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Spirito

La visita apostolica della Fraternità San Pietro potrebbe essere condotta da un arcivescovo progressista membro del WEF (e ammiratore di Giussani)

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La visita apostolica annunciata dalla Santa Sede alla Fraternità San Pietro (FSSP) potrebbe essere condotta da un vescovo progressista. Lo riporta la vaticanista statunitense Diane Montagna.

 

La Montagna riferisce che per la visita di esame al gruppo dedito alla Santa Messa vetus ordo sarebbero stati scelti l’arcivescovo emerito di Dublino d’Irlanda, Diarmuid Martin, e l’arcivescovo emerito di Tours di Francia, Bernard-Nicolas Aubertin.

 


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Fondata nel 1988 – cioè all’altezza delle ordinazioni episcopali di monsignor Marce Lefebvre presso la Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) per i sacerdoti che desiderano celebrare la cosiddetta messa in latino in totale continuità con i desiderata vaticani, la FSSP aveva annunciato la visita alla fine di settembre in un comunicato stampa.

 

«Questa visita non nasce da problemi della Fraternità, ma ha lo scopo di far conoscere al Dicastero chi siamo, come stiamo e come viviamo, per poterci fornire l’aiuto di cui potremmo aver bisogno», aveva affermato allora il gruppo.

 

Tuttavia l’annuncio è stato visto come un segnale preoccupante di una possibile repressione della FSSP da parte di papa Francesco, poiché le precedenti visite apostoliche di comunità e clero tradizionalisti , tra cui il vescovo Joseph Strickland, i frati francescani dell’Immacolata e le carmelitani di Fairfield, si sono concluse con rimozioni e soprressioni.

 

Precedentemente sotto la competenza della Commissione Ecclesia Dei (l’ente creato da Wojtyla per i rapporti con i gruppi tradizionalisti), abolita da Francesco nel 2019, la FSSP è stata supervisionata negli ultimi tre anni dal Dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, il cui prefetto è il cardinale brasiliano João Braz de Aviz. Il gruppo conta circa 370 sacerdoti e ha effettuato l’ultima visita apostolica nel 2014, scrive LifeSiteNews.

 

I leader della FSSP hanno avuto un’udienza privata con Papa Francesco in Vaticano il 29 febbraio. Hanno detto in un comunicato stampa che Francesco «ha confermato loro la specificità liturgica della Fraternità di San Pietro», ma che hanno anche condiviso «con lui le difficoltà incontrate nella sua applicazione».

 

Attualmente, il gruppo è presente in quasi 150 diocesi, celebra la messa in quasi 250 località e ha 48 parrocchie personali in tutto il mondo, insieme a due seminari, uno in Nebraska e l’altro in Germania.

 

L’arcivescovo Diarmuid Martin, che sarebbe stato scelto per la visita, in passato aveva rilasciato una serie di dichiarazioni pubbliche problematiche per chi crede nella religione cattolica.

 

Nel 2005, durante una conferenza episcopale, Martin dichiarò a The Tablet che «non si può escludere un candidato al sacerdozio semplicemente perché è gay».

 

«Dobbiamo fornire servizi di supporto a questi sacerdoti e questo comporterà aiutarli nel loro percorso personale e rassicurarli», aveva affermato l’arcivescovo Martin rispetto ai preti gay trattando della sua profonda preoccupazione per la mancanza di vocazioni nella Chiesa irlandese. «A volte i sacerdoti vivono un’esistenza molto solitaria e devono trovare la propria spiritualità e il contatto con Dio e approfondirli giorno dopo giorno».

 

Insomma: sacerdoti omosessuali contro la crisi delle vocazioni: «questo è il primo anno nella storia dell’arcidiocesi di Dublino in cui non abbiamo ordinato un sacerdote, il che è una preoccupazione importante per me. “Una comunità cristiana è costruita attorno all’Eucaristia e non puoi avere l’Eucaristia se non ordini sacerdoti».

 

Nel 2016, in un discorso in vista dell’Incontro mondiale delle famiglie del 2018, Martin ha affermato che i cattolici non devono «lasciarsi intrappolare nel tentativo di produrre definizioni della famiglia» perché diversi valori culturali significano che la famiglia «non può essere definita in modo semplice».

 

Durante la Settimana Santa e la Pasqua dell’aprile 2017, Martin aveva criticato la Chiesa per la sua «dura esclusione» e il trattamento «giudiziario» riservato alle «persone gay e lesbiche» in «vari momenti della storia, e non solo in un passato remoto».

