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Terrorismo

La Turchia sta ancora aspettando che la Svezia estradi i terroristi, dice il ministro

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La Turchia sta ancora aspettando che la Svezia, che ha bisogno del sì di Ankara per entrare nella NATO, intraprenda passi concreti nei suoi sforzi antiterrorismo e approvi le richieste di estradizione sottopostele, ha detto mercoledì il ministro della Giustizia turco Yilmaz Tunc parlando al notiziario A Haber.

 

«La Svezia deve essere sensibile sia agli attacchi al Sacro Corano, non permettendoli, sia alle nostre richieste di estradizione», ha detto il ministro. «Vorrei anche esprimere che ci aspettiamo un atteggiamento più positivo dalla Svezia su questo tema».

 

Il ministro di Erdogan ha dichiarato che il Parlamento turco valuterà fino a che punto Stoccolma ha rispettato i suoi impegni per combattere il terrorismo quando tornerà dalla pausa in autunno. Come noto, il membro NATO deve ancora ratificare la domanda di Stoccolma di aderire al blocco militare guidato dagli Stati Uniti.

 

Il Tunc ha anche quindi che Stoccolma ha finora respinto la maggior parte delle richieste di estradizione avanzate da Ankara, affermando che «abbiamo presentato 28 richieste di estradizione alla Svezia per casi di terrorismo e 22 di queste sono state respinte».

 

Il ministro ha detto che si ritiene che nove dei sospetti appartengano al Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) e otto appartengano al movimento Gülen (FETO), che in Turchia è ritenuto dietro il tentato golpe dell’estate 2016.

 

Il rifiuto da parte dei tribunali svedesi arriva nonostante i legislatori del Paese abbiano recentemente modificato le leggi antiterrorismo e vietato l’affiliazione e il sostegno a organizzazioni come il PKK e altri gruppi associati.

 

Il PKK, gruppo che combatte lo Stato turco in un conflitto armato con diecine di migliaia di morti,  è noto in Italia per lo scandalo relativo ad Abdullah «Apo» Ocalan, quando un deputato di Rifondazione Comunista portò in Italia il fondatore del PKK dopo essere stato espulso dalla Siria (Paese che aiutava la sua formazione politica separatista in funzione antiturca, così come la Grecia e, ai suoi tempi, l’URSS), scatenando la reazione diplomatica di Ankara e l’imbarazzo del governo allora presieduto da Massimo D’Alema.

 

Negli anni il PKK è stato definito organizzazione terroristica da molti stati tra i quali Turchia, USA, Siria, Canada, Iran e Australia, nonché dall’Unione europea. Al PKK Ankara ha attribuito l’attentato dell’anno scorso in via Istiklal, nel pieno centro di Istanbul.

 

Sebbene il presidente turco Recep Tayyip Erdogan abbia dichiarato il suo sostegno all’adesione della Svezia durante un vertice dei leader della NATO in Lituania il mese scorso, impegnandosi a inviare la legislazione pertinente ai parlamentari per l’esame, deve ancora approvare ufficialmente l’offerta di Stoccolma.

 

Ankara aveva precedentemente insistito sul fatto che non avrebbe approvato l’adesione dello stato nordico fino a quando non avesse soddisfatto un elenco di dieci punti di richieste che include obblighi per combattere il terrorismo e l’islamofobia.

 

Una recente serie di roghi del Corano in Svezia ha anche minato le prospettive del paese di aderire al Patto Atlantico, con Erdogan che il mese scorso ha dichiarato che non firmerà l’adesione fintanto che la Svezia lo consentirà che «il mio libro sacro, il Corano, sia bruciato e lacerato».

 

L’adesione della Svezia alla NATO è ostacolata anche dall’Ungheria, dove il partito al governo Fidesz ha boicottato una recente sessione del Parlamento dedicata al voto sulla ratifica dell’offerta di Stoccolma alla NATO.

 

È stato riferito che il primo ministro Viktor Orban intende ritardare il voto fino a settembre. Il presidente della Camere ungherese Laszlo Kover ha attaccato Svezia e Finlandia per non aver tenuto un referendum per chiedere alla popolazione rispetto all’adesione alla NATO del loro Paese.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso mese, Erdogan ha avanzato a sorpresa l’apparentemente illogica proposta che Stoccolma entrerà nella NATO quando la UE gli aprirà le porte, forse mostrando il suo lato di questuante ricattatore, forse facendo cadere il palco rispetto al rapporto fra i due grandi enti transnazionali siti a Bruxelles.

