Geopolitica
La Spagna chiede che la UE sospenda l’accordo di libero scambio con Israele e accusa Netanyahu per gli attacchi all’UNIFIL
L’UE deve prendere in considerazione la sospensione del suo accordo di libero scambio con Israele alla luce delle presunte violazioni dei diritti umani da parte dello Stato Ebraico, ha affermato lunedì il primo ministro spagnuolo Pedro Sanchez.
Il Sanchez ha già chiesto alla comunità internazionale di interrompere le vendite di armi a Israele.
Spagna e Irlanda hanno formalmente sollecitato la Commissione Europea a rivedere l’accordo di associazione UE-Israele a febbraio, nel mezzo del conflitto a Gaza e della preoccupazione diffusa per possibili violazioni del diritto internazionale dei diritti umani da parte di Israele. Bruxelles deve ancora rispondere.
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«La Commissione europea deve rispondere una volta per tutte alla richiesta formale avanzata da due paesi europei di sospendere l’accordo di associazione con Israele se si constata, come tutto suggerisce, che i diritti umani vengono violati», ha affermato Sanchez in un evento tenutosi lunedì.
Inoltre, il leader spagnolo ha condannato le richieste del premier israeliano Beniamino Netanyahu che la Forza interinale delle Nazioni Unite in Libano (UNIFIL) si ritiri dalla zona di combattimento. «Non ci sarà un ritiro dell’UNIFIL», ha sottolineato Sanchez, criticando gli attacchi israeliani alle forze di peacekeeping.
La missione di peacekeeping delle Nazioni Unite in Libano, attualmente guidata dal tenente generale spagnolo Aroldo Lazaro Saenz, ha segnalato almeno quattro attacchi israeliani alle sue forze la scorsa settimana, mentre lo Stato Ebraico espandeva le sue operazioni di terra. La Spagna ha schierato più di 600 peacekeeper in Libano. Dopo gli attacchi, Sanchez ha chiesto alla comunità internazionale di cessare l’esportazione di armi al governo israeliano.
Il Sanchez esortato gli altri paesi a unirsi alla Spagna nel condannare gli attacchi di Israele all’UNIFIL nel suo discorso di lunedì, sostenendo che Netanyahu «ha un obiettivo, quello di imporre un nuovo ordine regionale con la forza». Il premier iberico ha difeso una soluzione a due Stati per Israele e Palestina, ma ha accusato Netanyahu di voler «distruggere» questo obiettivo.
Sia la Spagna che l’Irlanda hanno riconosciuto formalmente lo Stato palestinese all’inizio di quest’anno.
Da quando Israele ha annunciato una seconda fase del conflitto e ha esteso l’azione militare in Libano, almeno 37 paesi contributori delle Nazioni Unite hanno ufficialmente condannato gli attacchi israeliani contro la missione UNIFIL.
Secondo il Ministero della Salute libanese, più di 2.100 persone sono state uccise in Libano durante gli scontri tra Hezbollah e Israele.
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Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il Regno di Spagna ha denunciato i bombardamenti israeliani sul Libano e ha chiesto un cessate il fuoco a Gaza, dopo le notizie secondo cui sarebbero state uccise più di 350 persone.
Madrid, assieme ad Irlanda, Norvegia, si era coordinata ancora mesi fa per il riconoscimento dello Stato palestinese, provocando il richiamo degli ambasciatori da parte di Israele.
La scorsa primavera la Spagna si era rifiutata di far attraccare nel porto di Cartagena una nave che trasportava armi verso Israele.
Come riportato da Renovatio 21, lo scorso ottobre il ministro spagnuolo per i diritti sociali Ione Belarra ha esortato i leader europei a intraprendere azioni immediate contro Israele, paventando la possibilità che altrimenti la UE diventi «complice del genocidio».
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Immagine La Moncloa – Gobierno de Espana via Flickr pubblicata su licenza CC BY-NC-ND 2.0
Geopolitica
Orban: il piano dell’UE per rubare i beni russi costituisce una «dichiarazione di guerra»
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Geopolitica
Trump annuncia attacchi terrestri in Venezuela «presto»
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che gli USA potrebbero avviare «molto presto» operazioni terrestri contro presunte reti di narcotraffico collegate al Venezuela, dopo aver quasi completamente interrotto i flussi di stupefacenti via mare. Caracas ha respinto con forza ogni accusa di legami con i cartelli della droga.
Parlando venerdì con i giornalisti alla Casa Bianca, Trump ha annunciato che il traffico di droga marittimo legato al Venezuela è calato del 92%, sostenendo che le forze americane stanno «eliminando la droga a livelli mai visti prima». «Abbiamo bloccato il 96% degli stupefacenti che arrivavano via mare», ha precisato, per poi aggiungere: «Presto le operazioni inizieranno anche sulla terraferma».
Il presidente statunitense non ha tuttavia fornito indicazioni su eventuali obiettivi o sull’estensione di tali azioni.
Da settembre le forze USA hanno intensificato sensibilmente la presenza militare nei Caraibi e nel Pacifico orientale, conducendo oltre 20 interventi contro imbarcazioni sospette di traffico di droga e causando la morte di decine di persone. Trump ha affermato che queste operazioni hanno salvato decine di migliaia di vite americane, impedendo l’ingresso di narcotici nel Paese.
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha sempre rigettato le accuse di Trump su presunti rapporti tra Caracas e i narcocartelli, sostenendo che Washington utilizzi la campagna antidroga come pretesto per destabilizzare e rovesciare il suo governo.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.
Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.
Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».
Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.
Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.
Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.
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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr
Geopolitica
La Slovacchia «non sosterrà nulla» che contribuisca a prolungare il conflitto in Ucraina
Today I held an almost hour-long phone conversation with the President of the European Council, A. Costa. I fully respect him, but while he spoke about money for the war in Ukraine, I kept repeating the senseless daily killing of hundreds to thousands of Russians and Ukrainians.… pic.twitter.com/0f9JiitWjG
— Robert Fico 🇸🇰 (@RobertFicoSVK) December 12, 2025
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