 

Nel 2018, ha detto di essere «felice» che l’ex presidente irlandese Mary McAleese abbia citato un’osservazione che aveva fatto in precedenza durante un discorso da lei tenuto a una conferenza femminista, in cui sosteneva che i cittadini irlandesi hanno una visione negativa della Chiesa perché è un «impero di misoginia» in cui «le donne sono invisibili e senza voce nella leadership della Chiesa, nel discernimento legale e dottrinale e nel processo decisionale».

 

Nel 2019, Martin aveva criticato i pro-life irlandesi che protestavano fuori da una clinica per l’aborto. L’aborto è diventato legale nel paese grazie a una massiccia campagna finanziata da George Soros nel 2018. Molti cattolici irlandesi accusano Martin e i suoi colleghi vescovi di non essere stati più espliciti contro quella proposta, così come contro il recente voto sul «matrimonio» omosessuale. Martin ha anche precedentemente bandito dalla sua arcidiocesi un libro sull’ideologia LGBT scritto dal vescovo ausiliario di Astana Athanasius Schneider.

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Negli ultimi anni, i cittadini irlandesi hanno subito molti attacchi criminali commessi da stranieri importati nel loro paese come «rifugiati». Il giorno di Capodanno del 2019, giorno in cui l’aborto è diventato legale in Irlanda, Martin ha pronunciato un’omelia sulla Brexit e sulla cosiddetta minaccia del nazionalismo invece che sulla necessità di proteggere i cittadini irlandesi e i nascituri, divenuti specie a rischio proprio quell’anno..

 

Monsignor Martin è membro del cosiddetto «Consiglio dei 100», o C-100, un gruppo di élite del World Economic Forum. L’arcivescovo pare aver frequanto l’evento di Klaus Schwab in diverse annate.

 

Il C-100 è un’iniziativa del gruppo estremista di Davos che mira a promuovere il dialogo e la comprensione tra «il mondo islamico» e «l’Occidente».

 

Il gruppo C100 esiste in seno al WEF dal 2004, diviso tra «il mondo musulmano» e «l’Occidente», in cinque settori: politica, religione, affari, società civile/accademia e media. Il Consiglio dei 100 si riunisce in occasione degli incontri del WEF e in particolare di Davos e dell’incontro regionale del Medio Oriente (sebbene si rivolga al mondo musulmano, non al Medio Oriente in sé)

 

Il C100 è stato ispirato dall’11 settembre e dalle tensioni globali attorno a una serie di questioni dell’Islam occidentale.

 

«Sono stato a Davos diverse volte e in alcune occasioni c’è stato un vero ottimismo e in altre occasioni c’è stata una chiara ansia e preoccupazione. In questa occasione, c’è un certo livello di incertezza su tutta una serie di aree», aveva detto a Radio Vaticana l’arcivescovo irlandese durante l’edizione del Forum di Davos del 2015.

 

Come da abitudine del davosiani, l’arcivescovo già allora esprimeva scetticismo sull’attuale potere e significato della politica: «’è preoccupazione sul fatto che le nostre istituzioni politiche e i nostri partiti politici stiano facendo il lavoro che dovrebbero fare?» aveva dichiarato dalla località svizzera del raduno mondialista di Schwab.

 

In rete abbondano tributi e omelie dell’arcivescovo Martin in esaltazione di don Luigi Giussani, il fondatore di Comunione e Liberazione, definito «creativo e innovativo».

 

L’arcivescovo Martin aveva detto in un’omelia del 2019 che la sua speranza è «che nella riflessione sull’opera unica di don Giussani i membri di Comunione e Liberazione presenti siano ispirati a scoprire ulteriori iniziative per rispecchiare il grande talento di don Giussani nella mutevole situazione dell’Irlanda».

 

«L’educazione religiosa in Irlanda ha molto da imparare dall’approccio di Giussani» aveva dichiarato.

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Immagine di World Economic Forum via Wikimedia pubblicata su licenza Attribution-Share Alike 2.0 Generic

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Spirito

Mons. Viganò: Nostro Signore sostituito da grotteschi surrogati ispirati da Satana

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha scritto su X un sintetico testo in cui torna ad analizzare e condannare la catastrofica situazione della Chiesa dopo il Concilio Vaticano II.   Monsignore prende spunto dai recenti episodi di cringe ecclesiastico, con da una parte il pontefice che benedice un blocco di ghiaccio groenlandese e dall’altra l’elezione tra gli anglicani ad arcivescovo di Canterbury di una donna, alla quale sono pure pervenuti messaggi di augurio da prelati cattolici. Viganò, tuttavia, ne ha anche per la monarchia britannica.   «La Chiesa Cattolica Apostolica Romana è fondata sulla Roccia: non sulle sabbie mobili del Vaticano II, non sul pantano della Sinodalità, non sul ghiaccio del “green deal” e della “conversione ecologica”» scrive monsignore.  