 

Secondo il reporter premio Pulitzer Seymour Hersh, Biden avrebbe offerto al presidente turco 11 miliardi di dollari provenienti dal Fondo Monetario Internazionale per ottenere il suo sì all’ingresso di Stoccolma fra gli Atlantici.

 

Il vice capo del Vartan Partisi, il Partito Patriottico di Turchia, mesi fa ha dichiarato che la Turchia era in procinto di lasciare la NATO.

 

Un anno fa la Svezia, con l’aiuto della NATO ha cominciato la rimilitarizzione delle sue isole – di cui ha il record mondiale per il numero – come quella di Gotland, in previsione di un’invasione russa.

 

 

 

 

 

Immagine di Opposition 24 via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

 

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Terrorismo

Attacco alla sinagoga di Manchester

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Due ebrei sono stati uccisi in un attacco terroristico che ha coinvolto un’auto e un accoltellamento presso una sinagoga a Manchester, durante lo Yom Kippur, il giorno più sacro del calendario ebraico. Lo ha dichiarato la polizia mancuniana, che ha detto anche di considerare l’episodio un atto di terrorismo.

 

«L’aggressore, identificato come Jihad Al-Shamie, 35 anni, cittadino britannico di origine siriana, è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco sul posto», ha riferito la polizia secondo il servizio della BBC. «Tre persone sono ancora in ospedale con ferite gravi.»

 

L’attacco è iniziato alle 09:31 di giovedì, quando la polizia ha ricevuto segnalazioni di un’auto che si dirigeva verso i cittadini e di un accoltellamento nella sinagoga di Heaton Park. «Gli agenti hanno dichiarato l’incidente grave, raggiungendo la scena in sette minuti e neutralizzando il sospettato alle 09:38», ha aggiunto la polizia della Greater Manchester.

 

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I fedeli ebrei sono stati trattenuti all’interno della sinagoga mentre l’area veniva messa in sicurezza. «Il coraggio immediato di fedeli e personale di sicurezza ha impedito all’aggressore di entrare nell’edificio», ha sottolineato la polizia.

 

La polizia ha attivato il protocollo «Platone», la risposta di emergenza per i marauding terrorist attack (MTA), ossia incidenti rapidi e di grandi impatto che coinvolge aggressori che utilizzano armi come veicoli, coltelli, armi da fuoco o esplosivi per cagionare danni diffusi.

 

Un elicottero SAS, noto come «Blue Thunder», è stato avvistato sopra la zona, parte di una risposta antiterrorismo nazionale. L’area è stata transennata, con vigili del fuoco e ambulanze sul posto.

 

Il capo della polizia antiterrorismo ha confermato in una conferenza a New Scotland Yard che l’attacco è considerato terroristico. Il primo ministro ha definito l’attacco «terribile», interrompendo un vertice in Danimarca per presiedere una riunione di emergenza Cobra a Londra.

 

«Si ritiene che il sospettato, Jihad Al-Shamie, sia arrivato nel Regno Unito da piccolo, ottenendo la cittadinanza britannica nel 2006», ha detto la polizia, precisando che indossava un giubbotto simile a un ordigno esplosivo, rivelatosi non funzionante. Secondo l’agenzia PA, il nome del sospettato non risultava nei registri antiterrorismo, ma sono in corso ulteriori verifiche.

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«Tre sospettati, due uomini sulla trentina e una donna sulla sessantina, sono stati arrestati per commissione, preparazione e istigazione ad atti di terrorismo», ha aggiunto la polizia.

 

Un ebreo ha dichiarato al Times: «È il giorno più sacro dell’anno e ci rendiamo conto che non c’è più un posto [sicuro] per gli ebrei in Gran Bretagna. È finita». L’ambasciata israeliana ha dichiarato al quotidiano britannico che l’attacco è stato «abominevole e profondamente angosciante».

 

«L’ ambasciata d’Israele nel Regno Unito condanna l’attacco compiuto oggi in occasione dello Yom Kippur alla sinagoga della congregazione ebraica di Heaton Park a Manchester», ha proseguito l’ambasciata, aggiungendo: “Che un simile atto di violenza venga perpetrato nel giorno più sacro del calendario ebraico, in un luogo di preghiera e di comunità, è abominevole e profondamente angosciante “.

 

Negli scorsi giorni i procuratori tedeschi avevano arrestato tre presunti membri di Hamas che si sarebbero procurati armi «per assassinii contro istituzioni israeliane o ebraiche».

