Geopolitica
L’Arabia Saudita dice che Israele sta «sabotando» le possibilità di stabilità della Siria
Israele sta cercando di compromettere le possibilità di ripristinare la stabilità in Siria ampliando la sua occupazione militare nel Paese devastato dalla guerra civile, ha affermato l’Arabia Saudita.
Nel fine settimana le truppe israeliane si sono addentrate ulteriormente nel territorio siriano, conquistando la zona cuscinetto demilitarizzata (DMZ) istituita dopo la guerra dello Yom Kippur del 1973, poco dopo la caduta di Damasco in mano a una coalizione di forze armate di opposizione guidata dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (HTS).
La DMZ è adiacente alle alture del Golan in Siria, occupate illegalmente da Gerusalemme Occidentale sin dalla Guerra dei sei giorni del 1967.
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Secondo quanto riferito, le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno effettuato attacchi aerei in Siria domenica; i bombardamenti sono proseguiti per tutto lunedì e nelle prime ore del mattino di martedì.
Le azioni di Israele dimostrano la «continua violazione delle norme del diritto internazionale e la sua determinazione a sabotare le possibilità della Siria di ripristinare la sua sicurezza, stabilità e integrità territoriale», ha affermato lunedì il ministero degli Esteri saudita in una dichiarazione.
Anche l’Iraq e il Qatar hanno condannato Israele, mentre il Ministero degli Esteri iracheno ha esortato il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a condannare «l’aggressione» contro la Siria.
Qusay al-Dahhak, inviato della Siria all’ONU, ha chiesto all’organizzazione internazionale di «porre fine agli attacchi israeliani contro la Siria e di non consentire a Israele di beneficiare della transizione che i siriani stanno realizzando nel Paese».
In una lettera al Consiglio di sicurezza, l’inviato israeliano Danny Danon ha affermato che sabato, «gruppi armati» non specificati hanno attaccato le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite di stanza sulla linea del cessate il fuoco del 1973.
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«In risposta a questa minaccia alla sicurezza in evoluzione e al pericolo che essa rappresenta per Israele, in particolare per i residenti delle alture del Golan, Israele ha adottato misure limitate e temporanee per contrastare qualsiasi ulteriore minaccia ai suoi cittadini», ha scritto Danon.
Il primo ministro israeliano Beniamino Netanyahu ha annunciato in precedenza di aver impartito un ordine alle IDF per assicurarsi che «nessuna forza ostile si insedi proprio accanto al confine con Israele». Ha descritto l’avanzata delle IDF come «una posizione difensiva temporanea finché non verrà trovato un accordo adatto».
Le forze di opposizione siriane hanno lanciato un’offensiva lampo alla fine del mese scorso, conquistando Damasco e rovesciando l’ex presidente Bashar Assad domenica. Secondo il Ministero degli Esteri russo, Assad ha accettato di dimettersi dopo aver tenuto delle trattative con gruppi armati non specificati e ha lasciato la Siria.
Come riportato da Renovatio 21, Assad sarebbe arrivato a Mosca con la sua famiglia, dove il presidente Putin in persona avrebbe approvato la sua richiesta di asilo.
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Immagine d’archivio di IDF Spokesperson’s Unit via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported
Geopolitica
Trump: Zelens’kyj deve essere «realista»
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Geopolitica
Gli Stati Uniti sequestrano una petroliera al largo delle coste del Venezuela
Il procuratore generale statunitense Pam Bondi ha annunciato il sequestro di una petroliera sospettata di trasportare greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran.
L’operazione, condotta al largo delle coste venezuelane, si inserisce in un’escalation delle attività militari americane nella regione, unitamente a raid contro quelle che Washington qualifica come imbarcazioni legate ai cartelli della droga.
«Oggi, l’FBI, la Homeland Security Investigations e la Guardia costiera degli Stati Uniti, con il supporto del Dipartimento della Difesa, hanno eseguito un mandato di sequestro per una petroliera utilizzata per trasportare petrolio greggio proveniente dal Venezuela e dall’Iran», ha scritto Bondi su X mercoledì.
Ha precisato che la nave era stata sanzionata «a causa del suo coinvolgimento in una rete di trasporto illecito di petrolio a sostegno di organizzazioni terroristiche straniere».
Nel video diffuso da Bondi si vedono agenti delle forze dell’ordine, pesantemente armati, calarsi dall’elicottero sulla tolda della nave. Secondo il portale di tracciamento MarineTraffic e vari media, l’imbarcazione è stata identificata come «The Skipper», che batteva bandiera della Guyana. Fonti come ABC News riportano che la petroliera, con una capacità fino a 2 milioni di barili di greggio, era diretta a Cuba.
Today, the Federal Bureau of Investigation, Homeland Security Investigations, and the United States Coast Guard, with support from the Department of War, executed a seizure warrant for a crude oil tanker used to transport sanctioned oil from Venezuela and Iran. For multiple… pic.twitter.com/dNr0oAGl5x
— Attorney General Pamela Bondi (@AGPamBondi) December 10, 2025
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Gli Stati Uniti avevano sanzionato la The Skipper già nel 2022, accusandola di aver contrabbandato petrolio a beneficio del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica iraniana e del gruppo militante libanese Hezbollah.
Un gruppo di parlamentari statunitensi ha di recente sollecitato un’inchiesta sugli attacchi condotti su oltre 20 imbarcazioni da settembre, ipotizzando che possano configurare crimini di guerra.
Il senatore democratico Chris Coons, intervistato martedì su MSNBC, ha accusato Trump di «trascinarci come sonnambuli verso una guerra con il Venezuela». Ha argomentato che l’obiettivo reale del presidente sia l’accesso alle risorse petrolifere e minerarie del paese sudamericano.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha rigettato le affermazioni di Trump sul presunto ruolo del suo governo nel narcotraffico, ammonendo Washington contro l’avvio di «una guerra folle».
Il Venezuela ha denunciato gli Stati Uniti per pirateria di Stato dopo che la Guardia costiera americana, coadiuvata da altre forze federali, ha abbordato e sequestrato una petroliera sanzionata nel Mar dei Caraibi.
Caracas ha reagito con durezza, definendo l’intervento «un furto manifesto e un atto di pirateria internazionale» finalizzato a sottrarre le risorse energetiche del Paese.
«L’obiettivo di Washington è sempre stato quello di mettere le mani sul nostro petrolio, nell’ambito di un piano deliberato di saccheggio delle nostre ricchezze», ha dichiarato il ministro degli Esteri Yvan Gil.
Il governo venezuelano ha condannato gli «arroganti abusi imperiali» degli Stati Uniti e ha giurato di difendere «con assoluta determinazione la sovranità, le risorse naturali e la dignità nazionale».
Da anni Caracas considera le sanzioni americane illegittime e contrarie al diritto internazionale. Il presidente Nicolas Maduro le ha definite parte del tentativo di Donald Trump di rovesciarlo e ha respinto come infondate le accuse di legami con i narcos, avvertendo che qualsiasi escalation militare condurrebbe a «una guerra folle».
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Immagine screenshot da Twitter
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Geopolitica
Putin: la Russia raggiungerà tutti i suoi obiettivi nel conflitto ucraino
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