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«La fine inesorabile delle sette – non ultimi gli Anglicani con la loro “arcivescovessa” abortista e gay friendly, e il loro re, “capo della chiesa d’Inghilterra” che si prostra ai maomettani e promuove il Nuovo Ordine Mondiale – inizia nel momento in cui Nostro Signore Gesù Cristo, pietra angolare, è scartato dai costruttori per sostituirvi grotteschi surrogati ispirati da Satana».   «Se il Vaticano crede di essere esente dallo stesso tragico destino di perdizione, quando continua sulla medesima strada degli altri eretici, scoprirà presto che di Dio non ci si prende gioco» avverte il prelato lombardo.   Deus non irridetur: di Dio non ci si prende giuoco. Il concetto era ribadito anche in un testo su Obbedienza e Giustizia pubblicato da Viganò negli scorsi giorni:   «La nostra disobbedienza di oggi è l’unica forma moralmente doverosa di resistenza allo scandalo inaudito di una Gerarche pretende di poter adulterare l’insegnamento di Nostro Signore, e allo stesso tempo ne rivendica l’Autorità. Deus non irridetur, non ci si prende gioco di Dio (Gal 6, 7). Obbedire a questi Pastori significa rendersi loro complici, ed essere in comunione con loro esclude l’essere in comunione con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana: sono loro stessi ad affermare di essere la “nuova chiesa” rispetto a quella “preconciliare”».  

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Immagine: Félix Joseph Barrias (1822 – 1907), La tentazione di Cristo da parte del diavolo (1860), Philbrook Museum of Art, Tulsa, Oklahoma, USA. Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia
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La Reja: vestizione e voti dei Fratelli, primi impegni dei seminaristi

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Nella festa di San Michele Arcangelo, il 29 settembre 2025, un Fratello ha vestito l’abito, altri tre hanno pronunciato i voti e i seminaristi del secondo anno hanno pronunciato i loro primi impegni nella Fraternità San Pio X.

 

La festa di San Michele Arcangelo è il giorno designato dal fondatore della Fraternità, l’arcivescovo Marcel Lefebvre, per le cerimonie riguardanti i Fratelli appartenenti alla nostra società: vestizione, primi voti o rinnovo.

 

Quest’anno, il 2025, ha visto la vestizione dell’abito da parte di un novizio di nazionalità argentina dopo il suo anno di postulato. In questa occasione, il nuovo Fratello ha ricevuto un crocifisso, che sarebbe stato oggetto della sua meditazione durante il noviziato. Tre Frati hanno rinnovato i loro voti, provenienti da Brasile, Cile e Messico.

 

Gli impegni dei seminaristi con la Società si svolgono normalmente l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine. Tuttavia, i seminaristi dell’emisfero australe, che sono in ritardo di sei mesi rispetto a quelli dell’emisfero boreale, assumono il loro primo impegno qualche mese prima, dopo un anno e mezzo di seminario.

 

I nuovi membri della Fraternità ricevono una medaglia da San Pio X, patrono celeste della nostra opera.

 

 

 

Articolo previamente apparso su FSSPX.News

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Gender

Papa Leone XIV nomina un arcivescovo pro-LGBT a ruoli chiave in Vaticano

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Papa Leone XIV ha promosso un vescovo che ha sostenuto le liturgie a tema LGBT a una posizione di consulenza all’interno della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, parte del Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani, diretto dal cardinale Kurt Koch.   L’arcivescovo Bernard Longley di Birmingham, in Inghilterra, ha ricevuto tre nomine dal Vaticano da giugno, nonostante la sua lunga storia di sostegno a iniziative della Chiesa che sono in contraddizione con l’insegnamento morale cattolico.   L’ annuncio del Vaticano di giovedì segue la nomina di Longley al Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani a giugno e al Dicastero per il dialogo interreligioso a luglio.