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Immagine screenshot da YouTube

 

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Terrorismo

Esplosioni a Monaco durante l’Oktoberfesta

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Una persona è stata trovata morta e un’altra ferita a Monaco di Baviera dopo che in città sono stati segnalati diversi spari ed esplosioni. Lo riporta il tabloide tedesco Bild.   Questa mattina, un’importante operazione congiunta di polizia e vigili del fuoco è stata condotta nel quartiere di Lerchenau, a nord di Monaco, con l’intervento di unità speciali ed esperti di esplosivi e l’istituzione di cordoni di sicurezza, ha riferito l’agenzia. La polizia ha confermato l’operazione, invitando i cittadini a evitare l’area.   Di conseguenza, dal mattino la festa è stata sospesa. I giornali parlano del ritrovamento da parte della polizia di una lettera di minacce contro la popolarissima manifestazione.   Secondo la Bild, «è stato trovato il corpo di un uomo», che potrebbe aver collocato esplosivi nella casa dei suoi genitori, averla incendiata e poi essersi suicidato. Almeno un’altra persona è stata trovata con ferite da arma da fuoco, ha riportato il quotidiano, senza fornire ulteriori dettagli o confermare un collegamento tra i due eventi.

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La polizia ha dichiarato che non vi era «nessun pericolo per la popolazione», specificando successivamente che «stavano rispondendo a un incidente causato da un edificio residenziale in fiamme», aggiungendo che «si sono uditi forti rumori di colpi» ed è stata trovata «una persona ferita che potrebbe essere collegata all’incidente».   Le autorità hanno chiarito che l’episodio non è legato all’Oktoberfest, il celebre festival della birra di Monaco. La 190ª edizione, in corso dal 20 settembre al 5 ottobre 2025, attira solitamente fino a 6 milioni di visitatori, con misure di sicurezza rafforzate.   Alle 17:30 fa le autorità, per bocca del sindaco di Monaco di Baviera Dieter Reiter, hanno riaperto l’Oktoberfest dopo aver svolto controlli e perquisizioni. Secondo Reiter si trattava di una minaccia concreta ed esisterebbe,a provarlo, «una lettera della persona coinvolta nei fatti di questa mattina».   Inizialmente, gli inquirenti avevano considerato un possibile legame con ambienti Antifa, in seguito alla pubblicazione di un testo di rivendicazione sul sito indymedia.org. Tuttavia, nelle ultime ore, la polizia tedesca sembra propensa a scartare questa ipotesi dalle indagini sull’esplosione.

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Immagine di Jan Czeczotka via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International  
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Terrorismo

Politico dell’opposizione armena ucciso a colpi d’arma da fuoco

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Un esponente dell’opposizione armena è stato assassinato a colpi d’arma da fuoco nella sua abitazione insieme a un’altra persona, ha comunicato la polizia mercoledì.

 

Volodya Grigoryan è stato ucciso insieme a un amico, un agente di polizia in visita, nella sua casa in un villaggio della regione di Armavir. Un terzo individuo è rimasto ferito nell’attacco. Grigoryan aveva precedentemente ricoperto il ruolo di sindaco della stessa regione.

 

Secondo le informazioni, l’assalitore, che indossava una maschera, ha aperto il fuoco con un’arma automatica contro Grigoryan e altre persone riunite nel cortile anteriore della proprietà. Il sospettato è tuttora in fuga, ha dichiarato l’investigatore capo Artak Ovannisyan ai giornalisti. Data l’importanza del caso, sarà gestito dalla Commissione Investigativa anziché dalla polizia locale.

 

Le immagini diffuse dai media armeni mostrano il presunto aggressore colpire le tre vittime da lontano, facendole cadere, per poi avvicinarsi e sparare ulteriori colpi. L’attacco sarebbe avvenuto poco prima di mezzanotte di martedì.

 

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Le autorità non hanno né confermato né smentito le ipotesi dei media secondo cui l’omicidio potrebbe essere legato a una faida che coinvolgerebbe il fratello di Grigoryan, sospettato di un attacco mortale a febbraio contro l’abitazione di un funzionario locale.

 

Grigoryan, 42 anni, era stato eletto a fine marzo capo del comune di Parakar, candidandosi come oppositore del partito al governo «Contratto Civile», e guidava la fazione del partito di opposizione «Paese della Vita» nel consiglio di amministrazione locale.

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