per bloccare politiche considerate dannose per i loro interessi nazionali. Il premier slovacco Robert Fico ha avvertito che l’abolizione del diritto di veto «segnerebbe la fine del blocco» e potrebbe persino essere «il precursore di un enorme conflitto militare».
Il premier ungherese Viktor Orbán ha definito la proposta di Bruxelles come un’iniziativa di «burocrati» e ha sostenuto che abbandonare il consenso minerebbe la sovranità, rischiando di trascinare gli Stati membri in guerre contro la loro volontà. Ha previsto che l’UE non sopravvivrà un altro decennio senza riforme strutturali e senza un disimpegno dalla guerra in Ucraina.
La settimana scorsa Ursula aveva accusato la Russia di aver disturbato il GPS del suo aereo, vicenda poi smentita da parte bulgara e dal sito Flightradar24.
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Come riportato da Renovatio 21, pochi giorni prima la Von der Leyen aveva definito Putin «un predatore».
Come riportato da Renovatio 21, la Von der Leyen due mesi fa aveva accusato la combo costituita da Putin e no-vax come mandanti del voto di sfiducia che l’ha interessata nella vicenda dei messaggini al capo di Pfizer Albert Bourla per le forniture di sieri mRNA (peraltro specialità del marito) cancellati e spariti per sempre.
La Von der Leyen chiede un ingresso accelerato di Kiev in Europa, a cui si oppone il premier ungherese Vittorio Orban sostenendo che ciò trascinerebbe in guerra l’intero blocco.
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Immagine di European Commission via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International
Geopolitica
Charlie Kirk una volta si era chiesto se se l’Ucraina avrebbe cercato di ucciderlo

.@charliekirk11 on Volodymyr Zelenskyy: “The gangster is coming back to extort more American politicians to try to get us further into a no-win war.” pic.twitter.com/AF53AP67rB
— Human Events (@HumanEvents) September 15, 2023
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