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Longley, 70 anni, è arcivescovo dell’arcidiocesi di Birmingham, in Inghilterra. È stato ordinato nel 1981 e nominato vescovo ausiliare di Westminster da Papa Giovanni Paolo II nel 2003.   Come ausiliare, Pink News ha celebrato il suo ruolo nella supervisione del «Soho Masses Pastoral Council», un gruppo che organizza liturgie per omosessuali attivi. Gli fu affidato questo incarico dal cardinale Cormac Murphy-O’Connor, allora arcivescovo di Westminster.   Nel 2010, ha difeso le «Messe LGBT» su The Tablet, rifiutando qualsiasi «verifica dei mezzi morali» prima di distribuire la Santa Comunione e accusando i critici di fare supposizioni sull’attività sessuale dei partecipanti.   I suoi commenti hanno suscitato forti critiche da parte degli attivisti, tra cui la defunta Daphne McLeod di Pro Ecclesia et Pontifice, uno dei gruppi che regolarmente tenevano una veglia di preghiera al di fuori della «Messa LGBT». Nonostante la sua opposizione, McLeod ha mantenuto un rapporto rispettoso con i partecipanti alla «Messa LGBT». Nella sua risposta a Longley, McLeod ha affermato che erano «perfettamente onesti riguardo al loro stile di vita omosessuale» e «sottolineavano di avere relazioni sessuali».   «Nessuno, a parte l’arcivescovo, cerca di fingere di vivere o di impegnarsi a vivere una vita casta», ha aggiunto.   Nominato arcivescovo di Birmingham nel 2009, Longley ha mantenuto uno stretto contatto con i gruppi LGBT. Nel maggio 2023, ha ringraziato la «comunità LGBTQ+» per il suo feedback al Sinodo sulla sinodalità.   Nella sua risposta diocesana al sinodo del 2023 si faceva riferimento alle «relazioni amorose» di «divorziati risposati, genitori single, persone che vivono in matrimoni poligami, persone LGBTQ».   Successivamente, l’arcidiocesi di Longley ha ospitato un evento per i cattolici LGBT, per quello che il prelato ha definito «un dialogo continuo per ascoltare ulteriormente».   Secondo il sito web dell’arcidiocesi, Longley ha richiesto la creazione di un gruppo LGBT diocesano, che «è emerso dal processo sinodale». Il gruppo LGBT di Longley ha organizzato una «Messa di benvenuto LGBTQ+» a maggio di quest’anno. Longley stesso ha commentato: «è così importante che tutti si sentano benvenuti nella famiglia della Chiesa», e ha espresso la speranza che tali eventi offrano «un accompagnamento e un incoraggiamento adeguati».   La nomina di Longley avviene in un momento di maggiore attenzione nei confronti della «diffusione» LGBT di Roma. All’inizio di settembre, Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza privata il gesuita attivista pro-LGBT padre James Martin, SJ, dopo la quale Martin ha affermato che Leone «continuerà con la stessa apertura che Francesco ha mostrato verso i cattolici LGBTQ».   Il giorno dopo la sua elezione, Martin aveva espresso un caloroso sostegno a Leone e, prima delle elezioni, si diceva che avesse appoggiato l’allora cardinale Robert Prevost. Sebbene alcuni sostenessero che Martin non dovesse essere considerato un testimone attendibile, gli eventi hanno confermato la sua interpretazione.   Prima di quell’incontro, Leone ha ricevuto in un’udienza segreta e non annunciata la suora eretica pro-LGBT Suor Lucia Caram.

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Meno di una settimana dopo, il gruppo pro-LGBT «Tenda di Gionata» è sceso in Vaticano con migliaia di partecipanti, celebrando una messa nella chiesa del Gesù dei Gesuiti e attraversando in processione la Porta Santa della Basilica di San Pietro. L’evento è stato pubblicizzato sul sito web del Vaticano dedicato all’Anno Giubilare.   Lo stesso Leone ha affermato che l’insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale potrebbe cambiare, se prima cambiassero gli atteggiamenti. In recenti dichiarazioni, ha fortemente insinuato che il cambiamento della prassi pastorale e dell’opinione pubblica debba precedere qualsiasi cambiamento dottrinale formale. Martin ha elogiato questa iniziativa e ha invitato i cattolici a pregare «per un cambiamento di atteggiamento» a tal fine.   Tra le altre recenti nomine di Leo c’è quella del vescovo Michael Pham nella diocesi di San Diego. A luglio, l’ausiliare di Pham, il vescovo Ramón Bejarano, ha celebrato una «Messa dell’orgoglio LGBT» nella diocesi con il suo appoggio . A luglio, ha anche nominato vescovo di Baker, Oregon, padre Thomas Hennen, che era stato coinvolto nella stesura di linee guida pastorali per le persone con attrazione per lo stesso sesso, che non facevano alcun riferimento alla necessità della castità.   In qualità di vicepresidente eletto di recente della Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles nel 2025, Longley si posiziona come uno dei prelati più anziani del Paese, mentre Leone rimodella gli organi chiave del Vaticano.

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  Immagine di Catholic Church of England and Wales via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
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